Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Gli orchi delle fiabe esistono!
Quelli buoni, però! 
E il gigantesco HOWLIN’ WOLF ne è la prova!
Gli orchi, quelli veri, quelli cattivi, quelli che mangiano i bambini, quelli che esistono insomma, non somigliano a quelli delle fiabe, somigliano più allo zio estroverso, al parroco gentile o al sorridente vicino di casa…
Howlin’ Wolf invece sì, sembrava uscito da un libro dei fratelli Grimm per terrorizzare i bimbi.
Alto 1 metro e 91 cm per 136 kg di peso, Howlin’ era veramente un omone nero, dalla faccia truce e con un vocione rauco e potente che faceva davvero impressione.
Ma era tutto meno che un orco, il nostro Wolf: padre e marito amorevole, oculato negli affari, rispettoso dei suoi musicisti, benvoluto da tutti.
Certo, anche lui aveva il suo caratterino…
Famosi sono i suoi litigi, anche maneschi e violenti, col suo chitarrista Hubert Sumlin, che però finivano sempre a tarallucci e vino, e il giorno dopo era come niente fosse accaduto.
È stato uno dei bluesman più importanti e influenti di tutti i tempi ma, a differenza di tanti suoi colleghi, non ha mai patito la fame.
Si gestiva da solo, non aveva manie di grandezza e ha sempre avuto successo finanziario tanto che, cosa rarissima, aveva assunto regolarmente i suoi musicisti, pagandogli anche di tasca sua l’assicurazione sanitaria (per noi può sembrare una banalità ma non lo era affatto nell’America degli anni ’50!).
Analfabeta funzionale, come gran parte dei neri nati in quel periodo, ha avuto anche il coraggio di tornarsene a scuola a quaranta anni.
Alla fine riuscirà a diplomarsi e gli verrà perfino concessa, nel 1972, una Laurea Honoris Causa in Medicina.
Molte delle sue canzoni, tra cui "Smokestack Lightnin", "Killing Floor" e "Spoonful", sono diventate degli standard blues e blues rock. 
Il suo modo di cantare ringhioso, sporco, abrasivo, drammatico, ha influenzato enormemente tutta la “British Invasion” e artisti come Captain Beefheart o Tom Waits sarebbero assolutamente impensabili senza il suo modello.
Leggendaria la sua rivalità con Muddy Waters, sicuramente esagerata dai media, che farà da modello e prova generale dell’eterno duello Beatles – Rolling Stones.
Chester Arthur Burnett (così all’anagrafe) nasce il 10 giugno del 1910 a White Station, in Mississippi.
Gli viene dato il nome Chester Arthur, per via di Chester A. Arthur, il 21° Presidente degli Stati Uniti.
Il suo fisico imponente gli guadagna i poco raccomandabili soprannomi "Big Foot Chester" e "Bull Cow”.
Il nome Howlin 'Wolf” sembra lo erediti dalle spaventose storie dei lupi che gli racconta il nonno: se si fosse comportato male, i “lupi ululanti” l’avrebbero preso e portato via!
Ma Burnett a volte sosterrà pure di essere stato soprannominato così dal suo idolo, il cantante country Jimmie Rodgers. 
I genitori di Burnett si separano quando Chester ha solo un anno.
Sua madre lo butta fuori di casa quando è ancora un bambino per essersi rifiutato di lavorare nella fattoria. 
Si trasferisce quindi da suo zio ma anche lui lo tratta malissimo.
A tredici anni scappa, dichiarando di aver camminato a piedi nudi per 137 miglia per raggiungere suo padre!
Finalmente nella grande casa paterna trova un po’ di pace, mentre l’odio e il rancore della madre diverrà sempre più grande.
Addirittura, al culmine del suo successo, Chester avrà l’ennesimo shock quando tornerà nel Mississippi per andare a trovare la mamma: lei lo scaccia di nuovo, rifiutando anche i soldi che le aveva portato perché guadagnati con la "musica del diavolo".
Nel 1930, Burnett incontra Charlie Patton, all’epoca il più popolare bluesman del Delta del Mississippi. 
Lo ascolta suonare ogni sera da juke joint vicino a dove abita. 
Presto Patton gli insegna a suonare la chitarra e Burnett gli copia pure tutti i trucchi per far volteggiare la sei corde. 
Viene influenzato anche da altri famosi artisti blues del tempo, tra cui Mississippi Sheiks, Blind Lemon Jefferson, Ma’ Rainey, Lonnie Johnson, Tampa Red, Blind Blake e Tommy Johnson, così come lo yodel country di Jimmie Rodgers.
Cercando proprio di emulare lo yodel di Rodgers, scopre che i suoi sforzi assomigliano di più a un ringhio o un ululato.
Lo stile con l’armonica lo riprende da quello di Sonny Boy Williamson II, che gli insegna a suonarla quando Burnett si trasferice a Parkin, in Arkansas, nel 1933.
Durante gli anni '30, Burnett si esibisce nel Sud come solista e con numerosi musicisti blues, tra cui Floyd Jones, Johnny Shines, Honeyboy Edwards, Sonny Boy Williamson II, Robert Johnson, Robert Jr. Lockwood, Willie Brown, Son House e Willie Johnson: assolutamente il meglio del meglio! 
Alla fine del decennio è già un appuntamento fisso nei club, dove canta e suona l'armonica e una chitarra elettrica, strumento allora piuttosto precoce.
Il 9 aprile 1941, parte per la naja, di stanza in diverse basi in tutto il paese. 
È uno degli ultimo soldati di cavalleria degli USA, del famoso 9° reggimento chiamato “Buffalo Soldier”, il reparto dell’esercito composto esclusivamente da afroamericani che verrà dismesso nel 1944.
Trovando difficile adattarsi alla vita militare, viene congedato il 3 novembre 1943.
Torna dalla sua famiglia, che si era da poco trasferito nei pressi di West Memphis, in Arkansas, e dà una mano nei campi mentre continua ad esibirsi.
Nel 1948 forma una band, che comprende i chitarristi Willie Johnson e Matt "Guitar" Murphy, l'armonica Junior Parker, un pianista ricordato solo come "Destruction" e il batterista Willie Steele. 
Alcune stazioni radio iniziano a trasmettere le sue leggendarie esibizioni live.
Nel 1951, il mitico Sam Phillips registra diverse canzoni di Howlin’ Wolf negli studi di Memphis. 
Howlin 'Wolf diviene presto una celebrità locale e inizia a lavorare con una band che comprendeva i chitarristi Willie Johnson e Pat Hare.
I suoi primi singoli, prodotti dal magnifico Ike Turner, vengono pubblicati da due diverse case discografiche nel 1951: "How Many More Years"/"Moaning at Midnight", per la Chess Records, e "Riding in the Moonlight"/"Moaning at Midnight", per la RPM Records.
Successivamente, Leonard Chess riesceva strappargl i un contratto in esclusiva e Howlin 'Wolf si trasferisce a Chicago nel 1952. 
Lì assembla una nuova band e recluta il chitarrista Jody Williams della band di Memphis Slim come solista.
Entro un anno persuade il grande chitarrista Hubert Sumlin a lasciare Memphis e unirsi a lui a Chicago.
I suoi assoli sottotono e il suo fraseggio sorprendentemente sottile completano perfettamente la potentissima voce di Wolf.
La formazione della band cambierà spesso nel corso degli anni. 
Anche se Sumlin sara sempre il “suo” chitarrista, impiegherà diversi assi della sei corde, sia nelle registrazioni che nelle esibizioni dal vivo.
Tra questi Willie Johnson, Jody Williams, Lee Cooper, L.D. McGhee, Otis "Big Smokey" Smothers, suo fratello Little Smokey Smothers, Jimmy Rogers, Freddie Robinson e Buddy Guy.
Ai musicisti piace suonare con Howlin’ soprattutto grazie alla sua politica, piuttosto rara fra i band leader dell’epoca, di pagare bene e in orario, includendo anche i sussidi di disoccupazione e di sicurezza sociale.
Comunque, con l'eccezione di un paio di brevi assenze alla fine degli anni '50, Sumlin rimarrà membro della band per il resto della carriera di Wolf ed è il chitarrista più spesso associato al peculiare sound di Chicago di Burnett.
I maggiori successi di Howlin vendono firmati da Willie Dixon.
Dixon era stato assunto dai fratelli Chess nel 1950 come cantautore, e durante quel periodo la competizione tra Muddy Waters e Howlin 'Wolf è parecchio accesa.
Per fare accettare le sue composizioni a Wolf (che le rifiutava sistematicamente a priori perché, secondo lui, peggiori di quelle che scriveva per Waters), Dixon usa lo stratagemma della psicologia inversa: gli propone i pezzi dicendogli che in realtà li ha composti per Muddy, inducendo Wolf ad accettarli.
Negli anni '50, Howlin 'Wolf piazza cinque canzoni nella classifica nazionale R&B di Billboard: "Moanin' at Midnight", "How Many More Years", "Who will be Next", "Smokestack Lightning" e "I Asked for Water (She Gave Me Gasoline)". 
Nel 1959 viene pubblicato il suo primo LP, “Moanin 'in the Moonlight”; come era pratica normale in quell'epoca, è una raccolta di singoli editi in precedenza.
Nei primi anni '60, Howlin 'Wolf registra diverse canzoni che diventano le sue più famose, nonostante non avesse alcuna copertura radiofonica: "Wang Dang Doodle", "Back Door Man", "Spoonful", "The Red Rooster" (più tardi conosciuto come "Little Red Rooster "),"I ‘m not Superstitious "," Goin 'Down Slow "e “Killing Floor".
Tutti questi pezzi entrano a far parte del repertorio dei nascenti gruppi rock britannici e americani, che li rendono ancora più celebri.
Il secondo album “Howlin' Wolf” (spesso chiamato "l'album delle sedie a dondolo", dalla sua illustrazione di copertina), viene pubblicato nel 1962.
Burnett incontra la sua futura moglie, Lillie, quando partecipa a una delle sue esibizioni in un club di Chicago.
Lei e la sua famiglia sono di città e istruite e non sono coinvolte in quello che viene considerato il mondo sgradevole della scena blues. 
Tuttavia, attratto immediatamente quando la vede tra il pubblico, Wolf la insegue e la corteggia fino a conquistarla.
Per lei Burnett torna pure a scuola e la coppia rimane profondamente innamorata fino alla morte del musicista.
Insieme cresceranno Bettye e Barbara, le figlie di Lillie avute da una precedente relazione.
Durante il revival del blues negli anni '60, diversi bluesmen trovano un nuovo pubblico tra i giovani bianchi, e Howlin’ Wolf è tra i primi a capitalizzare questo periodo di rinnovata visibilità. 
È un tour in Europa nel 1964 come parte dell'American Folk Blues Festival, lanciato dai promoter tedeschi Horst Lippmann e Fritz Rau. 
Nel 1965 appare nel popolare programma televisivo “Shindig!” su insistenza dei Rolling Stones, la cui cover di "Little Red Rooster" aveva raggiunto il numero uno nel Regno Unito l’anno precedente.
Tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, Howlin’ Wolf registra dischi con diversi artisti, tra cui il famoso “The Super Super Blues Band”, insieme a Bo Diddley e Muddy Waters.
“The Howlin’ Wolf Album”, come il disco del suo rivale di sempre Muddy Waters, il bellissimo “Electric Mud”, viene concepito per piacere al pubblico hippie.
Pieno di arrangiamenti psichedelici e musicisti free jazz come Gene Barge, Pete Cosey, Roland Faulkner, Morris Jennings, Louis Satterfield, Charles Stepney e Phil Upchurch, l’album (a differenza di quello di Waters, bizzarro ma intrigante) non funziona per niente e non fa che rimarcare la distanza fra il vecchio Wolf e le nuove generazioni. 
Più riuscito senza dubbio “The London Howlin’ Wolf Sessions”, dove il nostro è accompagnato dal fior fiore dei musicisti della “British Invasion”: Eric Clapton, Steve Winwood, Ian Stewart, Bill Wyman, Charlie Watts e altri.
Naturalmente riscuoterà più successo presso il pubblico britannico che americano.
L'ultimo album di Wolf è “The Back Door Wolf” del 1973. Interamente composto da materiale nuovo di zecca, viene registrato con i fidi musicisti che lo accompagnano regolarmente sul palco, tra cui Hubert Sumlin, Detroit Junior, Chico Chism, Lafayette "Shorty" Gilbert e il leader della band Eddie Shaw. 
Forse a causa del precario stato di salute del nostro, il disco dura solamente poco più di 35 minuti.
La salute di Burnett infatti aveva già iniziato a deteriorarsi alla fine degli anni '60.
Subisce diversi infarti e soffre per i reni, schiacciati durante un incidente d'auto nel 1970: era letteralmente volato attraverso il parabrezza dell'auto!
Preoccupato per il suo stato, il leader della sua backing band Eddie Shaw gli impone di suonare non più di sei canzoni per concerto.
La sua ultima esibizione dal vivo è nel novembre del 1975, all'Anfiteatro di Chicago.
Condivide la scena con B.B. King, Albert King, O. V. Wright e Luther Allison.
Wolf, nonostante sia messo malissimo, si esibisce alla grande come sempre, anche strisciando sul palco durante la canzone "Crawling King Snake”.
La folla gli tributa una standing ovation di cinque minuti.
Quando esce dal palco, viene chiamata una squadra di paramedici per farlo rinvenire.
All'inizio del 1976, Burnett si presenta al Veterans Administration Hospital di Hines, in Illinois, per un intervento chirurgico ai reni ma muore per le complicazioni seguite all’operazione il 10 gennaio 1976. 
Viene sepolto nel cimitero di Oakridge, fuori Chicago: la sua lapide porta scolpita l'immagine di una chitarra e l'armonica.
Una sua statua a grandezza naturale viene eretta poco dopo in un parco di Chicago.
Eddie Shaw manterrà viva la sua memoria e la sua musica tenendo in piedi la sua banda, la Wolf Gang, insieme per diversi anni.
Un centro per l'educazione dei bambini a Chicago viene intitolato a suo nome e nel 1980 viene eletto alla Blues Foundation Hall of Fame.
Nel 1991, viene inserito nella Rock and Roll Hall of Fame e un paio di anni dopo, la sua faccia è su un francobollo degli Stati Uniti.
Non male per un Orco Nero…
Il Lupo Cattivo Ululante se n’è andato per sempre ma i bimbi non hanno comunque di che dormire sonni tranquilli,
Onore a Howlin’ Wolf!

“…I should of went on, when my friend come from Mexico at me
I should of went on, when my friend come from Mexico at me
But no I was foolin' with ya, Baby, I let ya put me on the killin' floor
Lord knows, I should of been gone
Lord knows, I should of been gone
And I wouldn't have been here, down on the killin' floor
Yeah”
Howlin’ Wolf – Killing Floor

Almanacco Pulp dei Mutzhi Mambo

  • Michela Miti

    Michela Miti

    Informazioni
    12 Giugno
    Il primo amore non si scorda mai! E, per noi che siamo cresciuti con le commedie sexy all’italiana, il primo amore è stata lei, la meravigliosa MICHELA MITI, la professoressa più arrapante di tutti... Michela Miti
  • Reg Presley

    Reg Presley

    Informazioni
    12 Giugno
    Vedete questi quattro odiosi giovanotti inglesi dall'aria da deficenti che rompono le palle al leone recluso allo zoo?  Ebbene, il primo capellone a destra è REG PRESLEY, cari amici dei Mutzhi Mambo,... Reg Presley
  • Robert E. Howard

    Robert E. Howard

    Informazioni
    11 Giugno
    Il truce bestione ritratto nella foto mentre ci osserva a torso nudo, è il poderoso ROBERT E. HOWARD, uno degli scrittori per cui questa vostra amata rubrica quotidiana si chiama proprio così. ... Robert E. Howard
  • Alaina Capri

    Alaina Capri

    Informazioni
    11 Giugno
    Giugno è più brutto del previsto? Le nuvole ancora ricoprono il cielo? La caldazza tarda ad arrivare? Non vi preoccupate, cari amici dei Mutzhi Mambo, ci pensa la “bollente” ALAINA CAPRI a... Alaina Capri