1 agosto
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Il "Maestro delle tenebre", così era stato ribattezzato DINO BATTAGLIA, il grande disegnatore veneziano. Era nato il 1 agosto del 1923 nella città lagunare e, dopo il liceo artistico, nell'immediato dopoguerra iniziò a lavorare per la rivista "Asso di Picche", insieme a Hugo Pratt, Mario Faustinelli, Alberto Ongaro e Ivo Pavone, col personaggio "Junglemen". Nasce il "Gruppo di Venezia", un insieme di fumettisti appassionati di comics "ammerigani" (quelli belli avventurosi, con le pupe e le pistole, disegnati da Dio da autori come Raymond, Caniff, Davis), che diventeranno in seguito alcuni fra i maggiori autori italiani delle strisce disegnate. Il gruppo decise di trasferirsi in Argentina (e mal gliene colse, col senno di poi...), per le maggiori opportunità che dava quel paese prima delle dittature militari, ma il nostro Dino decise di rimanere in Italia e prendersi moglie. Collaborò con varie testate per ragazzi ("Il Vittorioso", "Il Corriere dei Piccoli", "Il Giornalino") che, all'epoca, erano quasi egemonizzate dai preti, dove il nostro si specializzò nelle riduzioni a fumetti dei classici della letteratura. Passò poi a riviste più "adulte" (senza mai abbandonare i suoi amati ragazzi) e, per il "Sgt. Kirk", sfornò il suo primo capolavoro: la riduzione di "Moby Dick". Il suo segno si fece man mano più cupo e intricato e Dino prese a confrontarsi con autori come Poe, Lovecraft, Maupassant, Rabelais. Il risultato furono tavole meravigliose, inquietanti, realizzate con uno stile unico e personalissimo. Nessuno come lui (forse solo il grande fumettista argentino Alberto Breccia gli poteva tenere testa) fu in grado di rendere le gotiche atmosfere della Londra Vittoriana, le brume delle campagne in autunno, le visionarie imprese di Gargantua e Pantagruel, i morbosi delitti di Poe, gli incubi innominabili del "Solitario di Providence"; Dino Battaglia morì a Milano nel 1983, lasciando un'eredità pesante ed un vuoto difficilmente colmabile: le sue chine, sporche, intricate, indefinite (eppur eleganti e dettagliatissime) sono state il passaporto più esclusivo per una dimensione onirica, irrazionale, surreale, magica. Lasciatevi rapire e irretire dal loro fascino arcano, se le guardate e basta vi perdete il meglio... 

Visto che si parlava di Poe...:
"Essere sepolti vivi è senza dubbio, il più terribile tra gli orrori estremi che siano mai toccati in sorte ai semplici mortali. Che sia avvenuto spesso, spessissimo, nessun essere pensante vorrà negarlo. I limiti che dividono la Vita dalla Morte sono, nella migliore delle ipotesi, vaghi e confusi. Chi può dire dove finisca l'una e cominci l'altra?"
Edgar Allan Poe - La sepoltura prematura

Dino Battaglia