31 luglio
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Carissimi amici dei Mutzhi Mambo, siamo lietissimi di festeggiare, nell'anniversario della sua nascita, un genio tricolore, il maestro del cinema pulp italiano: MARIO BAVA! Nato il 31 luglio del 1914 a Sanremo, figlio di un artigiano pioniere del cinema, esordì come creatore di effetti speciali per l'Istituto Luce: i fascisti utilizzarono più volte i suoi servigi per imbastire i filmati di propaganda, perché il nostro Mario, con poco, ti metteva su un'intera invasione coi controfiocchi! Dopo un periodo di apprendistato come aiuto regista di Rossellini, Bava iniziò una proficua collaborazione con Riccardo Freda, il papà del cinema horror italiano, in qualità di direttore della fotografia e di curatore degli effetti speciali (nonché di regista non accreditato di intere sequenze dei film a cui collaborò...). Da questo connubio nacquero la splendida fotografia de "I vampiri" (il primo film italiano del terrore) e soprattutto la mitica creatura di "Caltiki, il mostro immortale", una specie di remake "de noantri" di "Blob, Fluido mortale"; soltanto che in questo caso il grande Mario non utilizzò gelatina, bensì fetida trippa del macellaio! Finalmente, nel '60, dirige il suo primo lungometraggio, ed è subito capolavoro: "La Maschera del Demonio", con la splendida e inquietante Barbara Steele, il primo gothic-horror prodotto dalle nostre parti. L'anno successivo gira il delirante, visionario peplum "Ercole al centro della Terra", in cui riuscì a coniugare atmosfere orrorifiche con le tipiche tematiche del cinema "sandaloni"; è tuttora considerato il miglior film del filone (oddio, non che ci voglia molto...). Ha diretto i generi più disparati, dagli spaghetti western ai film di Franco e Ciccio, ma i suoi capolavori, quelli in cui si può saggiare la sua maestria, sono gli horror e i thriller. Qualche titolo: "La ragazza che sapeva troppo", il primo thriller italiano, "La frusta e il corpo" (censuratissimo per il rapporto sadomasochistico tra una donna e il suo carceriere), "I tre volti della paura", film ad episodi con Boris Karloff (particolare interessante, nel finale Bava mostra allo spettatore, con uno zoom all'indietro, il set del film, svelandone così la finzione. Metacinema puro!), "Sei donne per l'assassino", "Terrore nello spazio" (un piccolo gioiello di fantascienza artigianale, realizzato con mezzi ridicoli, che ispirerà addirittura l' "Alien" di Ridley Scott). "Operazione paura", "Diabolik" (capolavoro di estetica Camp tratto dall'omonimo fumetto), "Il segno rosso della follia", "Gli orrori del castello di Norimberga"... ma i suoi due film più belli sono "Reazione a catena", una successione di efferati delitti che anticiperà il filone slasher di "Halloween" e "Venerdì 13", e soprattutto "Cani arrabbiati", un film veramente agghiacciante che narra le imprese di quattro spietati rapinatori che prendono in ostaggio una donna. Sadico, claustrofobico, violentissimo, strapulp, per anni non è stato possibile vederlo per il fallimento della casa di distribuzione. In inglese si chiama "Rabid dogs": indovinate chi ha ispirato per il suo film d'esordio? Come a chiudere un cerchio ideale il suo ultimo lavoro furono gli effetti speciali (sinceramente bruttini...) per il film "Inferno" di Dario Argento, il suo unico vero discepolo. Il grande regista ligure muore a Roma nel 1980, lasciando un figlio, Lamberto, che ha tentato di seguirne le orme. Senza offesa ma l'è düra, Lamberto, l'è düra... 
Nota a margine: un bassista inglese, voleva un nome evocativo per la sua band. Va al cinema e vede "I tre volti della paura": ne rimane folgorato! Il bassista in questione era Geezer Butler e il titolo del film, per il mercato anglosassone, era.... "Black Sabbath"!

"Sono sicuro di aver fatto solo grandi stronzate. Sono un artigiano. Un artigiano romantico, di quelli scomparsi. Ho fatto il cinema come si fanno le seggiole."
Mario Bava

Mario Bava