Arieccoci, cari amici dei Mutzhi Mambo!
Finalmente è tornata la Vostra dose quotidiana di Pulp sopraffino, da noi distillata con cura e proposta con infinito ammmore, pronta ad essere da Voi gustata e condivisa a più non posso!
E per battezzare degnamente il ritorno di questo Vostro Almanacco, quale "padrino" migliore poteva esserci di quel figaccio ubriacone di DEAN MARTIN?
Definito "the king of cool" da Elvis Presley e "uomo più cool mai vissuto" da "Playboy Magazine", Dean Martin è stato una vera icona di stile, il più azzeccato simbolo del machismo guascone in salsa "macaroni".
Bello, simpatico, elegante, sornione, dotato di una voce meravigliosa e di un carisma irresistibile, Martin (come è anche più di Frank Sinatra) ha "sdoganato" presso il grande pubblico, specie femminile, la figura del "Latin lover" italo-americano.
Certo, l'immagine del nostro Paese veicolata dai pezzi cantati da Dean non è proprio-proprio "realistica": "Napolì", "pizza", "mandolini", "darandelle" e "Vida bella", un Paese tutto sole e belle more che fa da contraltare all'Italia "mafia" e cafoni che rappresenta l'altra faccia della medaglia.
Un Bel Paese da cartolina, uno stereotipo duro a morire, di cui Dean è stato uno dei massimi divulgatori.
Ma come si fa a fargliene una colpa?
Sex symbol scanzonato, istrionico, versatile, romantico, interprete dal timbro inconfondibilmente caldo e suadente: sono solo alcune delle tante caratteristiche di colui che è stato uno dei più grandi cantanti ed attori di Hollywood
Eterna sigaretta in bocca, immancabile bicchiere in mano, Martin era un vero "crooner" che nel corso della sua carriera ha conquistato l’affetto di milioni di fans, grazie soprattutto ai memorabili i film realizzati in coppia con Jerry Lewis e le ospitate in Tv nello show di Frank Sinatra, “Frank Sinatra’s Rat Pack”.
Tuttavia, dietro la sua immagine scanzonata e la fama di "sciupafemmine", Dean Martin era in realta una persona piuttosto timida e fragile, con seri problemi con la bottiglia e una tragedia in agguato che lo segnerà per sempre...
Dino Paul Crocetti (così all'anagrafe) nasce a Steubenville, in Ohio, il 7 giugno del 1917.
Sua madre è di origini campane, mentre suo padre è un barbiere proviente da Montesilvano d'Abruzzo: in casa si parla solo in italiano, e, fino a cinque anni, il nostro ha enormi difficoltà col linguaggio, tanto che viene preso in giro dai compagni e considerato quasi un ritardato; poi, piano piano, impara ad esprimersi in lingua inglese.
Fin da giovanissimo il suo sogno è diventare un uomo di spettacolo, non a caso indossa sempre un cappello, anche in giro per casa.
Come di solito succede ai disadattati, ha un carattere piuttosto turbolento e non mancano le risse con i piccoli teppistelli del suo quartiere, ma in fondo è pure un bravo ragazzo, leale e premuroso con gli amici.
La scuola non è proprio roba per lui e, dopo aver compiuto sedici anni, lascia gli studi e si barcamena in diversi lavoretti come il benzinaio e addirittura tenta la via del pugilato, senza mai ottenere particolari soddisfazioni.
Anzi prende un fracco di botte e si mette in tasca una miseria: come pugile viene pagato solo 10 dollari a incontro e vince solo uno dei dodici match disputati.
Nel frattempo prova anche ad affermarsi come cantante, e così, dopo aver cambiato nome in Dean Martin, si fa conoscere per la propria bella voce ai tavoli del più grande e bel casinò delle sue parti, il "Rex", dove si rivela anche un abilissimo croupier.
Il 26 giugno del 1946, ad Atlantic City, in un periodo in cui stanno emergendo prepotenti gli "Spaghetti Boys", ovvero italoamericani di successo come Gianni e Pinotto e Frank Sinatra, Dean Martin si si esibisce per la prima volta con Jerry Lewis.
Dire che il primo spettacolo del duo Dean Martin-Jerry Lewis, “non andò molto bene”, è senza dubbio un eufemismo.
Infatti, il proprietario dell’ "Atlantic City’s 500", alla fine della loro esibizione, li minaccia letteralmente di morte!
Ma dopo questo episodio, la coppia prende il volo e diviene la più richiesta in tutti gli Stati Uniti.
I due artisti costituiranno una delle più celebri coppie comiche di sempre, destinata a divertire il mondo nei dieci anni successivi, realizzando insieme 16 film, a partire da "La mia amica Irma" del 1949, fino a "Hollywood o morte!" del 1956.
Il canovaccio è più o meno sempre lo stesso: Dean, la spalla, alle prese con problemi avventurosi e sentimentali che viene intralciato/aiutato dalle rocambolesche gaffe dello straordinario folletto Lewis, genio della comicità e vera star del duo.
Nel 1950, debuttano anche sul piccolo schermo con uno show: "The Colgate Comedy Hour".
Nel frattempo, Dean ottiene successo come cantante, pubblicando nel 1954 la super hit "That's amore", scritta da Harry Warren, suo collega italo-americano: una dichiarazione d'amore per Napoli, la pizza e la tarantella, mielosa e infarcita di luoghi comuni buttati un po'lì a caso, ma in fondo allegra e simpatica, tanto che diventa il pezzo "macaroni" per eccellenza.
Il sodalizio con Lewis si scioglie il 24 luglio 1956 a causa di screzi personali.
Per Lewis Dean Martin è “un genio comico” ma il nostro non la pensa esattamente allo stesso modo: come dichiarerà in seguito, per lui i film "con" Jerry Lewis erano film "di" Jerry Lewis e lui odiava i film di Jerry Lewis…
Jerry Lewis rimane sconvolto da questa decisione, fino a trovarsi costretto a prendere dei sonniferi per dormire; invece, pare che Martin sia tornato tranquillamente a casa, a sbafarsi un bel sandwich di uova fritte, mettendosi a guardare la tv come se nulla fosse.
Eh, ragazzi, c'è poco da fare: quando uno è cool, è cool davvero!
Dean riesce comunque a smentire chi ritiene che, senza il suo celeberrimo partner, la sua carriera sarebbe finita.
Specialmente nel settore discografico, avrà un successo strepitoso e tra il 1950 e il 1969, con la pubblicazione di 40 singoli, riuscirà a vendere milioni di dischi.
I più famosi sono senza dubbio: “That’s Amore” e “Everybody Loves Somebody e, nel suo goffo ma irresistibile italiano, incide dei pezzi memorabili come "Simpatico", "In Napoli" e "Innamorata".
Anche come attore il nostro conquista grandi successi: non solo nelle commedie, come era facile prevedere, ma anche in pellicole drammatiche quali "I giovani leoni" (1957), di Edward Dmytnyk, al fianco di Marlon Brando, e soprattutto il mitico "Un dollaro d'onore" del 1959, diretto da Howard Hawks e interpretato assieme a John Wayne e Angie Dickinson, dove impersona un pistolero sfigato e ubriacone (e l'aderenza al personaggio non poteva essere migliore…).
Negli anni Sessanta entra a far parte del famigerato "Rat Pack", un gruppo composto da cantanti e attori che propongono un repertorio da crooner e uno stile di vita "iper-stiloso" da donnaioli gaudenti, al capo del quale c'è Frank Sinatra.
Con il Rat Pack interpreta diversi film, tra cui "Colpo grosso", "Tre contro tutti", e "I 4 di Chicago".
Tra il 1966 e il 1969 gira una serie di quattro film nella parte dell'agente segreto Matt Helm e, sul finire degli anni '60, inizia a presentare sulla Nbc "The Dean Martin Show", uno spettacolo settimanale che proseguirà fino al 1974.
Fra le ultime interpretazioni ricordiamo lo scanzonato "La corsa più pazza d'America" (1981), di Hal Needham, e il relativo seguito del 1984.
Nel 1987, suo figlio Dean Paul muore in un incidente aereo all'età di trentacinque anni, lasciandolo in una disperazione che non riuscirà mai a superare.
Gira l'ultimo film del suo percorso artistico, "Congiure parallele", e, prima di ritirarsi l'anno successivo, fa un tournée al fianco dei suoi compari Sammy Davis Junior e Frank Sinatra.
Martin nella sua vita si è sposato tre volte, diventando padre di otto figli, uno dei quali adottato.
Il 25 dicembre 1995, muore a Beverly Hills per un enfisema sopraggiunto dopo anni di problemi fisici e mentali.
Pochi giorni prima, il suo "amico" Frank Sinatra lo aveva estromesso dalla lista degli invitati alla festa per celebrare i suoi ottant'anni.
Il motivo di questo mancato invito non è mai stato chiaro: secondo alcuni, Sinatra non gradiva di vedere il suo amico ormai ridotto a un vegetale ma secondo altri, i rapporti tra i due si erano compromessi quando, in occasione della morte di Dean Paul, Martin aveva interrotto la tournèe.
Viene sepolto in California, nel cimitero di Westwood: sulla sua tomba viene inciso l'epitaffio "Everybody loves somebody sometime", "Tutti amano qualcuno prima o poi", titolo di uno dei suoi più grandi successi discografici.
Ormai, dell'Italietta da cartolina rappresentata dal grande Martin sono rimaste solo le macerie…
Onore a Dean Martin!
"Non sei ubriaco se riesci a stare sdraiato a terra senza doverti aggrappare da qualche parte" (Dean Martin, 1965)