Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

W, W il rock'n'roll! Oggi è il momento di buttarsi a capofitto nei balli più stupidi e sfrenati, perché oggi si festeggia il compleanno di CLEM SACCO, e a noi, cari amici dei Mutzhi Mambo, Clem Sacco piace proprio un sacco! Bando alle tristezze, via dalle facce quei musi lunghi: con le deliranti, stralunate canzoni del nostro Clem, il divertimento è assicurato! Antesignano del rock demenziale, Clem Sacco è un punto di riferimento assoluto per chi, come noi, suona rock'n'roll in italiano. I suoi testi surreali, irriverenti e nonsense hanno insegnato a tutti come usare la nostra lingua per divertire e divertirsi, senza violentare i ritmi del nostro genere preferito. Padre degli Skiantos, degli Squallor, e di tutti quelli che hanno saputo ridere e far ridere su argomenti macabri e scorretti. Al di là della popolarità della sua musica, Sacco è stato il vero re dell'ironia e della beffa della musica leggera italiana, che allora, come oggi, si prendeva decisamente troppo sul serio. Per l'epoca, pezzi come "Baciami la vena varicosa" erano veramente anticonformisti e all'avanguardia, per un'Italietta bigotta e provinciale... Clemente Sacco nasce al Cairo da genitori italiani nel 1933 e si trasferisce appena ventenne a Milano, dove studia canto alla scuola civica, coltivando il sogno di diventare un cantante di musica lirica. È il 1958 quando decide di mollare per sempre i sogni da baritono e dedicarsi anima e corpo alla nuova musica di tendenza che ha già spopolato negli USA: il rock'n'roll. Rispetto agli artisti dell'epoca come Fausto Denis (poi Leali) o Baby Gate (Mina), Sacco ha una marcia in più: compone da sé i propri testi e scopre fin da subito una propensione all'ilarità. Gli piace ridere e, soprattutto, far ridere il suo pubblico, scrivendo canzoni in onore di figlie di amici ("Agnese Rock", ad esempio, nacque in onore della primogenita di Santé Palumbo, il pianista che introdusse Clem alla musica leggera) e cantando un punk d'avanguardia in "Spacca, rompi, spingi". Con un'irriverenza simile, l'aperta sfida alla censura e ai ben pensanti lascia sempre la carriera del cantante in bilico. Nel 1961 si esibisce al Teatro Smeraldo di Milano: davanti le telecamere RAI, un Clem Sacco dal fisico scultoreo (dava lezioni di body building, al tempo chiamata "Cultura fisica") si esibisce in mutande leopardate, lanciando uova addosso al pubblico. L'esibizione piace tantissimo ai più giovani ma non alla casa discografica di Sacco, la Durium, che da quel momento decide di puntare su artisti più rassicuranti come Little Tony. Senza più un contratto, Clem si ritrova allontanato da tutti meno che da Adriano Celentano. Quest'ultimo infatti deve partire per il servizio militare e si accorda con il cantante italo-egiziano, che dovrà sostituire il molleggiato per 15 mesi come frontman nel gruppo dei Ribelli. Sotto la dicitura approvata da ambo le parti "Il Clan Celentano presenta i Ribelli, canta Clem Sacco", il fortunato complesso si esibisce con il repertorio solito del gruppo e l'aggiunta di canzoni poi diventate iconiche, come "Oh mama voglio l'uovo alla coque", brano di cui nel 1963 verrà girato un videoclip per il cinebox (una sorta di jukebox tutto italiano dotato di schermo per videoclip). Ancora una volta, grazie all'energia e alla comicità di Sacco, i cinque video girati che lo vedono come protagonista riscuotono un enorme successo, anche il regista Carlo Infascelli chiama Clem per interpretare uno svitato carcerato nel suo film del 1963 “Canzoni, bulle e pupe”. Ma ancora una volta la censura di radio e televisione lo allontanano dai riflettori. Costretto dalla sorte, Clem Sacco si fa avanguardia ancora una volta: non demorde, continua a scrivere canzoni su canzoni, dai testi sempre più strampalati e trash,e si vede costretto a creare una propria etichetta per inciderle e a far da sé anche per distribuirle. Apre così una delle prime etichette discografiche indipendenti italiane, la Clem Sacco Records (in breve, CSR). Nel frattempo, tra un uovo alla coque e una rotula del femore da succhiare, nascono i Califfi, un nuovo gruppo di cui Sacco è ovviamente il leader. È il 1964 quando Clem trova l'amore: Lella Casorati, sorella di Sergio, ospite a casa del cantante dopo uno sfratto. Nel 1966 hanno la prima figlia (Simona) e abbandona i Califfi in favore dei Kites, cover band dei Beatles che accompagna con le conga. Senza i suoi Califfi, però, le chiamate degli impresari si fanno attendere e prova così a rilevare un ristorante. Rifiutandosi di pagare il pizzo è costretto a spostarsi da Milano a Como, cantando la sera al "Funicolare" e lavorando come giardiniere per un conte. Finalmente, qualche tempo dopo, viene chiamato per dei nuovi concerti: la proposta è indecente ma visto che per mantenere una famiglia si farebbe di tutto, all'alba dei quarant'anni si esibisce con la sua solita grinta come Clementina Gay: parruccona bionda, abito scollato e via a cantare di tutto, dal soul al pop, per sei mesi all'Alexander Bar, uno dei night club per omosessuali più famosi della Milano dell'epoca, diventando di fatto il primo artista travestito dell'Italia moderna. Nel frattempo nasce Omar, il secondogenito, il mafioso che pretendeva le tangenti muore, e Clem può finalmente tornare a Milano con tutti i familiari, senza la paura di finire dentro un pilone di cemento. Per sopravvivere Clem s’inventa mille mestieri: fa il modello all’Accademia di Brera per lo scultore Francesco Messina, rappresentante di commercio, enciclopedie porta-a-porta e le serate che riesce a strappare ad impresari sempre più avari di contratti. La sera canta nei locali, il giorno fa il rappresentante: impossibile tornare a casa per riposare, acquista un camper. A Milano, di fronte al negozio delle Messaggerie Musicali, tiene perennemente parcheggiato il suo camper, una specie di supermarket personale: vende i suoi dischi, le musicassette e mille altre cose, dai tagliaunghie alle carte da poker con le donnine nude. Chi lo conosceva il talento dell'artista trovava assurda e mortificante quella situazione. Eppure lui la vive alla grande: sempre allegro, vitale, coraggioso. In una sua canzone c'è un verso che fa "papà, voglio un quarto di leone". Ebbene, sicuramente il padre lo aveva accontentato. Clem Sacco fa questa vita per 25 anni, lavora poi dal 1985 al 1990 su una nave da crociera. Nel 1993 si trasferisce definitivamente a Tenerife e si guadagna da vivere con degli ingaggi di pianobar, senza quindi mai essere riuscito formalmente a sfondare. Negli ultimi anni, tuttavia, la figura di Clem Sacco è stata, per così dire, "riscoperta": nel 2003 Michele Bovi riporta la sua figura sotto i riflettori all'interno di un libro sul Cinebox. Comincia così ad essere richiamato, ormai anziano, per live, interviste e premi (Gene Gnocchi lo premia per la Grande Notte di Raidue come “l’artista più trasgressivo nella storia del rock italiano” - curioso, considerando che era stata la stessa RAI ad ostracizzarlo, ai tempi). Finisce persino per girare un nuovo videoclip per uno dei suoi più grandi successi, "Baciami la vena varicosa", diretto da una sua fan sfegatata, Asia Argento, assieme all'allora compagno Michele Civetta. Oggi son capaci tutti di infarcire le canzoni con delle frasi demenziali, piene di parolacce e allusioni sessuali. Il mercato accetta e anzi benedice ogni provocazione: tanta oscenità ma nessuna trasgressione. Clem è stato il primo. Ed era autentico: ha pagato la sua arte e la sua audacia con la disapprovazione dei moralisti e il veto dei benpensanti. E non ha mai fatto il piagnone! Onore all'immenso Clem Sacco! Tanti, tanti auguri, Maestro dei Maestri!

"Non ti accontenti più
dei baci miei
non ti accontenti più
delle mie carezze
non ti accontenti più 
del mio puro amor
sai che ti dico allor:
Baciami la vena varicosa
succhiami il dente del giudizio
strappami il pelo del neo
vampira vampira vampira cha cha
succhiami la rotula del femore
strappami l’unghia incarnata
baciami pure l’ombelico(lo)…"
Clem Sacco -Baciami la vena varicosa

Almanacco Pulp dei Mutzhi Mambo

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    Informazioni
    20 Maggio
    Per chi "vo' fa l'americano", come noi che amiamo il rock'n'roll, RENATO CAROSONE è stato più di un Maestro, cari amici dei Mutzhi Mambo, più di un Insegnante, più di un pioniere! Ha dimostrato che... Renato Carosone
  • Clem Sacco

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    19 Maggio
    W, W il rock'n'roll! Oggi è il momento di buttarsi a capofitto nei balli più stupidi e sfrenati, perché oggi si festeggia il compleanno di CLEM SACCO, e a noi, cari amici dei Mutzhi Mambo, Clem... Clem Sacco
  • Ian Curtis

    Ian Curtis

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    18 Maggio
    È maggio, cari amici dei Mutzhi Mambo, il mese della primavera, dei fiori che sbocciano, degli ormoni che esplodono.Ma è come se fosse una fredda, umida, uggiosa giornata di novembre…Oggi, ad... Ian Curtis