Un pazzo: solo così si può definire l'incredibile José Mojica Marins, meglio noto come ZÉ DO CAIXÃO, "Joe della Bara", (o Coffin Joe per gli ammerigani), il più assurdo, geniale e allucinato regista horror del Paese del Samba!
Personaggione in senso assoluto, il nostro José non è molto noto dalle nostre parti ma, per i cari amici dei Mutzhi Mambo, è fatto obbligo di conoscerlo e amarlo perché è uno dei nostri registi preferiti!
La figura del becchino che interpreta nella sua delirante trilogia horror (e in quasi tutti i suoi film e pure nella vita reale!) è veramente indimenticabile: Zé do Caixão sembra uscito dritto dritto dagli E.C. Comics, Zio Tibia e compagnia: è un becchino perennemente vestito di nero, porta una vistosa tuba, barbetta mefistofelica e unghie lunghissime ed arricciate a mo’ di artigli.
Odiato dai campesiños, che lo temono per i suoi continui soprusi, egli spadroneggia con crudeltà e violenza nel piccolo borgo rurale in cui vive. Ma Zé ha anche un lato più “adulto” e scorretto, che lo distingue dai personaggi classici dei film horror di quegli anni: è un assassino amorale, apertamente nichilista e blasfemo, e dedito alla ricerca dell’unica cosa che abbia valore per un ateo come lui: la “continuità del sangue”, cioè la creazione di una stirpe.
Per questo cerca incessantemente la donna giusta da violentare affinché gli doni un figlio.
Il tutto condito da considerazioni filosofiche rabbiose, da invettive contro la codardia e l’inferiorità dei suoi simili, e dalla sfrenata mitomania di un super-uomo negativo e malvagio, in una specie di ingenua e fumettistica elegia del male.
Nietzsche filtrato dalla sensibilità di un adolescente cresciuto a pane e Dracula, insomma…
Marins, a parte le sue bizzarrie estetiche, è in reatà un autore fondamentale che va decisamente al di là del semplice regista di genere.
I suoi film infatti sono “incredibilmente strani”: visionari e crudeli, sadici e brutali ma spesso anche completamente spiazzanti.
Sono deliri a basso costo, ma assolutamente originali e estremi, girati in uno stile che a volte richiama tanto Mario Bava e Jess Franco che Alejandro Jodorowksy e Russ Mayer.
Insomma, come avete capito, imperdibile per chi ama il Pulp!
José Mojica Marins nasce a San Paolo del Brasile, il 13 marzo del 1936.
In realta era nato l’11, ma viene registrato solo due giorni dopo: essendo quel 13 pure un bel Venerdì, Marins “adotterà” volentieri questa data “sbagliata” come quella ufficiale.
Comincia ad appassionarsi al cinema molto presto durante l'infanzia, dal momento che suo padre gestisce un cinematografo a San Paolo.
Non troppo povero, Mojica Marins riesce a racimolare abbastanza soldi per realizzare un piccolo ed infantile film a soli 12 anni, mentre a 18 già puo vantare di aver girato più di 80 corti.
La sua passione sono i film horror e dalle atmosfere gotiche, quelli con immagini forti e scioccanti.
Nel 1963 debutta col capolavoro "A Mezzanotte possiederò la tua anima", il primo film in cui appare Zé do Caixão, considerato il primo horror brasiliano.
L'idea originaria di Marins era quella di dirigere la pellicola senza recitarvi, ma decide di interpretare il ruolo del malvagio becchino in seguito all'abbandono dell'attore protagonista.
Si narra che l'eccessivo fanatismo del regista, il quale arriva perfino a vendersi l'auto e la casa pur di realizzare questo film, abbia comportato diversi problemi durante le riprese; vari membri della troupe infatti confermeranno come Marins sia arrivato addirittura a minacciare con una pistola il cameraman che si rifiutava di girare una scena a causa della poca luce solare.
In seguito, il regista ammetterà l'accaduto, ma precisando che la pistola era finta…
Un altro episodio connesso alle riprese coinvolge perfino la polizia, in quanto alcuni componenti della troupe vengono arrestati per aver abbattuto un albero in un parco di San Paolo, allo scopo di reperire materiale da utilizzare per le riprese.
L’anti-eroe creato da Marins viene censurato, osteggiato e crea un vero putiferio all’uscita nelle sale.
Nelle provincie in cui è ancora possibile vederlo nei cinema, il film fa uno sfracello di incassi.
Il successo enorme spinge Marins a continuare su quella strada, e a sviluppare ulteriormente il suo personaggio.
Dopo aver co-diretto il thriller a sfondo politico "O Diabo de Vila Velha" (1965), gira il seguito del primo film, intitolato "Esta Noite encarnarei no Teu Cadàver" (1967), in cui Zé do Caixão ritorna più cattivo e potente che mai… e sempre ossessionato dalla ricerca della madre perfetta per la sua discendenza!
Se possibile ancora piu delirante che il precedente (indimenticabile la sequenza, l'unica girata a colori, in cui il nostro becchino preferito finisce in un inferno veramente posticcio!), il sequel mantiene tutte le aspettative, e anche di più!
Da questo momento in poi Zé diventa una vera e propria icona del cinema brasiliano, e conquista fumetti, musica, TV, patrocinando il merchandising più vario (da una linea di profumi a una di manicure!).
Marins stesso raramente esce dal personaggio anche durante le interviste e le apparizioni televisive o per la stampa: si presenta immancabilmente vestito di nero, con la sua tuba e le unghie lunghissime (che si lascerà crescere fino al 1998).
L'anno seguente escono "O Estranho Mundo de Zé do Caixão", film ad episodi fetish-horror in cui, a dispetto del titolo, lo scavafosse in nero non appare, e "Trilogia do Terror", sempre in tre episodi di cui Marins dirige "Pesadelo Macabro" (gli altri sono rispettivamente di Ozualdo Candeias e Luís Sérgio Person).
Il 1970 è l'anno di "O Ritual dos Sádicos", uno pseudo documentario su gli effetti devastanti delle droghe lisergiche, in cui il nostro Zé ha un ruolo marginale.
Con la scusa dell'LSD, José si sbizzarrisce in scene surreali e pesta l'acceleratore sul sesso.
Nel 1971 Marins si discosta dall'horror confezionando il messianico "Finis Hominis", in cui vena il suo stile visionario di critica sociale e umorismo nero; il film ha persino un seguito l'anno seguente, dal titolo "Quando os Deuses Adormecem".
Il nostro si cimenta pure col western nel tremendo "D'Gajão Mata para Vingar" (1972) - per la cronaca D'Gajão sta per Django! - e con l'avventura con "Sexo e Sangue na Trilha do Tesouro" (1972).
Torna Zé con "Exorcismo Negro" (1974), un film quasi di metacinema, in cui lo stesso Marins, che interpreta se stesso, lotta col suo malvagio alter ego; dello stesso anno la sexy commedia "A Virgem e o Machão".
"O Fracasso de Um Homem nas Duas Noites de Núpcias" (1975) è invece un film drammatico a sfondo psicologico e sempre sulla follia è incentrato il seguente "Inferno Carnal" (1976).
Un'altra commedia sexy è "Como Consolar Viúvas" (1976) mentre tra horror e commedia (involontaria!) si situa "A Mulher Que Põe a Pomba no Ar" (1977).
In "Estranha Hospedaria dos Prazeres" (1977), Zé do Caixão torna protagonista, anche se il film, un fantasmatico horror sui morti che si scoprono tali, non fa parte della "trilogia".
"Delírios de um Anormal" (1977) non è altro che un furbo riciclaggio di scene rimontate dai film precedenti mentre "Mundo-mercado do Sexo" (1978), a dispetto del titolo che non ha nessuna attinenza col contenuto, narra le surreali disavventure di un giornalista in cerca di una notizia interessante da prima pagina.
Dello stesso anno il violento "Perversão" (1978), la storia di uno stupratore che finisce evirato mentre al 1980 risale l'horror "A Praga" e al 1984 il bizzarro "A Quinta Dimensão do Sexo", la storia di due studenti di chimica che diventano malvagi a causa di una mistura anti impotenza di loro creazione.
Nel 1985 Marins salta il fosso e si butta nel porno duro (con tanto di scene zoofile con un cane lupo...) con "24 horas de sexo explícito - 24 horas de sexo ardente" seguito da "Dr. Frank na Clínica das Taras" (1986) e "Quarenta e Oito Horas de Sexo Alucinante" (1987).
"Dêmonios e Maravilhas" (1994) è una sorta di biopic che narra la storia del nostro José e delle difficoltà che ha dovuto affrontare, sia personali che "politiche", nella sua carriera.
Finalmente, nel 2008, il nostro Marins riesce a raccattare i soldi sufficienti per finire la "trilogia" di Zé col definitivo "Encarnação do Demônio": la degna, sanguinolenta, sconclusionata, sadica, blasfema, visionaria conclusione di una delle più allucinanti saghe cinematografiche di sempre!
Ritiratosi da qualche anno nella sua citta natale, visti alcuni problemi di salute, il nostro Zé ha la brutta sorpresa di vedersi dichiarato morto!
Una pagina web annuncia infatti che il regista è deceduto il 27 aprile del 2017, provocando un putiferio sui social.
Per dimostrare di essere ancora vivo e vegeto (perché con lui, chiaramente, non si sa mai…), do Caixão riunisce alcuni fan a San Paolo, alla fine di dicembre del 2018.
Nelle immagini pubblicate sul suo profilo, il nostro appare molto più snello in compagnia della figlia, Liz Martins (per inciso, una dark lady tamarrona ma veramente notevole…).
Altro che Saudade, altro che Carnaval!
Questo è il Brasile che vogliamo!
Tanti auguri José: cento, mille di queste nefandezze!
"Che cos'è la vita? È l'inizio della morte. Che cos'è la morte? È la fine della vita! Che cos'è l'esistenza? La continuità della stirpe. Che cos'è la stirpe? È la ragione dell'esistenza!"
Zé do Caixão/José Mojica Marins - A Mezzanotte possiederò la tua anima