Il tipaccio ritratto nelle foto, per chi non lo avesse riconosciuto, è il leggendario HERMAN BROOD, cari amici dei Mutzhi Mambo, un rocker olandese poco conosciuto da noi ma strafamoso dalle sue parti, tanto da essere indicato come "the greatest and only Dutch rock'n'roll star"!
Lo sappiamo che pochi di voi, bestie ignoranti, sapranno di chi stiamo parlando ma, per chi non lo avesse ancora fatto, vi esortiamo ad ascoltarlo, magari una sera che avete la sbronza triste.
Sarà una piacevole sorpresa...
Herman era insuperabile a mischiare una sincera vena melodica con un’attitudine genuinamente punk, cosa che rende i suoi pezzi molto intensi e preziosi.
Nonostante fosse davvero marcio (o forse proprio per quello…), ha dato ai suoi pezzi un’intensità ineguagliabile: la sua vena malinconica non ha nulla di retorico o artificioso
Per gli olandesi è una sorta di “Vasco” nazional-popolare ma bisogna tener conto della distanza che ci corre fra l’Olanda e l’Italia per capire l’esatta portata della sua musica!
Il fatto poi di essersi suicidato ha aggiunto legna da ardere al falò del suo mito.
Oltretutto è stato un pregevole e interessante artista visuale e i suoi lavori hanno ormai quotazioni importanti.
Hermanus "Herman" Brood nasce a Zwolle, il 5 novembre del 1946.
Inizia a suonare il pianoforte all'età di 12 anni e fonda la band beat The Moans nel 1964, che diventerà poi Long Tall Ernie and The Shakers.
A Brood viene chiesto di suonare la tastiera con Cuby e le Blizzards, ma viene rimosso dal management quando la casa discografica scopre che si fa di brutto (altri tempi, anche se era l'Olanda..).
Dopo passa un po’di tempo in gattabuia per spaccio di LSD e se ne va all'estero con diverse band effimere, tipo The Studs, i Flash & Dance Band, e i Vitesse.
Nel 1976, Brood fonda il suo gruppo, gli Herman Brood & His Wild Romance, inizialmente con Ferdi Karmelk alla chitarra, Gerrit Veen al basso, Peter Walrecht alla batteria e Ellen Piebes e Ria Ruiters ai cori, in cui fonde deliziosamente la sua attitudine rock'n'roll con la sua inguaribile tendenza al romanticismo da junkie triste (gente come Nick Cave gli deve parecchio...), il tutto tenuto insieme da quei bei suononi crucchi new wave che a noi piacciono tanto.
Prima di pubblicare il loro primo album di debutto, “Street” (1977), si fanno una bella gavetta nel circuito dei club e dei bar dei Paesi Bassi.
La band si costruisce così una solida fama live, suonando in più concerti possibile, ma la tossicodipendenza di Herman diventa di dominio pubblico.
Nel 1977, per esempio, i Wild Romance suonano in un concerto presso un liceo a Almelo: durante la pausa Brood viene beccato a farsi di eroina (o di speed, a seconda delle fonti…) nel gabinetto.
Il resto del concerto viene quindi annullato, e questa è anche l'ultima volta che in questa scuola viene dato il permesso di organizzare un concerto rock per molti anni.
Il loro album più famoso è il secondo, “Shpritsz” (dal termine tedesco per “siringa”), del 1978.
Questo album contiene i pezzi piu noti di Brood come "Dope Sucks", "Rock & Roll Junkie" e la loro prima hit olandese, "Saturday Night".
La band attraversa molti cambiamenti di formazione nel corso degli anni; quella più conosciuta è con Freddy Cavalli al basso, Dany Lademacher alla chitarra (successivamente sostituito con David Hollestelle) e Cees 'Ani' Meerman alla batteria.
Un membro frequente, anche se non fisso, è Bertus Borgers al sassofono.
Il nostro Herman ha pure una chiacchieratissima relazione con la cantante tedesca Nina Hagen, con cui appare nel film “Cha-Cha” (1979), di Herbert Curiel, vero must per conoscere la scena punk e new wave di Amsterdam.
La Hagen lo omaggia con la canzone "Herrmann Hiess Er" (titolo inglese “Herrmann Was His Name”) dall'album “Unbehagen” del 1979, un pezzo che parla (giustappunto) di un tossicodipendente.
Brood in realtà apprezza l'attenzione dei media sulla sua dipendenza dalle droghe e diviene il più celebre fattone dei Paesi Bassi (e ce ne vuole!).
Nell'estate del 1979, i Wild Romance cercano di sfondare nel mercato americano, con il sostegno della divisione statunitense dell’etichetta Ariola, che sta cercando di espandersi nel mercato del rock.
Sulla scia del successo di “Shpritsz”, la band va in tour in USA come supporter per i Kinks e i Cars.
Una versione ri-registrata di "Saturday Night" raggiunge il numero 35 nella Billboard Hot 100, ma il grande successo che Brood spera non arriva.
Quando torna nei Paesi Bassi, nell'ottobre 1979, la sua band comincia a perdere pezzi, e presto la sua popolarità cala a picco.
“Go Nutz”, l'album che Brood registra negli Stati Uniti e il film “Cha-Cha” , che debutta nel dicembre 1979, vengono considerati fallimenti artistici, anche se “Go Nutz” produce tre singoli da classifica in Olanda e la colonna sonora di “Cha Cha” raggiunge rapidamente il disco di platino.
L'album "Wait a Minute" del 1980 ottiene un successo ancora minore, e i successivi “Modern Times Revive” (1981) e “Frisz & Sympatisz” (1982) non riescono ad entrare nemmeno in classifica.
Brood comunque continua a registrare per tutti gli anni '80 e ottiene alcuni successi: un singolo top 10, "Als Je Wint" con Henny Vrienten e un piccolo successo con una canzone reggae, "Tattoo Song".
Alla fine degli anni '80 il gran ritorno: “Yada Yada” (1988), prodotto da George Kooymans, viene ben accolto ed è seguito da un tour in Germania con una rinnovata formazione dei Wild Romance (che vede il rientro di Dany Lademacher).
Nel 1990 vince il BV Popprijs, uno dei più prestigiosi premi olandesi per la musica pop, e registra “Freeze” col sax di Clarence Clemons della E-Street Band e la fisarmonica di Tejano Flaco Jiménez.
L’album dal vivo "Saturday Night Live" esce nel 1992.
Il suo 50° compleanno, nel 1996, viene celebrato con uno spettacolo al centro musicale e culturale "Paradiso" di Amsterdam e un album di duetti viene pubblicato lo stesso anno.
Parallelamente alla sua carriera musicale, Brood, si dà alla pittura e diviene un personaggio ben noto negli ambienti artistici di Amsterdam.
Fautore di una personalissima pop-art, molto colorata, e di graffiti ispirati a stampe sullo schermo, ottiene un certo successo commerciale e una notevole notorietà, cosa che gli permette di creare murales in vari spazi pubblici intorno ad Amsterdam.
Continua a rimanere all’attenzione del pubblico, comparendo spesso in TV e in un film biografico, “Rock'n Roll Junkie” del 1994.
Brood tenta in tutti i modi di liberarsi dalla “scimmia” ma, nel 2001, frustrato dall’ennesimo fallimento del suo programma di riabilitazione e di fronte ai gravi problemi di salute connessi alla sua prolungata tossicodipemdenza, si suicida l'11 luglio saltando dal tetto dell'Hilton Hilton Hotel, a soli 54 anni.
Nulla da aggiungere se non che ci dispiace veramente per un motivo reale, nulla di retorico: perché Brood è uno dei rari artisti di cui saremo stati davvero curiosi di sentire le cose nuove, le cose che avrebbe potuto tirare fuori se non avesse preso in anticipo il tram per i cimitero...
Herman Brood ve lo dovreste sentire… almeno un po’!
Onore a Herman Brood!
“…It's magic, fantastic, plastic fireball
Makes you strung out for life
Makes you stumble & fall
They're gonna call you names you never heard before
They got you comin' down on music you adore
But when I do my suicide for you
I hope you miss me too
But when I do my suicide for you
I hope you miss me too
I'm a heart & soul, Rock & Roll,
Heart & soul Rock'n'roll junkie"
Herman Brood & His Wild Romance - Rock'n'roll Junkie