Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Anche oggi parliamo di fumetti, e ché fumetti, cari amici dei Mutzhi Mambo, con uno dei nostri disegnatori preferiti: lo spagnolo JORDI BERNET, il maestro della china Pulp! 
Jordi Bernet è il disegnatore del più fetente gangster della storia delle strisce disegnate, un concentrato di amoralità e simpatia, il vero precursore della rinascita del Pulp: lui, l'unico, l'inimitabile Torpedo 1936! Solo le luride chine di Bernet potevano rendere al meglio le atmosfere malate e violente dell'America proibizionista descritte nelle mirabolanti avventure di Torpedo & Co. 
Inoltre le sue "pupe" sono fra le più provocanti e sensuali tope mai apparse negli albi a fumetti (basti ricordare un'altra sua creatura, "Chiara di notte", una simpaticissima lucciola protagonista di piccanti short stories...), e trasudano sesso e peccato ad ogni pennellata. 
Il suo magistrale bianco e nero riesce con nonchalance a passare dal registro realistico a quello grottesco, da quello erotico a quello violento. 

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Nessuno è più efficace di lui a coreografare risse e sparatorie, scopate e scene slapstick ed è ugualmente a suo agio sia a ritrarre fetidi ambienti urbani che torridi scenari western.

Jordi Bernet Cussó nasce a Barcellona nel 1944, in una tipica famiglia catalana. 
Suo padre è Miguel Bernet Toledano, fumettista anch’egli: negli anni 1940, sotto lo pseudonimo "Jorge", disegna realistiche avventure a fumetti, lavorando anche per editori stranieri, soprattutto sudamericani.
Ma si deve adattare al più popolare stile fumettistico della commedia, che a quell’epoca il mercato spagnolo richiede. 
Anche il nonno del giovane Jordi gravitava nel mondo dei comics (era sceneggiatore), mentre i suoi quattro fratelli diverranno tutti grandi artisti o illustratori di fumetti e sua sorella più piccola sarà una delle più famose montaggiste di Spagna. 
Evidentemente, vivendo in questo background, si può dire che il destino di Jordi fosse segnato. 
Le sue prime pubblicazioni, in età adolescenziale, consistono in gag, illustrazioni e strisce autoconclusive sulle riviste umoristiche spagnole, a partire da "Pepe Cola" nel 1959. 
Nel 1960 si presenta un’opportunità, nata dalla tragica, prematura morte del padre a soli 38 anni. 
All’epoca Jordi ha soli 15 anni e per aiutare la famiglia lascia gli studi, si reca dall’editore per cui lavorava il padre e lo implora di far continuare a lui la strip umoristica settimanale "Doña Urraca" che suo padre aveva disegnato fin dal 1948 per "Pulgarcito". 
Lo convince garantendogli la continuità stilistica dei disegni rispetto a quelli del padre. 
Non ha mai disegnato in quel modo prima (è uno stile abbastanza difficile da riprodurre), ma di fronte a quelle drammatiche circostanze riesce comunque a dare il meglio. 
Lo stile della striscia, disegnata con tecnica semplice e caricaturale, non è tuttavia il preferito di Jordi. 
Bernet si ispira di piu al realismo illustrativo dei famosi cartoonist che disegnano sui grandi quotidiani americani; in particolare ama le pennellate fortemente chiaroscurate di Noel Sickles ("Scorchy Smith"), il dinamismo di Milton Caniff ("Terry e i Pirati") e Frank Robbins ("Johnny Hazard"), come anche guarda all’artista catalano Joan Junceda, poco conosciuto all’estero ma ancora ricordato in Spagna come uno dei migliori illustratori professionisti. 
Tramite un amico di suo padre, nel 1963 viene assunto all’agenzia di distribuzione fumetti "Bardon Art", a Barcellona. 
L’agenzia è in procinto di esportare in Gran Bretagna, Francia e Scandinavia la serie western "Poncho Yucatan". 
Tutto rimane in famiglia quindi, visto che gli episodi sono sceneggiati da suo zio, Miguel Cussó Girait. 

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Tramite la Bardon Art, Bernet lavora anche su fumetti britannici, esplorando ogni tipo di genere, tra cui estenuanti saghe a sfondo storico, che gli prendono un sacco di tempo per essere completate. 
Con l’andar del tempo il sistema inglese disillude Bernet che vanamente richiede indietro le sue tavole originali; questo è il motivo principale per cui abbandona il mercato inglese per andare a "Spirou". 
Il settimanale belga nel 1968 ha bisogno di sangue e idee fresche, visto che le vendite sono in caduta libera e molti dei suoi artisti di punta emigrano verso la testata concorrente, "Tintin". 
Bernet continua ad affinare la sua tecnica grafica disegnando drammatiche tavole in bianco e nero su "Spirou", principalmente gli episodi dell’agente segreto "Dan Lacombe", sceneggiati dallo zio Cussó, e dell’investigatore sovrannaturale "Paul Foran"; per questi fumetti viene loro richiesto di lavorare gratis all’interno di un team spagnolo. 
Cambiando sorprendentemente genere, nel 1972 Bernet e Cussó si inventano, per la nuovissima rivista tedesca "Pip International", una serie erotico-umoristica sullo stile di "Little Annie Fanny" di Harvey Kurtzman. 
Il suo tardivo debutto americano data 1973, grazie ai disegni per "Revenge of the Unliving", piccola storia horror (il cui sceneggiatore è Gardner Fox) pubblicata su "Vampire Tales", rivista horror della Marvel.
È l’inizio della sua carriera americana, ma a quello non seguono subito altri incarichi. 
Tornato quindi in Germania, Bernet inizia a illustrare "Andrax", una serie post-apocalittica un po' tamarra sceneggiata da zio Cussó, che durerà tre anni. 
Le avventure di questo biondone del futuro hanno grande successo in Germania, ma l’editore inaspettatamente sparisce in Brasile, “dimenticando” di ridare le tavole originali: un altro affare andato male! 
Ma Bernet non rimane certo a riposo: per l’Italia disegna piccole serie western e crime story, i suoi generi preferiti. 
Per la Spagna realizza più di mille pagine di "El Cuervo", detective conoscitore delle arti marziali. 
Dai primi anni del 1980, nella sua Spagna liberata dalla dittatura del Generale Franco, il mercato del fumetto per adulti ha una vera e propria esplosione. 
Rafael Martinez, editore alla Norma, vuole Bernet per il suo nuovo magazine "Cimoc" e nel 1981 lo mette in squadra con l'ottimo sceneggiatore Antonio Segura su "Sarvan", la sua prima grande eroina, una bonazza vestita in modo succinto/barbarico che vive avventure fantasy ambientate in un ipotetico futuro. 
Con questo personaggio, Jordi impara a menadito a gestire l'anatomia femminile, cosa che gli servirà parecchio in futuro... 
Nello stesso periodo la casa editrice di Josep Toutain sta pubblicando a puntate la versione spagnola della rivista horror "Creepy", basata sull’omonimo magazine USA edito da Warren Comics. 
Nel 1980 Toutain commissiona al grande maestro americano Alex Toth i disegni per una nuova serie di gangster, il cui sceneggiatore è Enrique Sánchez Abuli, con protagonista un malvagio e amorale killer di origini italiane: stiamo chiaramente parlando del mitologico Luca Torelli, alias "Torpedo 1936"! 

Jordi Bernet51Lo stile di Toth, il suo netto pulito bianco e nero efficacissimo, è perfetto per le at sfere della serie ma i due autori sono subito in disaccordo su come tratteggiare il protagonista; Toth, vecchia scuola, lo vuole più “morbido” e con dialoghi più "potabili". 
Quando Abuli cerca di obiettare, Toth lascia il progetto al secondo episodio. 
Sembra una tragedia, pare impossibile sostituire uno come Toth e le tavole finiscono quindi in un cassetto per un anno, finché Toutain propone il progetto a Bernet. 
Il nostro non se lo fa ripetere due volte, e la serie viene lanciata sul n. 32 di "Creepy" nel febbraio del 1982. 
In effetti i brevi, squallidi e scarni episodi, narrati in prima persona, con cui Abuli rappresenta lo spietato ambiente del crimine organizzato di New York durante la grande Depressione e la brutale lotta per la sopravvivenza di Luca Torelli, si adattano addiritrura meglio alle chine "sporche" di Bernet che al tratto elegante e pulitissimo di Toth (anche se il Torpedo disegnato dall'artista americano rimane comunque un piccolo gioiello da mirare e rimirare). 
Origini siciliane, professione "torpedo" (o assassino “a contratto”), ben vestito e preciso nelle esecuzioni, poco alla volta Torpedo acquista un registro più da commedia e si sposta verso una miscela di violenza e humour, che attenua il livello di crudeltà e rende i personaggi quasi "simpatici.” 
Come fonti di ispirazione e di conoscenza Bernet utilizza fotografie, film e altre notizie dell’epoca, e sfodera la sua passione per il jazz e i film anni '30, mentre Abuli dà fondo alla sua inclinazione per il noir. 
Grazie al loro sanguinario sicario, Abuli and Bernet assurgono agli onori internazionali e nel 1996 il fumetto viene adattato per un film animato di 25 minuti. 
Il cantante spagnolo Loquillo ne fa una canzone-tributo dal sapore jazz-rock.
Ma con la registrazione di questo disco si interrompe bruscamente la collaborazione fra Abuli e Bernet: un arrabbiatissimo Abuli fa causa a tutte le persone coinvolte, compreso lo stesso Bernet, per non aver menzionato il suo nome fra gli autori della canzone. 
Pur amareggiato, Jordi continua a collaborare con molti sceneggiatori: ancora con Segura sull’angoscioso mostro delle fogne "Kraken"; con il maestro argentino Carlos Trillo illustra il futuristico detective al femminile "Custer", una variazione de "La Bella e La Bestia" intitolata "Light and Bold", la sexy prostituta di Chicago "Chica" e le deliziose tavole umoristico-erotiche di "Chiara di Notte" sul settimanale El Jueves. 
Nel 1996 disegna splendamente l'albo gigante n. 10 di "Tex", scritto da Claudio Nizzi e intitolato "L'uomo di Atlanta". 
Una seconda chance sul fronte del mercato statunitense caporre a Bernet nel 1999, quando Mark Evanier e Sergio Aragonés gli chiedono di collaborare a "Fanboy", una loro miniserie per DC Comics. Oltre a questo, Mark Chiarello nel 2000 gli commissiona i disegni per una storia della serie "Batman: Black&White", "Blackout", 8 pagine in bianco e nero su sceneggiatura di Howard Chaykin. 
La porta della DC è ormai aperta e da lì occasionalmente arrivano parecchi lavori: da ricordare un intero numero di "Solo", la serie voluta dall’editor Chiarello, e un episodio di "Spirit", il personaggio di Will Eisner, sceneggiato da Jimmy Palmiotti. 
È proprio Palmiotti, con il co-writer Justin Gray, che nel 2007 fa entrare Bernet nel loro progetto di rinascita di "Jonah Hex", un bastardo cacciatore di taglie sudista con la faccia orrendamente sfregiata, gia protagonista di una serie negli anni '70 e di alcune miniserie sceneggiate nientepopodimeno che da Joe R. Lansdale, che si adatta perfettamente all'amore che il disegnatore spagnolo prova per il genere western e per i film di John Ford, Clint Eastwood e Sergio Leone. 
Grande Bernet, l’inchiostro del tuo pennello è più nero e meraviglioso che mai! 
Tanti auguri, Maestro!

Torpedo: "A me che ne viene?"
Cliente: "Io...mio marito non deve saperlo...ho qui i miei risparmi...centocinquanta dollari..."
Torpedo: "Sono un professionista, non un mendicante. Ma trattandosi di un compatriota... potrei riscuotere in natura..."
Cliente: "Signor Torelli! Sono una donna sposata!"
Torpedo: "Mai avuto pregiudizi. E poi questo è un paese libero."
Cliente: "Ho un figlio!"
Torpedo: "Uno è poco. Ti manca la coppia."
Enrique Sanchez Abuli/Jordi Bernet - Torpedo 1936 - I pescatori


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