24 novembre 
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
È l'ora di muovere le chiappe, cari amici dei Mutzhi Mambo, è l'ora di BIG JOE TURNER, è l'ora del rock'n'roll! Il mastodontico musicista di Kansas City, detto anche "il Boss del Blues", è, a tutti gli effetti, uno dei "padri" del nostro genere preferito: già dagli anni '30, i suoi frenetici boogie woogie urlati erano praticamente dei "rock'n'roll" fatti e finiti, con buona pace di chi vorrebbe far nascere questo tipo di musica un ventennio più tardi! Joseph Vernon Turner Jr. (così all'anagrafe) naque a Kansas City, il 18 maggio del 1911. Anche se giunse al grande successo solo negli anni cinquanta con le sue pionieristiche registrazioni rock and roll, la carriera di Turner si articola dagli anni venti agli anni ottanta. Come molti neri di quell'epoca, scoprì il proprio amore per la musica frequentando la chiesa. Il padre morì in un incidente ferroviario quando Joe aveva solo quattro anni. Ben presto Turner cominciò a cantare per strada e, all'età di 14 anni, lasciò la scuola per lavorare nel famigerato mondo dei club di Kansas City, dapprima come cuoco e poi come cantante-barista. Lavorò in locali quali il Kingfish Club e il Sunset, e divenne noto come "The Singing Barman": con il compagno Pete Johnson, diventò presto uno dei performer fissi dei due nightclub. Il Sunset oltretutto era di un bianco, Piney Brown, ed era uno dei pochi locali in città dove vigeva il "separate but equal", cioè, veniva frequentato da bianchi e neri (chiaramente in posti distinti, sia mai!). Inoltre, Brown "ungeva" regolarmente gli sbirri che "evitavano" di fare irruzioni e retate, come invece accadeva regolarmente negli altri locali. Turner fu sempre grato al suo vecchio boss e gli dedicò il brano "Piney Brown Blues" che mise sempre in scaletta, lungo tutta la sua carriera. Big Joe era un vero maestro nello sciorinare versi di blues tradizionale e alle jam session poteva andare avanti per ore e ore. La sua collaborazione con Johnson, bravissimo pianista di boogie-woogie, si rivelò fruttuosa. I due andarono a New York nel 1936, dove si esibirono con Benny Goodman. Ma l'accoglienza da parte del clarinettista e della sua orchestra fu piuttosto tiepida: per sua stessa ammissione, Turner e il suo socio non erano ancora pronti per la Grande Mela...Alla fine, nel 1938, furono finalmente scoperti dal talent scout John Hammond, che li invitò a prendere parte ad uno dei suoi concerti "From Spirituals to Swing", al Carnegie Hall di New York. Questo spettacolo fu determinante per la presentazione del jazz e del blues ad un pubblico sempre più ampio, composto pure da bianchi. Grazie anche alla loro apparizione al Carnegie Hall, Turner e Johnson piazzarono la loro prima hit con il brano "Roll 'Em Pete". Il testo si basava su alcuni brani tradizionali del blues ma rimane uno dei primi esempi registrati di "back beat", ritmo che diventerà fondamentale per il rock'n'roll e per il funk a venire. Ebbe un tale successo che Turner la registrò più volte, con vari musicisti, nel corso degli anni successivi. Nel 1939 Turner, assieme ai musicisti Albert Ammons e Meade Lux Lewis, cominciò ad esibirsi nel club Cafè Society di New York, dove apparirono sullo stesso palco di Billie Holiday e della band di Frank Newton. Di questo periodo, oltre a "Roll 'Em, Pete", le registrazioni più note sono "Cherry Red", "I Want A Little Girl" e "Wee Baby Blues". 1941 Turner si spostò a Los Angeles, dove recitò in "Jump for Joy", un musical di Duke Ellington. La sua parte era quella di un poliziotto-cantante, in uno sketch chiamato "He's on the Beat". Per un certo periodo Los Angeles rimase il suo quartier generale, e durante il 1944 lavorò nei "Soundies", (brevi film musicali di tre minuti, una sorta di antenati dei videoclip) di Meade Lux Lewis. Inoltre, anche se spesso la sua voce veniva registrata nelle colonne sonore, il suo ruolo non veniva accreditato e il comico Dudley Dickerson, uno dei pochi neri popolari anche al di fuori del circuito dei "race movies", provvedeva a fare finta di cantare davanti alle telecamere. Nel 1945 Turner e Pete Johnson aprirono un loro bar a Los Angeles, Il Blue Moon Club. Nello stesso anno firmò un contratto con la National Records e registrò sotto la supervisione del grande produttore Herb Abramson. Il suo primo singolo di successo fu una cover di Saunders King, "S.K. Blues" (1945); sempre nello stesso periodo incise le canzoni "My Gall's A Jockey" e la sconcissima "Around The Clock", e per l'etichetta Aladdin registrò "Battle of the Blues", un duetto con Wynonie Harris. Turner rimase con la National fino al 1947, ma nessuno dei suoi pezzi vendeva bene. Nel 1950 pubblicò "Still in the Dark" per la Freedom Records. Turner collaborò anche in molti album di jazzisti come Art Tatum e Sammy Price, e spesso si esibiva con la Count Basie Orchestra, dove, nel 1951, durante l'esecuzione all' Apollo Theater di Harlem come sostituto di Jimmy Rushing, venne notato da Ahmet e Nesuhi Ertegün, che lo misero sotto contratto per la loro nuova casa discografica, la Atlantic Records. Turner registrò per questa etichetta numerosi successi, compresi gli standard "Chains of Love", "Sweet Sixteen", "Boogie Woogie Country Girl" e "Honey Hush". I pezzi, anche se erano troppo zozzi per le radio, ebbero delle vendite record grazie al circuito dei Juke-Box, finendo spesso in cima alle classifiche di rihythm-and-blues. Ma il suo piu grande singolo fu la mitica "Shake, Rattle and Roll" (1954), che lanciò definitivamente la sua carriera, trasformandolo in un idolo per i teenagers, e cambiando per sempre la musica popolare. Il testo era pieno di allusioni sconcie e doppisensi sessuali che vennero edulcorati e omessi nella cover che ne fecero Bill Haley & His Comets, sdoganando definitivamente il rock'n'roll anche per i ragazzini bianchi. La versione successiva di Elvis Presley cercò di combinare le due precedenti, ma non fu uno dei singoli di maggior successo per il "Re". Altri pezzi di successo di questo periodo, per il nostro Big Joe, furono "The Chicken and the Hawk", "Flip, Flop and Fly", "Hide and Seek", "Morning, Non and Night", e "Well All Right". Apparve anche nel film "Shake Rattle & Rock"(1956). Sempre nel '56 piazzò la hit "Corinne, Corinna" e nel '58 "Jump for Joy". Negli anni sessanta e settanta Turner abbandonò la musica popolare, anche se il buon Haley tentò di rilanciare la sua carriera nel '66, "prestandogli" i suoi Comets per una serie di incisioni messicane. Finì per tornare alle proprie origini di cantante jazz e, in questi anni, lavorò anche con il pianista tedesco Axel Zwingenberger, benché i suoi problemi di salute lo costringessero a diradare sempre più i suoi impegni. Gia sofferente da anni per una fortissima artrite (nonché per la sua obesità eccessiva), morì di infarto a Inglewood, in California, il 24 novembre del 1985, a settantaquattro anni. Fu incluso, postumo, nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1987, riconoscendogli alla buon ora i giusti meriti di "papà" dei rockers! Grande, grandissimo Big Joe, che tu possa strillare in pace, ovunque tu sia finito adesso!

"Get outta that bed, wash your face and hands
Get outta that bed, wash your face and hands
Well, you get in that kitchen, make some noise with the pots 'n pans
Way you wear those dresses, the sun comes shinin' through
Way you wear those dresses, the sun comes shinin' through
I can't believe my eyes, all that mess belongs to you
I believe to the soul you're the devil and now I know
I believe to the soul you're the devil and now I know
Well, the more I work, the faster my money goes
I said shake, rattle and roll, shake, rattle and roll
Shake, rattle and roll, shake, rattle and roll
Well, you won't do right to save your doggone soul
Alright
I'm like a one-eyed cat peepin' in a seafood store
I'm like a one-eyed cat peepin' in a seafood store
Well, I can look at you till you ain't no child no more
Shake shake, rattle and roll, shake shake, rattle and roll
Yeah yeah, rattle and roll, yeah yeah, rattle and roll
You won't do nothin' to save your doggone soul
Shake, rattle and roll roll roll roll"
Big Joe Turner - Shake, Rattle and Roll

Big Joe Turner