6 agosto 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Sappiamo già che oggi i cuori delle care amiche dei Mutzhi Mambo fibrilleranno. Perché? Perche oggi si festeggia l'anniversario della venuta in questo mondo non di un uomo ma de "l'uomo": ROBERT MITCHUM! "L'anima dei film noir", così venne definito, nacque nel Connecticut il 6 agosto del 1917; suo padre, un portuale, morì quando il piccolo Robert aveva solo 18 mesi. Probabilmente questa mancanza influì sul suo caratteraccio, visto che fin da piccino era famoso per le continue risse e monellerie. La madre, esasperata, a dodici anni lo spedì dai nonni, ma la scuola media dove era iscritto, lo espulse perché aveva menato il preside. Raggiunse quindi la sorella a New York ma anche qui l'istituto che frequentava lo buttò fuori. Iniziò così a fare la vita dell'hobo, viaggiando come clandestino nei treni merci o con l'autostop. Girovagando per gli Stati Uniti della Grande Depressione, campava facendo diversi lavori saltuari tra cui il minatore, lo sterratore, lo scaricatore di porto e il pugile. In Georgia venne arrestato per vagabondaggio e condannato a sei giorni di chain gang. Tornò quindi dalla famiglia e raggiunse nuovamente la sorella, questa volta in California. Dietro suo consiglio, si avvicinò al mondo del teatro, arrotondando come macchinista teatrale o come attore saltuario. Si sposò con la fedele Dorothy Spencer, che non lascerà più, ebbe il primo figlio e iniziò a lavorare come operatore macchinista in una fabbrica di aerei. Ma la pallosa vita da operaio non faceva certo per il nostro, tanto da fargli rischiare l'esaurimento nervoso e la depressione. Tentò quindi col cinema e riuscì ad ottenere degli ingaggi come cattivo in diverse produzioni western di serie z. Il primo film noir a cui prese parte è "Notte d'angoscia" (salutato dalla critica come uno dei migliori b-movie del periodo) del '44, mentre il suo primo ruolo importante fu nel polpettone di guerra "I forzati della gloria", che gli fece ottenere la candidatura all'Oscar come miglior attore non protagonista. Girò poi "Tragico segreto", il primo noir di Vincente Minnelli, il western/noir "Notte senza fine" di Raul Walsh, lo splendido "Odio implacabile" di Edward Dmytryk, "Le catene della colpa" del grande Jaques Tourneur e "Il tesoro di Vera Cruz", uno dei primi film di Don Siegel. Nell'agosto del '48 venne arrestato per possesso di marijuana e condannato a 60 giorni di lavori forzati. Si scoprì poi che era stato incastrato da alcuni agenti in cerca di pubblicità e, rivisto il processo, fu riabilitato solamente tre anni più tardi. Ormai la fama di "scoppiato" gli era stata appioppata, una nomea che, all'epoca, avrebbe distrutto l'avvenire di chiunque; di chiunque ma non del nostro, perché a Robert non danneggiò particolarmente la carriera, anzi, forse creò ancora più curiosità verso il suo personaggio un po' blasé. Infatti gli anni '50 furono quelli del vero successo di pubblico e il nostro si trovò a recitare al fianco di sventolone come Jean Simmons e Marylin Monroe. In questo decennio girò parecchie cacate ma anche uno dei film più rappresentativi della sua carriera: "La morte corre sul fiume" dove interpreta il ruolo di un predicatore pazzo con le dita tatuate. Fu uno dei primi divi di Hollywood a non disdegnare ruoli negativi, che d'altronde gli calzavano a pennello. Ma allo star system non piaceva troppo il suo "caratterino": una volta, per uno scherzo, fu espulso dal set di "Oceano Rosso". Oggettivamente però era stato uno scherzo un po' del cazzo, aveva scaraventato uno dei menager della produzione in mare! Gli anni Sessanta, che pure si erano aperti alla grande con il grande classico del thrilling "Il promontorio della paura", in cui il nostro interpreta l'ex galeotto psicopatico Max Cody che tormenta la famiglia dell' avvocato che lo aveva fatto condannare, furono piuttosto loffi per Robert e si caratterizzarono più per i ruoli che aveva rifiutato (tra cui quello dell'ispettore Callaghan...) che per quelli che aveva accettato. Addiritura prese la parte del vicesceriffo alcolizzato (che fu di Dean Martin) nell'inutile, inqualificabile remake di "Per un dollaro d'onore". Meglio gli anni '70, dove interpretò dei buoni Crime movie come "Gli amici di Eddie Coyle", "Yakuza" di Sidney Pollack e soprattutto il ruolo perfetto per lui: il disilluso, imbolsito detective Philip Marlowe di Raymond Chandler in due film (per quanto non memorabili...), "Poliziotto privato" e "Marlowe indaga". Gli anni Ottanta si segnalano per il suo progressivo ritiro dal cinema. Ultima sua parte degna di nota (a parte il cameo nel remake di "Cape fear" fatto da Scorsese con Bob De Niro nel ruolo che fu suo) è stata quella dello spietato, mefitico John Dickinson nel capolavoro di Jarmush, "Dead Man". È morto di tumore ai polmoni nel 1997, lasciando la sua amata Dorothy e tre figli. Noi porteremo sempre nel cuore quella sua espressione da "...e non rompetemi i coglioni" e l'invidia, tutta maschia, di non esser come lui... 
Nota a margine: Robert è stato pure un gran cantante. Sentite che bella voce da crooner (lievemente alcolica) che aveva in pezzi come "Little Old Wine Drinker Me" (che cantò Dean Martin nel western "Per un dollaro d'onore" e che Mitchum rifece) e la sua strepitosa versione di "Sunny" e poi ci dite...

"I'm praying for rain in California
So the grapes can grow and they can make more wine
And I'm sitting in a honky in Chicago
With a broken heart and a woman on my mind
I matched the man behind the bar for the jukebox
And the music takes me back to Tennessee
And he asked who's the fool in the corner crying
I say a little ole wine drinker me
I came here last week from down in Nashville
'Cause my baby left for Florida on a train
I thought I'd get a job and just forget her
But in Chicago, the broken heartache's still the same
I matched the man behind the bar for the jukebox
And the music takes me back to Tennessee
When they ask who's the fool in the corner crying
I say a little ole wine drinker me
I say a little ole wine drinker me"
Dean Martin - Little Old Wine Drinker Me

Robert Mitchum