Ventiquattro anni sono veramente pochini-pochini: era questa l'età che aveva il bravo PETER LAUGHNER, quando ci ha lasciato per una brutta pancreatite dovuta agli abusi.
È pur vero, cari amici dei Mutzhi Mambo, che se uno vuol fare il rocker di quelli estremi, sa che non farà una vita sana e deve mettere in conto che esiste la possibilità concreta di andarsene anzitempo per via delle "malattie professionali" come gli incidenti on the road, le groupie fuori di testa, cancro e infarti vari, i fans armati e, soprattutto, gli abusi di alcol e droga.
Detto questo, comunque ventiquattro anni sono veramente pochi…
Chitarrista seminale col mito di Velvet Underground e Stooges nel cuore, annoverato fra i padri del punk e della new-wave, militò nei Rocket from the Tombs e fu fondatore del gruppo art rock dei Pere Ubu.
Immaginate un mondo in cui Dylan si è fatto uno speedball in compagnia di Lou Reed e sogna di suonare con gli Stones e i Television.
Ma Peter Laughner non disdegnava scorribande nel blues sepolcrale e nel cantautorato folk più acustico e minimale.
Questo fu l'artista che oggi omaggiamo: non molti si ricorderanno di lui ma i pezzi che ha composto e suonato rimangono nella storia della musica marcia.
Roba tipo "Final Solution", "Amphetamine", "So cold" e "Ain't fun" si impongono in qualsiasi raccolta di vera musica rock'n'roll che si rispetti!
Peter Ravenscroft Laughner nasce a Cleveland, in Ohio, il 22 agosto del 1952.
Fin da ragazzo ha la reputazione di essere il più hippy di tutti: conosce tutti i dischi migliori e spesso prima di chiunque altro.
Per Laughner, i Velvet Underground significano quello che gli Stones, Dylan, ecc. avevano significato per migliaia di altri adolescenti del midwest.
Per lui, Lou Reed è il suo Woody Guthrie, l'idolo, il maestro, ed un nastro ritrovato di recente, datato 1969, della band delle superiori di Laughner, i "Mr. Charlie", registrati mentre suonano a Bay Village, in Ohio, dimostra quanto egli già precocemente fosse influenzato dall'estetica dei Velvet.
Come cantante, cantautore e interprete di numerose, oscure band di Cleveland, tra cui i Cinderella Backstreet, i Peter & the Wolves, i Friction, probabilmente è stato singolarmente il più importante catalizzatore per la nascita della scena rock alternative di Cleveland alla metà degli anni '70.
È un onnivoro di musica: la sua ex moglie, il critico Charlotte Pressler, lo definirà un "jukebox underground".
I suoi gruppi riprendono pezzi da Brian Eno, Richard & Linda Thompson, Robert Johnson, Jesse Winchester, Bob Dylan e molti altri, spesso arrangiando le tracce in modo personalissimo, verso soluzioni intelligenti e inaspettate.
La sua straordinaria interpretazione unplugged di "Blank Generation", il pezzo più famoso di Richard Hell & The Voidoids del 1976, ripropone l'inno punk come fosse un folk blues di ampio respiro.
Il suo gruppo più "celebre" sono i Rocket from the Tombs, formato nel 1974 dal giornalista del "The Scene" David Thomas, che in questo periodo utilizza il nome d'arte Crocus Behemoth.
Dopo molti cambi di formazione Thomas incontra Laughner, al quale si unisce presto il chitarrista Gene O' Connor, nonché il bassista Craig Bell e il batterista Johnny Madman Madansky.
Grazie ad uno stile musicale ricco di riferimenti agli Stooges e a Lou Reed, la band si fa rapidamente un nome nella scena di Cleveland, aprendo anche per gruppi come gli Iron Butterfly.
Tuttavia il gruppo ha breve vita, in parte perché i componenti non sopportano lo stile di canto di Thomas, in parte perché quest'ultimo e Laughner tendono sempre più verso l'art rock.
Per risolvere il problema del cantante viene ingaggiato Stiv Bators, ma la nuova formazione non dura molto.
Laughner intanto conosce Lester Bangs, vera icona della controcultura americana e, probabilmente, il piu famoso giornalista rock di sempre, quindi si trasferisce a New York per lavorare a "Creem" e per seguire la nascente scena punk della Grande Mela.
Impressionato dalla musica di Television e Patti Smith, Laughner torna a Cleveland, ma trova la band ancora divisa sulla direzione musicale da intraprendere.
Poche settimane dopo il complesso si scioglie e O'Connor e Madansky si uniscono al cantante Stiv Bators per formare i Frankenstein, che in seguito cambiano nome in Dead Boys, mentre Laughner e Thomas formano i Pere Ubu con il bassista Tim Wright (ex tecnico audio dei Rocket From The Tombs).
Entrambi i gruppi usano canzoni già scritte o suonate dai Rocket From The Tombs come parte dei loro repertori: i Dead Boys utilizzano "Ain't It Fun" (resa poi celeberrima dai Guns'n'Roses negli anni '90), "What Love Is", "Down in Flames", "Caught With the Meat in Your Mouth" e "Sonic Reducer", mentre i Pere Ubu reinterpretano "Final Solution", "Life Stinks" e "30 Seconds Over Tokyo".
Se avete voglia, recuperatevi le raccolte "Life Stinks" (1990) e "The Day the Earth Met the Rocket from the Tombs" (2002): ne vale la pena, soprattutto se volete capire dove e come nasce il punk...
Il capolavoro del nostro Peter è "Amphetamine", canzone che prende a modello la "Heroin" dei Velvet.
Si possono ascoltare diverse versioni del pezzo, una più dura coi Rocket From the Tombs (una versione dal vivo appare sulla compilation "The Day The Earth...") e una più morbida che forse meglio si adatta all'atmosfera malata della canzone.
La versione definitiva, registrata all'inizio del 1976, resta inedita.
Accompagnato da Don Harvey con uno spettrale organo a canne, Laughner allunga la canzone a più di 11 minuti, liberando i testi visionari che ricordano i tempi di "Astral Weeks" di Van Morrison: ha solo 23 anni quando la registra, ma sembra già stanco del mondo.
Diametralmente opposta è la music-tape che il nostro registra insieme a Lester Bangs nel 1974.
Nulla di geniale ma roba bella alcolica e divertente: certo, a posteriori, pensando alla fine che hanno fatto entrambi (Bangs muore di overdose nel 1980, a 33 anni), mette un po' di malinconia quell'atmosfera di divertimento drogato che aleggia nei pezzi.
Della produzione di Laughner è stata ristampata poca roba ed è difficilmente rintracciabile, ma per fortuna alcuni dei suoi pezzi, rappresentativi di vari aspetti della sua carriera, sono stati finalmente messi a disposizione negli anni '90 sulla compilation "Take the Guitar Player", indispensabile per avvicinarsi a questo genio morto troppo presto.
L'ultimo evento degno di nota prima della sua dipartita è quando cerca di salire sul palco del CBGB's per fare una jam col Patti Smith Group venendo cacciato in malo modo da Lenny Kaye e dal fratello di Patti Smith.
Seriamente minato dall'abuso di alcool e stupefacenti, muore il 22 giugno del 1977, a seguito di una pancreatite acuta.
Certo che 24 anni son proprio pochini…
Onore a Peter Laughner!
"…Pretty baby said she was glad she got this far
And she went up on the roof just to read the stars
I gave her a hug and a kiss
But I could never give her this
Take the guitar player for a ride
He's hardly ever been satisfied
Thinks he owes some kind of debt
Maybe you can help him get over it
But you're so easily excited
It's like having a party and you aren't invited"
Peter Laughner - Amphetamine