15 gennaio 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Se mai è esistito il prototipo della figura di musicista innovativo, seminale e fondamentale che non ha ricevuto in vita i giusti riconoscimenti, questi è proprio il nostro CAPTAIN BEEFHEART, il bizzarro bluesman californiano autore di alcuni degli album piu importanti a cavallo tra gli anni '60 e '70. Molti lo conoscono come "amico" di Frank Zappa, ma pochi lo hanno veramente seguito (anche perché alcune delle sue produzioni sono sì importanti ma francamente inascoltabili..). Dispotico coi suoi musicisti, eccentrico fino a diventare odioso, ha usato il blues del Delta, quello più ruvido e primitivo, come fondamenta e impalcatura del suo edificio artistico ma ha attinto a fonti tanto diverse come il folklore delle fiabe, la pittura astratta di Jackson Pollock, l'associazione libera del surrealismo, le sinfonie di Charles Ives, le filastrocche dell'infanzia, Van Gogh, il free-jazz, la musica dei commercial; ma al tempo stesso ha compiuto una prodigiosa operazione di abuso fisico e psicologico su quelle fonti, ottenendo l'equivalente musicale di uno stupro, una spaventosa deformazione visiva, una sorta di esagerazione demenziale dei dogmi artistici di surrealismo, dadaismo e cubismo. Se il resto della musica rock metteva il cuore nella musica, lui ci metteva la mente, e non quella razionale, bensì la mente istintiva e primordiale, la mente dilaniata dalle frustrazioni e dalle contraddizioni della società moderna, la mente del subconscio collettivo che si esprimeva per spasimi, ringhi, ruggiti e ululati, come un animale in gabbia. Inutile dire quanto gli debba uno come Tom Waits... Don Glen Vliet (cosi all'anagrafe) naque a Glendale, in pieno deserto del Mojave in California, il 15 gennaio del 1941. Sin dalla tenera età, Don dimostrò una prodigiosa bravura nel dipingere e nello scolpire, nonostante nella sua famiglia nessuno avesse interesse nell'arte. Il giovane venne notato da Augustinio Rodriguez, che lo invitò a scolpire con lui in uno show televisivo settimanale. La famiglia di Van Vliet non era però attratta dalla carriera artistica del figlio, ed il ragazzo fu costretto a rifiutare delle borse di studio di diverse scuole. Parallelamente all'interesse verso la pittura, si sviluppò nel giovane Van Vliet anche una forte passione musicale, che lo portò ad ascoltare ossessivamente il blues di Robert Johnson e Howlin' Wolf, e musicisti jazz come John Coltrane, Thelonious Monk e Cecil Taylor. Durante questo periodo Van Vliet socializzò con membri di vari gruppi musicali locali come i "The Omens" e i "The Blackouts"; in questi ultimi, militava come batterista il giovane Frank Zappa. Ben presto, mentre studiavano entrambi alla "Antelope Valley High School" di Lancaster, Van Vliet e Zappa divennero amici. Van Vliet, in questo periodo della sua vita, era un teppistello che passava gran parte del suo tempo nella sua camera insieme a Zappa, ascoltando dischi e urlando a sua madre: «Sue! Get me a Pepsi!» ("Sue! Prendimi una Pepsi!"). Zappa e Van Vliet cominciarono a collaborare su parodie di canzoni pop ed a scrivere la sceneggiatura per un film (poi mai diretto) intitolato "Captain Beefheart vs. the Grunt People" (che fu la prima apparizione del suo nome d'arte). Van Vliet evitata le domande sull'origine del suo soprannome, tuttavia svariate fonti, tra le quali anche Zappa nella sua stessa autobiografia, accreditano la versione che il misterioso appellativo "Captain Beefheart" ("Capitan Cuordibue"), traesse le sue origini dal nomignolo con cui uno zio esibizionista di Van Vliet, tale "zio Alan", pare amasse presentare, lasciando la porta del bagno aperta mentre urinava, i suoi organi genitali ad una delle prime fidanzatine di Don: «Ahh! What a beauty! It looks just like a big, fine beef heart!» ("Ahh! Che bellezza! Sembra proprio un gran bel cuore di manzo!"). Dopo aver lasciato la scuola, Van Vliet si dedicò sporadicamente alla vendita di aspirapolveri. Trasferitosi a Cucamonga, in California, re-incontrò il suo amico Zappa e questi lo convinse ad entrare seriamente nel mondo della musica. Quindi Don perfezionò la sua tecnica come armonicista e sviluppò uno stile di canto bello ruvido, chiaramente ispirato al blues di Howlin' Wolf. All'inizio del 1965 venne contattato da Alex "Snouffer" St. Clair, un chitarrista del posto. Insieme assemblarono la prima Magic Band, che comprendeva anche: Doug Moon (chitarra), Jerry Handley (basso) e Vic Mortensen (batteria, presto rimpiazzato da Paul Blakely). La Magic Band, come i Mothers Of Invention di Zappa e, sull'altra costa, i Fugs, era uno dei primi complessi non commerciali, del tutto indifferente ai generi di moda e alle classifiche di vendita. La Magic Band si spingeva oltre quella dichiarazione di indifferenza suonando blues (che gia` non era in sintonia con Beatles e Beach Boys) e per di piu` suonandolo in maniera eccentrica, da far rivoltare nella tomba Robert Johnson. Di tutti i complessi che fondarono il rock alternativo, la Magic Band era quella veramente agli antipodi della musica di regime (surf, Merseybeat, teen idols). Captain Beefheart & the Magic Band firmarono con la A&M Records e, nel 1966, pubblicarono due singoli, una versione di "Diddy Wah Diddy" di Bo Diddley e "Moonchild" (scritta da David Gates). Il gruppo, intanto, cominciò a suonare in alcuni locali underground, come l'Avalon Ballroom di San Francisco. A Jerry Moss (la M della A&M Records), però, il loro stile non piaceva proprio e sbatté il gruppo fuori dall'etichetta. Ma alla fine del 1966 riuscirono ad avere un contratto con la Buddah Records e John French divenne il nuovo batterista. French rimase nel gruppo fino al 1971, e tornò altre due volte (tra il 1975 ed il 1977 e dopo il 1980; fu lui a decidere il ritorno della Magic Band nel 2003). Era uno dei pochissimi ad avere la pazienza necessaria per mettere in pratica gli ideali musicali (spesso espressi fischiando o "maltrattando" il pianoforte) di Van Vliet. Negli anni di assenza di French, questo ruolo venne preso da Bill Harkleroad. Il materiale per "Safe as Milk", disco di debutto per la band, era quasi pronto, ma mancava ancora qualcosa, così venne chiamato il ventenne Ry Cooder. Cominciarono a registrare, con Richard Perry alla produzione. Cooder, pur avendo arrangiato la maggior parte dei brani, non rimase nel gruppo dopo la registrazione del disco, che venne finalmente pubblicato nel settembre del 1967 su etichetta Kama Sutra Records, una sottodivisione della Buddah Records. Molti dei testi dei brani presenti in :Safe as Milk" furono scritti da Van Vliet in collaborazione con lo scrittore Herb Bermann: la canzone "Electricity" è proprio la messa in musica di una poesia scritta da Bermann. Sebbene il materiale contenuto in questo disco fosse ancora prevalentemente legato ad un robusto blues–rock, ci sono già i presagi di ciò che verrà. Tra quelli che notarono ed apprezzarono l'album di debutto di Beefheart e soci ci furono i Beatles. Sia John Lennon che Paul McCartney erano grandi ammiratori di Beefheart e lo avrebbero anche voluto reclutare per la loro etichetta sperimentale Zapple, una sottodivisione della Apple (ma il progetto naufragò quando il management del gruppo venne preso sotto la direzione di Allen Klein). A dispetto dell'apprezzamento dimostratogli, Van Vliet fu spesso critico verso il quartetto di Liverpool e li satirizzò nel suo brano "Beatle Bones 'n' Smokin' Stones" presente sull'album "Strictly Personal", che contiene il sardonico ritornello: «strawberry fields, Strawberry Fields Forever»... Nell'agosto del '67 venne reclutato il chitarrista Jeff Cotton al posto di Cooder e la formazione composta da Snouffer/Cotton/Handley/French cominciò l'incisione del secondo album attorno a novembre. Il risultato doveva essere un doppio album chiamato "It Comes to You in a Plain Brown Wrapper", con un disco registrato dal vivo ed uno di materiale in studio. Quello che, invece, venne pubblicato (ottobre 1968) fu "Strictly Personal", un disco molto differente dal progetto iniziale di Beefheart. Una considerevole mole di materiale era stata già incisa durante il periodo ottobre–novembre 1967 con Bob Krasnow nelle vesti di produttore. La dirigenza della Buddah, però, si dichiarò insoddisfatta del materiale preparato e pose il veto sulla pubblicazione. Il disco che venne poi pubblicato dall'etichetta di proprietà dello stesso Krasnow, soffre un po' di queste travagliate vicende. L'album contiene versioni ri-registrate dei brani delle sessioni del 1967, con l'aggiunta di strambi effetti psichedelici alla moda (per l'epoca), aggiunti da Krasnow: Captain Beefheart professò sempre di detestare questi effetti, affermando che furono aggiunti senza il suo consenso, sebbene all'epoca non si oppose alla manomissione del suo lavoro da parte di Krasnow, per paura di non trovare più nessuno che pubblicasse le sue opere. Le registrazioni originali di una delle canzoni di "Strictly Personal", senza le sovraincisioni "psichedeliche", e di altri due brani dal vivo, vennero pubblicate dalla Buddah Records in un disco intitolato "Mirror Man" nel 1971. Alex St. Clair lasciò la Magic band nel giugno 1968 e venne rimpiazzato dal giovane Bill Harkleroad; il bassista Jerry Handley uscì anche lui dalla band poche settimane dopo, e Gary Marker lo sostituì temporaneamente fino all'arrivo di Mark Boston in qualità di bassista in pianta stabile del gruppo. Unanimemente considerato dalla critica il capolavoro assoluto di Van Vliet, "Trout Mask Replica" venne pubblicato come doppio vinile da 28 tracce nel giugno 1969 per la neonata etichetta di Frank Zappa, la Straight Records. La copertina, bizzarra tanto quanto il contenuto del disco, mostrava Beefheart enigmaticamente con in testa un cappello da quacchero, e con il viso oscurato dalla testa di un pesce. Il pesce in questione è una carpa, e quindi una "replica" di una trota (in italiano il titolo dell'album è infatti traducibile più o meno come: "La replica della maschera da trota"). Van Vliet voleva che la band si "immergesse" totalmente nelle sessioni di registrazione di Trout Mask Replica, voleva che i suoi musicisti "vivessero e respirassero l'essenza stessa dell'album". Quindi il gruppo si mise al lavoro sulle complesse composizioni di Van Vliet vivendo tutti insieme per otto mesi in una piccola casa in affitto a Woodland Hills, un sobborgo periferico di Los Angeles. Con sole due camere da letto, la band era costretta a dormire ammassata in una di queste, mentre Van Vliet, da vero tiranno, occupava comodamente quell'altra in qualità di leader. Le registrazioni avvenivano giorno e notte, a seconda del momento e dell'ispirazione, in una delle stanze della casa. Van Vliet pretese un dominio psicologico e artistico assoluto sui suoi musicisti, praticando loro una sorta di lavaggio del cervello. "Trout Mask Replica" fu un punto di rottura per la band e per la musica rock tutta. Alla sua uscita la critica lo acclamò come capolavoro assoluto e, nonostante il solito insuccesso commerciale, è oggi considerato come uno degli album più importanti del XX secolo. I 28 brani di cui è composto sono delle mini-piece molto diverse fra loro, con sonorità che spaziano dal blues rurale all'ultimo Coltrane, eppure tutte descrivono allo stesso modo la stessa scena di devastazione. Si tratta di un disco folle e lucidissimo allo stesso tempo, conteso tra surrealismo, improvvisazione e avanguardia, tutto su un tappeto tipicamente blues rock. A suggellare il periodo di buona dei rapporti tra Captain Beefheart e Frank Zappa (da sempre soggetti a sbalzi molto discontinui), nell'estate '69 Beefheart prese parte alle sessioni di registrazione di "Hot Rats", l'ultima fatica discografica di Zappa e il suo primo album post scioglimento dei Mothers of Invention, prestando la voce in una memorabile interpretazione vocale per il brano "Willie the Pimp". "Lick My Decals Off, Baby" (1970) continuò con una vena altrettanto sperimentale, grazie anche all'apporto di Art Tripp III, proveniente dai The Mothers of Invention, che si aggiunse al gruppo. Quest'album fu il primo a nome Captain Beefheart & The Magic Band anziché Captain Beefheart & His Magic Band (probabilmente una sorta di "concessione" da parte del Capitano). Il disco si rivelò essere il più grande successo commerciale dell'intera carriera di Van Vliet nel Regno Unito, restando in classifica per venti settimane e raggiungendo la posizione numero 20 come massimo risultato. Per promuovere l'album venne anche girato un rudimentale videoclip musicale della title track, e venne anche mandato in onda un bizzarro spot pubblicitario che includeva estratti del brano "Woe-Is-uh-Me-Bop", riprese dei membri della Magic Band con indosso dei sacchi neri in testa mentre utilizzavano degli utensili da cucina come strumenti musicali, e Beefheart che dava un calcio ad una ciotola piena di porridge rovesciandola in mezzo alla strada. Il video venne trasmesso molto raramente ma fu incluso nella raccolta del Museum of Modern Art, dove è stato poi impiegato per diverse manifestazioni riguardanti la musica. I lavori successivi furono "The Spotlight Kid" (accreditato semplicemente a "Captain Beefheart") e "Clear Spot" (accreditato a "Captain Beefheart And The Magic Band"), entrambi pubblicati nel 1972. Si tratta di dischi più convenzionali e, secondo molti, meno ispirati, ma contengono molti bellissimi pezzi e un'atmosfera di recupero e ripensamento del blues ancestrale, senza ansie di sperimentazione a tutti i costi, che li rende comunque imperdibili: se li avesse pubblicati qualsiasi altro autore si sarebbe gridato al miracolo (e, a dire la verità - verità, sono fra i nostri preferiti...). Le sonorità "più accessibili" degli album in questione, furono in parte un tentativo di Van Vliet di rendere la band maggiormente appetibile dal punto di vista commerciale dato che il gruppo negli ultimi due anni non aveva guadagnato quasi nulla. I membri della Magic Band dissero anche che i ritmi più blandi della musica contenuta negli ultimi album erano una conseguenza dell'incapacità da parte di Beefheart di abbinare i suoi testi attuali con gli accompagnamenti musicali più frenetici dei dischi precedenti. Cosa che veniva accentuata dal fatto che Van Vliet non registrava praticamente mai insieme al resto del gruppo. Nel 1974, immediatamente dopo la pubblicazione di "Unconditionally Guaranteed" (un album che accentuò il trend di un sound più facile e commerciale), la Magic Band, che in quel momento consisteva di John French, Art Tripp III, Bill Harkleroad e Mark Boston, decise che non era più possibile lavorare con Van Vliet, leader troppo duro e severo. Questi quattro musicisti formarono i Mallard. Captain Beefheart formò velocemente una nuova Magic Band, con un sound sempre meno originale e sempre più commerciale (tanto che alcuni fan la chiamarono "Tragic Band"). "Unconditionally Guaranteed" ed il suo successore, "Bluejeans & Moonbeams" (1974), avevano infatti un'atmosfera quasi soft-rock e la critica li stroncò. Lo stesso Beefheart disconoscerà entrambi i dischi definendoli "orribili e volgari", chiedendo inoltre che non venissero considerati come parte del suo lascito musicale e consigliando a chi li avesse acquistati di riportarli ai negozi e di chiedere i soldi indietro! L'amicizia tra Frank Zappa e Van Vliet negli anni era talvolta indistinguibile dalla rivalità (Zappa definì Beefheart, appena un anno prima della loro collaborazione per Bongo Fury, una "testa di cazzo"). La loro ennesima collaborazione fu proprio il disco del 1975 "Bongo Fury", accreditato ad entrambi. Van Vliet aveva già suonato in incognito celandosi sotto lo pseudonimo "Rollin' Red" sull'album di "Zappa One Size Fits All" (1975) e poi si era unito a lui anche per il tour di supporto a "Bongo Fury". Oltre che cantare diversi pezzi, Beefheart è l'autore di due brani sull'album, ci suona l'armonica a bocca e il sassofono soprano. All'inizio del 1976, Frank Zappa decise di produrre un secondo album di Captain Beefheart che aveva il titolo provvisorio di "Bat Chain Puller". Furono registrati molti demo quasi completi dei brani che avrebbero composto l'album, ma nel maggio '76 la lunga partnership tra Zappa e il suo socio/manager Herb Cohen ebbe bruscamente fine. Come risultato il progetto "Bat Chain Puller" rimase congelato a causa di dispute legali circa i diritti di copyright e di distribuzione, e Zappa si tenne i nastri di quanto inciso finora rifiutandosi di consegnarli a Beefheart o Cohen. Nel 1978 venne formata l'ennesima "Magic Band", composta da Richard Redus, Jeff Moris Tepper, Bruce Fowler, Eric Drew Feldman e Robert Williams. Van Vliet scelse di privilegiare musicisti allo stesso tempo molto giovani ed estremamente preparati. Alcuni di loro erano fan di Captain Beefheart già da diversi anni. Van Vliet e la sua nuova band dovettero quindi ri-registrare da capo i brani dell'abortito album prodotto da Zappa, e il disco uscì soltanto nel 1978 su etichetta Warner Bros. Records con il titolo "Shiny Beast", prodotto da Van Vliet in collaborazione con Pete Johnson. L'album venne considerato come un ritorno alle origini, ritrovando lo stile eccentrico ed innovativo dei primi dischi. Fu una liberazione per Van Vliet, che tornò finalmente a vedere buone recensioni per un suo disco. "Doc at the Radar Station" (1980) fu un'altra conferma della rinascita creativa di Beefheart. Pubblicato dalla Virgin Records in epoca post-punk, l'album viene generalmente considerato il migliore della fase finale della carriera di Van Vliet, e da alcuni addirittura la sua opera più riuscita fin dai tempi di "Trout Mask Replica". L'ultimo disco di Captain Beefheart fu "Ice Cream for Crow" (1982), registrato con Gary Lucas (che era diventato nel frattempo anche il manager di Van Vliet), Jeff Moris Tepper, Richard Snyder e Cliff Martinez. Anche in questo caso il disco venne acclamato dalla critica, ma visto l'insuccesso commerciale, Van Vliet decise di ritirarsi per sempre dal mondo della musica, che l'aveva ormai disgustato, per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Tutti i successivi tentativi da parte di Lucas di convincerlo a registrare un altro album furono vani. Per ironia della sorte, il Capitano appendeva al chiodo la sua armonica, proprio mentre il mondo musicale finalmente si stava accorgendo di lui. Ma lui ormai pensava solo ai pennelli. La sua pittura è stata descritta come modernista, primitiva, astratta, espressionista, e vicina al movimento artistico CO.BR.A. di Asger Jorn. Altri critici hanno paragonato i suoi quadri a quelli di Jackson Pollock, Franz Kline, Antonin Artaud, Francis Bacon, Vincent van Gogh e Mark Rothko. Negli ultimi tempi solo pochissimi dei suoi dipinti venivano mostrati in giro, perché Van Vliet distruggeva immediatamente qualsiasi opera di cui non fosse completamente soddisfatto. Da tempo soffriva di sclerosi multipla, malattia che divenne aggressiva negli ultimi anni della sua vita, passati da eremita nel sud della California. Alcuni degli ex-musicisti hanno riformato la Magic Band per dei concerti tenutisi tra il 2003 ed il 2006, i cui ricavati sono andati a favore della ricerca sulla malattia di cui l'artista era affetto. Van Vliet è morto la mattina del 17 dicembre 2010 all'età di 69 anni, portandosi dietro un bel pezzo di fantasia e attitudine dal mondo del rock. Pezzo che difficilmente verrà mai restaurato...

"Distant cousins, there's a limited supply. 
And we're down to the dozens, and this is why: 
Big Eyed Beans from Venus! Oh my, oh my. 
Boys and girls, 
Earth people around the circle,
Mixtures of man alive.
Big eyed beans from Venus,
Don't let anything get in between us. 
Beam in on me baby,
and we'll beam together
I know we always been together, 
but there's more. 
Mister Zoot Horn Rollo, hit that long lunar note,
and let it float. 
Men let your wallets flop out, 
and women open your purses,
Cause a man or a woman without a big eyed bean from Venus
Is suffering with the worstest of curses
Yeah, you're suffering, with the worstest of curses. 
Put 'em out in the sun, and when the night come
You don't have to go out and get 'em
They'll glow with you
They'll go with you
They'll show with you
Ain't no losers
Cause they're on the right track
Cause they're on the right track
You can be on the right track, woman,
Of course, of course 
Ain't no SNAFU, no fol-de-rol 
Check these out, Big eyed beans from Venus
Oh, let a few out, let 'em pass in between us 
Distant cousins, there's a limited supply.
And we're down to the dozens, and this is why... 
Don't let anything get in between us!
Big eyed beans from Venus
Big eyed beans from Venus."
Captain Beefheart And The Magic Band - Big eyed beans from Venus

Captain Beefheart