Finalmente è l’ora di festeggiare uno dei padri del rock'n'roll: il fantastico BILL HALEY!!!
Bill Haley, cari amici dei Mutzhi Mambo, è uno dei più trascurati pionieri che hanno dato lustro al nostro genere preferito.
Mentre Elvis Presley, Chuck Berry, Bo Diddley, Little Richard e Buddy Holly sono su, in alto nei cieli, acclamati come geni, trasformati in vere stelle polari nel firmamento del rock, e la loro musica viene rispettata da critici e studiosi, idolatrata dal pubblico e riconosciuta come influenza da una miriade di musicisti, Bill Haley no, anzi, nella maggior parte delle storie della musica, spesso viene trattato come poco più di una gloriosa meteora, un'anomalia passeggera che è venuta fuori rapidamente e rapidamente se n’è andata.
Normalmente viene riconosciuto dall'ascoltatore medio per due sole canzoni tra le centinaia che ha registrato.
Eppure, Bill Haley era lì prima di tutti loro, suonando il rock'n'roll prima che questo genere avesse un nome!
Bill Haley è venuto molto prima di quello che pensa la maggior parte della gente e di quello che di solito si trova scritto nelle “Enciclopedie del Rock”, e ha continuato a fare ottima musica per molti più anni di quanto normalmente gli venga riconosciuto.
Naturalmente Haley non è stato il "padre del rock'n'roll", i neri facevano questa roba da almeno vent'anni, però è stato quello che ha legato il genere all'immaginario delinquenziale bianco: immaginario che ancora gli rimane cucito addosso.
In pratica, il nostro Bill, ha avuto il pregio di "sbiancare" il rock'n'roll e di renderlo così potabile per il grande pubblico, fino a farlo diventare la musica popolare giovanile per eccellenza della seconda metà del Novecento...
Se vi par poco!
William John Clifton Haley (così all'anagrafe) nasce a Highland Park, in Michigan, il 6 luglio del 1925.
Orbo da un occhio da quando ha quattro anni per una malaugurata operazione, il nostro da piccolo sviluppa un’acuta forma di timidezza.
La famiglia si trasferisce a Boothwyn, in Pennsylvania, verso la metà degli anni '30, e lì Haley sviluppa un forte amore per la musica country e comincia a strimpellare la chitarra e cantare; inizia a suonare "professionalmente" (1$ a esibizione...) all'età di 13 anni.
A 14 lascia la scuola e la casa per andare a suonare a giro e fa la fame nera finché non arriva la sua grande occasione nel 1944, quando sostituisce Kenny Roberts nei Downhomers, con cui Haley incide per la prima volta.
Haley lascia il gruppo nel 1946 e cambia parecchie altre band prima di tornarsene a casa sua a Chester, dove inizialmente spera di lavorare come DJ.
Invece forma un nuovo gruppo, i Four Aces of Western Swing, dove canta in stile jodel (mah…), con il tastierista Johnny Grande, il bassista Al Rex e il pedal-steeler Billy Williamson, e firma un contratto con la Cowboy Records, un'etichetta fresca-fresca di musica per vaccari DOC.
Il loro primo disco viene pubblicato nel 1948, una versione di “Candy Kisses".
Nel 1949, il gruppo cambia nome in Saddlemen e comincia a girovagare tra le etichette, prima di stabilirsi definitivamente alla Holiday Records, una piccola etichetta di proprietà di David Miller, nel 1951.
La loro prima incisione, fatta sotto insistenza di Miller, è una cover di "Rocket 88", una canzone di Ike Turner registrata poco prima da Sam Phillips a Memphis.
È un pezzo di R&B bello pompato, pieno di ammiccamenti sessuali, e Haley e i Saddlemen semplicemente ci aggiungono un suono boogie più marcato, amplificando la sezione ritmica, mentre la chitarra solista (probabilmente suonata da Danny Cedrone) esegue svisate blues sui break.
Haley non è entusiasta all'idea di suonare questa canzone, così sconcia e “nera”, ma Miller insiste e il risultato (sebbene nessuno allora lo sapesse) è la prima cover di una band “bianca” di quello che è considerato da molti studiosi come la prima canzone “ufficiale” di rock'n'roll.
Per intenderci, i membri dei Beatles e dei Rolling Stones erano ancora alla scuola elementare…
Nessuno ha nemmeno un nome per questo genere: un pezzo R&B fatto in uno stile che sembra rivolto agli ascoltatori neri, ma eseguito da una band bianca in una specie di versione dal sapore country rivisitato.
Infatti, i Saddlemen stessi rimangono stranamente anonimi; Miller non fa girare apposta foto pubblicitarie del gruppo, uno sforzo calcolato per oscurare la loro "razza", sebbene il nome della band e l’impronta country del loro sound non mettano dubbi sul fatto che neri non sono.
Quel singolo di debutto vende solo poche migliaia di copie a livello locale, così come il suo seguito, "Green Tree Boogie".
Nel frattempo, quando Haley e la sua band suonano, il loro business manager, Jim Ferguson, comincia a notare che il pubblico più giovane risponde meglio alle canzoni in stile R&B che Miller li aveva costretti ad incidere.
Poi arriva "Rock the Joint", la loro prima incisione sulla nuova etichetta di Miller, la Essex Records, che vende abbastanza bene da organizzare un tour per promuoverlo.
Uno dei luoghi in cui viene venduto meglio è Cleveland, dove il mitico DJ Alan Freed passa alla radio la canzone; ed è proprio Freed che comincia a riferirsi alla musica di pezzi come “Rock the Joint”, che passa ogni sera durante il suo spettacolo, come "rock'n'roll".
I membri della band, tutti sopra i 30 anni passati, si ritrovano a suonare in centinaia di balli delle scuole medie, non propriamente i luoghi dove normalmente si dovrebbe esibire una band di professionisti...
Nel mentre, cambiano pure immagine e nome: nel 1952 diventano Bill Haley & His Comets, prendendo spunto dal fenomeno del passaggio della Cometa di Halley, che all’epoca teneva banco su tutti i giornali.
I cappelli da cowboy e gli altri accessori da vaccari vengono spazzati via e iniziano a imitare le band più selvagge di R&B, in particolare i Treniers, sviluppando movimenti quasi acrobatici sul palco da parte del contrabbassista e del sassofonista, cose che all’epoca sono veramente impensabili per una band "seria" ma, a quanto pare, ai ragazzi piacciono da pazzi.
Haley, da vecchio marpione, ascolta bene il linguaggio degli adolescenti e mette nei pezzi tutti quei modi di dire che sente durante i concerti.
Alcuni diventano dei brani francamente stupidi come "Dance With a Dolly" e "Stop Beatin’ Round the Mulberry Bush”.
Ma alcuni di essi, come "Rockin 'Chair on the Moon", sono anni avanti rispetto ai loro tempi, mentre "Crazy, Man, Crazy", proietta la prima band bianca che suona R&B nella Top 20 delle pop charts del 1953.
Alla fine dell’anno, James Myers offre a Haley e Miller una canzone che aveva pubblicato, intitolata "Rock Around the Clock".
Scritta quasi come parodia degli stereotipi R&B, a Miller non piace, non ne vede il potenziale e si rifiuta di registrarla (bella mossa Miller!).
Dopo alcuni tentativi di pubblicare altre canzoni per il mercato teen che non funzionano, Haley, la band e il loro manager sono pronti a lasciare Miller e la Essex Records.
A Milt Gabler, produttore della Decca Records, il pezzo "dell'orologio" invece piace parecchio e comprende l’enorme potenziale della band: Bill e i suoi firmano un bel contratto il 12 aprile 1954.
La band pubblica il singolo "Thirteen Women” e "Rock Around the Clock", vendendo 75.000 copie, cifra non male ma non proprio entusiasmante.
Ma basta per convincere Gabler a programmare un'altra sessione di registrazione all'inizio di giugno, dove la band incide "Shake, Rattle and Roll".
Con questo pezzo la band si impone a livello nazionale, raggiungendo il numero sette in classifica e vendendo più di un milione di copie tra la fine del 1954 e l'inizio del 1955.
Lo segue a ruota "Dim, Dim Lights (I Want Some Atmosphere)" che raggiunge il numero 11 in classifica.
Poi, all'inizio del 1955, James Myers riesce a imporre "Rock Around the Clock" come sigla di apertura del dramma sulla delinquenza giovanile “Il Seme della Violenza”: il film otterrà uno straordinario successo, e in seguito la Decca ripubblica la canzone a primavera.
E finalmente, al grido di "One two three o'clock, four o'clock rock!”, i teen-agers impazziscono, facendone uno slogan di ribellione, tanto che nei cinema dove viene trasmesso, ci saranno diversi disordini sedati dai manganelli delle forze dell’ordine.
“Rock Around the Clock" diventa un successo planetario (da alcune stime, è diventato il secondo singolo più venduto a livello mondiale dopo "White Christmas" di Bing Crosby), con 25 milioni di copie vendute in tutto il mondo.
Addirittura è considerato il vero spartiacque che ha dato il via alla nuova era del rock'n'roll!
Per farsi un'idea: il successo di "Rock Around the Clock" è ai suoi massimi mentre Elvis Presley deve ancora piazzare un pezzo in classifica, quando il primo singolo di Chuck Berry pubblicato dalla Chess è appena stato registrato, quando Roy Orbison e Buddy Holly non sono nemmeno vicini ad un’audizione per un contratto...
In questo momento, Bill Haley & His Comets sono le uniche star del rock'n'roll (i neri, come sappiamo, sono fuori dai giochi…)!
Entro un anno, tutto cambierà, ma è un anno abbastanza lungo per Haley e la sua band da permettergli di diventare delle stelle, con apparizioni sulla televisione nazionale e un accordo su film basati sui loro pezzi.
Dalla fine del 1954 fino alla fine del 1956 piazzano nove singoli nei Top 20.
I Comets sono una delle migliori rock'n'roll band di sempre, con un suono prevalentemente a base di sax, ornato dalla pesante chitarra ritmica di Haley, e tamburi con un sacco di rim-shot; hanno il suono "più nero" di qualsiasi gruppo bianco che lavora in quel periodo.
Non era ancora ovvio, e oggi è stato dimenticato, proprio come era fluida la loro adesione, per tutta la consistenza di quel suono.
Ai due compagni originali di Haley dai suoi giorni di Four Aces, il pianista Johnny Grande e lo slide guitarist Billy Williamson, si aggiungono il fantastico sax grintoso di Joey D'Ambrosio, il contrabbasso slappato di Marshall Lytle e il batterista Dick Richards; ironia della sorte, Danny Cedrone, la cui chitarra ha dominato le prime registrazioni dei Comets, compresa “Rock around the clock”, muore in un incidente nel luglio del 1954, non potendo godere della fama che gli spetta, e viene sostituito da Frank Beecher.
D'Ambrosio, Lytle e Richards chiedono di essere pagati meglio ma Haley rifiuta; quindi lasciano la band per formare i Jodimars (nome tratto da parti dei loro nomi), e registrano per la Capitol Records ma durano poco.
Beecher viene assunto nel gruppo come membro a tempo pieno e rimane con loro fino al 1961, mentre il successore di D'Ambrosio, Rudy Pompilli, diventa un membro fondamentale della band, lavorando con loro praticamente senza interruzioni per i successivi 19 anni, fino alla sua morte nel 1975.
Alla fine della primavera del 1956, il rock'n'roll cambia nuovamente pelle.
L'astro nascente di Elvis, più giovane e belloccio (Bill ha “ormai” 31 anni…) ma anche più moderno nel sound, oscura rapidamente la sua fama.
Haley non sembra più un artista all'avanguardia dopo la metà del 1956, ma rimane in grado di piazzare delle hit per un altro anno, tra cui "Razzle-Dazzle", "Burn That Candle" e "See You Later Alligator", e diversi album sorprendentemente forti.
Perde però inesorabilmente il tocco con il pubblico adolescente, e la sua figura quadrata e un po’goffa non può competere con quei fighi di Presley, Jerry Lee Lewis e Chuck Berry, anche se, con i suoi Comets mette sempre sù un signor show.
Inoltre, all'estero, specie in Inghilterra, Francia e Germania, mantiene sempre un bello zoccolo di fedeli appassionati.
Entro il 1959, Haley non infila più un singolo nelle charts, né vicino né lontano alla cima delle classifiche.
Il suo stile di rock'n'roll, composto da R&B, country e boogie woogie è ormai demodé, e un passaggio agli strumentali non risolve il problema delle vendite in calo.
Oltretutto il suo commercialista riesce a sprecare la maggior parte di quello che Bill aveva guadagnato durante gli anni migliori e il nostro si ritrova con un’enorme voragine di tasse non pagate.
Contrariamente a quello che la maggior parte del pubblico crede, Haley rimane un musicista attivo per tutti gli anni '60, registrando per la Warner Bros. e altre etichette statunitensi, e trova anche una carriera lucrativa in Messico (dove è Haley, non Chubby Checker o Hank Ballard, ad iniziare la mania del "twist"!), dribblando i vincoli fiscali e cercando di mantenere insieme un matrimonio al collasso, che rischia di rovinarlo del tutto.
Verso la fine degli anni '60, con l'avvento del revival rock'n'roll, Haley si ritrova improvvisamente ad avere una enorme richiesta di concerti in America.
Non avrebbe potuto accadere in un momento migliore, visto che, nello stesso anno, per la prima volta in più di dieci anni, non aveva piu nessuna pendenza col fisco.
In quel momento, le vendite di "Rock Around the Clock" e gli altri suoi successi Decca, avevano spazzato l'intero debito a sei cifre di Haley.
Inoltre, oltre ad avere il carnet di concerti pieno, grandi etichette discografiche si dimostrano interessate a registrarlo; finisce per firmare con Buddha / Kama Sutra Records per un paio di album dal vivo.
"Rock Around the Clock", quando viene scelta come tema musicale per la serie televisiva “Happy Days” durante la sua prima stagione, rientra pure in classifica!
Purtroppo la morte nel 1975 di "Saxman" Rudy Pompilli, (che era stato con lui dal 1955), è un brutto colpo per Haley che, alla fine, si ritira dalle scene.
Durante i suoi ultimi anni, Haley sviluppa gravi problemi psicologici nonche una brutta dipendenza dalla bottiglia.
Padre di 10 figli ma alcolizzato all’ultimo stadio, muore ad Harlingen, in Texas, il 9 febbraio del 1981, per un cancro al cervello.
A lui, che con i suoi Comets aveva mandato in orbita un'intera generazione di pischelli col ciuffo a banana, nel 2006 hanno giustamente dedicato il nome di un asteroide.
Noi gli avremmo dedicato una galassia!
Onore al grande Bill Haley!!!
“One, two, three o'clock, four o'clock, rock
Five, six, seven o'clock, eight o'clock, rock
Nine, ten, eleven o'clock, twelve o'clock, rock
We're gonna rock around the clock tonight
Put your glad rags on and join me, hon
We'll have some fun when the clock strikes one
We're gonna rock around the clock tonight
We're gonna rock, rock, rock, 'til broad daylight
We're gonna rock, gonna rock, around the clock tonight…”
Bill Haley - Rock Around The Clock