C’è il cinema-cinema e poi c’è il cinema “bis”, quello di imitazione, quello dei sequel apocrifi, quello con gli attori somiglianti.
È affine ma concettualmente un po’diverso da quello definito “explotation”, il cinema che sfrutta fino all’osso un filone, un genere, con film il più delle volte infami.
Il “bis” invece è sempre e comunque infame, cari amici dei Mutzhi Mambo, non sfrutta un filone ma tenta maldestramente di imitare una specifica pellicola o di appropriarsi come un parassita del titolo, spesso e volentieri esagerandone e deformandone le caratteristiche.
E così il ciclo erotico “Emmanuelle” diventava “Emanuelle” (con una sola “emme”), “Alien 2” era un horror trash che non aveva nessun rapporto con l’originale di Ridley Scott, Michael Coby e Paul L. Smith (a.k.a. “Simone e Matteo”) facevano piangere i bambini, convinti di essere andati al cinema a vedere un film di Bud Spencer e Terence Hill.
E così via, sempre più in basso...
Chiaramente è da queste parti che si annida il massimo del Pulp più trucido e di culto!.
Insomma, per venire finalmente al sodo, se trasferiamo all’ambito musicale questa “filosofia” del cinema “bis” spuntano immediatamente fuori personaggi bizzarri come il grandissimo RIZ SAMARITANO, autentico “bis” in carne ed ossa del mitico Fred Buscaglione!
Intendiamoci, Riz Samaritano non è un “sosia” di Buscaglione, e nemmeno un fedele discepolo o un erede; è un imitatore, un “bis”, e come tutti i “bis” è più fetido ed estremo dell’originale.
il suo stile musicale, che lui ama definire 2/3 Buscaglione ed 1/3 Carosone, si caratterizza per il tono grottesco dei suoi testi, che rispetto all’ironia crime e noir di quelli che Chiosso scriveva per Fred, sono molto più visionari, violenti e sarcastici.
Aveva un po’di seguito a cavallo degli anni ’50 e ’60 ma non ha inciso tantissimo il nostro Riz; però bastano le deliranti “Cadavere Spaziale” e “Tango assassino” per farlo schizzare in cima alla nostra personale classifica!
È stato totalmente dimenticato per vent'anni, e dobbiamo ringraziare Elio e le Storie Tese, che hanno inciso la cover di “Cadavere spaziale” nell'album “Esco dal mio corpo e ho molta paura” (1993), se ora ne riparliamo.
Lorenzo Schellino (così all’anagrafe) nasce il 9 giugno del 1937 a Torino da famiglia piemontese.
Inizia a lavorare negli anni cinquanta presso la sede della Rai di Milano, in Corso Sempione, come generico e carrellista.
È proprio in Rai che conosce Fred Buscaglione, che lo incoraggia nell'intraprendere l'attività musicale: Schellino trova nel cantante (Torinese come lui) un vero maestro, la sua principale fonte di ispirazione.
Innanzitutto nel look (si fa crescere i baffi come Fred), ma anche nella preferenza della musica “ammerigana” e nei testi umoristici, caustici, ispirati perlopiù ad un immaginario hard boiled “de noantri”, ma più grotteschi e demenziali rispetto al suo modello (emblematiche, in questo senso, sono “Passeggiata verso la morte” e “Cannibale d'amore”).
Dopo un'esperienza come musicista nel gruppo I Marcellini, guidato da Daniele Pace, grazie a Pino Piacentino entra in contatto con la casa discografica milanese Combo Record, che gli propone un contratto e grazie alla quale pubblica i suoi primi 45 giri.
Sceglie in questo periodo di adottare lo pseudonimo di Riz Samaritano come omaggio a Riz Ortolani, unendo il nome di quest'ultimo a un cognome ispirato dal film del 1948 “Il buon samaritan” (“Good Sam”) diretto da Leo McCarey e interpretato da Gary Cooper.
L’etichetta è specializzata nel riproporre cover di canzoni famose eseguite da gruppi sconosciuti, anche se, a volte, prova a lanciare nuovi artisti: Riz Samaritano è tra questi.
Musicalmente il nostro cerca di coniugare la musica lenta, tipica del night club, con il liscio e con i ritmi latino-americani (dal cha-cha-cha al tango): negli spettacoli spesso si fa accompagnare dall'orchestra di Piero Trombetta (autore della musica della sua canzone più famosa, “Cadavere spaziale”), o da Pino Piacentino e il suo sestetto, fino a formare un suo gruppo di accompagnamento, I Gangsters.
A causa degli sboccati doppi sensi presenti spesso nelle sue canzoni (è soprattutto “Ma che calze vuoi da me” a creargli problemi), non riesce a ottenere molti passaggi radiofonici, e la promozione dei dischi è affidata quasi totalmente agli spettacoli dal vivo.
Nel 1961 registra una sua versione di “Cha cha cha dell'impiccato”, canzone interpretata anche dai Flippers e da Gianni Meccia.
Parallelamente alla sua carriera di cantante e compositore Riz appare nelle pellicole “Sexy al Neon” e “Sexy al Neon 2”, entrambi diretti da Ettore Fecchi nel 1962, e “Sexy ad Alta Tensione” nel 1963 diretto da Oscar De Fina.
Nel 1964 incide una canzone, “Johnny Vitamina”, scritta da Leo Chiosso e Fred Buscaglione, che gli viene proposta da Chiosso stesso, conoscendo l'ammmirazione di Riz per Fred (a cui aveva dedicato il brano “Scusami Fred”).
Il brano non è inedito, poiché già registrato da Johnny Dorelli nel 1960, ma Riz ne fornisce una interpretazione più vicina allo stile di Buscaglione.
Sul lato B, una versione di “Stasera pago io” di Domenico Modugno, una delle poche canzoni "serie" incise da Riz.
Fra i suoi pezzi si ricordano: “I cornuti”, “Tango dell’evaso”, “Vigliacca”, “Ti faccio un mazzo”, “Kriminal tango”, “Quel rumoretto”, “Tango assassino”, “Non rompetemi i bottoni”, “Tango dello spaccone”.
Titoli che parlano da soli!
Scrive anche canzoni per altri artisti, tra i quali è da ricordare il suo concittadino Gipo Farassino: con Gipo (che utilizzava ancora il suo vero nome, Giuseppe), tra l'altro, e con un altro cantante folk piemontese, Giuanin d' Porta Pila, Riz Samaritano pubblica un LP di canzoni popolari in piemontese, “Le cansôn ëd Porta Pila” (162) diviso tra i tre artisti.
Tra l’altro il disco in questione fa nascere l’equivoco che il nostro Riz sia un cantante folk dialettale, mentre questi quattro brani incisi sono la sua unica incursione nel genere.
A ottobre del 1964 cambia casa discografica, passando alla IPM.
Dopo lo scioglimento dei Gangsters, Riz forma un nuovo gruppo, i New Blues Band, con cui incide i dischi pubblicati nella seconda metà degli anni sessanta (spesso però la casa discografica ripubblica in uno dei due lati del disco le sue vecchie incisioni dei primi anni sessanta); con loro incide anche un album, “Ricordando Fred”, in cui reinterpreta alcune canzoni di Buscaglione.
Alla fine degli anni sessanta incide anche un 45 giri, “La partita di calcio”, insieme al gruppo dei Marino's, che aveva all'attivo una serie di incisioni di cover dei Beatles realizzate per la “Nuova Enigmistica Tascabile”.
Passata la moda del noir – swing, si dedica poi nuovamente alla canzone dialettale in piemontese.
Nel 1969 Samaritano pubblica anonimamente il 45 giri “Favola per adulti” per la casa discografica semiclandestina N.D.N.
Il disco esce sulla scia della moda del momento, quella dei dischi erotici, conseguente al successo e allo scandalo di “Je t'aime... moi non plus” di Serge Gainsburg.
Quella di Samaritano è tuttavia una parodia dell'altro "scandalo" erotico del 1969: “Erotica” del gruppo gallese dei Man.
Nel brano Riz recita alcune battute in duetto con una non meglio identificata Anna Maria (nel disco chiamata Carmela) sulla base della canzone del gruppo britannico.
A causa di questo e di altri dischi "audaci" successivi, Riz Samaritano avrà anche dei guai giudiziari, poiché riconoscono la sua voce e gli viene intimato di non pubblicare altri dischi simili, all'epoca ritenuti osceni e considerati illegali, per non incorrere in provvedimenti penali.
Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta, utilizzando lo pseudonimo di Marras, in omaggio a un suo amico sardo, pubblica con La Banana Record, una serie di almeno sette singoli split, dividendo il disco con la cantante Julia.
Si tratta di stornelli dal doppio senso zozzo con titoli evocativi quali “La foca sul bodè”, “Lavori campestri”, “Il sistema di Arturo”…perle di finezza…
Viene riscoperto dopo un periodo di oblio, negli anni ’70 e ‘80, grazie a Elio e le Storie Tese, e negli anni ‘90 ricomincia a fare concerti nel nord Italia e in Svizzera, collaborando con il chitarrista Massimo Corbino.
Negli anni 2000 fa alcune apparizioni televisive e gli vengono dedicati articoli e numeri monografici di riviste di settore, testimoniando il rinnovato interesse per l’artista piemontese.
Nel 2012 viene contattato da Johnson Righeira che gli propone di collaborare con lui dal vivo, mentre nel 2009 esce “Non mi caga più nessuno” per la Crotalo Edizioni Musicali, che pubblicherà pure i dischi successivi del nostro, “Avanti il prossimo” (2011), “Per una donna” (2013), “Vuoto a perdere” (2014) e “Versilia by Night” (2015).
“Bis” o non “bis”, nel bene e nel male, Riz è stato un simbolo di un’epoca fantastica.
Lo sappiamo, siamo dei vecchi rincoglioniti nostalgici ma sinceramente la rimpiangiamo…
Tanti auguri Maestro!
“…Due pallottole nel cuore
sette chiodi nella mano
conficcati col martello.
Era un essere anormale
un cadavere spaziale
nella bara non ci stava
mentre io ce lo spingevo
il cadavere piangeva
e morire non voleva.
Era un essere tremendo
era assai terrificante
il suo sangue luccicante
che bagnava il mio mantello
era sangue colorante
come quello dell’agnello.
Era un essere infernale
un cadavere spaziale
un cadavere spaziale
un cadavere spaziale”
Riz Samaritano – Cadavere Spaziale