28 luglio
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Uno dei pochi autori italiani che può fregiarsi dell'onore di essere pienamente definito "pulp" è lui: GIORGIO SCERBANENCO! Oddio, proprio italiano italiano non lo era, era ucraino. Nato a Kiev il 28 luglio del 1911, si chiamava Volodymyr-Džordžo Ščerbanenko, ma in Italia si era trasferito all'età di soli 6 mesi. Suo padre, un professore di latino e greco, fu ucciso durante la Rivoluzione di Ottobre; la madre lo seguì poco dopo...il nostro Giorgio non finì neanche le elementari e fece mille mestieri per campare, dall'operaio all'autista di ambulanze. Ma la passione per lo scrivere ormai l'aveva assorbita e, nel '37, riuscì a farsi assumere come redattore per Rizzoli. Sul "Secolo Illustrato" pubblica i suoi primi racconti nella rubrica "Gangster e GMen" con lo pseudonimo di Denny Sher. Nel '43 va in esilio in Svizzera per tornare alla fine della guerra. Da vero artigiano della macchina da scrivere, non disdegnava nulla, dalla cura della "posta del cuore" per un periodico femminile, ai romanzi rosa, dalla fantascienza ai western. Ma è coi gialli e i noir che è divenuto giustamente celebre, tanto da essere stato definito "il padre" del noir italiano. Esordisce nel giallo con una serie di sei romanzi con protagonista Arthur Jelling, un archivista della polizia di Boston, timido e introverso, uno dei primi antieroi della letteratura poliziesca. Il vero successo di pubblico (per la critica, almeno in Italia, dovrà aspettare di essere crepato. I francesi ci sono arrivati prima....) giunge con i quattro libri con Duca Lamberti, un ex medico condannato per eutanasia e divenuto collaboratore della polizia, come protagonista. "Venere privata", "Traditori di tutti", "I ragazzi del massacro" e "I milanesi ammazzano al sabato", descrivono una Lombardia oscura e violenta, in cui le contraddizioni del boom economico esplodono nel cinismo e nella cattiveria. Muore nella sua amata Milano nel 1969. Il suo maggior pregio, il dato che lo ha consegnato alla storia, è stato di aver scovato proprio in casa nostra ("che noi 'ste cose non si fanno!") un terreno perfetto per far crescere la ruvida pianta del noir. Ché tanto di merda per fare il concime ce n'era abbastanzano di suo...

"Un calcio a piede nudo ha una sua particolare efficacia, può avere perfino effetti superiori a quello di un calcio con la scarpa e tutto il viso di Paany si coprì di sangue, l'alluce di Adele la Speranza era entrato nell'occhio destro, del tutto, insieme con una spruzzata di kirsh. "Non sprecare la bottiglia – urlò lei – e basta picchiarlo se no sviene, non deve svenire!".
Giorgio Scerbanenco - Traditori di tutti

Giorgio Scerbanenco