8 marzo 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Auguri alle care amiche dei Mutzhi Mambo! Sarebbe stato carino omaggiare una bella signora del Pulp ma, visto che carini non siamo e non ci piacciono le cose fatte per forza, oggi si festeggia il mitico GIANNI ZULLO e i suoi Brutos! Van bene gli Squallor, van bene gli Skiantos, va bene pure Elio & Le Storie Tese, ma i Brutos c'erano prima di tutti! Certo la loro era una comicità ingenua, "bonacciona", quasi infantile, fatta di smorfie e ceffoni (che regolarmente finivano sulla faccia del nostro Zullo!), al riparo dagli strali della severissima censura democristiana di allora. Ma le loro arie da imbecilli e le loro performance vocali strampalate ci strappano ancora oggi un sorriso e hanno fatto da apripista per tutto il rock demenziale a venire. E di rock'n'roll sopraffino si trattava, perché i Brutos, al netto delle stramberie, erano veramente bravissimi, un coro della Madonna, degni dei migliori gruppi doo-woop neri dell'epoca. Ervigio Zullo (cosi all'anagrafe) naque a Matera, l'8 marzo del 1920. Si trasferì con la famiglia a Torino, dove nel secondo dopoguerra iniziò ad esibirsi come comico negli spettacoli di rivista: in particolare, lavorò per alcune stagioni con le sorelle Nava, insieme alla compagnia "Bataclan". Venne quindi notato dall'impresario Aldo Zanfrognini che, ricercando nuovi talenti, ebbe l'idea di unirlo ad altri comici che già lavoravano con lui a Torino, e di scritturare poi i cinque per la rivista "Il teatro dei pazzi", che andava in scena al teatro "Alcione" di corso Regina Margherita nel 1958. Solo Ettore Bruno, detto "Gerry" (per la sua somiglianza con Jerry Lewis), e Giacomo Guerrini, detto "Jack", si conoscevano perché vicini di casa, e formavano una coppia sullo stile di quella formata oltre oceano da Jerry Lewis e Dean Martin. Zanfrognini aveva già fatto un provino a Zullo, Elio Piatti ed Aldo Maccione, ed ebbe l'idea di unire i cinque (che esordirono nel 1957 al Teatro "Maf" di Torino allora patria dell'avanspettacolo): le prime sere al Teatro "Alcione" i cinque, ancora senza nome, vestiti con enormi pigiama a strisce bianconere, avevano nel carniere poche battute, ma un giorno (su sollecitazione del loro impresario) ebbero l'idea di far cantare una canzone romantica a Jack Guerrini, il "bello" della compagnia, mentre gli altri quattro, i "brutti", facevano smorfie orribili e cori, storpiando il testo originale della canzone. Il nome del complesso venne involontariamente inventato dalla donna delle pulizie del teatro che, presentandosi alle dieci del mattino per adempiere ai suoi doveri quotidiani, incontrando i cinque stravolti dalla nottata in bianco, sbottò in un approssimato piemontese: «Ai sève tant simpatic ma ai sève anca tant brutt», che significa: "siete molto simpatici ma siete anche tanto brutti": ed è così che quella stessa sera naquero I Brutos. Gerry Bruno era quello che si occupava degli ottimi arrangiamenti vocali: tra le canzoni riproposte dal gruppo ricordiamo "Little Darling", "Blue Moon", "Summertime" e molte altre, non tutte incise su disco. Il riscontro del pubblico torinese fu immediato, e ben presto iniziarono le esibizioni fuori dal Piemonte: la prima risale al 4 agosto del 1959, al Villafiorita, nota sala da ballo di Riccione, ma il vero lancio nazionale si ebbe due settimane dopo, al La Casina delle Rose a Villa Borghese in Roma, perché dopo questo spettacolo vennero contattati dalla Rai ed iniziarono le esibizioni televisive. Risale a questo periodo la nascita di una leggenda metropolitana: una gestante di Catanzaro, vedendoli in televisione, si sarebbe spaventata al punto da dover essere trasportata d'urgenza in ospedale! In realtà la voce era nata dalla fantasia di un cronista di un giornale locale, ma il suo articolo era stato poi ripreso con risalto dalla stampa nazionale, dando ai nostri una sinistra nomea. È l'inizio di un successo che presto oltrepassa i confini nazionali, grazie soprattutto alla mimica che supera l'ostacolo della lingua: Zullo, grazie alla sua notevole mimica facciale, faceva smorfie esilaranti e si beccava schiaffoni a più riprese dall'inquietante Aldo Maccione, Gerry Bruno si dipingeva di nero tutti i denti tranne l'incisivo, dando l'impressione di avere solo quello, e gli altri componenti indossavano abiti stravaganti, si sfrangiavano i capelli alla Frankenstein o storcevano gli occhi. Tutti tranne naturalmente Jack, che diventò appunto "Il bello dei Brutos", il cantante solista (aveva pure una bella voce). Davano spesso spazio, nei loro spettacoli, a sketch spesso improvvisati, secondo i canoni della Commedia dell'Arte, in cui ogni personaggio rappresenta una maschera, un carattere peculiare, su cui si basa lo sviluppo del canovaccio. La consacrazione all'estero avvenne dapprima in Francia, dove arrivarono ad esibirsi all'Olympia di Parigi: la sera del debutto, in cui si esibirono prima di George Brassens e Lola Flores, ricevettero addirittura i complimenti di Charlie Chaplin, e nelle sere successive furono complimentati da artisti come Jacques Tati, Marlene Dietrich ed Henri Salvador; ritorneranno all'Olympia negli anni seguenti per ben sette volte. Dopo poco tempo debuttarono anche oltreoceano: firmarono infatti due contratti di sei mesi per esibizioni negli Stati Uniti accanto a Diana Dors, e vennero poi ospitati all'Ed Sullivan Show, il programma televisivo all'epoca più popolare (prima di loro l'unico italiano ad essere ospitato era stato Domenico Modugno); si esibirono poi per tre mesi a Broadway, al Latin Quarter. Seguirono poi apparizioni televisive in tutto il mondo, in Europa, America Latina e in Asia. A Città del Messico, prima di un'esibizione al locale "La Fuente", dovette addirittura intervenire la polizia per fermare gli spettatori che, non trovando più biglietti, volevano entrare ugualmente nel locale. Anche in Italia continuò il successo, e i Brutos iniziarono anche a girare alcuni film di cui uno, nel 1964, come protagonisti assoluti: lo stracult "I magnifici Brutos del West". Inoltre per tre edizioni di "Bussola on stage" vennero chiamati per supportare Peppino Di Capri. Nel 1964 vennero anche chiamati da una casa produttrice di cera per pavimenti, la Grey, per girare alcuni caroselli: fu la loro consacrazione, specialmente tra i bambini, e continuarono per molti anni a girarli (anche dopo i cambi di formazione), diventando una delle icone di Carosello. L'impostazione dei filmati era caratterizzata dall'esecuzione di una canzone, durante la quale il nostro malcapitato Gianni riceveva una serie di ceffoni. Al termine del brano, lo slogan con cui un altro Brutos si rivolgeva a Zullo era: «Gianni, nonostante tutti gli schiaffi che hai preso, hai sempre una buona cera!», a cui seguiva la risposta «Ottima direi, è cera Grey». Alla metà degli anni sessanta iniziarono i primi cambiamenti nella formazione: per motivi familiari Elio Piatti deve abbandonare il gruppo è venne sostituito da Umberto Di Dario, amico del gruppo che fino a quel momento non ha mai avuto velleità artistiche ma che si integrò subito con gli altri Brutos; anche lui in seguito abbandonò l'attività artistica, e fu sostituito da altri elementi fino a quello definitivo, Dino Cassio, che resterà in pianta stabile nella formazione. Dopo qualche tempo anche Jack Guerrini lasciò il gruppo per intraprendere la carriera di cantante solista ma con scarso successo, seguito da Aldo Maccione che decise di mettersi "in proprio" creando in Spagna un altro gruppo di cantanti-comici denominato Los Tontos, ed in seguito avrà miglior fortuna come attore di cinema in Francia; Maccione venne sostituito dapprima da Dante Cleri (che però uscì dal gruppo per formare i Ciranos), poi da Tino Cervi, a sua volta sostituito da Alvaro Alvisi: quando anche lui abbandonò i Brutos, il gruppo decise di proseguire l'attività in quattro. Guerrini invece venne sostituito come voce solista da Alfonso "Nat" Pioppi, che rimarrà in pianta stabile nel gruppo. Dopo alcune esperienze professionalmente negative in Francia, ritornato a Torino, il povero Guerrini muore alle ore 01.30 del 16 marzo 1970 in seguito ad un incidente stradale, finendo sotto un TIR fermo parcheggiato nei pressi della sua abitazione. Nel 1970 il gruppo ebbe un momento di arresto dell'attività, fondamentalmente per due motivi: il primo è che Gerry Bruno venne chiamato da Garinei e Giovannini per recitare in "Alleluia brava gente", una commedia musicale con musiche di Domenico Modugno (un'occasione professionalmente molto importante, da cui partirà la sua carriera come solista), ed il secondo la scomparsa del manager Aldo Zanfrognini, a seguito di una banale caduta. I rimanenti componenti del gruppo, con l'introduzione di alcuni altri elementi, tra cui Cesare Benini prima, Fulvio Pastore poi e, in seguito, il figlio di Gianni, Massimo Zullo, per alcune stagioni effettueranno ancora qualche spettacolo e incideranno qualche 45 giri. Da ricordare, nel 1971, la partecipazione al Festival di Napoli con la canzone"Uffà, nun me scuccià", presentata in coppia con Gloriana. Il figlio Massimo, che non si era mai rassegnato alla perdita della madre, la prima moglie di Gianni, inizierà a dar segni di un disagio profondo che in breve tempo lo porterà alla tossicodipendenza. Il padre, per averlo vicino e poterlo seguire con più attenzione, lo aveva fatto pure entrare per qualche tempo nella formazione dei Brutos: ma i suoi sforzi saranno vani perché Massimo muore dopo qualche tempo a Roma, nel 1983, per overdose. Nel 1992 Antonio Ricci, in occasione di un'edizione di Paperissima in onda su Canale 5, ricontatta i Brutos, che accettano di ricostituirsi, partecipando così a trenta puntate del programma. A seguito di ciò, ricomincia per il gruppo una nuova carriera, fatta di serate e di apparizioni televisive: nel 1997 sono chiamati da Marco Giusti come ospiti fissi della trasmissione "Carosello", dedicata al celebre programma, mentre due anni dopo il loro concittadino Piero Chiambretti li vuole per "Fenomeni", in onda su Rai 3. Nel 2000 sono inviati speciali per "Quelli che il calcio", e nel 2002 sono chiamati da Pippo Baudo per quella che è la loro ultima apparizione televisiva, nel programma "Novecento", su Rai Tre. Il 17 maggio 2005 muore, ad ottantacinque anni, il nostro Gianni, preso per l'ultima volta a schiaffi da un tumore. Sei anni dopo lo segue Dino Cassio, a Roma, all'età di settantotto anni, dopo una lunga malattia. I restanti componenti non hanno però sciolto la formazione. Mah... speriamo di non vederli mai senza il nostro Zullo!
Nota a margine: Approfittiamo qui per parlare della carriera di Aldo Maccione (nato il 27 novembre del 1935), l'unica interessante fra quelle degli ex Brutos. Uscito dal gruppo, ne fonda uno simile in Spagna, i Los Tontos che avranno grande successo. Trasferito in Francia, si trova poi ad accompagnare il noto cantante Sacha Distel che conierà per lui l'appellativo "Aldo La Classe", che diventerà un personaggio celeberrimo oltralpe. Nel 1970 debutta come protagonista in "La Canaglia" di Claude Lelouch. Interpreterà poi, in Francia e in Italia, diverse commedie demenziali e sexy (capolavori tipo "Il Colonnello Buttiglione diventa generale, "Fischia il sesso", "Spogliamoci così senza pudor...", "Maschio latino cercasi", "La poliziotta a New York"). Indimenticabile la sua interpretazione della "Creatura" nel trashissimo "Frankenstein all'Italiana" (1975), di Armando Crispino. Negli anni '80 lavora esclusivamente in Francia, in commedie inedite da noi e nel decennio successivo si riaffaccia nel nostro cinema partecipando ad alcune pellicole di Verdone e Aldo, Giovanni e Giacomo.

"Aiutooo
Ho paura, mammaaaaa!
Ma chi c'è, Dracula?
Telefonate in questura Bloccate tutte le strade
Recuperate il mio cuore Che l'ha rapito una bruna
Destinazioneeee, Luna!
Lassù volevano un cuore Per seminare l'amore
E la lunatica bruna Partì per questa missione
Destinazioneeee, Terra!
Così quaggiù non posso star
Dovrò fuggir
Dovrò volar 
E salirò sulla Luna Per ritrovare il mio cuore
Dalla lunatica bruna Potrò insegnare l'amore
Destinazioneeee, Luna!  
Così quaggiù non posso star
Dovrò fuggir
Dovrò volar 
E salirò sulla Luna Per ritrovare il mio cuore
Dalla lunatica bruna Potrò insegnare l'amore
Destinazioneeee, meno quattro, meno tre meno due...Luna!
E salirà sulla luna Per ritrovare il suo cuore
Dalla lunatica bruna Potrà insegnare l'amore
Destinazioneeee, Luna!"
I Brutos - Destinazione Luna

Gianni Zullo