27 ottobre
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Ci sentiamo inadeguati, ci vergognamo quasi, cari amici dei Mutzhi Mambo, a omaggiare un'icona come LOU REED. Troppo importante la sua figura, sia per la musica, sia per i testi, sia per l'immagine stessa del rock, per osare anche solo citarla. In questo vostro Almanacco comunque ce ne freghiamo e con faccia tosta tenteremo di celebrare quanto sia stato fondamentale il suo apporto al rock'n'roll, al di là degli snobismi intellettualoidi e della simpatia (poca) che puo ispirare il suo personaggio. Lewis Allan Reed nacque a Brooklyn, New York, il 2 marzo del 1942. Crebbe a Freeport, Long Island in una famiglia di religione ebraica (Lou a proposito di questo, ha sempre ribadito che il suo unico Dio era "il rock'n'roll"). Appassionatosi alla musica ascoltando la radio, imparò a suonare la chitarra e sviluppò un forte interesse per il rock'n'roll e il rhythm and blues e durante gli anni delle scuole superiori suonò in vari gruppi studenteschi. Il suo carattere di ragazzino fragile lo porto a soffrire di attacchi di panico e a sperimentare le prime droghe a 16 anni. La sua prima incisione come cantante è nel gruppo doo-wop dei Jades. Nel 1956, ancora adolescente, Reed venne sottoposto ad una terapia di elettroshock che avrebbe dovuto curare la bisessualità che si stava manifestando in lui: esperienza traumatizzante da cui non riuscì mai a liberarsi. Alla fine del 1960 Reed iniziò a frequentare la Syracuse University (in cui si laureò nel 1964) studiando giornalismo, regia cinematografica e scrittura creativa. Nel 1961 iniziò a condurre un programma radiofonico notturno alla stazione radio WAER chiamato "Excursions On A Wobbly Rail." Il nome del programma derivava dal titolo di un brano musicale del pianista jazz Cecil Taylor. Nel corso della trasmissione, Reed trasmetteva doo wop, rhythm and blues e jazz, in particolare brani free jazz. Molte delle tecniche chitarristiche di Reed, infatti derivarono da sassofonisti jazz come Ornette Coleman. Agli anni universitari risale l'incontro con una figura di spicco, lo scrittore e poeta Delmore Schwartz, già malato e alcolizzato, che prese in simpatia quel suo allievo "disorientato di New York", il quale, nel 1966 (anno della sua morte), gli avrebbe dedicato la composizione inclusa nell'album di debutto dei Velvet Underground. Nel 1964, Reed si trasferì a New York City iniziando a lavorare come compositore su commissione per la piccola etichetta di musica commerciale Pickwick Records. Lo stesso anno, Reed ebbe anche il suo primo successo minore grazie al singolo "The Ostrich", una parodia delle musiche ballabili dell'epoca da lui composta. I suoi superiori notarono che la canzone aveva qualche possibilità di successo e assemblarono in tutta fretta una band di supporto a Reed per promuovere la composizione. Il gruppo, chiamato "The Primitives", includeva il musicista gallese John Cale che da poco tempo si era trasferito a New York per studiare musica classica e suonare la viola nell'ensemble musicale d'avanguardia Theater of Eternal Music del compositore La Monte Young, e Tony Conrad. Cale e Conrad furono entrambi sorpresi ed impressionati nello scoprire che per comporre "The Ostrich", Reed aveva volutamente accordato le corde della sua chitarra sulla stessa nota. Questo effetto creava una sorta di drone simile a quello delle sperimentazioni del gruppo di Young. Incuriosito, Cale chiese a Reed se avesse composto anche brani di genere diverso rispetto a quello e in tutta risposta Reed gli fece ascoltare una versione primitiva di "Heroin" che impressionò molto favorevolmente Cale. Poco dopo, nel 1966, misero su i Velvet Underground, cambiando per sempre la musica popolare moderna. Ai due si aggiunsero il chitarrista e bassista Sterling Morrison e la batterista Maureen Tucker. Lou Reed, che è autore della maggior parte delle canzoni dei Velvet Underground, entrò a far parte insieme al gruppo della factory di Andy Warhol, promotore e finanziatore del primo album del gruppo (famoso per la sua copertina che ritrae una fallica banana disegnata dallo stesso Warhol e che poteva essere sbucciata). L'album contiene dei classici talmente "classici" che non è neanche il caso di citarli e affrontava argomenti all'epoca considerati assolutamente tabù (come ad esempio la droga e le perversioni sessuali). Warhol incluse il gruppo nel suo spettacolo itinerante, chiamato Exploding Plastic Inevitable, affiancando alla band la cantante tedesca Nico. Lo spettacolo girò gli USA e il Canada partendo da New York, suscitando l'attenzione della critica ovunque i Velvet Underground suonassero. Nel 1967 Nico lasciò il gruppo e Warhol venne licenziato da Reed. Questo non impedì ai Velvet di continuare incidendo nello stesso anno un altro mitico, estremo LP, "White Light/White Heat", pubblicato il 30 gennaio 1968, che, oltre alla title-track, contiene quella che viene considerata la massima vetta raggiunta da Cale col gruppo, "Sister Ray", più di un quarto d'ora di percussioni funeste e cantato delirante. Nel 1968 anche Cale venne licenziato dal livoroso Lou che poi con i soci superstiti incise un album intitolato semplicemente "The Velvet Underground". L'album contiene in ogni caso alcuni pezzi degni d'interesse quali "Candy Says" (dedicata a Candy Darling noto transessuale del giro di Warhol), "Pale Blue Eyes", e "What Goes On" caratterizzata da un lungo e tipico assolo dissonante di chitarra. Nel 1970 Reed abbandonò il gruppo dopo aver inciso un album più commerciale del precedente, "Loaded", che però contiene capolavori quali "Rock 'n' Roll" e "Sweet Jane". Rimangono in eterno grandi meriti dei Velvet Underground: di aver unito il campo poetico-musicale del rock con un aggressivo realismo, di anticipare di dieci anni quello che sarebbe stato il punk rock e di aver influenzato profondamente altri movimenti come noise, new wave, lo-fi e rock alternativo. Gli anni settanta cominciarono male per Reed che, reduce dalla rottura con i Velvet Underground, pubblicò un LP d'esordio deludente quale "Lou Reed". Ma David Bowie, che in quel momento è sotto la RCA, decise di aiutare uno dei suoi più grandi ispiratori producendogli il secondo album, il capolavorone "Transformer" che vendette un sacco e contiene alcune canzoni destinate a divenire dei classici di Reed, come "Walk on the Wild Side", "Perfect Day" e "Vicious". Per il suo terzo lavoro, Reed sentì di dover far qualcosa più vicino al suo stile per liberarsi dell'ingombrante influenza di Bowie. Proprio mentre si stava separando da sua moglie, pubblica un concept album che analizza il fallimento di un matrimonio: il tristissimo "Berlin". Per la produzione venne assunto Bob Ezrin, che poi lavorerà coi Pink Floyd. Il disco all'inizio venne pensato come un doppio album, un vero e proprio film per le orecchie. Ma la RCA non era disposta ad accettarlo così com'è e le canzoni vennero tagliate perdendo anche molta forza originaria. "Berlin" è comunque divenuto negli anni un classicone della discografia reediana e, nonostante la complessità dell'opera, venne apprezzato dalla critica anche all'epoca. Bello si, ma che depressione ragazzi! Per poter controbilanciare le scarse vendite di "Berlin", Reed fu obbligato a pubblicare tre lavori potenzialmente commerciali al livello di "Transformer". Così, sul finire della prima metà degli anni settanta vengono pubblicati i mediocretti "Rock N Roll Animal", "Sally Can't Dance" e "Lou Reed Live". Proprio in questo periodo Reed era sull'orlo dell'esaurimento nervoso sia per il coinvolgimento emotivo che gli causava suonare la sua musica, sia per le grandi quantità di droga, soprattutto metedrina, che consumava. Queste nevrosi si ripercossero pesantemente sulla sua cosiddetta "opera di rottura", ovvero l'inascoltabile "Metal Machine Music", un doppio album di inutile e gratuita violenza sonora che resiste tuttora ai vari tentativi di rivalutazione e vale solo come atto di coraggio. Chapeau all'artista ma, diciamocelo: fa cacare! Nel febbraio 1975 Lou Reed intraprese una disastrosa "tournée" italiana, sospesa dopo gravi disordini con la Polizia a Milano e Roma. Solo al Palasport di Torino riuscì a svolgere un regolare concerto. Dopo il disco seguente di onesto rock and roll, ovvero "Coney Island Baby", Reed lasciò la RCA per la Arista. Per essa pubblicò l'inutile "Rock 'n' Roll Heart". Siamo arrivati al 1978, gli spettacoli di Reed sono pieni di violenza, più verbale che fisica, e vengono pubblicati album intensissimi come "Street Hassle" e "Live: Take No Prisoners", un concerto nel quale Reed stravolge i testi delle sue canzoni e li rende ancora più aspri e punk, ribadendo, semmai c'è ne fosse bisogno, che il papà di tutti questi pischelli con le borchie attaccate ai giubbotti è proprio lui. A chiudere il decennio, LP più sperimentali ma forse meno riusciti come "The Bells" che vide la collaborazione di Nils Lofgren e di Don Cherry e Growing Up in Public. All'inizio degli anni ottanta Lou Reed si trasferì con la sua seconda moglie Sylvia Morales in una villa in campagna. Un giorno invitò a casa sua Robert Quine, chitarrista di culto dei Voidoids che lavorerà in seguito anche con Tom Waits. Quine era un sincero estimatore di Lou Reed e tra i due l'idillio fu immediato. Cominciarono a lavorare per "The Blue Mask" quell'estate e quando l'LP esce le recensioni sono entusiastiche. Memorabile l'assolo di Quine in "Waves of Fear", che assale l'ascoltatore nello stile velvettiano, con rimandi anche allo sgradevole sound di Metal Machine Music. Dopo quest'album però Reed, notoriamente invidioso, vide sempre con più ostilità la presenza del chitarrista nel gruppo che nelle recensioni riceveva più attenzioni di lui. Già il successivo "Legendary Hearts" ne risentì. Il missaggio di quest'ultimo infatti manca di volume a Quine, rendendo appena distinguibile il suono della sua chitarra. Dopo "Legendary Hearts" Quine venne allontanato dal gruppo e Reed incise "New Sensations", che ebbe un discreto successo di vendite. Quine quindi venne momentaneamente reintegrato per il New Sensation Tour per poi essere di nuovo riallontanato. Da questo tour venne estratto l'album dal vivo "Live in Italy", registrato tra Verona e Roma, nel quale gli scambi chitarristici tra Quine e Reed la fanno da padrone, sostenuti da una ritmica essenziale e precisa. Appena cacciato Quine, Reed incise quello che unanimemente viene considerato il disco più scarso della sua produzione: l'inqualificabile "Mistrial". Avuta la notizia della morte di Andy Warhol, Lou si gettò a capofitto nella scrittura per esorcizzare la tristezza di questa perdita e produsse un LP memorabile, un affresco della sua città: il meraviglioso "New York". Al funerale dell'artista, Lou rincontrò John Cale e i due cominciarono ad elaborare un'opera musicale in memoria di Andy. L'opera prese la forma di un semplice disco, intenso e denso di canzoni, con testi molto forti e poetici, ma un poco noioso. "Songs for Drella" esce nel 1990. All'inizio degli anni novanta Reed perse altri due carissimi amici, Doc Pomus e Rita, e affrontò tale momento pubblicando "Magic and Loss", il terzo tassello della cosiddetta trilogia del dolore iniziata con "New York". Dopo una riunione con i Velvet Underground, un tour mondiale con il relativo live e il divorzio dalla sua seconda moglie, Reed intraprese una relazione sentimentale con la polistrumentista d'avanguardia Laurie Anderson e le dedicò un album più o meno a metà degli anni novanta, ovvero "Set the Twilight Reeling". Di questo periodo è anche un lavoro semi-unplugged di Reed, "Perfect Night: Live in London". Nel 1996 i Velvet Underground vennero introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame. Alla cerimonia, Reed eseguì un brano intitolato "Last Night I Said Goodbye to My Friend" insieme agli ex compagni di gruppo John Cale e Maureen Tucker, come dedica al recentemente scomparso chitarrista Sterling Morrison, morto nell'agosto precedente. Sempre nel 1996, Reed contribuì con alcune canzoni al musical "Time Rocker", interpretazione teatrale d'avanguardia del romanzo di H.G. Wells "La macchina del tempo" diretto dal regista Robert Wilson. Nel 2000 esce "Ecstasy", un album difficile e pieno di tensione. "The Raven" è un album doppio di Reed, uscito nel 2003 che rivisita in chiave rock non solo i racconti, opera di Edgar Allan Poe, ma in generale la vita del poeta e le altre sue opere. I musicisti scelti sono di prim'ordine, e gli ospiti illustrissimi, quali Ornette Coleman, David Bowie, Willem Dafoe. Nell'aprile 2003, Reed iniziò un nuovo tour mondiale con una nuova band comprendente la violoncellista Jane Scarpantoni e il cantante Antony Hegarty. Durante questi concerti del tour, il gruppo venne spesso raggiunto sul palco dal maestro di T'ai Chi personale di Reed, Ren Guangyi, che eseguiva movimenti di tale disciplina mentre la band si esibive, il kitsch impera! Successivamente da queste esibizioni viene ricavato un ennesimo live atipico, "Animal Serenade", che riprende tante vecchie canzoni dei Velvet sotto una chiave moderna e a tratti quasi allucinante. Nell'aprile 2008 si sposa, con una cerimonia privata in Colorado, con la compagna Laurie Anderson. E dello stesso anno è anche la nascita del Metal Machine Trio, un gruppo di musica d'avanguardia formato da Reed, Ulrich Krieger e Sarth Calhoun. Il gruppo, che si è esibito in maniera sporadica, suonava prevalentemente musica improvvisata anticommerciale, spaziando tra vari generi come il free rock, il free jazz, la musica minimale, la noise music, l'elettronica, e l'ambient. Dalle esibizioni del trio è stato ricavato un altro album dal vivo, "The Creation of the Universe". Il 31 ottobre 2011 venne pubblicato Lulu, album nato dalla collaborazione fra Reed e quei tamarroni dei Metallica. Il cantautore e il gruppo, che avevano già suonato insieme nell'ottobre 2009 in occasione del venticinquesimo anniversario della Rock and Roll Hall of Fame, dichiararono di aver concluso le registrazioni nell'agosto 2011 in sole due settimane. Il disco, non pienamente riuscito, è considerato un'occasione sprecata ed è stato accolto con reazioni contrastanti da critica e pubblico. Francamente c'è di peggio.... Il 30 giugno 2013, stando a quanto riferito dal New York Post, Lou Reed venne ricoverato d'urgenza in un ospedale di Long Island, a New York, il Southampton Hospital, per una acuta forma di disidratazione. Nel maggio precedente, Reed si era sottoposto ad un trapianto di fegato. Dopo la delicata operazione, il cantante si era detto pieno di speranze per il futuro, di voglia di fare roba nuova e di tornare ad esibirsi sul palco. Il 27 ottobre 2013 è stata invece annunciata la notizia della sua morte, avvenuta all'età di 71 anni. L'uomo che aveva traghettato il rock'n'roll nella poesia, l'eroe di mille coraggiose sperimentazioni delle nuove frontiere della musica, ha perso alla fine la sua ultima battaglia...Onore, onore a Lou!

"Jenny said, when she was just five years old
There was nothin' happening at all
Every time she puts on the radio
There was nothin' goin' down at all, not at all
Then, one fine mornin', she puts on a New York station
You know, she couldn't believe what she heard at all
She started shakin' to that fine, fine music
You know, her life was saved by rock'n'roll
Despite all the imputations
You know, you could just go out
And dance to a rock'n'roll station
And it was all right, hey baby,
You know, it was all right
Jenny said, when she was just about five years old
`You know, my parents are gonna be the death of us all
Two TV sets and two Cadillac cars
Well, you know, ain't gonna help me at all
Then, one fine morning, she turns on a New York station
She doesn't believe what she hears at all
Ooh, she started dancin' to that fine, fine music
You know, her life was saved by rock'n'roll
Yeah, rock'n'roll
Despite all the computations
You could just dance to that rock'n'roll station
And baby, it was all right, yeah
Hey, it was all right
Hey, here she comes now
Jenny said, when she was just about five years old
'Hey, you know, there's nothin' happening at all, not at all
Every time I put on the radio
You know, there's nothin' goin' down at all, not at all
But, one fine morning, she hears a New York station
She couldn't believe what she heard at all, hey, not at all 
She started dancing to that fine, fine music
You know, her life was saved by rock'n'roll
Yes, rock'n'roll
Despite all the computations
You know, you could just dance to the rock'n'roll station
All right
All right, all right, and it was all right
Oh, listen to me now, it was all right
Come on now, believe me, it was all right
it was all right
hey, it's all right now"
The Velvet Underground - Rock'n'Roll

Lou Reed