28 febbraio 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Ma quanto erano belli i mostroni giapponesi di ISHIRÔ HONDA! Godzilla & Co., goffi e approssimativamente realizzati com'erano, non facevano certo paura ma avevano un fascino pazzesco, unico; l'attesa dello scontro finale si faceva spasmodica, mentre le più grandi metropoli (palesemente di cartapesta) venivano giù come birilli e areoplanini giocattolo esplodevano come petardi a Capodanno! Cosa c'era di più bello che ammirare due mostri pupazzosi mettersi in guardia come esperti di karate ritardati per affrontarsi all'ultima zampata? E cosa di più meraviglioso delle loro urla lancinanti che facevano rimbombare la saletta parrocchiale di IV visione? È un cinema che non c'è più, cari amici dei Mutzhi Mambo, anche proprio per come veniva fruito e "gustato": archeologia pura, come Pompei o le Piramidi...inutile rimpiangerlo adesso ma celebrarlo, perdio, quello si! Ishirō Honda naque a Yamagata, il 7 maggio del 1911. Le origini del nome sono curiose: essendo nato nell'anno del cinghiale, il padre fuse due nomi insieme, Ino (cinghiale) e Shiro (quartogenito), da qui Ishiro o Inoshiro come scritto in alcune biografie. Essendo bravo nel disegnare Ishiro Honda intendeva diventare un artista, e alla fine dedicò fin dall'adolescenza al cinema. Dopo aver conseguito un diploma in Belle arti, nel 1933 cominciò la sua carriera cinematografica presso gli studi del Photo Chemical Laboratory (in seguito casa di produzione Tōhō), dove lavorò alle dipendenze di Kajiro Yamamoto. Nel 1938 sposò Kimi, supervisionatrice delle sceneggiature. Arruolato per difendere il paese per tre volte, Honda fu fatto prigioniero per un anno in Cina. Fu qui che scoprì con orrore che Hiroshima e Nagasaki furono bombardate dalla bomba atomica. Sotto la guida di due illustri registi del cinema giapponese come il già citato Yakamoto e Akira Kurosawa, il giovane Ishirô accrebbe la sua esperienza fino ad essere secondo alla regia nel film "Cane randagio" nel 1949, in cui interpretò anche una piccola parte. Sempre negli stessi anni girò due documentari: "A Story of a Co-op" e "Ise Island". Finalmente, la svolta decisiva avvenne nel 1951 entrando nella Toho Ltd. Qui diresse il film di guerra "La Perla Blu". A questo ne seguirono altri, uno in particolare, "Operazione Kamikaze" (1953) fu la chiave che aprì la porta alla bestia atomica più famosa al mondo, "Godzilla" ("Gojira"). In questi anni si formò un trio formidabile tra regia-effetti speciali-produzione i cui membri erano: Ishirô Honda, Eiji Tsuburaya e Tomoyuki Tanaka. Tra il 1956 ed il 1958 i tre girarono vari film di guerra e commedie prima di passare definitivamente al genere Kajiu Eiga (film di mostri). Moltissima della sua produzione fu basata proprio sulla mutazione e contaminazione radioattiva. Debuttò nella regia con "Operazione Kamikaze" (1953), film di propaganda sull'ammiraglio Yamamoto Isoroku. Raggiunse la notorietà con il leggendario "Gojira", storia di un essere mostruoso risvegliato dal suo letargo nell'oceano Pacifico dalle sperimentazioni nucleari statunitensi, primo film di un'interminabile serie di lavori fantascientifici con mostri preistorici come protagonisti. Se Godzilla rappresenta un caso esemplare di successo dovuto a fattori imprevedibili ‒ tra cui il ricordo della bomba atomica, l'abilità nella costruzione di modellini del tecnico degli effetti speciali Tsuburaya Eiji, il fascino naif che il prodotto assunse all'estero ‒ i lavori successivi permisero a Honda di declinare il tema del mostro in tutti i modi possibili. Alcuni film, come "Jūjin yukiotoko" (1955, noto anche come Beast man snow man), vennero prodotti con capitali statunitensi e girati in versioni multiple con troupe diverse (come già accaduto per la versione americana di "Godzilla", interpolata con nuove sequenze interpretate da Raymond Burr); altri, come il molto apprezzato "Rodan, il mostro alato" (1956), grazie all'adozione del colore, spinsero sino all'eccesso la creazione spettacolare di bestie giganti. Da allora i mostri creati da Honda e Tsuburaya ‒ tra cui meduse volanti, farfalle macroscopiche, pterodattili, idre a due teste ‒ assunsero le caratteristiche di eroi popolari e fanciulleschi, destinati a scontrarsi in scenari metropolitani e apocalittici. Honda diresse, fra i molti, "Daikaijū Baran" (1958, noto anche come "Baran: monster from the East"), "Mosura" (1961), "Mothra" (1961), "Gorath" (1962) "Yosei Gorasu" (1962), "Atragon" (1963), "Watang! Nel favoloso impero dei mostri" (1964), "Ghidorah! Il mostro a tre teste" (1964), "Dogora - Il mostro della grande palude" (1964). "Matango il mostro" (1963), è un caso a parte: delirante esempio di horror metaforico, in cui i protagonisti vengono trasformati in enormi funghi, è considerato il capolavoro di Honda, grazie alle atmosfere morbose e all'ambientazione straniante. Oltre a inventare intere famiglie di mostri, Honda utilizzò anche personaggi fantastici già noti, ai quali del resto si era ampiamente ispirato: ne sono esempi titoli come "Il trionfo di King Kong" (1962), dove il gigantesco scimmione sconfigge Godzilla; il supercult "Frankenstein alla conquista della Terra" (1965; ), in cui la creatura di M. Shelley, tornata in vita, si scontra con l'orrido animale preistorico Baragon; o "Gli eredi di King Kong" (1968; ). Il regista sviluppò anche il settore della fantascienza extra-terrestre: a questo proposito vanno ricordati "I Misteriani" (1957) e soprattutto "Inferno nella Stratosfera" (1959), nel quale la stessa città di Tokyo viene letteralmente dissolta dagli alieni. Dalla seconda metà degli anni Sessanta, l'inventiva di Honda perse la vivacità surreale degli esordi e si spense tra rielaborazioni del solito genere fantastico: "L'invasione degli astromostri" (1965), "Il mostro Frankenstein" (1966), "Il ritorno di Gorgo" (1969), "La vendetta di Godzilla" (1969), "Atom, il mostro della galassia" (1970) e il malinconico "Distruggete Kong, la Terra è in pericolo!" (1975) furono le ultime, paradossali opere del regista, che nel 1975 lasciò il cinema per dedicarsi alla televisione e al ruolo di consulente tecnico per i film dell'amico Kurosawa. Negli ultimi vent'anni di vita riprese infatti la sua collaborazione con maestro del cinema del Sol Levante che nel 1980 regalò lo splendido "Kagemusha - L'ombra del guerriero", e divenne una sorta di consigliere speciale negli ultimi film del grande maestro giapponese, tutti straordinariamente sul tema del nucleare. Ishirô Honda si spense il 28 febbraio 1993 a Tokyo, per un attacco cardiaco. Beato un mondo dove i "mostri" sono quelli di cartapesta di Ishirô Honda...

"Sembra di essere tornati indietro di due milioni di anni. Questo sta accadendo sotto i miei occhi. Il mostro preistorico chiamato ormai da tutti Godzilla emerge in questo momento dalle acque. È più alto di un grattacielo di trenta piani."
Steve Martin/Raymond Burr - Godzilla

Ishiro Honda