ESSERE GRANDE
Genuflettetevi, strisciate, leccate il pavimento in memoria di MAGNUS, il padre di Kriminal, Satanik, Alan Ford, Lo Sconosciuto, Necron!
Nell'anniversario della sua prematura scomparsa, oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo, si celebra il più grande narratore Pulp italiano di sempre, il più grande, immortale maestro del fumetto tricolore!
Troppi sono i personaggi leggendari usciti dal suo pennino, tutti incredibilmente segnanti e iconici: erotismo, noir, satira, crime, avventura, grottesco, fantasy, porno, sci-fi, classici orientali, horror, western, tutto è passato sotto le sue magiche mani e tutto veniva trattato con un rispetto incredibile, maniacale, da vero devoto alla sua missione.
Per Magnus infatti disegnare e scrivere storie era davvero una missione, uno scopo di vita.
Con lui si sono annullati i confini fra fumetto popolare e fumetto d'autore.
Perché era davvero un autore popolare, un genio della narrazione, uno sperimentatore nel solco della tradizione.
Sul serio, non ci sono aggettivi sufficienti per descrivere la sua opera e la sua importanza!
Oltretutto è stato anche uno dei migliori a disegnare megagnocche da seghe!
Roberto Raviola (così all'anagrafe) nasce a Bologna il 31 maggio del 1939.
Durante gli anni universitari, oltre ad un'intensa attività di vignettista goliardico e militanza politica di sinistra, si appassiona ai fumetti e incomincia a disegnare alcune brevi storie.
Prima di approdare seriamente al mondo del fumetto fa l'insegnante di disegno ed il grafico pubblicitario.
Ispirato da autori classici come Floyd Gottfredson di Topolino e Alex Raymond di Flash Gordon, in un primo periodo firma le sue opere come "Bob la Volpe" (preso da una storia di Paperino di Carl Barks), poi adotta definitivamente il nome di "Magnus", "Il Grande", pseudonimo derivante dal motto goliardico "magnus pictor fecit", ricordo dei tempi dell'Accademia.
Nel 1964 inizia il proficuo sodalizio con lo sceneggiatore Luciano Secchi (a.k.a. Max Bunker) dando il via alla gloriosa stagione del nero italiano (quello vero, tosto, non la mammoletta Diabolik...).
Con lo scrittore milanese crea personaggi celeberrimi, trucidi come i neri "Kriminal" e "Satanik", che faranno tremare i polsi ai benpensanti dell'italietta del "boom", iper-camp come "Dennis Cobb" e "Gesebel", e grotteschi come "Maxmagnus" (1968-1970) e soprattutto "Alan Ford" (1969), la sua creatura più celebre, che disegnerà ininterrottamente fino al 1975.
A meta degli anni settanta, forse stufo delle mezze misure, si dà al fumetto erotico con la casa editrice Edifumetto di Renzo Barbieri, per la quale disegnerà brevi racconti piccanti e, con i testi di Ilaria Volpe, il mitico "Necron" (1981-1985), le rocambolesche avventure pornografiche di una sorta di Frankenstein superdotato e della sua creatrice Frida, una scienziata sadica e necrofila.
Per questo editore disegna pure la deliziosa "Compagnia della Forca" (1977-1979), una bellissima saga fantasy in collaborazione con Giovanni Romanini, la spaventosa graphic-novel "Vendetta Macumba" (1979), scritto da Ennio Missaglia, e il suo capolavoro, "Lo Sconosciuto", uno dei migliori noir italiani di sempre, inizialmente aiutato nei testi dallo stesso Barbieri e da Francesco Guccini, ma poi curato in toto dal nostro.
Le avventure nerissime e violentissime ma estremamente realistiche di questo ex mercenario apolide, sempre invischiato suo malgrado in vicende torbide e pericolose, protagonista/spettatore nelle zone più "calde" del globo, dal Marocco al Libano, dall'Egitto alla Bolivia, dal Vaticano alla Sierra Leone, hanno avuto varie vicissitudini editoriali, iniziate nel1975 e terminate nel 1983.
Il ciclo dello "Sconosciuto", che rimarrà come uno dei più belli esempi di letteratura Pulp disegnata, si interrompe poi fino al 1996 quando Magnus, poco prima di morire, consegna a Comix l'ultima breve storia del suo personaggio, dedicata all'amico Bonvi precedentemente scomparso.
Intanto, negli anni '80, in piena botta spirituale, era rimasto affascinato dall'arte orientale e aveva iniziato una personale ricerca monomaniaca di perfezione formale che lo porterà a interessarsi alla letteratura cinese antica e alla filosofia zen e a isolarsi sempre più nel suo ritiro negli appennini.
È la fase delle preziose riduzioni dei classici orientali "I Briganti", "Le 110 Pillole" e "Le Femmine Incantate".
Omaggia anche la raffinata grafica di "Flash Gordon" del suo ideale maestro Alex Raymond, con la fantascentifica e un po'leziosa "Milady nel 3000"
Gli ultimi anni, divorato dalle sue ossessioni, si incaponisce nel disegnare una storia di Tex, su soggetto (invero piuttosto mediocre...) di Claudio Nizzi, lavoro che lo consumerà letteralmente, per la sua fissazione di omaggiare dovutamente Galep, terrorizzato dal non sentirsi adeguato al compito.
I tempi si allungano a dismisura, Magnus passa giornate su giornate a disegnare le singole foglie di un albero sullo sfondo …
Gli anni Novanta non sono solo il lavoro su Tex, ma anche da altri incarichi sparsi, come "Il principe nel suo giardino", "Lunario 1995 (allegro ma non troppo)" o "Le avventure di Giuseppe Pignata", quest'ultima che vede Magnus solo in veste di sceneggiatore, su disegni di Sergio Tisselli.
Data ormai per persa, considerata una opera destinata a rimanere incompiuta, alla fine il nostro riesce comunque a portare a termine il Texone, dopo ben sette anni, con stoica determinazione (anche grazie al suo storico collaboratore Romanini), prima di morire il 5 febbraio del 1996, per un tumore al pancreas.
E tutto è diventato meno bello, ma parecchio meno bello…
Onore a Magnus!
Nota a margine: il suo caro amico Bonvi, seriamente preoccupato per le condizioni di indigenza in cui versava Magnus alla fine (dovute, oltre alla malattia, anche al fatto che non riusciva a portare a termine i suoi lavori per una forma di ossessiva mania di perfezione), decise di mettere all'asta alcune sue tavole per sostenerlo economicamente. Mentre si recava agli studi della trasmissione "Roxy Music", dove doveva aver luogo l'asta, morì a 54 anni in un incidente stradale a Bologna, investito nella notte fra il 9 e il 10 dicembre 1995.
"Columbus, vecchio mio, c'è stato un tempo in cui ho visto torturare, ed ho torturato molti uomini...I mezzi per torturare non sono molto importanti...basta essere cattivi! Basta un accendino come questo..."
Lo sconosciuto - Il Sequestrato della Sierra