3 febbraio 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Lutto, lutto e solo lutto oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo: il 3 febbraio del 1959 è il giorno in cui la "musica è morta"! Oggi il Vostro Almanacco è in edizione speciale: la tragedia ha accomunato ben tre eroi del rock'n'roll, e oggi li vogliamo omaggiare tutti e tre. BUDDY HOLLY, RITCHIE VALENS e BIG BOPPER sono morti in uno sciagurato incidente aereo e la musica ha dovuto prendere altre strade. Il Beechcraft Bonanza, il piccolo velivolo noleggiato da Buddy Holly, Ritchie Valens e J.P. "The Big Bopper" Richardson si schiantò, poco dopo il decollo, in un campo di grano innevato dello Iowa, nel cuore degli Stati Uniti. Le circostanze in cui morirono i tre giovanissimi pionieri del rock, già amatissimi dai teenager statunitensi - Buddy Holly aveva 22 anni, Valens 17 e Richardson 28 - furono archiviate come una delle prime grandi tragedie della musica e si parlò di condizioni climatiche avverse e dell'inesperienza del pilota, il 21enne Roger Peterson. La scelta di volare fu di Buddy Holly, che si era appena separato dal suo gruppo, i Crickets, ed era stanco dei lunghi viaggi in autobus per raggiungere le location dei concerti. Scelse così di noleggiare un aereo. Ironia della sorte: Waylon Jennings, il bassista che accompagnava Buddy Holly durante quel tour, chiamato Winter Dance Party, cedette il proprio posto a Richardson che non si sentiva bene e voleva raggiungere il più velocemente possibile un medico, mentre il chitarrista della band, Tommy Allsup, si era giocato l'ultimo posto disponibile contro Valens, lanciando una moneta. La sorte lo fece perdere. Allsup ha superato gli ottanta e nel 2005 il suo nome è stato introdotto nella Oklahoma Music Hall of Fame. A volte non tutto lo sculo vien per nuocere...Perdonerete se il profilo dei tre rocker sarà più breve del solito ma volevamo celebrarli tutti. BUDDY HOLLY, il prototipo del musicista nerd, si chiamava in realtà Charles Hardin Holley e naque a Lubbock, in Texas il 7 settembre del 1936. Iniziò a cantare durante gli anni del liceo, e verso la metà degli anni cinquanta suonava musica country and western in piccoli locali del sud-ovest degli Stati Uniti d'America. Seguendo le sue performance, la Decca Records, gli stipulò un contratto nel febbraio del 1956, sbagliando però il suo vero cognome (Holley) e storpiandolo in "Holly". Fu grazie a questo errore che, inconsapevolmente, la Decca coniò il cognome con il quale l'artista sarebbe divenuto celebre in tutto il mondo. Sempre più attratto dal rock'n'roll, Holly registrò vari brani sia come solista sia come leader dei Crickets, per i quali firmò il grande successo "That'll Be the Day" nel 1957. Holly definì la formazione standard di una rock'n'roll band (due chitarre, basso, e batteria), e fu tra i primi rocker a scrivere, produrre, ed eseguire i propri brani. I Crickets infatti erano composti dal nostro Holly alla voce e chitarra principale, Niki Sullivan alla seconda chitarra, Joe B. Mauldin al basso e Jerry Allison alla batteria. Siccome Holly aveva due contratti, uno come membro dei Crickets e uno come solista, due furono gli album di debutto dell'artista pubblicati. Il 27 novembre del 1957, uscì il primo album di Buddy Holly con i Crickets: "The Chirping Crickets" mentre il 20 febbraio 1958, fu pubblicato il primo album, omonimo, di Buddy Holly come solista. Dopoessersi sposato, si trasferì a New York, dove vide crescere le proprie ambizioni di musicista. Possedeva un appartamento nel Greenwich Village dove registrò una serie di canzoni acustiche, come "Crying, Waiting, Hoping" e "What To Do", incluse nella raccolta "Apartment Tapes", pubblicata dopo la sua morte. Holly frequentava molti locali di New York, incluso il The Village Gates, il Blue Note, il Village Vanguard, e il Johnny Johnson's e diede inoltre il via ad alcune collaborazioni con musicisti soul o rock and roll, nella speranza di poter fare un disco con Ray Charles o Mahalia Jackson. Il suo desiderio era di lavorare al cinema, apparendo in qualche film, così come altri cantanti rock'n'roll contemporanei, ad esempio Elvis Presley o Eddie Cochran ma i suoi sogni rimasero nella carcassa dell'aereo. Buddy riuscì a pubblicare solo tre album nella sua carriera ma nonostante questo, il suo essere un vero stakanovista in studio di registrazione gli permise di lasciarci decine di pezzi inediti. La Coral Records, col classico cinismo delle case discografiche, fu abile nel pubblicare nuovi album e singoli per 10 anni dopo la sua morte, grazie al missaggio della tecnica musicale, delle registrazioni in studio e di quelle fatte in casa. Addirittura le registrazioni con le prove dei brani di Holly furono oggetto di overdubbing in studio per renderli più commerciali. Il suo lavoro ha comunque ispirato e influenzato molti musicisti successivi, come i Beatles, Elvis Costello, The Rolling Stones, Bob Dylan, Bruce Springsteen e Eric Clapton, e ha esercitato una profonda influenza su tutta la musica popolare. Non il nostro cantante preferito ma comunque "rispetto" per il nostro Buddy. E non è retorica in questo caso dire che è veramente difficile immaginarsi cosa avrebbe potuto fare se fosse campato di più... RITCHIE VALENS è stato un vero pioniere del rock'n'roll latino. Richard Steven Valenzuela nacque il 13 maggio 1941 a Pacoima, un sobborgo di Los Angeles. La sua famiglia di origine messicana era poverissima; il padre si guadagnava da vivere commerciando legname, la madre lavorava in una fabbrica di munizioni in una località non distante da San Fernando, luogo in cui il piccolo Richard, insieme ai suoi genitori e al fratellastro trascorse i primi anni di vita. Crebbe circondato da musica messicana ma cominciò molto presto ad amare anche gruppi vocali, come The Crows, The Penguins e The Drifter e cantanti come Bo Diddley, Buddy Holly e Little Richard, (tanto che in seguito sarà conosciuto come il Little Richard della San Fernando Valley). Dopo la morte del padre, la madre si trasferì in una piccola casa di Filmore con suo fratello maggiore e le sue due sorelle. Ritchie aveva imparato molto presto a suonare la chitarra (la sua prima chitarra a due corde gli venne regalata quando aveva 5 anni), e a 13 anni entrò nella Pacoima Junior High; ed è proprio in quegli anni che crebbe a dismisura la sua passione per la musica: partecipava a tutte le feste organizzate dagli studenti, intrattenendoli con la sua voce, le melodie e i ritmi influenzati dalle folk-song messicane che aveva imparato dai suoi genitori. In quel periodo Richie è già considerato un divo: lui e la chitarra, sua inseparabile compagna, erano gli ospiti fissi delle assemblee studentesche e delle pause pranzo. Nel maggio del 1958 Richie entrò a far parte dei Silhouettes, l'unica band rock'n'roll di Pacoima. I Silhouettes divennero subito delle celebrità locali e a Richie si presentò l'occasione della vita: Bob Keane, il proprietario della Keen Records, aveva ascoltato una registrazione, effettuata da un talent-scout, di una esibizione dei Silhouettes e poiché era in cerca di un giovane talento per la sua nuova etichetta "Del-Fi", decise di fare un'audizione al giovane Richie. Keane giudicò buona la performance di Richie, che aveva suonato un brano strumentale di sua composizione. Dopo aver cambiato look e nome (aggiunse una "t" al suo primo nome e abbreviò il suo cognome in Valens) uscì il suo primo singolo "Come on, let's go!" che, dopo un immediato successo locale all'inizio dell'estate del 1958, raggiunse in breve tempo la vetta delle 500.000 copie vendute. Al termine del suo primo tour, Ritchie tornò in studio per registrare "Donna", una canzone che scrisse al liceo per la sua ragazza. Sul lato B del singolo incise "La Bamba", una canzone tradizionale del Messico orientale. Keane non voleva registrare il singolo perché credeva che un pezzo del genere, cantato interamente in spagnolo e con qualche riff di chitarra, non avrebbe fatto presa sul pubblico americano. "Donna" raggiunse il 2º posto in classifica e "La Bamba" si fermò al 22°, ma sarà ricordata come la più famosa canzone di Ritchie. Nel gennaio del 1959, Valens fu scelto per esibirsi al Winter Dance party con altri artisti emergenti (Buddy Holly, The Big Bopper e Dion and the Belmonts). Si trattava di un tour che avrebbe dovuto portare gli artisti ad esibirsi per tutto il centro-nord degli Stati Uniti, ogni sera in un luogo diverso. Com'è finita ormai lo sappiamo... L'esuberante BIG BOPPER, nome d'arte di Jiles Perry Richardson Jr., naque a Sabine Pass, in Texas, il 24 ottobre del 1930. Il padre lavorava nel settore oleario e Richardson crebbe insieme ai fratelli minori. La famiglia si trasferì a Beaumont (Texas) dove Bopper si diplomò all'high school nel 1947. In quel periodo giocò come difensore e con la maglia n. 85 nella squadra di football americano "Royal Purple". Successivamente studiò legge alla Lamar University frequentando il gruppo musicale e il corso della scuola. Come musicista si trovò a suonare col Johnny Lampson Combo. Lavorò part-time a Beaumont, nella stazione radio texana KTRM, per poi venire assunto a tempo pieno nel 1949. Si sposò ad aprile del 1952, ed ebbe una figlia l'anno successivo. Nel marzo del 1955, fu arruolato nell' Esercito degli Stati Uniti e trascorse i suoi due anni di servizio come istruttore di radar a Fort Bliss a El Paso, in Texas. Finito il militare, tornò alla KTRM. Uno degli sponsor della stazione volle Richardson per una nuova fascia oraria, e lui suggerì un'idea per uno spettacolo. Aveva visto gli studenti universitari fare un ballo chiamato The Bop, e lui decise di chiamarsi "The Big Bopper". Il suo nuovo programma radiofonico pomeridiano ebbe successo e divenne ben presto direttore dei programmi della stazione. Nel maggio 1957, riuscì a battere il record della diretta radiofonica più lunga: rimase in onda per un totale di cinque giorni, due ore e otto minuti, facendosi giusto una doccia durante i notiziari radio. Bopper è pure accreditato per la creazione del primo videoclip nel 1958. Iniziò la sua carriera musicale come cantautore. George Jones registrò "White Lightning" di Richardson, che divento la prima nr. 1 di Jones nel 1959. Bopper scrisse anche "Running Bear" per il suo amico Johnny Preston, ispirata alle storie di di tribù indiane che ascoltava da piccolo. Il primo singolo registrato da Bopper, "Beggar to a King", aveva un sapore country, ma non riuscì a entrare in classifica. Il suo piu grande successo "Chantilly Lace" uscì nell'estate del 1958. Nel pezzo, Richardson finge di avere una conversazione telefonica amoreggiando con la sua ragazza; quella gnoccona della Jayne Mansfield (anch'essa bella sfigata, poverina. ..) registrò un altro brano dal titolo "That Makes It" suggerendo ciò che la ragazza avrebbe potuto rispondere all'altro capo della linea. Nello stesso anno, Bopper piazzò poi una seconda hit dal titolo "The Big Bopper's Wedding". Grazie al successo di "Chantilly Lace", Richardson si licenziò dalla radio e si unì a Buddy Holly, Ritchie Valens, e Dion ei Belmonts per un tour "Winter Dance Party" a partire il 23 gennaio del 1959. Forse era meglio se rimaneva alla radio.... Stampatevi in mente questo giorno di merda. Il 3 febbraio non sara morta la musica ma una bella fetta di rock'n'roll di sicuro!

"Well, come on, let's go, let's go, little darlin'
Tell me that you'll never leave me
Come on, come on, let's go again
Go again and again
Well, now, swing me, swing me, swing me, little darlin'
Come on, let's go, little darlin'
Let's go, let's go again once more
Well, I love you, babe
And I'll never let you go
Come on, baby, so, oh, pretty baby, I love you so
Well, let's go, let's go, let's go, little sweetheart
Forever we can always be together
Come on, come on, let's go again
Oh, well, I love you, babe
And I'll never let you go
Come on, baby, so, oh, pretty baby, I love you so
Well, come on, let's go, let's go, little darlin'
Tell me that you'll never leave me
Come on, come on, let's go again
Again, again, and again
Again, again, and again
Again, again, and again"
Ritchie Valens - C'mon, Let's Go,

Buddy Holly Ritchie Valens Big Bopper