12 agosto 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Il mondo è proprio strano, raramente si possono prevedere gli esiti di una azione, specie nel mondo dello spettacolo (a parte i blockbusters di merda che viene deciso a priori quanto successo debbano avere in base al martellante, ossessivo e spaccacoglioni battage pubblicitario). Ad esempio, prendiamo il meccanismo per cui un film o un regista o un attore diventano "cult": di solito, normalmente, diventa "cult" il più bravo, il più bello, il migliore, il primo della serie...ma, come i cari amici dei Mutzhi Mambo sanno bene, spesso si diventa "cult" per ragioni diametralmente opposte (e questi, in genere, sono quelli per noi più interessanti): i più brutti, i peggio realizzati, i più ridicoli, i più estremi. DAN CURTIS, il regista americano di cui oggi celebriamo l'anniversario della nascita, non è stato né l'uno né l'altro, né un Kubrick né un Ed Wood, ma di culto lo è lo stesso, eccome! Daniel Mayer Cherkoss (così all'anagrafe) è nato il 12 agosto 1928 nel Connecticut ed è conosciuto principalmente per aver diretto il pluripremiato, patriotticone, costosissimo sceneggiato televisivo "Venti di guerra", programmato sulle televisioni di tutto il mondo nel 1983, con Robert Mitchum come protagonista. Ma il motivo per cui il nostro Dan fa capolino in questa rubrica risiede principalmente in un'altra serie televisiva e in una manciata di film horror. "Dark Shadow" fu una soap opera, diretta da Curtis, che andò in onda dal 1966 al 1971. Iniziata come serie melodrammatica "normale", piano piano iniziò ad aggiungere elementi soprannaturali (zombi, mostri, streghe...) al plot e divenne molto popolare quando, dopo un anno dal suo inizio, apparve il vampiro Barnabas Collins, interpretato da Jonathan Frid. Nonostante sia una palla tremenda, è andata avanti per ben 1225 episodi, conta fans prestigiosi (Tarantino, Madonna...) ed è considerata un capolavoro di estetica Camp. Oltre che vari, fallimentari, tentativi di modernizzarla per rilanciarla presso le nuove generazioni, ha avuto il dubbio onore di una (inutilissima) versione cinematografica di Tim Burton, con Johnny Deep. Altri film del terrore diretti dal nostro Dan sono stati: "Una storia allucinante", il film tv "Intruders", "Lo strangolatore della notte", gli spin-off di "Dark Shadow", "La casa dei vampiri" e "La casa delle ombre maledette," "L'ululato del lupo", "Ballata macabra", "Il demone nero" e il film a episodi "Trilogia del terrore" (vero e proprio stracult con un'indimenticabile Karen Black). Ha realizzato inoltre delle egregie riduzioni televisive dei classici dell'orrore come "Lo strano caso del Dr. Jeckyll e Mr. Hyde" (con Jack Palance), "Dracula" (una vera chicchina, adattato dal grande Richard Matheson con di nuovo Jack Palance nel ruolo del conte), "Frankenstein", e altri ancora. Curtis è morto, per un tumore al cervello, il 7 marzo del 2006, a venti giorni esatti dalla dipartita di sua moglie. Come si è visto, in fondo il nostro non ha prodotto nulla di stratosferico ma, vista la pochezza media del mondo dello spettacolo, a volte già essere un onesto artigiano, con delle buone idee e un minimo di gusto per il macabro, basta per diventare un "cult"!

E visto che oggi è pure il compleanno del simpatico Andrea G. Pinketts (1961) la citazione è tutta sua:
"Domanda: "Cosa c'è fuori dal bar?". Risposta: "Fuori dal bar c'è fuori dal bar". Non ci sono più bottiglie allineate sotto la specchiera. C'è il disordine e, se ti vuoi specchiare, devi farlo in una vetrina di un negozio. Le auto vanno chissà dove. Rallentano come belve domate da un semaforo... poi ripartono. I bambini escono dalle scuole dove li aspettano le mamme e i maniaci. Tra qualche anno li aspetteranno le fidanzate e gli spacciatori di droga. Meglio così. È bello avere qualcuno che ti aspetta. Fuori del bar c'è il resto del mondo con la sua colonna sonora di clacson e di "stronzo, io venivo da destra". Fuori dal bar sei più basso. Nel bar eri più alto del juke-box, fuori sei più basso del grattacielo di fronte. Fuori dal bar ci sono i mendicanti sciolti sugli angoli come pupù di cani dopo la pioggia. Fuori del bar c'è il sole o la luna, a seconda di a che ora esci dal bar, a testimoniarti che il tempo è passato mentre tu finivi la birra, e che diventerai vecchio, vecchio, coi capelli bianchi come la schiuma della birra che hai bevuto per non pensarci. Fuori dal bar ci sono i cani randagi, quelli che vorrebbero avere un collare e al momento, purtroppo, hanno solo le pulci. Fuori dal bar ci sono gli ubriachi: quelli che sono stati buttati fuori dal bar. Fuori dal bar c'è un deserto pieno di gente. Meglio stare nel bar."
Andrea G. Pinketts - Spara pure, è un papero, in Sangue di yogurt

Dan Curtis