30 gennaio 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Quando sullo schermo appare GENE HACKMAN, cari amici dei Mutzhi Mambo, non ce n'è per nessuno! Pochi attori hanno dimostrato un carisma, una versatilità e una bravura pari a Gene Hackman, pochi sono risultati più credibili di lui in qualsiasi ruolo, anche se noi lo preferiamo quando fa il duro o la carogna. Ha vestito infatti, fin dagli anni sessanta, i panni del cattivo per antonomasia, dando vita a personaggi corrotti, spietati, amorali, connotandoli con cinico sarcasmo: lo sguardo forte, incisivo ma al tempo stesso ironico ha esaltato la sua capacità di impersonare uomini burberi, spicci e dal convincente realismo. Anche se il film che interpreta non è granché (e ce ne sono...), state sicuri che Hackman la sua porca figura la farà sempre, risulterà sempre e comunque il più bravo, una spanna sopra a tutti! Con la sua faccia vissuta ha segnato la storia del cinema! Eugene Allen Hackman è nato a San Bernardino, il 30 gennaio del 1930. La sua famiglia si sposta da un posto all'altro fino a giungere a Danville nell'Illinois, dove vive nella casa della nonna materna. I suoi genitori divorziano quando Gene ha 13 anni. A 16 anni entra nei Marines, dove si presta come radio-operatore per tre anni; si trasfesce quindi a New York, occupandosi in diversi lavoretti, prima di frequentare l'Università dell'Illinois. All'età di 26 anni, Gene Hackman decide di diventare attore, quindi raggiunge la Pasadena Playhouse in California. Il suo esordio sul grande schermo arriva agli inizi degli anni sessanta in alcuni musical, come "Ride with Terror" del 1962, i quali gli aprono la strada nel cinema. Lo stesso anno muore sua madre perché si addormenta con la sigaretta accesa e il letto su cui fumava prende fuoco. Il suo primo ruolo accreditato è nel 1964 in "Lilith - La dea dell'amore", di Robert Rossen, con Warren Beatty nel ruolo di protagonista, mentre due anni dopo prende parte in "Hawaii", di George Roy Hill, con Julie Andrews e Max Von Sydow. Per un altro film, sempre da co-protagonista, il bel "Gangster Story" di Arthur Penn, (1967), Hackman ottiene la sua prima nomination agli Oscar e ai Golden Globe come attore non protagonista. Lo stesso anno lo si vede nel guerrafondaio "Non c'è posto per i vigliacchi", di Christian Nyby, e nell'interessante western a sfondo processuale "L'uomo che uccise il suo carnefice", di Lamont Johnson. Nei due anni successivi, fino al 1969, seguono altre interpretazioni soprattutto da co-protagonista, come l'ottimo caper movie "I sei della grande rapina" (1968), di Gordon Flemyng, basato sul romanzo del 1966 "Parker, il rischio è la mia droga", del grande Donald E. Westlake; il prison movie "La rivolta" (1969), di Buzz Kulik, insieme a Burt Lancaster; e il futuribile "Abbandonati nello spazio", di John Sturges, con protagonista Gregory Peck. Nel 1970 viene ancora candidato agli Oscar, sempre come attore non protagonista, per il dramma familiare "Anello di sangue", di Gilbert Cates. L'anno successivo è fra gli interpreti del violentissimo western "Il giorno dei lunghi fucili", di Don Medford e ottiene la fama internazionale con la sua interpretazione del investigatore dai modi spicci Popeye Doyle nel capolavoro di William Friedkin "Il braccio violento della legge" dove recita insieme a Roy Scheider; grazie al film ottiene l'Oscar come miglior attore protagonista. Seguirono, tra gli altri, "Per 100 chili di droga" (1972), di Bill L. Norton, con Kris Kristofferson; il thriller "Arma da taglio" (1972), di Michael Ritchie, interpretato in coppia con Lee Marvin; il drammaticissimo "Lo spaventapasseri" (1973), diretto da Jerry Schatzberg, con Al Pacino; e, col ruolo di protagonista, l'angosciante film di spionaggio "La conversazione" (1974) di Francis Ford Coppola, dove regala un'altra delle interpretazioni più ricordate del suo repertorio, quella dell'investigatore Harry Caul. Il 1974 è anche l'anno in cui si cimenta in uno dei suoi ruoli più comici con un cameo in "Frankenstein Junior" per la regia di Mel Brooks. Hackman, irriconoscibile, interpreta l'eremita cieco Abelardo che incontra la creatura interpretata da Peter Boyle. La scena è memorabile con la gag della minestra bollente versata sul povero mostro. L'anno successivo è nella commedia ambientata durante il proibizionismo "In tre sul Lucky Lady", di Stanley Donen; nel cupo poliziesco "Bersaglio di notte", di Arthur Penn; e riprende il ruolo di Popeye Doyle nell'ottimo sequel "Il braccio violento della legge 2", di John Frankenheimer. Verso la fine degli anni settanta interpreta il thriller "Il principio del domino: la vita in gioco" (1977), di Stanley Kramer; compare in un cameo nel cult bellico "Quell'ultimo ponte" (1977), mentre l'anno successivo viene scelto per interpretare il villain Lex Luthor in "Superman", di Richard Donner, dove recitano anche Christopher Reeve e Marlon Brando. Riprende il ruolo nel seguito "Superman II" nel 1980. Numerosi sono i progetti a cui Hackman prefesce rinunciare: rifiuta la parte di Randle McMunrphy in "Qualcuno volò sul nido del cuculo" andata poi a Jack Nicholson, quella di Ron Neary in "Incontri ravvicinati del terzo tipo" (1977) affidata a Richard Dreyfuss, quella dello sceriffo Teasle in "Rambo" (1982) assegnata poi a Brian Dennehy. Nel 1983 partecipa al bel film di denuncia sulla dittatura somozista "Sotto tiro", di Roger Spottiswoode, con Nick Nolte e Ed Harris e al revisionista "Fratelli nella notte", di Ted Kotcheff, su un gruppo di militari che va a liberare i prigionieri americani in Vietnam. Dopo alcuni flop commerciali come lo spionistico "Target - Scuola omicidi" (1985), di Arthur Penn, e il dramma politico "Power - Potere" (1986), di Sidney Lumet, ottiene grande successo con il buon thriller "Senza via di scampo" (1987), di Roger Donaldson, co-interpretato insieme a Kevin Costner: nello stesso anno torna a interpretare Lex Luthor in "Superman IV", e accetta di prendere parte al film psicologico "Un'altra donna" di Woody Allen (una palla mostruosa...). Nel 1989 dà un'altra delle migliori interpretazioni della sua carriera in "Mississippi Burning - Le radici dell'odio", di Alan Parker, dove interpreta il ruvido agente federale Rupert Anderson, accanto al bravissimo Willem Dafoe. Il film diviene uno strepitoso successo, e Hackman vince l'Orso d'argento a Berlino come miglior attore, oltre ad ottenere la quarta nomination agli Oscar. Dello stesso anno il thriller "Uccidete la colomba bianca" di Andrew Davis, interpretato da Joanna Cassidy e Tommy Lee Jones. Nel 1990 Hackman viene sottoposto ad un intervento al cuore. Questo problema di salute lo tiene per un po' fuori dal grande schermo, tuttavia trova tempo per un ruolo nel thriller "Rischio totale", di Peter Hyams, remake del classico di Richard Fleischer "Le jene di Chicago", mentre l'anno dopo rifiuta di dirigere e interpretare "Il silenzio degli innocenti". Nel 1992 è il violento sceriffo Bill Daggett nel capolavoro western "Gli spietati", film diretto dall'amico Clint Eastwood e interpretato insieme a un altro grande amico, Morgan Freeman. Con questo ruolo guadagna un secondo Premio Oscar come attore non protagonista, oltre a ricevere numerosi altri premi internazionali. Lavora poi con Tom Cruise ne "Il socio", di Sydney Pollack (1993), e nei western classicisti "Geronimo", di Walter Hill (1993) e "Wyatt Earp", di Lawrence Kasdan (1994), e in quello visionario "Pronti a morire" (1995) di Sam Raimi, con Sharon Stone e Leonardo Di Caprio. Lo stesso anno interpreta il comandante di un sommergibile nucleare nel serratissimo "Allarme rosso", con Denzel Washington, per la regia di Tony Scott, e il produttore di B-movie Harry Zimm nella commedia pulp "Get Shorty", di Barry Sonnenfeld, tratta da un romanzo di Elmore Leonard. Nel 1996 partecipa a "Piume di struzzo", diretto da Mike Nichols, inutile remake del celebre "Il vizietto" (1978) di Edouard Molinaro, col nostro Ugo Tognazzi; al thriller ospedaliero "Extreme Measures - Soluzioni estreme", tratto da un romanzo di Michael Palmer e diretto da Michael Apted; ed al legal "L'ultimo appello", di James Foley, con Chris O'Donnell e Faye Dunaway. Nel 1997 lavora di nuovo al fianco di Clint Eastwood nel bel giallo "Potere assoluto", dove interpreta un cinico presidente degli Stati Uniti d'America. È protagonista, insieme a (aaarggh) Will Smith dell'avvincente "Nemico pubblico", film del 1998 sempre di Tony Scott, dove, per certi versi, riprende il suo personaggio de "La conversazione". Sul finire degli anni novanta prende parte anche al noir "Twilight" (1998) insieme a Paul Newman, e "Under Suspicion" (2000) di Robert Benton, al fianco di Morgan Freeman. Nel 2001 è nel cast del bel caper movie "Il colpo", di David Mamet, e nella stralunata commedia "I Tenenbaum", di Wes Anderson. Recita insieme a John Cusack, Rachel Weisz e Dustin Hoffman in "La giuria", dove interpreta il subdolo manovratore di giurie Rankin Fitch. Nel 2003 gli viene assegnato un Golden Globe alla carriera in merito agli oltre 40 anni di contributo all'industria cinematografica. L'anno seguente affianca Ray Romano nella commedia "Due candidati per una poltrona", che rimane il suo ultimo film. Purtroppo il grande Gene nel 2008 ha annunciato la sua volontà di abbandonare la carriera di attore. Sperando che ci ripensi, almeno per un ultimo grande colpo, gli auguriamo di cuore un meraviglioso compleanno. Tanti auguri Hackman!

"Ti avverto, Bob, che se ti rivedo sparo per primo e poi invoco la legittima difesa."
Little Bill Daggett/Gene Hackman - Gli Spietati

Gene Hackman