Una delle menti più fulgide e malate della musica rock: SYD BARRETT, Signore e Signori, il fondatore dei Pink Floyd!
Genio e somma sregolatezza, simbolo dell’incubo in cui si è trasformato il sogno psichedelico inglese, un talento immane bruciato nel volgere di appena tre o quattro primavere.
Anche lui non ha retto all'impatto dello Star System, troppo fragile com'era già di suo…
Certo, va detto che le botte di LSD, anfetamine, metaqualone ed eroina che si sparava non hanno certo giovato al suo precario equilibrio mentale (voci incontrollate lo danno infatti come affetto dalla "Sindrome di Asperger", una forma di autismo ad alto funzionamento…).
E' praticamente impossibile elencare tutte le band che in qualche modo hanno tratto ispirazione dalle visioni lisergiche del “diamante pazzo” di Cambridge.
Il suo innovativo stile chitarristico e la sua propensione all'esplorazione di tecniche sperimentali, come l'utilizzo di dissonanze, distorsioni, e feedback, hanno avuto un enorme impatto su molti musicisti, da David Bowie a Brian Eno, da Marc Bolan a Jimmy Page, per non parlare di tutta la scena "indie" più psycho, sgangherata e stralunata.
Purtroppo, cari amici dei Mutzhi Mambo, la sua personalità di sognatore lo portò ad abusare di stupefacenti al punto da non essere più in grado di suonare col gruppo che aveva contribuito a creare.
Causa o meno di tutti quegli acidi e psicofarmaci che assunse in quantità industriale, la sua già fragile salute mentale lo abbandonerà del tutto e lo costringerà a uno dei ritiri più clamorosi e dolorosi di sempre.
Però, nonostante l'assenza dalle scene, i suoi due dischi solisti eserciteranno un'influenza colossale sulle generazioni future di cantanti e songwriter (e sinceramente non sempre sarà una buona scuola…).
Roger Keith Barrett nasce a Cambridge, il 6 gennaio del 1946, quarto di cinque figli.
Suo padre è un anatomista, che nel tempo libero si dedica alla pittura e alla coltivazione di funghi; inoltre suona nella Cambridge Philharmonic Society, e trasmette al figlio la passione per la musica.
Sino a 14 anni, però, il ragazzo pone la musica in secondo piano, preferendo la scrittura e il disegno: si concentra in particolare sui giochi di parole e altri espedienti letterari, come onomatopee e assonanze.
Il suo eroe letterario in questo periodo è Edward Lear, il re del nonsense.
Inizia ad appassionarsi veramente alla musica alle superiori, mentre suo fratello maggiore Alan impara a suonare il sassofono: a questo punto, visto l'exploit delle skiffle bands (i gruppi che suonano rock'n'roll con strumenti raccattati, tipo le tavole per lavare i panni…), Syd acquista il suo primo strumento musicale, un ukulele.
Prima di passare alla chitarra, Roger si interessa poi al banjo (in piena Elvis-mania), ma le uniche correnti del rock'n'roll che lo interessano sono lo stile di Bo Diddley, i riff degli Shadows e quelli di Buddy Holly.
A 14 anni, inizia a suonare la chitarra folk, insieme a un suo amico, John Gordon.
Diviene amico di un batterista che si chiama Sid Barrett; i frequentatori del locale in cui suonano chiamano entrambi "Sid", ma per differenziare Roger dal batterista, sostituiscono la i con una y.
Syd non è l'unico soprannome dato a Barrett: a scuola è noto come Syd the Beat, Syd-Knee e Sydernee.
Rimane Roger, anzi Rog, solo per la sua fidanzata, Libby Gausden, con la quale ha una relazione dal 1961 al 1964.
Nel 1961 avviene inoltre uno dei fatti che più lo segnano: assiste impotente alla morte del padre.
Molti studenti della Cambridge moderna, appena entrata negli anni sessanta, sperimentano droghe come speed e marijuana.
A partire dal 1963, dagli Stati Uniti inizia poi a diffondersi l'LSD, che si diffonde più rapidamente nella piccola ma all'avanguardia Cambridge che in tutto il resto d'Europa e Syd è fra i pionieri nell’uso e abuso.
Presto casa Barrett diviene il quartier generale della prima band di cui Syd fa parte: i Geoff Mott and the Mottoes.
Roger Waters, amico di Barrett, inizia a suonare il basso e, di tanto in tanto, prende parte alle prove.
La band si diletta in alcune cover rhythm'n'blues ma si sciolgono dopo un solo spettacolo.
Durante le vacanze estive, Waters e Syd pensano di mettere su un nuovo gruppo, ma ci riescono solo nel 1965.
Intanto Syd compone due delle sue prime canzoni: “Golden Hair” e “Effervescing Elephant”.
Dopo un po' Barrett e la Gausden si lasciano, sono troppo diversi: la Gausden è una ragazza di buona famiglia, mentre Barrett, un ragazzaccio, un debosciato, un beatnick.
Al college l'irrequieta personalità di Barrett si fa notare immediatamente; riallaccia i contatti con il chitarrista John Gordon e con l'amico d'infanzia David Gilmour, nel frattempo diventato un ottimo chitarrista che si diletta ad eseguire cover dei Four Seasons e dei Beach Boys.
Barrett si aggrega poi a Waters e Klose, formando il gruppo Spectrum Five.
Questa prima formazione conta Waters al basso, Klose alla chitarra e due colleghi di Waters alla tastiera e alla batteria: Richard Wright e Nick Mason.
Barrett suona la chitarra ritmica e la cantante Juliet Gale, che in futuro diventerà la moglie di Wright, partecipa occasionalmente come corista.
Appena entrato nel gruppo, Barrett compra una Fender Esquire, ornata da piccoli specchi circolari.
Presto la band conosce Mike Leonard, un tecnico delle luci che mette a loro disposizione la propria abitazione a Highgate: mentre i ragazzi suonano i loro brani, Leonard li accompagna con i cosiddetti "light shows", proiettati su una parete o sulla band stessa.
Nella residenza di Highgate, Syd inizia a comporre canzoni come “Astronomy Domine”: lo aiutano i molteplici libri e la biblioteca di suoni incisi su nastro messi a disposizione da Leonard, cosa che torna poi utile in svariate canzoni del primo album del gruppo.
Nel 1965 Barrett crea il nome Pink Floyd Sound, e poi il nome definitivo: Pink Floyd, dal nome di due dei suoi bluesmen preferiti, Pink Anderson e Floyd Council (ma affermerà in seguito che il nome gli è stato suggerito dagli alieni…).
All'estate del 1965 risalgono i primi bootleg dei Pink Floyd Sound, due canzoni composte da Barrett e Klose: “Lucy Leave” e la cover di “(I'm A) King Bee” di Slim Harpo, già incisa l'anno precedente dai Rolling Stones per il loro omonimo album di debutto.
Visto l'andazzo e lo stile che la band sta acquisendo, il primo chitarrista Bob Klose, purista del blues, decide di abbandonare Barrett e compagni.
Pochi giorni dopo Barrett torna a Cambridge, dove partecipa al film amatoriale di Nigel Lesmoir-Gordon, intitolato “Syd's First Trip” (la parte di Syd nel film è quella di assumere svariate droghe…).
Segue un periodo sentimentale tumultuoso per l'artista ma Barrett continua comunque a scrivere canzoni, influenzato dai gruppi che ascoltava in quel periodo: i Mothers of Invention, i Byrds e i Fugs.
I Pink Floyd riescono ad esibirsi solo nei locali della scena underground e nel 1965 fanno unicamente due concerti ma l'anno successivo conoscono il promoter Steve Stollman, che li ingaggia per una serie di concerti al Marquee Club di Londra.
Già ad aprile del 1966, fra i più grandi fan di Barrett e soci possono annoverarsi gente come David Bowie e Malcolm McLaren.
Peter Jenner e Andrew King, due imprenditori di etichette musicali indipendenti, colgono subito il potenziale commerciale del gruppo e il 31 ottobre di quell'anno fanno firmare ai Pink Floyd un contratto che li impegna per una serie di concerti in cambio di nuova attrezzatura e uno stipendio di 5 sterline a settimana.
Gli spettacoli e i concerti, in tutta Londra, diventano sempre più frequenti e sempre più bizzarri: all'inaugurazione dell'International Times, ad esempio, oltre a girare un’abbondante quantità di LSD e droghe di altro genere, il pubblico può assistere alla presenza di Paul McCartney vestito da sceicco arabo e di Marianne Faithfull travestita da suora....
In questo periodo la creatività di Barrett è spinta al massimo: accanto alla ballata psichedelica “Matilda Mother”, compone il classico dell'acid pop “See Emily Play”.
Il 1967 è il vero anno della svolta per Barrett e compagni: dopo una serie di fortunati concerti in vari college di tutto il Regno Unito, la band diveta attrazione fissa per il noto locale di Londra “UFO Club”. Joe Boyd porta i Pink Floyd in sala di registrazione a gennaio, per registrare il loro primo 45 giri per la EMI.
Il lato A del singolo è “Arnold Layne”, un pezzo che Barrett aveva composto basandosi su un personaggio realmente esistito, vissuto a Cambridge, mentre il lato B è una rivisitazione meno esplicita di “Let's Roll Another One”, intitolata “Candy and a Currant Bun”.
Per promuovere il primo singolo, i Floyd si fanno aiutare da un loro amico regista e girano un breve video in bianco e nero per “Arnold Layne” e un altro a colori per “The Scarecrow”, una traccia composta da Barrett e non ancora pubblicata.
Ad aprile, dopo una serie di concerti nei Paesi Bassi e la pressante richiesta di nuovo materiale da parte della casa discografica, Barrett inizia a dare segni di profonda stanchezza.
Si bombarda letteralmente di acidi, aggiungendo marijuana e qualche sporadica pillola di Mandrax, un farmaco che induce effetti simili alla morfina se assunto con alcol.
Nei cinque mesi seguenti, Barrett e compagni si chiudono in studio per lavorare al primo LP, “The Piper at the Gates of Dawn”, prodotto questa volta da Norman Smith, che risulta essere uno dei debutti in cui la parola capolavoro non viene sprecata: un album di psichedelia oscura e psicotica, che per certi versi prefigura pure la no-wave e il noise, lontano anni luce dai lampi "che beeeelllo" della psichedelia ottimista e ingenuotta del "Flower Power" degli hippies californiani.
Grazie al successo avuto con il secondo singolo (“See Emily Play”/”The Scarecrow”, uscito qualche mese prima dell'album) i Pink Floyd entrano ufficialmente nella Top of the Pops inglese.
Gli episodi che segnalano la progressiva perdita di stabilità mentale di Barrett inizieranno di lì a poco.
Quando viene invitato per la seconda settimana di seguito in uno studio TV, Syd si presenta in pigiama, mentre alla terza settimana annuncia di non voler più partecipare alla trasmissione televisiva perché «se non lo faceva John Lennon, perché lui avrebbe dovuto?».
Dopo è un lento declinare in un sempre maggiore stato confusionale e alienato: i concerti vanno sempre peggio, Barrett, spesso se ne sta in un angolo a scordare la chitarra e basta.
Mena di brutto le varie fidanzate e ogni tanto scappa durante le esibizioni.
Tornato a Londra, Syd passa parecchio tempo a nascondersi dalla EMI negli Studios De Lane Lea a Kingsway, sfruttando quel tempo per comporre un nuovo singolo.
Un tentativo è la lunatica “Vegetable Man”, canzone spesso citata come prova della sua malattia.
Per l'album successivo, “A Saucerful of Secrets”, Waters pensa che le tracce da inserire possono essere alcuni pezzi scritti da lui e Wright.
Barrett a questo punto scrive una nuova traccia, “Jugband Blues”, un brano che si contraddistingue per il lungo intervallo improvvisato dall'Esercito della Salvezza Britannico e per il suo testo a metà tra l'ironico e il malinconico.
Per questo album, Syd suona la slide guitar in “Remember a Day”e da un minimo contributo per “Let There Be More Light”.
Ma il mercato continua avidamente a esigere un altro singolo; Barrett si affretta quindi a comporre una nuova hit, “Apples and Oranges”/”Paint Box”, che divide la critica e viene ignorato dal pubblico.
Il gruppo parte per la California, dove la scena musicale è molto più esigente dei piccoli club underground inglesi.
Questo viaggio sarà determinante per il futuro della band: in seguito ai comportamenti sempre più compromettenti di Barrett, che non riesce a seguire il playback in una trasmissione, dà di matto in un'altra e abbandona pure un concerto per scappare a bordo di una Cadillac, Waters comincia a rompersi le palle sul serio.
I Pink Floyd tornano poi nei Paesi Bassi, dove Barrett non accenna nemmeno a suonare e si limita a sfiorare con le dita le corde della sua chitarra.
Il giorno dopo iniziano a partecipare ad una serie di concerti insieme a Jimi Hendrix, gli Amen Corner, i Move e i Nice.
Dave O'List dei Nice suona al posto di Syd in diverse occasioni per quei concerti.
Fino al dicembre del 1967, Barrett continua a suonare sporadicamente con la sua band, ma a Natale di quell'anno Waters chiede al chitarrista David Gilmour, vecchio amico di Barrett, di unirsi ai Floyd come chitarrista di supporto.
Inizialmente Barrett quasi ignora l'ingresso di un nuovo membro: sa solo che Gilmour è un chitarrista molto bravo.
La band si chiude negli studi di registrazione per una settimana, prima di ritornare in tour e lì succede il patatrack.
Barrett si reca in sala prove e annuncia di avere composto una canzone intitolata “Have You Got It, Yet?”.
Secondo l'idea di Barrett, lui deve cantare "Have You Got It, Yet?" e Waters dovrebbe rispondere "No!", suonando un ritmo molto semplice sia alla chitarra che al basso.
Ma Barrett, come a farlo apposta, inizia a suonare la canzone con la chitarra scordata e cambia tonalità sempre di più, sino a quando Waters non riesce più a seguirlo.
La settimana successiva i Floyd fanno quattro spettacoli, in cui Syd sembra essersi ripreso, anche se di poco: il lavoro sul palco viene svolto più che altro da Gilmour.
Per il quinto concerto, che si tiene il 26 gennaio, il gruppo deve recarsi a Richmond.
Passando vicino a casa di Syd, uno dei componenti chiede: «Non dobbiamo passare a prendere Syd?». A tale domanda non segue alcuna risposta.
E così che Syd viene estromesso dal gruppo che aveva fondato: i suoi compagni per un po' ci son stati, poi, come si dice: "mors tua vita mea", ognuno per sé e Dio per tutti, te ne puoi pure annà affanculo!
Barrett esce ufficialmente dalla band il 6 aprile 1968: i suoi manager continuano ad essere Jenner e King, che peraltro hanno più fiducia nella carriera musicale di Barrett che in quella del resto dei Pink Floyd.
Segue però il periodo più violento di Syd: tortura letteralmente la fidanzata, fino a spaccarle la chitarra addosso, distrugge appartamenti e strumentazioni varie, fa una vita da barbone e inizia a darci sotto con l’eroina.
In questo periodo inizia ad ideare le canzoni che sarebbero poi apparse sul suo primo LP da solista, “The Madcap Laughs”.
A fine marzo, vari musicisti, tra cui i “vecchi compagni” Waters e Gilmour e i Soft Machine, accettano di fare da session man per il nuovo album di Syd Barrett.
La registrazione è faticosa, dura parecchio, e con quei fulminei cambi di ritmo e armonia che Barrett conferisce alle canzoni sembra precorrere il punk o l’indie più stravagante.
Gilmour gli produce pure il secondo e ultimo Lp, intitolato semplicemente “Barrett”, registrato ancora più avventurosamente del precedente e, se possibile, ancora più surreale.
Ma l’illusione che possa riuscire a tirarsi fuori dalla follia dura poco.
Lo disintegra anche l’impiego sconsiderato e arbitrario che fa di uno psicofarmaco molto in voga al tempo, il Mandrax: una vera droga legalizzata.
Nel ‘70 tiene un concerto alla sala da ballo London Olympia ma abbandona il palco dopo tre o quattro canzoni.
Nel ’72 si esibisce con una band, gli Stars, che si scioglie a breve dopo un pugno di concerti disordinati in Inghilterra.
Poi basta.
Dopo un imprecisato ricovero in una clinica psichiatrica, per oltre trent'anni si autoreclude con la mamma nella sua casa di Cambridge a dipingere e a coltivare l'orto.
Syd Barrett muore il 7 luglio 2006, a 60 anni, per un tumore al pancreas.
Rimane la fatidica domanda: che avesse ragione lui?
Che forse quelli strani siamo noi?
Onore a Syd Barrett!
"Lime and limpid green, a second scene
A fight between the blue you once knew.
Floating down, the sound resounds
Around the icy waters underground.
Jupiter and Saturn, Oberon, Miranda and Titania.
Neptune, Titan, Stars can frighten.
Lime and limpid green, a second scene
A fight between the blue you once knew..."
Pink Floyd - Astronomy Domine