18 marzo 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Oggi si scava, cari amici dei Mutzhi Mambo, per omaggiare uno dei più degeneri e misconosciuti registi del nostro Paese, l'infame MARIO GARIAZZO, autore di alcune delle peggiori pellicole mai prodotte; roba da far vergognare Ed Wood! In realtà sono talmente scarse le note biografiche (anzi, praticamente nulle) che siamo riusciti a raccogliere sul nostro che stavamo per rinunciare a tributargli il dovuto omaggio in questo Vostro Almanacco, ma la "qualità" assoluta dei suoi film ci ha convinto a perseverare. Non potevamo infatti esimerci dal festeggiare un uomo che ha rappresentato un momento cruciale del nostro cinema: il passaggio dai film di genere al porno! Lungi dal voler fare il solito elogio del trash a tutti i costi, bisogna far notare l'importanza di personaggi come Caiazzo, che si situano proprio in quella fase liminare, in cui i budget per le produzioni senza pretese diventavano sempre più scarsi, le idee iniziavano a latitare e la concorrenza delle prime televisioni private diventava stringente...che fare, dunque? Ma ci buttiamo sull'hardcore, naturalmente, interpolando scene esplicite nei film (spesso all'insaputa del cast e degli stessi registi) così da avere almeno due possibilità di distribuzione! Ahhh, il genio italiano! Pellicole orrende, in tutti i sensi, mal riuscite sia come film "normali", sia come porno! Però va detto che hanno un fascino perverso (mooolto Pulp) che le eleva al di sopra di produzioni magari più accurate ma meno piratesche. Quel fascino di frontiera, appunto, artigianale, ruspante, malato, che, ahinoi!, purtroppo manca alla maggior parte dei prodotti contemporanei. Mario Gariazzo è nato a Biella, il 4 giugno del 1930. Il suo primo film, "Lasciapassare per il morto", risale al 1962. È un interessante noir dalle atmosfere gitiche col bravo Alberto Lupo. Nel 1969 si trova a dover sostituire alla regia Leo Coleman per uno spaghetti-western che doveva intitolarsi "Per 30 dollari al mese" (!) col popolare divo televisivo americano Wayne Preston che se ne andò pure lui a metà film. Alla fine, per finirlo, dovettero rimontare delle scene scartate e il film uscì col titolo "Dio perdoni la mia pistola". Tutto sommato però, il risultato è dignitoso... Il successivo "Il giorno del giudizio" (1971) è sempre un western con Rossano Brazzi e la meravigliosa Rosalba Neri, come un western è pure "Acquasanta Joe" dello stesso anno con la star dei B-movie Richard Harrison (che per finire a fare 'sta roba aveva pure rifiutato il ruolo dello Straniero nella "Trilogia del Dollaro" di Leone...). Del 1973 forse il film migliore del nostro Gariazzo: "La Mano Spietata della Legge", un violento poliziottesco con Philippe Leroy, la bellissima Silvia Monti e Klaus Kinsky che vanta inoltre una bella colonna sonora a firma Stelvio Cipriani. Dopo il melodrammatico "Il Venditore di Palloncini", Gariazzo ci prova con l'horror con "L'Ossessa" (1974), una brutta copia de "L'Esorcista" che spinge l'acceleratore sul versante erotico e che si fa guardare solo per la protagonista, una stratopissima Stella Carnacina. Ma è con la fantascenza che il nostro, nel 1978, da il meglio di sé: prima con "Occhi dalle Stelle", imitazione non priva di elementi interessanti di "Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo" (fra cui un cast decente capitanato dal veterano Martin Balsam e un approccio ostile agli alieni) ma la povertà di mezzi purtroppo si fa sentire...poi con lo stracult iperultratrash "Incontri molto...ravvicinati del Quarto Tipo", una commedia sexy in cui tre balordi si travestono da alieni (con costumi che hanno fatto la storia del bizzarre) per irretire belle fanciulle. Un film davvero delirante, di una povertà tecnica mai vista, uno dei più celebri prodotti spazzatura mai realizzati in Italia; doveva essere una parodia scollacciata del film di Spielberg ma un colpo di fucile accidentale mandò all'ospedale il nostro Gariazzo che fu sostituito in fretta e furia da Gianfranco Baldanello, regista di commediacce erotiche, che virò il tutto verso il soft - core. C'è pure Jimmy il Fenomeno....E finalmente arriviamo al film incriminato, il famigerato "Play Motel" (1979) che, nelle intenzioni, doveva essere un giallo all'italiana (un po' troppo fuori tempo massimo, visto che il genere era già esaurito da tempo), sulla scia di Dario Argento, con elementi erotici, garantiti dalle forme appetitose di Anna Maria Rizzoli. A parte l'intreccio confuso e la realizzazione trasandata, il film è passato alla storia più per le scene di sesso esplicito interpolate, interpretate una ruspante Marina Frajese vestita da suora (in una delle sue prime prove hard), che per la trama vera e propria. Prassi inaugurata del grande Joe D'Amato e poi seguita da altri disgraziati epigoni ma, questa volta, a quanto sembra, né il regista né il cast sapevano di questi simpatici inserti.... Nel 1980 Gariazzo gira l'inqualificabile "Attenti a quei due napoletani" un tremendo action movie fatto con mezzi limitatissimi, fra spionaggio e canzoni napoletane: mah! Peggio ancora "L'Angelo Custode" (1984) mielosa (e melmosa) storia di angeli bambini, mentre l'anno successivo ci prova (anche stavolta fuori tempo massimo) col cannibal movie, che tale non è visto che mancano proprio gli antropofagi! "Schiave bianche - Violenza in Amazzonia" si situa infatti sulla scia dei film di Deodato e Lenzi ma è infinitamente meno curato dei suoi predecessori (e già si è detto tutto); predomina l'elemento erotico e, pur non mancando scene splatter, non ci sono cannibali! Le ultime prove del regista di Biella sono degli erotici di infimo ordine che riescono pure a sprecare il ben di Dio delle grazie delle protagoniste, come "L'Attrazione" (1987), con Florence Guérin, "Intrigo d'Amore" (1988), con le future pornostar Milly D'Abbraccio e Valentine Demy, e "Sapore di Donna" (1990), sempre con la Demy e Deborah Calì. Nel mezzo un'altra disgraziata incursione nella fantascenza, "Fratello nello Spazio" (1988), che vorrebbe addirittura omaggiare "E.T."! Il cast non sarebbe neppure pessimo (Agostina Belli, Martin Balsam...) ma la confezione è agghiacciante, come pure il trucco dell' "alieno": un bambino con indosso una tuta argentata e un grosso casco! Passò talmente inosservato che spesso non viene neppure citato nelle filmografie del regista. L'ultimo suo film è la commedia "Che meraviglia, amici!" del 1992. Gariazzo si spegne il 18 marzo del 2002 a Roma. Con lui se n'è andato uno dei peggiori registi italiani di sempre. E anche questo, a suo modo, è un vanto, visto che in Italia, di registi di merda, ne abbiamo avuti assai!

"Scoperanno anche come mettere una spina...come dice lei...ma era una gran bella spina...se lo sapevo sposavo un elettricista! "
Maria Maddalena/Marina D'Aunia - Incontri molto ravvicinati...del Quarto Tipo

Mario Gariazzo