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Dicono che Hollywood sia la fabbrica dei sogni, cari amici dei Mutzhi Mambo, ma a volte può essere quella degli incubi!
Specie se agli effetti speciali c’è l’incredibile STAN WINSTON, l’ultima grande leggenda degli FX!
Non ci stancheremo mai di ammirare e omaggiare questi grandi artigiani, anzi questi sommi artisti, che hanno speso una vita a dare corpo e vita ai mostri!
Certo, Stan Winston, specie dopo essersi affermato, non era proprio uno di quegli artigiani che con due lire ti apparecchiavano un esercito di creature mosse a passo uno; quelli che noi amiamo di più, quelli veramente Pulp, anche se a volte le loro creazioni facevano tenerezza e strappavano una risata più che un grido di spavento.
Winston no, era la “cadillac” degli FX, il re degli “animatroni”, capace di costruire mostri alieni alti diversi metri che si muovevano con naturalezza, armature futuristiche extracomplesse, trucchi ultrasofisticati; roba cara, roba di lusso, non i pupazzi di gomma che imperversano nelle pellicole trash degli anni ’50!
Infatti ha lavorato con autori di blockbuster come Spielberg o Cameron, con budget stratosferici, in produzioni che spesso e volentieri a noi non facevano certo impazzire.
Ma il fascino dei “suoi” mostri non ha comunque rivali, è il fascino della macchina sportiva di categoria, quella che ti giri a guardarla quando passa, anche se ti fa più simpatia una vecchia “500” o un maggiolino scassato.
Winston inoltre, a differenza di tanti suoi colleghi altrettanto blasonati come Rambaldi o Bottin, è stato capace di rimanere sulla breccia anche dopo l’introduzione degli effetti speciali digitali, riuscendo a coniugare le sue tecniche ancora artigianali, diremmo “analogiche” (anche se il termine ci fa un po’schifo), con i più avanzati ritrovati della computer grafica.
Certo, direte voi, con tutti quei soldi, è facile…
Ma in realtà non è solo un fatto di soldi: solo pochi della vecchia guardia sono riusciti a rimanere a testa alta e lavorare ad alti livelli senza essere spazzati via dalle nuove tecnologie 3D.
Oltretutto, in tempi non sospetti, è stato il primo ad avere il sacrosanto orgoglio di paragonare il suo lavoro a quello dei maestri del Rinascimento, cosa che dovrebbe essere riconosciuta a tutti questi “maghi” dell’immaginario contemporaneo.
Responsabile di alcuni dei personaggi più memorabili nel cinema di fantascienza, Winston è il papà, tra gli altri, di “Terminator”, di “Predator”, della regina madre di “Aliens”, degli enormi dinosauri di “Jurassic Park”.
Ha anche creato i completi corazzati high-tech indossati da Robert Downey Jr. in ”Iron Man”, le bizzarre mani di Johnny Depp in “Edward Mani di Forbice” e i succhiasangue di “Intervista col Vampiro”.
È stato il primo artista di effetti speciali a ricevere una stella sulla Hollywood Boulevard, ha vinto quattro premi Oscar ed è stato nominato per altri sei.
Un curriculum “mostruoso”!
Stan Winston, nasce il 7 aprile del 1946 ad Arlington, Virginia.
Sviluppa fin da piccolo una passione per il disegno e i burattini.
La visione dell'animatronic di Abramo Lincoln a Disneyland non farà che approfondire le sue ossessioni.
Studia pittura e scultura all'Università della Virginia, diplomandosi nel 1968.
Con l'ambizione di diventare attore, lavora per un po’ come cabarettista ma con scarso successo (suo figlio, Matt, avrà più fortuna come attore, interpretando l'agente temporale Daniels nella serie TV “Star Trek: Enterprise”).
Dopo aver visto "Il Pianeta delle Scimmie", Stan entra in un programma di apprendistato triennale presso il Walt Disney Studio nel 1969 e diventa un truccatore professionale nel 1972. 
Il talento di Winston per la creazione di personaggi attraverso il trucco diviene subito evidente.
Nel 1972, crea la propria compagnia chiamandola “Stan Winston Studio” e lo stesso anno vince un Emmy per il suo lavoro nel film horror televisivo “Gargoyles”, così come per i suoi effetti di trucco, insieme a Rick Baker, per "L'autobiografia di Miss Jane Pittman” (1974), in cui il personaggio del titolo invecchia da 19 a 110 anni,
Per il film “Fields and Me” (1976), Winston viene elogiato per la sua straordinaria trasformazione di Rod Steiger nel famoso comico Fields, il cui naso a bulbo era il suo marchio di fabbrica.
La sua straordinaria immaginazione, mentre lavora come make-up designer su “The Wiz” (1978), il musical di Michael Jackson dove il cantante interpreta un bizzarro, coloratissimo spaventapasseri, è l’unico motivo per dare un’occhiata a questo delirio trash.
A proposito di trash, lavora pure per “Dracula contro zombi” (a.k.a. “Zoltan, il Mastino of Dracula”), delirante horror di Albert Band del 1978.
La creazione di Winston di due robot innamorati per “Heartbeep” (1981) gli fa ottenere la sua prima nomination all'Oscar, e, insieme a Rob Bottin, realizza alcuni effetti terrificanti per “The Thing” (1982) di John Carpenter.
Sempre lo stesso anno cura gli effetti speciali di “Mutanti, di Charles Band e di “Cane bianco”, di Samuel Fuller, uno dei film più razzisti di sempre (pur essendo pubblicizzato al contrario come antirazzista).
Nel 1983 lavora alla serie televisiva “Manimal” dive rende possibile la trasformazione del protagonista in vari animali.
Ma il film che lo lancia definitivamente, come lancia il suo regista James Cameron, è “Terminator” (1984), in cui il nerboruto Arnold Schwarzenegger interpreta uno spietato Cyborg venuto dal futuro.
È una produzione di serie B ma la sceneggiatura e la regia sono tirate e gli effetti visivi sono veramente efficaci e innovativi tanto che la pellicola viene immediatamente riconosciuta come un classico dei film fantascientifici. 
Winston lavora ancora con Cameron e si becca il primo Oscar per “Aliens” nel 1986, dove dà corpo alla spaventosa regina, alta più di 4 metri: per animarla sono necessarie 14-16 persone contemporaneamente! 
Sempre nell’86 lavora per il flop “Invaders”, di Tobe Hooper e per la simpatica ma sfortunata serie “Storie incredibili”, il tentativo di Spielberg di rinverdire i fasti di cult televisivi come “Ai confini della Realtà”.
Collabora di nuovo con Schwarzenegger in “Predator” (1987), di John McTiernan, nel quale crea il famoso cacciatore extraterrestre con i dreadlocks che insegue i mercenari nella giungla per farne trofei.
Poi è la volta di “Scuola di mostri” (1987), di Fred Dekker, “Leviathan” (1989), di George Pan Cosmatos e il sequel “Predator 2” (1990), di Stephen Hopkins.
Nel 1988, Winston dirige lui stesso un film cult, “Pumpkinhead”, in cui un contadino scatena un demone contro i "cittadini" colpevoli di invadere la sua proprietà.
Con questo lavoro vince il premio come miglior regista al Festival del Cinema di Parigi, ma dirigerà solo un altro film nella sua carriera, il simpatico “Lo gnomo e il poliziotto”, nel 1990.
Lo stesso anno, crea le iconiche mani a forma di bisturi di “Edward Mani di Forbice” di Tim Burton mentre in quello successivo si becca due Oscar (FX e Trucco) per il Cyborg fatto di metallo liquido di “Terminator 2: Judgment Day “, sempre di James Cameron.
Per “Batman Returns” (1992) di Tim Burton, crea il make-up veramente malvagio del Pinguino interpretato da Danny DeVito e una Gotham City sempre più gotica e oscura, dopo di che vince il suo quarto Oscar per i suoi imponenti dinosauri, tra cui un Tyrannosaurus Rex alto due piani, nel “Jurassic Park” di Stephen Spielberg (1993). 
Sempre con Spielberg arriva una nuova nomination per “Artificial Intelligence” (2001): peccato che il film (pur essendo uno sviluppo di un progetto di Kubrick) sia uscito una palla assurda…
Altri film che hanno beneficiato del talento di Winston includono “Intervista col vampiro” (1994), di Neil Jordan, “Congo” (1995), di Frank Marshall, “Tank Girl” (1995), di Rachel Talalay, “L'isola perduta” (1996), di John Frankenheimer, “Spiriti nelle tenebre” (1996), di Stephen Hopkins, “Relic - L'evoluzione del terrore” (1997), di Peter Hyams, “Il mondo perduto - Jurassic Park” (1997), di Steven Spielberg, “Un topolino sotto sfratto” (1997), di Gore Verbinski, “Small Soldiers” (1998), di Joe Dante, “Instinct - Istinto primordiale” (1999), di Jon Turteltaub, “Lake Placid” (1999), di Steve Miner, “Inspector Gadget” (1999), di David Kellog, “Giorni contati” (1999), di Peter Hyams, “Galaxy Quest” (1999), di Dean Parisot, “Jurassic Park III” (2001), di Joe Johnston, “Al calare delle tenebre” (2003), di Jonathan Liebesman, “Terminator 3 - Le macchine ribelli” (2003), regia di Jonathan Mostow, “Big Fish - Le storie di una vita incredibile” (2003), di Tim Burton, “Constantine” (2005), di Francis Lawrence, “Tideland - Il mondo capovolto” (2005), di Terry Gilliam.
Nel 2001, Winston produce cinque film per la serie televisiva della HBO “Creature Features”, un tributo ai film horror low-budget degli anni '50, usando i titoli di quelle uscite americane come “Earth vs. the Spider”, “How to Make a Monster” e “Teenage Caveman” ma con trame completamente diverse dagli originali.
Affetto da tempo di mieloma multiplo, il Maestro muore improvvisamente il 15 giugno 2008 nella sua casa a Malibù, California, all'età di 62 anni.
I lavori già avviati di Winston per il futuro comprendevano i successivi sequel di “Terminator” e “Jurassic Park”, e la preparazione per due delle uscite cinematografiche più attese: “Avatar” di James Cameron e “Shutter Island” di Martin Scorsese.
Suo anche il progetto dell’armatura di “Iron Man”, di Jon Favreau.
Con lui non se n’è andato solo un grande artista.
Se ne dev'essere andato via anche un pezzo della fantasia e della magia del mondo.
Infatti siamo tutti sempre più brutti e meno interessanti…
Onore a Stan Winston!

“Ma allora sei un mostro schifoso!”
Dutch/Arnold Schwarzenegger – Predator

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