16 luglio 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
A noi il blues patinato, quello suonato bene, pulitino, rileccato, ci fa francamente cacare. Noi il blues lo vogliamo suonato da gente così: T-MODEL FORD, uno dei più marci rappresentanti della musica nera che siano mai approdati alla pubblicazione di dischi! Nato nel Mississippi un giorno imprecisato dei primi anni venti (ma per altri nel '18 o nel '19 - il nostro manco sapeva il giorno del suo compleanno...), James Lewis Carter Ford è cresciuto con un padre violento che ha iniziato a menarlo da quando aveva 11 anni; analfabeta, ha fatto i più svariati, umili mestieri, fino al carcere, dove finì condannato a 10 anni ai lavori forzati per omicidio (ma ha avuto guai con la legge per parecchi altri anni). Ha avuto 26 figli da diversi matrimoni e ha iniziato a suonare la chitarra perché la sua quinta moglie gliene aveva regalata una come ricordo della loro separazione! Completamente autodidatta, senza nessuna cognizione tecnica, Ford ha iniziato la sua carriera musicale a settant'anni. Scoperto dai benemeriti della etichetta Fat Possum, ha pubblicato con loro cinque album (vivamente consigliati!) e poi altri tre con etichette diverse, e ha suonato dal vivo in giro per tutti gli Stati Uniti, pur soffrendo di cuore, fino alla morte, nel 2013. Si faceva chiamare come la famosa auto prodotta dalla Ford Motor Company, la prima della storia realizzata in serie. E infatti il suo blues era così: inarrestabile, oscuro, ossessivo e sferragliante come una catena di montaggio...

Per non essere accusati di misoginia, la citazione di oggi è di una signora del noir:
"Anche il nastro giallo che delimitava i luoghi in cui era stato commesso un delitto correva da un palo all'altro in una macabra di parodia di addobbo, con la sua scritta a grandi lettere nere che intimava ai curiosi di non avvicinarsi."
Patricia Cornwell - Causa di morte

T-Model Ford