9 marzo 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Un pilastrone del Pulp, un'architrave del noir, una pietra miliare! È lui, l'invincibile MICKEY SPILLANE, cari amici dei Mutzhi Mambo, lo scrittore hard-boiled per eccellenza, il poeta del "Piombo bollente"! Politicamente scorretto, reazionario, misogino, manicheo, il migliore a narrare trame sordide, piene di personaggi rudi, donne fatali, criminali feroci, dove le pistole e i cazzotti funzionano meglio di qualsiasi dialogo. Spillane era uno che scriveva molto e molto in fretta; lui stesso dichiarò di essere in grado di buttar giù di getto cinque pagine senza dover poi rivedere nemmeno una parola. I suoi libri infatti vanno giù come birra fresca in estate ma bruciano la gola come uno scotch invecchiato. Azione e sesso; due elementi che, sorretti da uno stile asciutto di stampo quasi giornalistico, ed ad un ritmo mai meno che serrato, permisero a Spillane di fare una cosa che egli riteneva fondamentale per qualsiasi narratore: intrattenere. Lui stesso era molto simile al proprio personaggio principe, lo spigoloso investigatore Mike Hammer: deciso, antipatico, amante delle belle donne, presuntuoso, e spesso a ragione. Il suo cognome stesso, Hammer, va inteso per The Hammer of God, il martello di Dio che colpisce senza pietà gli iniqui e i colpevoli. La furia di Mike Hammer è al servizio di ciò che Mike Hammer ritiene giusto, e il suddetto se ne sbatte altamente se la cosa è “giusta” in senso ampio o meno. I cattivi si combattono colpo su colpo, senza regole tra i piedi e senza limitazioni di sorta: non si fanno prigionieri. Spillane oltre che un grandissimo autore fu soprattutto un eccellente osservatore e patologo della realtà, cinica e disincantata del nostro mondo. In un universo corrotto, violento, traumatico, non c’è posto per i deboli e neppure per i buoni. Per contrastare il male bisogna utilizzare i suoi stessi mezzi. Era questa la sua filosofia e per questo Mickey non era simpatico a molti, soprattutto non era simpatico alla critica che troppo tardi si è accorta del suo valore. Ma della critica a Spillane amò sempre farsi beffe: "Non mi importa un accidente di leggere le recensioni", soleva dire, precisando di essere più interessato ai rendiconti derivanti dal diritto d'autore. Si vantava di essere lo scrittore piu tradotto al mondo dopo Tolstoj e di scrivere per denaro. Mescolando letteratura “alta” con le regole (o l’assenza di esse) del “genere” Spillane ottenne un cocktail letale, che lo ha portato ad essere ancora oggi una pietra miliare per la storia del Giallo e non solo. E’ assolutamente impossibile ritenere Spillane unicamente uno scrittore. Non si può incatenare (neppure da morto) un uomo capace di passare da agente FBI (collaborò a numerose operazioni antidroga) a predicatore religioso e testimonial per una marca di birra. Mickey era unico! Frank Michael Morrison Spillane (cosi all'anagrafe) naque a New York, il 9 marzo del 1918. Figlio di un barista, nato nel quartiere newyorkese di Brooklyn ma cresciuto nel sobborgo industriale di Elizabeth, stato del New Jersey, il futuro scrittore iniziò la carriera scrivendo brevi racconti seriali di genere pulp per giornali quotidiani, periodici e riviste a fumetti della Marvel che pubblicavano le storie di "Capitan America", "Capitan Marvel" e della "Torcia Umana" originale. Appassionato di letteratura classica (diceva di aver amato particolarmente i romanzi di Alexandre Dumas), abbandonò ben presto gli studi di Legge per dedicarsi totalmente alla scrittura. Nel frattempo sbarcava il lunario vendendo cravatte, facendo il bagnino sulle spiagge di Long Island e finanche l'uomo proiettile - mai mestiere fu più profetico... - al circo. Neppure trentenne, nel 1947, a seconda guerra mondiale terminata (servì nell'Aeronautica), pubblicò il suo primo romanzo di successo con protagonista Mike Hammer, "I, the Jury", pubblicato in Italia con il titolo di "Ti ucciderò". Sarebbero seguiti poi altri racconti di successo. Degni di segnalazione sono, fra i primi da lui pubblicati, "La vendetta è mia", "Una ragazza e una pistola" (entrambi del 1950), "Il colpo gobbo" e "Tragica notte" (del 1951). Ricordiamo inoltre: "Il fattore Delta" (1965), "Killer mio! " (1965), "Il club del vizio" (1969), "Fuori l’ultimo" (1973), "Piccolo mostro" (1975). Negli anni sessanta, dopo un periodo di stop (1953-1961), ricominciò a scrivere e creò anche un nuovo personaggio: Tiger Mann, una spia che lavorava per una fondazione di un miliardario della destra radicale. Ispirato chiaramente al piu celebre James Bond di Ian Fleming, faceva sembrare l'agente segreto inglese una mammoletta raffinata ma non ebbe molto successo, anche se comunque ne vennero pubblicate quattro avventure. Spillane scrisse anche libri per ragazzi, ma il suo più celebre successo rimane sicuramente Mike Hammer. Nella sua vita ebbe sempre una forte avversione al comunismo e, negli anni cinquanta, non nascose la sua adesione all'operato del famigerato senatore Joseph McCarthy, quello della "caccia alle streghe" per intenderci, rispetto alla quale inserì espliciti riferimenti in un suo libro, "Cacciatori di donne", da lui interpretato anche sullo schermo cinematografico. Prima che il successo gli arridesse, collaborò perfino con l'FBI in pericolose operazioni antidroga in cui rischiò veramente le penne e gli costarono anche diverse ferite. Trovò il modo di occuparsi anche di cinema, riducendo in sceneggiature alcuni propri lavori e interpretando talvolta egli stesso il suo personaggio prediletto che lo ha consegnato alla storia della letteratura, Mike Hammer. Per ben due volte - dal 1953 al 1961 e poi di nuovo fra il 1973 e il 1989 - si ritirò dalla professione per poi tornare a pubblicare nuove storie. Nei lunghi periodi di stasi si dedicò alla religione, avvicinandosi al movimento dei testimoni di Geova, dei quali divenne un fervido sostenitore, soprattutto perché negavano con forza la teoria evoluzionistica di Darwin: si nasce stronzi e basta! Per arrotondare le entrate derivanti dalle royalty delle vendite dei suoi libri si arrangiò a fare la pubblicità per una marca di birra. In virtù del fatto che l’azione, le belle donne e le dinamiche criminali erano il traliccio portante del mondo hammeriano, e dal momento che questi elementi avevano una resa elevata in termini di intrattenimento una volta messi sul grande schermo, di numero non trascurabile furono le pellicole realizzate sul personaggio di Hammer. Alcune di queste furono fedeli alle trame narrate sulla carta stampata, altre meno. Robert Aldrich, il regista che realizzò il bellissimo “Un bacio e una pistola” (1955), una volta dichiarò: “Il mio film dal libro non ha preso proprio nulla. Abbiamo mantenuto soltanto il titolo. Tutto il resto lo abbiamo buttato via”. Certo è che nella pellicola di Aldrich l’aspetto violento di Hammer è notevolmente rimarcato rispetto al libro. Nel 1963 lo stesso Spillane interpreterà il ruolo dell’investigatore Mike Hammer nel film “Cacciatori di donne” di Roy Rowland. Pare che fosse l’unica trasposizione cinematografica tra quelle realizzate sulle avventure di Hammer di cui Spillane fosse soddisfatto. Si citano comunque almeno i primi due film tratti dai suoi libri: "La mia legge" (1953), di Harry Essex, con Biff Elliot e Preston Foster, e "La lunga notte" (1954), di Victor Saville con Anthony Quinn, Charles Coburn, Gene Evans e Peggie Castle. Frank Morrison Spillane fu ammazzato dal cancro a Murrells Inlet, il paese della Carolina del Sud dove si era ritirato, il 17 luglio del 2006, dopo un discreto numero di matrimoni e, stando ad una stima di quell'anno, oltre 200 milioni le copie dei suoi libri vendute solo negli U.S.A. Mickey ” the rough” Spillane: il duro più duro dei duri! Noi amiamo Mickey Spillane!

"Quasi a rispondermi, un lampo accecante balenò nel cielo. Bastarono due minuti alle macchine della polizia per piombare sul posto. Arrivarono dalle due estremità della strada, a tutta sirena, andarono ad arrestarsi sotto il lampione, e gli agenti che sedevano vicino all’autista erano a terra prima ancora che le gomme avessero smesso di gemere. Uno degli agenti, un giovane, stringeva in pugno una rivoltella e pareva prontissimo a servirsene. Me la puntò diritto al ventre e disse: «Chi siete voi?» Indicai con la sigaretta il cadavere sul marciapiede. «Testimone oculare,» risposi laconicamente. Un altro agente mi scivolò alle spalle e mi fece scorrere le mani sulle tasche. Trovò la rivoltella, la tolse dalla fondina ed annusò la canna. Per un attimo pensai che fosse sul punto di calarmi il calcio della pistola sulla testa, ma evidentemente si trattava di un poliziotto vecchio abbastanza per informarsi prima di giungere a conclusioni che potevano essere avventate. Mi fissò con aria interrogativa. «Guardate nella tasca sinistra del mio impermeabile,» dissi. Mi infilò la mano in tasca e prese il portafogli. In uno scomparto c’erano il distintivo, la licenza di esercizio ed il porto d’armi. Controllò i documenti con la massima cura, osservando prima la fotografia e poi il mio viso. «Agente privato Mike Hammer.»"
Mickey Spillane - Il Colpo Gobbo

Mickey Spillane