Chi è l'attore più figo, più duro, più carismatico di tutti?
Ma si, cari amici dei Mutzhi Mambo, è lui, l'incommensurabile CLINT EASTWOOD, una delle più grandi icone del cinema!
Occhi di ghiaccio stretti come fessure dell'inferno, faccia solcata da rughe profonde come canyon, lineamenti che sembrano scolpiti nella pietra, Clint Eastwood è una vera e propria leggenda vivente.
Non esiste maschio che almeno una volta non abbia voluto essere Clint Eastwood!
È il prototipo dell'eroe solitario, taciturno, scorbutico, cinico quanto basta ma non arido, conservatore ma non ottuso, il tipo a cui è meglio non rompere mai le palle.
Ha rinnovato il western coi film di Sergio Leone e l'hard-boiled coi film di Callaghan.
È stato uno dei pochissimi attori a continuare anche da vecchio a fare cose belle e interessanti, soprattutto come regista, dimostrando una maturità e una profondità inaspettate da parte del "duro dei duri".
Clinton Eastwood Jr. nasce il 31 Maggio del 1930 a San Francisco, in California.
Figlio di un operaio in una fabbrica di acciaio e di una casalinga, Eastwood studia scienze economiche al Los Angeles College, poi si arruola come soldato nella United States Army.
Si risparima il fronte coreano perche entra nel gruppo sportivo dell'esercito come istruttore (è un ottimo giocatore di basket grazie anche alla sua notevole altezza-1,93 m.), ma le avventure non gli mancano, tipo saltare in mare da un aereo in avaria salvando pure il camerata che è con lui durante il volo.
Più che convito che la carriera militare non fa al caso suo, si impegna in svariati lavori prima di intraprendere quello di attore: da boscaiolo in una segheria a guardiano notturno, da bagnino a conducente di camion e poi impiegato amministrativo, pianista e addirittura trombettista jazz.
Incoraggiato da due suoi ex-compagni d'armi, gli attori David Janssen e Martin Milner, a fare un provino per la Universal, nel 1954, firma da subito un contratto da 75 dollari a settimana per 40 settimane.
Comincia così a lavorare in b-movie horror come "La vendetta del mostro" e "Tarantola", entrambi del 1955 ed entrambi di Jack Arnold, anche se, nel frattempo, si aggiudica in modo del tutto casuale (viene notato da un dirigente mentre era andato a trovare un suo amico negli studi della CBS) la parte del cowboy Rowdy Yates protagonista del telefilm di culto “Rawhide” (1958-59).
Nel 1964, mentre recita in alcuni episodi della serie, riceve la proposta di interpretare un western in Europa, col titolo provvisorio di "The Magnificent Stranger".
Il film deve essere finanziato da una produzione italo-tedesco-spagnola e girato in Spagna dal regista romano Sergio Leone.
Eastwood è convinto che nessun europeo sia in grado di girare un western realistico, ma si incuriosisce leggendo la sceneggiatura, ispirata a un capolavoro del cinema giapponese, "Yojimbo" di Akira Kurosawa.
Questo particolare lo colpisce, perché sa che, proprio da un altro lavoro di Kurosawa, alcuni anni prima è stato tratto "I magnifici sette", film di enorme successo commerciale che aveva determinato l'affermazione di nuovi talenti come Charles Bronson, Steve McQueen e James Coburn.
La CBS vorrebbe che Eastwood non prendesse altri impegni di lavoro oltre a “Rawhide”, e cerca di impugnare il contratto, ma l'attore si impunta minacciando di lasciare la serie.
Più di ogni altra cosa, è spronato ad accettare l'offerta dal desiderio di visitare l'Europa insieme a sua moglie (la produzione garantisce il viaggio pagato anche alla consorte); in secondo luogo, la retribuzione è vantaggiosa e il rischio minimo in caso di insuccesso, perché nessuno fuori dall'Europa vedra mai il film...
L' “Uomo senza nome”, protagonista del film che poi si intitolerà “Per un pugno di dollari", è un vagabondo, un antieroe, un rude mercenario, un individuo agli antipodi rispetto al mite Rowdy Yates che finora aveva interpretato.
Tornato negli Stati Uniti alla fine delle riprese, Eastwood ricomincia a girare gli episodi del telefilm e quasi non fa caso a un articolo di Variety che parla del grande successo italiano ed europeo degli “spaghetti western”, anche perché ignora il titolo definitivo dato a "The Magnificent Stranger".
Una lettera della produzione, che gli propone di interpretare un secondo film, chiarisce l'equivoco: questa volta torna in Europa senza esitare!
La pellicola è "Per qualche dollaro in più" (1965), diretto ancora una volta da Leone sempre con il magnifico Gian Maria Volontè come villain, e presenta una trama che è poco più che una variazione sul tema del precedente, questa volta con l'aggiunta di un protagonista in più, affidato all'interpretazione del cupo Lee Van Cleef.
Inoltre, il personaggio dello Straniero, se possibile è ancora più cinico ed ambiguo che in "Per un pugno di dollari".
Anche questo film ottiene incassi enormi, ma il successo commerciale in Europa non influenza minimamente le major, che continuano a ignorare l'attore e si rifiutano di pagare la pur irrisoria cifra necessaria per assicurarsi i diritti di distribuzione delle pellicole negli Stati Uniti.
Intanto "Rowhide" sta per essere soppressa dalla CBS (era andata in onda in 217 episodi dal gennaio 1959 al febbraio 1966 e Eastwood, dopo la defezione di Eric Fleming, è il protagonista degli ultimi 22), ma per fortuna Leone gli spedisce una terza sceneggiatura.
Per il suo ruolo di "Il buono, il brutto, il cattivo" (1966) Eastwood chiede ed ottiene una cifra esorbitante per l’epoca (e per una produzione italiana), ben duecentocinquantamila dollari, ma la pellicola ottiene ancora una volta incassi da sogno.
Tra il secondo e il terzo film di Leone, il produttore Dino De Laurentiis fa interpretare ad Eastwood anche un breve episodio (il quinto e ultimo) del film "Le streghe" sotto la direzione di Vittorio De Sica.
Il film, costruito appositamente per il rilancio di Silvana Mangano dopo una lunga assenza dallo schermo, presenta un Eastwood fuori parte in giacca e cravatta, nel ruolo di marito annoiato.
La pellicola non viene bene accolta dalla critica e dal pubblico e "Le streghe" esce nel 1967: negli Stati Uniti, ha una scarsissima distribuzione.
La "trilogia del dollaro" regala intanto ad Eastwood un'enorme popolarità e il successo internazionale dei film induce finalmente la United Artists ad acquistarne i diritti e a presentare i tre film negli USA.
Le critiche americane sono impietose verso la via italiana al western (gelosi! gelosi!) ma anche negli Stati Uniti gli spettatori sono numerosissimi.
Eastwood si guadagna la fama di grande attore western: la sua espressione indecifrabile, il suo sorriso accennato, i suoi silenzi, il suo mezzo toscano in bocca, il suo poncho, lo rendono un'icona tout court del cinema, al pari di Humphrey Bogart, John Wayne, Robert Mitchum e Gary Cooper.
La United Artists vuole sfruttare la popolarità di Eastwood facendogli interpretare "Impiccalo più in alto" diretto da Ted Post, un altro western incentrato sul tema del rapporto tra giustizia e violenza.
Inizialmente per la regia del film viene scelto lo stesso Sergio Leone ma egli declina l'offerta perché impegnato con "C'era una volta il West".
Nel 1966 Clint viene scelto per interpretare Two-Faces nella serie tv "Batman" con Adam West, ma la serie viene cancellata.
Dal 1968 in poi, la carriera di Clint Eastwood comincia a decollare di brutto; viene chiamato a recitare in "L'uomo dalla cravatta di cuoio", la sua prima collaborazione col maestro Don Siegel e l'anno dopo è co-protagonista con Richard Burton in "Dove osano le aquile", di Brian G.Hutton, ambientato durante la seconda guerra mondiale.
Grazie ai lauti compensi ottenuti per questi film, Eastwood decide di acquistare un ranch alla periferia di Carmel-by-the-Sea, cittadina californiana di cui molti anni dopo sarebbe diventato anche sindaco.
Un altro sogno dell'attore è quello di poter avviare una propria compagnia di produzione cinematografica, per poter mantenere il controllo su tutte le fasi di realizzazione dei film.
Benché altri attori del calibro di Burt Lancaster e John Wayne, avessero tentato in passato di fare i produttori di sé stessi con esiti discutibili, Eastwood, noto per la sua oculatezza e frugalità, vuole ugualmente cimentarsi nell'impresa, dopo aver attentamente osservato gli sprechi delle major e capito in che modo poteva ridurre le spese inutili.
Nel 1968 nasce così la Malpaso Productions che dai primi anni settanta fino ad oggi, si occupa della realizzazione dei film di Eastwood e di un piccolo, selezionato numero di film di altri autori.
Sempre del 1969 è "La ballata della città senza nome", un western basato su una commedia musicale andata in scena a Broadway alcuni anni prima.
I numeri musicali di Eastwood, che qui recita accanto a un mostro sacro come Lee Marvin, sono bene accolti dalla critica, ma disorientano i fan dell'attore, che si aspettano da lui un altro tipo di ruolo; nonostante l'enorme investimento di denaro, il film non è un buon successo, anche se viene nominato per un Golden Globe.
La notorietà gli porta molte nuove occasioni ma sempre come "duraccio".
Nonostante tutto, Eastwood cerca di diversificare i ruoli a seconda delle occasioni offerte, per non restare bloccato nello stereotipo che lo ha reso famoso.
Nel film "I guerrieri" (1970), ad esempio, combina il ruolo del "duro" con una forte componente umoristica.
Sempre nel 1970 interpreta "Gli avvoltoi hanno fame", nel quale stavolta al western affianca anche la commedia.
Regista del film è il solido Don Siegel, che con lui instaura un solido rapporto di amicizia.
Proprio grazie a Siegel, Eastwood si può iscrivere al sindacato americano dei registi ed esordire con il primo lungometraggio diretto e interpretato da lui.
"Brivido nella notte", è un film sul tema dello stalking: il protagonista è perseguitato da una donna possessiva e maniaca che tenta di ucciderlo quando egli rifiuta le sue avances.
Girato in un solo mese senza riprese in studio con bassissimo budget (Eastwood non percepisce alcun compenso ma si assicura una percentuale sugli utili), vede coinvolto lo stesso Don Siegel a titolo di amicizia come attore in un cameo nella parte di un barista.
Il 1971 è uno degli anni migliori per Clint.
È protagonista di "La notte brava del soldato Jonathan" (diretto ancora una volta da Siegel) ma soprattutto esordisce nel ruolo dell'ispettore di polizia Harry Callahan (nelle versioni italiane modificato in Harry Callaghan) in "Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!", sempre di Siegel, una delle più significative interpretazioni di Eastwood.
Il film, acclamatissimo dal pubblico, diviene oggetto di serrate polemiche su come vengono rappresentati i metodi della polizia.
Una larga parte della stampa giudica reazionario e fascistoide il comportamento dell'ispettore.
La pellicola, pur così discussa dal punto di vista ideologico, dà l'avvio a un nuovo genere di film d'azione con protagonisti poliziotti spicci dalla pistola facile, un genere largamente imitato ancora oggi.
Ma nessuno risulta più credibile del nostro Clint.
Del 1972 è "Joe Kidd", un western revisionista di John Sturges, che, pur superando negli incassi molti suoi film più noti, è soffocato dalle polemiche sorte dopo l'uscita di "Dirty Harry", ancora saldamente impresso nel ricordo degli spettatori.
Nel 1973 Eastwood vuole nuovamente dirigersi ne "Lo straniero senza nome", western in cui il regista sembra avere ormai bene assimilato la lezione di Sergio Leone e Don Siegel, anche se per ora manca lo stesso talento.
Nello stesso anno esce il secondo film della saga dell'ispettore più kattivo di tutti, "Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan", di Ted Post, con la sceneggiatura di John Milius e Michael Cimino: questa volta il nemico si annida fra gli stessi agenti di polizia.
Il 1974 lo vede ancora protagonista, questa volta al fianco del giovane Jeff Bridges, di un fantastico film d'azione, "Una calibro 20 per lo specialista" 1974, per la regia del debuttante Michael Cimino, un road movie su un veterano rapinatore di banche ed un giovane vagabondo truffatore, che mescola abilmente la commedia con la suspense e una bella riflessione sul tema "maestro e allievo".
Nel 1975 dirige ed interpreta il film "Assassinio sull'Eiger", una poco riuscita imitazione di James Bond, funestata da incidenti anche mortali fra gli stuntmen coinvolti.
Intanto, la saga di Dirty Harry si arricchisce di nuovi episodi: l'ultra reazionario "Cielo di piombo, ispettore Callaghan" (1976), di James Fargo, "Coraggio... fatti ammazzare" (1983), diretto dallo stesso Eastwood, famoso per la frase che dà il titolo al film, «Go ahead, make my day» (la cui traduzione letterale in italiano è «Avanti, da' un senso alla mia giornata»), e "Scommessa con la morte" (1988), sconclusionato epilogo della saga del nostro ispettore preferito (c’è pure un demenziale inseguimento con una macchinina telecomandata!).
Parallelamente, Eastwood continua a cimentarsi con la regia.
Anche se il western è ormai in declino, nel pieno degli anni settanta vuole di nuovo cimentarsi nel genere con "Il texano dagli occhi di ghiaccio", che interpreta insieme alla sua nuova convivente Sondra Locke.
Presentato nell'estate del 1976, il film diviene uno dei western di maggiore incasso di tutti i tempi, pur accompagnato da critiche sprezzanti, che lamentano l'eccessivo spargimento di sangue.
Sondra Locke compare come attrice anche nel successivo "L'uomo nel mirino" (1977), thriller in cui Eastwood sostiene l'insolito ruolo di poliziotto alcolizzato.
Nel 1978 Eastwood vuole ritentare con la commedia leggera, pur essendo consapevole del fatto che i pochi ma dolorosi insuccessi della sua carriera si sono verificati quando aveva voluto rinunciare al suo abituale stereotipo.
"Filo da torcere" gli fa vincere la scommessa con sé stesso e diviene il maggiore incasso della Malpaso Productions fino a quel momento.
Il film ha anche un seguito, "Fai come ti pare", diretto da Buddy Van Horn, due anni dopo.
Nel 1979 si ricostituisce il sodalizio Eastwood-Siegel col bellisssimo "Fuga da Alcatraz", uno dei migliori prison movie in assoluto.
Il film, in cui Eastwood interpreta il detenuto Frank Morris, l'unico che si suppone sia riuscito ad evadere insieme con altri due uomini dal carcere di massima sicurezza di Alcatraz, determina una significativa svolta nella critica, che fino a quel momento aveva sempre snobbato Eastwood come attore.
Gli anni ottanta si aprono per Eastwood con "Bronco Billy", commedia country-western che costituisce con "Filo da torcere" e "Fai come ti pare" una sorta di trilogia.
Affiancato nuovamente da Sondra Locke e con i suoi figli Kyle e Allison in ruoli cameo, Eastwood si cimenta per la settima volta come regista, ma il film non ottiene il successo commerciale sperato, pur essendo generalmente ben apprezzato dai critici.
Nel 1982 Eastwood dirige ed interpreta (insieme al figlio Kyle) "Honkytonk Man", sulla base dell'omonimo romanzo di Clancy Carlile, ambientato nel periodo della grande crisi economica.
Nello stesso anno dirige ed interpreta il poco riuscito fanta-thriller "Firefox - Volpe di fuoco".
Dopo aver prodotto e interpretato il serrato thriller "Corda tesa", una delle sue rare incursioni nella commedia è nel film "Per piacere... non salvarmi più la vita".
Scritto e sceneggiato da Blake Edwards, doveva anche essere diretto da quest'ultimo, ma per alcune divergenze con Eastwood, la regia viene affidata a Richard Benjamin.
Il film, pur non essendo un granché, ottiene un ottimo successo commerciale.
Nel 1985 Eastwood vuole sperimentare nuovamente un western in un momento critico per il genere, interpretando e dirigendo l'ottimo "Il cavaliere pallido".
Un mezzo passo falso si rivela "Gunny", film bellico del 1986: ad una prima parte deliziosa in cui il nostro Clint interpreta magistralmente un veterano in crisi, si oppone la seconda in cui narra la squallida impresa USA a Granada con toni ipernazionalistici e celebrativi.
Alla fine degli anni ottanta Eastwood alterna film di scarso successo come "Pink Cadillac" (1989), diretto da Buddy Van Horn, a progetti più personali, come la regia di "Bird" (1988), una biografia del tormentato sassofonista jazz Charlie "Bird" Parker, interpretato magnificamente da Forest Whitaker.
Gli anni novanta iniziano col mediocre "La recluta", che ha un discreto successo, e con "Cacciatore bianco, cuore nero", una bella biografia romanzata di John Huston, che incassa invece molto meno.
Eastwood torna a sorpresa nuovamente tra le grandi star di Hollywood nel 1992, anno in cui recita e dirige il suo capolavoro, il dolente, bellissimo western "Gli spietati", dedicato ai suoi maestri Leone e Siegel, in cui interpreta il ruolo di un vecchio ex-pistolero coinvolto in un' "ultima missione".
Il film, riceve nove nomination ai premi Oscar 1993 (inclusa quella per il miglior attore per lo stesso Eastwood) vincendone quattro: miglior film, miglior regia, miglior attore non protagonista per Gene Hackman e miglior montaggio per Joel Cox.
Nel 1993 interpreta il thriller-d'azione "Nel centro del mirino", con John Malkovich, il primo film in cui, dopo vari anni, Eastwood è solo interprete e non più regista, passando il ruolo a Wolfgang Petersen.
Nello stesso anno Eastwood diviene co-protagonista con Kevin Costner de "Un mondo perfetto", ottimo e intenso film drammatico-poliziesco ambientato nel 1960, in cui Eastwood interpreta un Texas Ranger, alla caccia di un criminale che rapisce un bambino.
Amplia ancora il suo repertorio con l’intenso film d'amore (e a noi i film d'amore in genere fanno schifo...) "I ponti di Madison County" (1995), in cui è protagonista insieme con Meryl Streep, e continua a lavorare come regista per il giallo visionario "Mezzanotte nel giardino del bene e del male" (1997) con John Cusack, Kevin Spacey e Jude Law.
Due anni dopo, nel 1997, Eastwood si dirige nel thriller "Potere assoluto" nel quale viene affiancato di nuovo dall'amico Gene Hackman nel ruolo di un perfido presidente degli Stati Uniti.
Ritorna dietro e davanti alla macchina da presa due anni dopo con "Fino a prova contraria", apologo contro la pena di morte, che vede tra gli attori anche la sua giovane figlia Francesca.
Nel 2000 Eastwood dirige e interpreta "Space Cowboys" con le vecchie glorie Tommy Lee Jones, Donald Sutherland e James Garner.
In questa dolente e fantascentifica matafora della vecchiaia, Eastwood e gli altri interpretano il ruolo di ex-piloti, mandati nello spazio per riparare uno obsoleto satellite sovietico che minaccia la Terra.
L'anno dopo Eastwood interpreta un agente dell'FBI a caccia di un criminale nel film "Debito di sangue", che si rivela un fallimento commerciale.
Nel 2003 azzecca di nuovo un successo con il film "Mystic River", splendida riflessione sulla liceità della vendetta, con protagonisti Sean Penn e Tim Robbins, dove Eastwood si occupa della regia, della produzione e delle musiche.
Ma il vero trionfo del cineasta Eastwood arriva agli Oscar 2005: il suo "Million Dollar Baby", amara apologia dell'eutanasia, porta a casa quattro statuette importanti: miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista a Hilary Swank e miglior attore non protagonista per l'amico Morgan Freeman.
Ritorna dietro la macchina da presa per realizzare un dittico sulla guerra nippo-americana, girando prima "Flags of Our Fathers", dal punto di vista americano, e in successione "Lettere da Iwo Jima", girato in lingua giapponese, che da conto del punto di vista nipponico; quest'ultimo vince il Golden Globe 2007 come miglior film straniero e viene candidato per la miglior regia.
Il 2008 segna un nuovo trionfo per la critica e per il pubblico grazie a "Gran Torino", di cui è ancora una volta regista e protagonista, film profondamente antirazzista, incentrato sulla figura di un vecchio misantropo reduce della Guerra in Corea che si trova a dover fronteggiare prima la morte della moglie, quindi la difficile amicizia con un ragazzino cinese, infine una terribile guerra con un clan di giovani criminali.
Dopo l'uscita del film Eastwood dichiara il ritiro come attore volendosi occupare solo della regia, scelta che invece rimette in discussione quattro anni dopo, apparendo come attore nel film drammatico-sportivo "Di nuovo in gioco" di Robert Lorenz.
Sempre nel 2008 dirige Angelina Jolie nel drammaticissimo "Changeling", ispirato a fatti realmente accaduti.
Ritorna a lavorare col suo amico Morgan Freeman nel 2009 dirigendolo nel biopic su Nelson Mandela "Invictus - L'invincibile".
Nel 2010 dirige il non pienamente riuscito "Hereafter" che, dopo "Invictus", ha nuovamente Matt Damon fra i protagonisti.
La pellicola ad episodi, di diseguale qualità, è incentrata sul tema della morte e rappresenta il primo thriller soprannaturale dell'intera carriera di Eastwood.
L'anno seguente collabora con Dustin Lance Black alla realizzazione di "J. Edgar", film biografico dedicato al controverso ex direttore dell'FBI John Edgar Hoover, interpretato da un convincente Leonardo DiCaprio.
Il 20 giugno 2014 esce nelle sale il nostalgico "Jersey Boys", di cui firma la regia, basato sulla storia del gruppo doo-woop di origine italiana "The Four Seasons" e del suo leader Frankie Valli.
A natale 2014 esce il suo 38° film da regista, il controverso "American Sniper", basato sulla vita del cecchino dell'esercito Chris Kyle, che presenta tra i protagonisti Bradley Cooper e Sienna Miller.
Nel 2016 dirige il film "Sully", un gioiellino di rigorosa tensione con protagonista Tom Hanks: la storia del Capitano Chesley Sullenberg che il 15 gennaio 2009 fu costretto ad effettuare un eroico ammaraggio sul fiume Hudson, con il quale salvò la vita a 150 passeggeri e 5 membri dell'equipaggio.
Non è un capolavoro, è vero, ma inspiegabilmente è stato totalmente ignorato
Come ignorata è passata l’ultima sua fatica “Ore 15:17 – Attacco al tre”:
pur essendo tutt’altro che un film perfetto o riuscitissimo, ha parecchi punti d’interesse.
Il primo e più evidente è quello di aver scritturato i reali protagonisti della storia vera da cui la pellicola è tratta (lo sventato attacco terroristico su un treno ad opera di un pugno di ragazzi americani in vacanza), chiedendo loro di interpretare se stessi.
Il secondo punto è legato alla difficoltà intrinseca di riuscire a montare una narrazione interessante per 90 minuti, a fronte di un evento drammatico durato poco più di una manciata di secondi.
Eastwood ci riesce in modo egregio, dando prova di un virtuosismo raro.
Diciamoci la verità: se le sue ultime due pellicole le avesse girate un regista esordiente (o quasi) avremmo gridato al genio!
Ma con che modello lo hanno fatto Eastwood?
Bisognerebbe clonarlo. ..
Chiudiamo questo lungo omaggio al nostro Clint ricordando che è pure un buon musicista jazz e un discreto cantante.
Caro Clint, caro Maestro, ma tutte te le vuoi?
Tanti, tanti auguri!!
"Le opinioni sono come le palle: ognuno ha le sue."
Clint Eastwood