Tequila, ragazzi, Tequila!
Un fiume, un mare, un oceano di Tequila per tutti!
Se foste qui con noi, offriremmo volentieri un giro di Tequila Bum-Bum a tutti, cari amici dei Mutzhi Mambo, perché oggi si festeggia il compleanno del ruvido DANNY FLORES, “The Godfather of Latin Rock”!
Visto che di sassofonisti, in questo Vostro Almanacco, siamo di solito avari, ci sembrava giusto rimediare col sax di Danny Flores, perché, a dispetto della sua meteoritica avventura discografica, rimane un musicista dall’influenza enorme e ancora non pienamente riconosciuta.
Sicuramente ha dato il via a centinaia e centinaia di strumentali o semi – strumentali che si rifanno alle torbide e alcoliche atmosfere di frontiera, adattando gli stereotipi tipici dei latinos al mood rock’n’roll.
Oltretutto senza questa roba, sarebbe impensabile l’opera, per esempio, di un regista come Robert Rodriguez o comunque di tutti quelli che hanno ambientato una scena di sudaticcia tensione in un bar messicano.
Avessero dato un centesimo a Danny Flores ogni volta che qualcuno si è ubriacato ascoltando la sua “Tequila”, altro che Paperon De’ Paperoni!
Sarà pure il “Padrino del rock latino” ma Flores è uno dei più celebri “sfigati” del rock’n’roll: totalmente alcolizzato, negli anni ’60 ha venduto per due spicci i diritti di “Tequila” e, fino ai primi anni del 2000 ha vissuto di stenti, prima di riuscire a raccattare almeno le (cospicue) royalties europee sul pezzo…
Con il suo rauco sax e le sue ripetute urla "Tequila", il brano degli Champs rimane uno degli strumentali più irresistibili dell'era del rock'n'roll, prototipo per innumerevoli pezzi che mischiano il nostro genere preferito con le lascive e alcoliche atmosfere messicane e latine.
Sbanca la hit parade americana e ha fatto il giro del mondo nel 1958 e continua ad apparire nelle pubblicità televisive e in una ventina di film, tra cui “Pee-Wee Big Adventure” (1985) e “Teenage Ninja Mutant Turtles: The Movie” (1990), quando non risuona nella classica autoradio in un episodio a caso di una serie TV ambientata alla fine degli anni Cinquanta.
È Sstto il nome di Chuck Rio che il nostro ha scritto "Tequila" e ha suonato il memorabile riff di sax e ha urlato l'unica parola della traccia nella sua caratteristica voce da barman a fine serata.
Chiaramente, se "Rio" sta per fiume, si intende un fiume del torcibudella messicano!
Ahy, Ahy, Ahyyyyy....
Daniel Flores nasce l’11 luglio del 1929 a Rankin, in Texas.
Si trasferisce a Santa Paula, in California, con i suoi genitori messicani negli anni Trenta.
La musica è di casa in famiglia: i suoi suonano come passatempo, specialmente pezzi tradizionali del loro Paese di origine ma anche composizioni originali.
Danny imbraccia per la prima volta una chitarra durante una delle tante riunioni di famiglia e vari parenti saranno prodighi di consigli per migliorare la sua tecnica con lo strumento.
All’età di cinque anni già lo troviamo strimpellare la sei corde in chiesa e a 14 suona musica messicana in un trio, i 3-D Ranch Boys, di stanza a Long Beach.
Suona principalmente in club e bar malfamati frequentati da rozzi operai e grezzi agricoltori, il che gli guadagna il soprannome di "The Mexican Hillbilly", con chiaro riferimento ai cafoni che affollano i locali in cui è solito esibirsi.
Verso la fine degli anni Quaranta, Flores cambia strumento passando al sassofono, cercando di emulare il suono stridente di Vido Musso, un tenore che si era fatto conoscere con Benny Goodman e Stan Kenton e che ora stava registrando per la Modern, l'etichetta della West Coast che metterà in futuro Flores sotto contratto come vocalist.
Registra alcune parti vocali per delle piccole label a Pasadena prima di firmare con la Modern e di pubblicare materiale rock'n'roll e ballate.
Nel 1957 incontra Dave Burgess, un aspirante cantautore country, sotto contratto per la Challenge, un'etichetta californiana finanziata da Gene Autry, il noto “Singing Cowboy”.
Dopo alcuni concerti in duo come Danny e Dave, ingaggiano il batterista Gene Alden e il chitarrista Buddy Bruce, che già erano membri del gruppo di Flores, il session man Cliff Hills al basso e Huelyn Duvall per i cori durante una seduta di registrazione tenutasi presso gli studi Goldstar di Hollywood il 23 Dicembre.
Lo scopo è registrare "Train to Nowhere", uno strumentale composto da Burgess.
Incidono anche "Night Beat" e tre take basate su un riff di sapore latino che Flores aveva composto al pianoforte ed era solito suonare dal vivo come parte del suo show.
La band ha bisogno di un lato B per pubblicare il singolo di Burgess, e quindi usano la melodia strumentale composta da Flores.
Danny non ha ancora un nome per il brano, ma i suoi compagni di band, notando quanto al nostro “gusta” la tequila, suggeriscono il titolo che rimarrà poi celebre.
Decidono di chiamarsi Champs in onore a Champion, un cavallo di proprietà di Autry, mentre "Tequila" viene accreditato a nome Chuck Rio.
Il gruppo infatti chiede a Flores di usare uno pseudonimo, visto che è ancora sotto contratto con la Modern.
Quando un DJ del Massachussets gira il singolo "Train to Nowhere" e manda onda "Tequila", gli ascoltatori iniziano a richiedere insistentemente di ascoltare lo strumentale, che inizia a scalare le classifiche nel gennaio 1958.
Il "sax sporco" di Flores e il suo lascivo urlo di "Tequila!" scandito a intervalli regolari rendono la canzone una hit immediata, mentre il Lato A "Train to Nowhere" passa rapidamente in secondo piano.
"Tequila" finisce al numero 1 in sole tre settimane e gli Champs diventano il primo gruppo strumentale a raggiungere la vetta della classifica con la loro prima uscita.
La canzone si aggiudica un Grammy nel 1959 e Danny Flores passa dall’essere il "Mexican Hillbilly" a diventare il "Godfather of Latin Rock" (con buona pace di Trini Lopez, Jose Feliciano e Carlos Santana…) praticamente dal giorno alla notte.
Il resto è storia.
Alla fine Flores inciderà molti dischi usando entrambi i nomi, ma seguiterà essenzialmente a suonare il suo cavallo di battaglia per i successivi 40 anni.
Come Chuck Rio registra due parti vocali per la Challenge, ma viene coinvolto in una diatriba con Burgess e l'etichetta discografica sulla leadership e la proprietà dei Champs.
Alla fine viene raggiunto un compromesso con Rio che permette all’ex-collega di usare il marchio di fabbrica degli Champs per tre anni.
Il gruppo quindi continuerà con una line-up in continua evoluzione, con Burgess sempre più impegnato nel puro management, che, a volte, include Glen Campbell, poi Jimmy Seals e Dash Crofts, che diventeranno il noto duo degli anni ‘70, Seals and Crofts.
Per tutta risposta il sassofonista forma gli Original Champs, che presto diventeranno noti come Originals, ma non si avvicineranno mai, nemmeno lontanamente, a piazzare un’altra "Tequila".
Nel 1963, Rio si sposta sull'etichetta Saturn, dove pubblica una serie di grintosi strumentali che successivamente vengono raccolti nell'album “Surfer's Nightmare”.
Comunque sia, anche se non ha più beccato un successo, solo con le royalties di “Tequila” avrebbe potuto avere una vita agiata.
Sfortunatamente, il nostro è un bevitore molto serio costantemente in male arnese, tanto che si ritrova costretto a vendere i suoi diritti negli Stati Uniti della canzone per un pugno di denaro contante, privandosi così di un sostanzioso introito per tutta la vita.
Meno male che mantiene almeno i diritti per l’estero, sebbene per anni non riuscirà a raccogliere i frutti del suo lavoro.
Per gran parte degli anni '70, Flores suona in giro per la scena locale dei locali notturni, suonando regolarmente a Lakewood e al Village Inn di Long Beach.
Conosce in questo periodo la cantante Sharee, che diverrà sua moglie per 33 anni fino alla sua morte.
Sebbene la coppia si trasferisca a Westminster, si esibiscono ancora a Long Beach e nei dintorni, suonando "Tequila", di solito più volte a notte.
Successivamente, una nuova ondata di popolarità gli permette di fare spettacoli in tutti gli Stati Uniti ma negli ultimi anni dovrà arrendersi al morbo di Parkinson.
Muore a 77 anni, il 19 settembre del 2006, a Huntington Beach, in California, per le conseguenze di un’infezione polmonare.
Gli sopravvivono 7 figli e 15 nipoti.
Indovinate che pezzo verrà eseguito al suo funerale?
Ma “Tequila”, naturalmente!
Onore a Danny Flores!
"...Hey, Rosita - come quick
Down at the cantina they giving green stamps with tequila!!"
Buddy Kaye / David Hess / Ethel Lee - Speedy Gonzales