13 gennaio 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
La bellezza è effimera e cambia a seconda dei gusti, cari amici dei Mutzhi Mambo, ma il vero fascino rimane per sempre! Ce lo dimostra la meravigliosa KAY FRANCIS, una delle prime vere star del cinema, una delle più affascinanti attrici di sempre! Negli anni venti fu il prototipo della ragazza della Jazz Age: spregiudicata, indipendente, capelli alla maschietta, sigaretta sempre accesa e molto, molto alcol. Avventuriera esotica, trapezista, squillo d'alto bordo, aristocratica ninfomane, miliardaria solitaria, attrice più o meno di successo, ma anche pediatra, ostetrica, editore, disegnatrice di moda, rivoluzionaria bolscevica, assistente sociale, tanti sono stati i ruoli che ha interpretato, sempre però con uno charme e un carisma ineguagliabile. Nata con il nome di Katharine Edwina Gibbs ad Oklahoma City, il 13 gennaio del 1903, era figlia di un'attrice di modesto successo e fu abbandonata dal padre in tenera età. Nonostante la contrarietà di sua madre, la giovane Kay entrò nel circuito dei teatri locali, nei quali anche sua madre aveva recitato in precedenza. Si sposò appena diciasettenne, senza neanche finire la scuola. Fece un primo viaggio a Parigi nel '25 per divorziare dal primo marito Dwight Francis, il cui nome continuò a portare per volere dell'ex suocera che le rimarrà sempre affezionata. In quell'occasione frequentò l'alta società internazionale e affinò la sua innata eleganza. Tornata a New York, decise di fare l'attrice, senza trascurare la collaborazione con Vogue e un'attività di modella. I suoi ingressi nei locali più alla moda di New York facevano girare la testa. Grazie ad una fortunata combinazione di elementi, tra i quali oltre alla bellezza esotica di bruna dagli occhi chiari, una figura da indossatrice (alta 1,77, ai suoi tempi dominava non solo le altre dive ma anche parecchie star maschili) e una sensualissima voce calda e duttile (definita "di velluto"), la resero rapidamente una delle stelle indiscusse degli anni 1930. La sua avvenenza e la sua capacità di recitare di fronte alla cinepresa le fecero guadagnare il soprannome di "Ragazza glamour americana". Walter Huston, con il quale lavorava a Broadway, la propose come co-protagonista nel suo primo film, "Gentlemen of the Press", (1929), girato a New York per la Paramount. Era prevista un'interprete bionda, ma lo strepitoso fascino e la calda voce di Kay fecero cambiare opinione al regista Millard Webb. Dopo "The Cocoanuts", girato lo stesso anno accanto ai Fratelli Marx, Kay fu pregata di fare le valigie per trasferirsi in pianta stabile a Hollywood dove, per prima cosa, prese la patente di guida per arrivare da sola agli Studios. Inizialmente le sue furono parti di vamp alle quali però sapeva imprimere una maggiore umanità rispetto alle concorrenti che venivano dal cinema muto. Nel periodo dal 1929 al 1931 prese parte a ben ventidue pellicole, e così all'inizio degli anni trenta la Warner Bros. cercò di convincere Kay Francis, Powell e l'attrice Ruth Chatterton ad unirsi al loro studio. In cambio la Warner si sarebbe impegnata di fornire a questi attori dei ruoli che consentissero loro di esprimere al meglio le loro caratteristiche. Nelle prime tre pellicole girate per la Warner, Kay recitò ruoli di figure femminili negative, come nel caso de "The False Madonna" del 1932 dove interpretava un'imbrogliona stanca e cinica che si fa passare per una donna che torna dopo la morte del ricchissimo marito per prendersi cura del figlio ormai cieco per una malattia inguaribile. L'affetto di quest'ultimo le fa ritrovare il valore dei sentimenti e della famiglia. Questo ruolo contribuì a rilanciare la sua carriera rivelandosi un autentico successo di pubblico e di critica. Certo i film che interpretava erano lo specchio del gusto per il melodrammatico dell'epoca ma la Francis "bucava" davvero lo schermo. Per alcuni anni Kay sarà la "regina" della Warner e l'attrice meglio pagata di Hollywood, ma, dopo il relativo flop di "L'angelo bianco", biografia di Florence Nightingale, molto massacrata dalla censura, i fratelli Warner faranno di tutto per obbligarla a rompere il contratto. La storia farà scandalo: Kay verrà obbligata a girare film di serie B a basso costo, avrà il suo nome subordinato ad altri interpreti inferiori nei titoli, e i ruoli a lei destinati verranno affidati a Bette Davis che ci costruirà sopra la propria leggenda. Ma Kay continuerà a percepire il suo favoloso stipendio fino alla scadenza del contratto, alla fine del 1938. Fra i film da lei interpretati in questo periodo, si segnala "King of the Underworld" (1939), un gangster movie con l'allora misconosciuto Humphrey Bogart. Successivamente le sue origini, o meglio le voci mai dimostrate sulle sue origini, furono una delle cause che portarono all'improvviso declino della sua carriera. In particolare si diceva che Katharine fosse di sangue misto, con lontane discendenze afro-americane, cosa che, nell'America ancora segregazionista degli anni trenta, non contribuiva a renderla popolare. Mal sopportando i compensi faraonici che ancora percepiva, Kay fu perfino obbligata a tenere corsi di recitazione ai debuttanti scritturati, ma il suo assegno settimanale non scendeva mai sotto i 5.000 dollari. Anni dopo e dopo una causa abbandonata per "mobbing" (anche se all'epoca non si usava ancora questo termine) contro la Warner, Kay rivelerà a Bette Davis che quello che le importava era solo il compenso...Con ciò non si pensi che Kay fosse un'avida: abbandonata dal padre quando era una bambina, aveva conosciuto la povertà e difficoltà non le erano mancate dopo il primo divorzio; la sicurezza economica per lei era diventata essenziale. Con i primi guadagni sostanziosi, comprò una casa a Hollywood per la madre e le garantì una cospicua rendita annua. E non esitò ad aiutare amici e compagni di lavoro in difficoltà; la sua generosità non era solo materiale e tutti i suoi colleghi l'hanno sempre amata e stimata. Meravigliosi sono i ricordi delle child stars che hanno lavorato con lei. Una cosa molto emblematica: alla fine di ogni film Kay offriva alla troupe un pranzo dove ad ognuno veniva servito, come Kay aveva notato, il proprio piatto preferito! Negli anni seguenti continuò la sua carriera come free lance apparendo con successo in una riuscita serie di film accanto a Cary Grant e Carole Lombard, Deanna Durbin e Walter Pidgeon, Walter Huston, Don Ameche e Rosalind Russell. Durante la guerra fu protagonista del primo USO tour di vere star andando ad intrattenere le truppe alleate nei campi militari dispersi per il mondo fino a trovarsi ad Algeri sotto le bombe. Da queste esperienze fu tratto il film "Four Jills in a Jeep" nel 1944 che ebbe un enorme successo. Ma per molti divi, il ritorno alla normalità non fu possibile. Kay decise di produrre da sé i suoi film e realizzò fra 1945 e 1946 tre film nei modesti studios Monogram, di cui due noir poi rivalutati dalla critica, "Allotment Wives" (1945), di William Nigh, e "Wife Wanted" (1946), di Phil Karlson. Dopodiché l'antica rivale alla Warner, Ruth Chatterton le propose un ruolo in una commedia di cui stava curando la regia. Fu l'occasione per Kay di ritornare all'Est e al teatro, lasciando per sempre dietro di sé quella Hollywood che non aveva mai amato. In seguito si dedicò anche all'attività radiofonica, proseguendo con il favore del suo pubblico quella teatrale (nel 1946 partecipò al successo di Broadway, "State of the Union"). Nei primi anni cinquanta si ritirò definitivamente dalle scene. Visse una vita privata assai burrascosa: quattro matrimoni e numerose relazioni, fra le quali quella con Maurice Chevalier, con lo sceneggiatore Delmer Daves, poi regista, e con il barone e probabile trafficante d'armi tedesco Barnekow, morto in circostanze misteriose allo scoppio della guerra. Si spense a causa di un cancro al seno a New York, il 26 agosto del 1968, all'età di sessantatré anni, lasciando i suoi considerevoli averi (più di un milione di verdoni) ad una società benefica che addestra cani per i non vedenti. E fu così che Hollywood perse la sua stella polare. Eccezionale in vita, eccezionale in morte....

"Non vi scoraggiate così, caro maggiore: non siete l'unico uomo che non amo."
Madame Mariette Colet/Kay Francis - Mancia competente

Key Francis