Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Siamo in difficoltà oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo, perché ammettere che adoriamo la splendida JULIETTE LEWIS è un po' come ammettere che c'è qualcosa di malato in noi…
Intendiamoci, Juliette Lewis è una donna bellissima, un'attrice fantastica, una performer coi controfiocchi.
È impossibile non amarla!
Bisogna però ammettere che il suo fascino (almeno nella la parte piu incisiva della sua carriera) si basa sull'ambiguità del presentarsi come bellezza adolescenziale, fragile, acerba, indifesa, dalle forme appena accennate, spesso sul filo del ritardo mentale.
Ma anche colma di aspetti inquietanti.
Amare Juliette, se non sei un adolescente, ti fa sentire un filo sporco, perché è un amore che, siamo sinceri, puzza quasi di pedofilia, di sadismo…
È un'ammirazione che ti fa sentire morboso, ecco…

Juliette Lewis1E chiaramente, la nostra (e chi l'ha diretta e usata in tal senso), su questo fascino morboso, ci ha giocato alla grande!
Protagonista di alcune pellicole violentissime che hanno rilanciato il Pulp, Juliette Lewis si è sì imposta come un'attrice straordinaria, ma disgraziatamente troppo spesso sottovalutata, perché considerata monocorde.
In realtà la nostra è una vera grande interprete che ben sa calibrare due modelli di recitazione agli antipodi: quello legato al suo volto da bambina, che richiede "ammore" incondizionato, che si perde nei meandri del mondo adulto senza poterlo comprendere e senza potersi difendere, e quello più misterioso, ambiguo e inquietante, che si nasconde sotto quel viso all'apparenza ingenuo.
Riconosciuta come uno dei talenti di Hollywood per il suo eccezionale carisma, è un simbolo per la sua generazione, la famigerata "Generazione X", la prima che si è cresciuta con la consapevolezza che il mondo fosse una merda e basta, grazie a quel suo lato ribelle e perduto, quasi da tragedia gotica americana; registi del calibro di Martin Scorsese, Woody Allen, Lasse Hallstrom, Oliver Stone e Robert Rodriguez hanno, chi più chi meno, saputo sfruttare questa sua iconicità per farne uno dei maggiori simboli del cinema postmoderno.
Ma prima di tutto, di tutte queste elucubrazioni, c'è il suo sguardo, il suo sorriso, ingenuo ma al limite della follia, personale e mondiale.
Un sorriso che a guardarlo bene fa davvero paura.
Paura sul serio...

Juliette Lewis nasce a Hollywood, il 21 giugno del 1973.
È una figlia d'arte: sua madre è la graphic designer Glenis Batley, suo padre è il caratterista e leader della rock band Celestial Navigations, Geoffrey Lewis (come attore lavora soprattutto nei western, anche italiani), ed è sorella degli attori Lightfield e Deirdre Lewis.
La piccola Juliette capisce subito che sarebbe diventata attrice vedendo "Grease" (1978) e "Fame" (1980).
Cresciuta in una famiglia numerosa, soprattutto per le varie combinazioni matrimoniali dei suoi genitori, la Lewis compie il suo primo atto di ribellione all'età di quattordici anni andando a vivere con l'amica attrice Karen Black. 
Si fa notare grazie a quel misto di fragilità e sensualità che la rende perfetta per ruoli da lolita, ma con una bravura nel recitare sorprendente per una ragazzina della sua età, debutta nel 1987 nel film tv "Home Fires" di Michael Toshiyuki Uno, apparendo poi in vari telefilm americani come il melenso "L'albero delle mele". 
L'esordio cinematografico avviene con "Ho sposato un'aliena" (1988) di Richard Benjamin, accanto a Kim Basinger. 
Doveva essere sua la parte che andrà a Winona Ryder per "Beetlejuice - Spiritello porcello" (1988) di Tim Burton, ma il suo successo slittò all'anno successivo con un ruolo comico, quello della figlia di Chevy Chase nel film della serie "National Lampoon's", "Un Natale esplosivo", con Beverly D'Angelo. 

Juliette Lewis8Chiaccheratissima la sua love story con Brad Pitt, con il quale affronta un paio di ruoli, fra loro molto simili, di cui il primo è nel film tv "Vite dannate" (1990) di Robert Markowitz, storia vera di una ragazza stuprata dal patrigno che viene cacciata via da casa e si innamora di un bel ragazzo (interpretato da Pitt), che si rivela uno sfruttatore, e si trasformerà perfino in un'assassina.
Lei ha solo 16 anni ma offre una performance da manuale.
Ma la nostra non e dannata solo al cinema: viene multata per guida senza patente a quindici anni e poi arrestata a sedici perché, minorenne, si trova in un night club.
Nel 1991 la critica la nota e Juliette si becca una nomination ai Golden Globe e una all'Oscar per il ruolo di Danielle Bowden, figlia dell'avvocato Nick Nolte e di Jessica Lange, che solletica le fantasie sado-erotiche dell'ex-galeotto Robert De Niro, nel remake di Martin Scorsese "Cape Fear - Il promontorio della paura". 
Bel ruolo torbido e misterioso in un incubo ad alto tasso di violenza, dove effettivamente lei ha una collocazione perfetta, non può che mettere le serie premesse per una nuova icona. 
Juliette Lewis dà prova di essere una grandissima attrice maledetta nel ruolo della ragazza che si sente attratta da uomini più maturi in "Mariti e mogli" (1992) di Woody Allen, poi ritorna accanto al suo compagno Brad Pitt nel cupissimo "Kalifornia" (1993) di Dominic Sena, dove interpretano due moderni Bonnie & Clyde, due sbandati con evidenti turbe psichiche che rovinano la vita ad una coppia di "radicl chic" che gli offre un passaggio.
Ha un ruolo più dolciastro (ma non eccessivamente) nel film di Lasse Hallstrom "Buon compleanno, Mr. Grape" (1993) con altri due fagacci come Johnny Depp e Leonardo DiCaprio (con il quale lavorerà anche in "Ritorno dal nulla", di Scott Kalvert, del 1995), e in "Triplo Gioco" (1993), di di Peter Medak, con Gary Oldman. 
Ma la pellicola che la lancerà nell'Olimpo del Pulp è "Assassini nati - Natural Born Killers" (1994) di Oliver Stone, scritto da Quentin Tarantino, la storia di due serial killer (lui è Woody Harrelson), un omaggio surreale e visionario alla violenza, una specie di dark comedy che, fra eccessi di ogni genere, si fa beffe del ruolo deleterio e distorcente dei media.
Il ruolo della folle Mallory Knox le veste come un guanto: grottesco, sfrenato, ambiguo, la fa entrare definitivamente nel cuore del pubblico. 

Juliette Lewis10
Poi passa a film relativamente più tranquilli: la commedia "Agenzia Salvagente" (1994) di Nora Ephron con Steve Martin e Adam Sandler, il facoloso thriller futuristico "Strange Days" (1995) di Kathryn Bigelow, con Ralph Fiennes e Angela Basset.
E naturalmente l'horror "Dal tramonto all'alba" (1996) di Robert Rodriguez, scritto di nuovo da Quentin Tarantino, che lo interpreta insieme George Clooney e Harvey Keitel, altro pilastro del Pulp post-moderno.
Come modella offre volto e corpo a Guess, Gap, Denim, Honda; scrive molte delle canzoni dei Prodigy e si sposa lo skateboarder professionista e attore Stephen Berra.
Trova dei pessimi ruoli nell'interpretare la ragazza ritardata Carla nel terribile "Un amore speciale" (1999) con Giovanni Ribisi e Diane Keaton, ne "Il mistero del quarto piano" (1999) di Josh Klausner, e, con Jennifer Lopez, "Via dall'incubo" (2002) di Michael Apted, dove interpreta la migliore amica di una donna picchiata dal marito.
Un po ' meglio il thriller "Le vie della violenza" (2000), diretto da Christopher McQuarrie, con Benito del Toro e in "Oscure presenze a Cold Creek" (2003), di Mike Figgis, con Dennis Quaid e Sharon Stone.
È assolutamente sprecata nel film "Blueberry" (2004), psichedelico e inutile adattamento del classico fumetto western di Charlier e Giraud, di Jan Kounen, con Vincent Cassel. 
Perversa, sexy, con un corpo nervoso e magro, la voce roca, l'aria da ragazza vissuta fra arresti, droghe e adesione alla setta Scientology, Juliette mette su pure due rock band: la prima, Juliette and The Licks, con cui incide due album e un EP (2005 - "Like a Bolt of Lightning", 2005 - "You're Speaking My Language", 2006 - "Four on the Floor"), la seconda, Juliette and The New Romantiques, con cui pubblica un album (2009 - "Terra incognita").
In entrambi i casi, i dischi non sono granché (tamarro rockaccio hard i primi, più meditati i secondi) ma la nostra, dal vivo, è davvero una bomba!
Figura nel cast di "Starsky & Hutch" (2004), di Todd Phillips, dell'acido "The Darwin awards - Suicidi accidentali per menti poco evolute" (2006) per la regia di Finn Taylor, una curiosa commedia indipendente un po' macabra sui cosiddetti "Darwin Awards", ovvero i premi postumi assegnati alle persone che si sono uccise o sono rimaste uccise nei modi più vari e particolari.
È anche nella commedia romantica "Tutte le cose che non sai di lui" (2007) di Susannah Grant, in "Metropia" (2009) di Tarik Saleh, in "Due cuori e una provetta" (2010), al fianco di Jennifer Aniston e Jason Bateman, e in "Parto col folle" (2011) di Todd Phillips, dove interpreta il ruolo di Heidi. 
Non disdegna partecipazioni in serie tv come "Wayward Pines" e "Secrets and Lies", e nel 2014 è protagonista del film "Kelly & Cal". 
Farà poi parte del cast del film di Jon Chu, "Jem e le Holograms".
L'ultimo film in cui si può ammirare, per ora, è l'horror "Ma" (2019), diretto da Tate Taylor.
Cara Juliette, una domanda finale: come fai a rimanere sempre così incredibilmente bella?
Tanti auguri, divina!

"Kate: Scusa...
Richard: Che'c'è?
Kate: Dove ci state portando?
Richard: In Messico.
Kate: Che cosa c'è in Messico?
Richard: I messicani."
Kate Fuller/Juliette Lewis; Richard Gecko/Quentin Tarantino - Dal Tramonto all'Alba

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