26 ottobre
L'ALMANACCO PULP dei Mutzhi Mambo 
Un vero caposaldo del pulp è il regista che oggi andiamo ad omaggiare, nell'anniversario della nascita: Signore e Signori, nientemeno che DON SIEGEL, cari amici dei Mutzhi Mambo, il re dei baccelloni! Nato a Chicago, nell'Illinois, il 26 ottobre del 1912 da una famiglia ebraica, Donald Siegel entrò nel mondo del cinema come assistente al montaggio, quindi come montatore. Tra i molti film curò anche il montaggio di "Casablanca" e di "Agguato ai tropici". Lavorò inoltre come regista di seconda unità per una quarantina di pellicole, fino al 1945, quando girò un cortometraggio intitolato "Star in the night", moderna parabola sulla nascita di Cristo (lui, che era ateo convinto...). Lo stesso anno diresse un altro corto, "Hitler lives?". Con questi due lavori si aggiudicò due Oscar nel 1945, come miglior corto e miglior documentario! L'anno seguente diresse il suo primo lungometraggio, "La morte viene da Scotland Yard", un discreto poliziesco con Peter Lorre, seguito dai noir, "Night Unto Night" (1947), col famigerato Ronald Reagan, l'ironico "Il Tesoro di Vera Cruz" (1949), il primo film girato da Robert Mitchum dopo l'arresto, avvenuto nel 1948, per detenzione di marijuana, "Le ore sono contate"(1953), e "Dollari che scottano" (1954). Lo stesso anno girò un classico dei prison movie come "Rivolta al blocco 11", in cui collaborò Sam Peckinpah, che divenne suo amico (quando, alcolizzato peso, non lo voleva più nessuno, Don fu l'unico a farlo lavorare) e rimase fortemente influenzato dal modo in Don faceva i film. Nel 1956, in pieno clima di "caccia alle streghe" anticomunista, Siegel diresse quello che è considerato un classico della fantascienza: "L'invasione degli ultracorpi", basato sul romanzo di Jack Finney. Film low-budget che ebbe però un'inaspettato successo, narra di una silenziosa invasione aliena, in cui cloni impersonali nati dai famosissimi "baccelloni", si vanno man mano sostituendo all'umanità. Angosciante e claustrofobico, aveva un finale che non suggeriva possibilità di salvezza per il genere umano, ma la produzione impose al regista una conclusione più ottimistica. È stato letto come metafora della Guerra Fredda, sia in chiave anticomunista che in chiave antimaccartista ma, a sentire Don, era solo una critica all'atteggiamento abulico del consumatore americano medio. Lo stesso anno diresse "Delitto nella strada", un must sulla delinquenza giovanile anni'50, con James Whitmore, Sal Mineo e John Cassavetes. In seguito si specializzò in film crime e thriller con titoli come "Faccia d'angelo", col mitico Mickey Rooney, "Crimine silenzioso", con Eli Wallach, il fondamentale "Contratto per uccidere", con lo spietato Lee Marvin, il primo film che mostra dei killer che vivono il loro "mestiere" come fosse un lavoro qualsiasi, "Squadra omicidi, sparate a vista!", con Henry Fonda, "Il caso Drabble", con Michael Caine e "Telefon" con Charles Bronson. Ha diretto anche il nostro eroe, il grandissimo Steve McQueen, nell'ottimo War movie "L'inferno è degli eroi" e l'icona gay John Wayne nel suo ultimo western, il crepuscolare "Il Pistolero". Caso a parte fu il sodalizio fra lui e il "durò dei duri", il mistico Clint Eastwood. Il regista lo diresse in cinque indimenticabili film che ne hanno ridefinito l'immagine che rischiava di rimanere intrappolata nel pistolero taciturno dela "Trilogia del Dollaro" di Leone. Il western di ambientazione moderna, "L'Uomo dalla Cravatta di Cuoio", il piu tradizionale "Gli avvoltoi hanmo fame", il southern-gothic "La notte brava del soldato Jonathan", e due capolavori come "Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo", il debutto di "Dirti Harry" che ha ridefinito i canoni del poliziesco con una bella dose di trucido realismo, piglio reazionario e cruda violenza, e "Fuga da Alcatraz", film carcerario considerato uno dei migliori del genere. Il suo ultimo film, durante le cui travagliate riprese il nostro si ammalò, è stata la commedia "Un giocatore troppo fortunato" (1982). Don è morto di cancro il 20 aprile del 1991 a Nipomo, in California. L'umanità, intanto, senza di lui è sempre più baccellona...

"Io so quello che pensi. Ti stai chiedendo se ho sparato sei colpi o solo cinque. Ti dirò che in mezzo a tutta quella baraonda ho perso il conto io stesso. Ma dato che questa è una 44 Magnum, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Di', ne vale la pena?"
Ispettore Callaghan/Clint Eastwood - Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo

Don Siegel