Fermi tutti!
Lo sappiamo che il simpatico HARRISON FORD col Pulp c'entra poco o nulla, cari amici dei Mutzhi Mambo, ma quel poco che c'entra è veramente fondamentale, indispensabile!
Basterebbe un titolo ("Blade Runner") e la considerazione che più della metà dei film fantascentifici trash degli anni '70 e di quelli avventurosi di serie B prodotti negli anni '80 non sono nient'altro che pessime (per quanto affascinanti per chi, come noi, ha il gusto dell'orrido) imitazioni rispettivamente di "Guerre Stellari" e de "I Predatori dell'Arca Perduta"!
Oltretutto, avrete notato anche Voi che anche i blockbuster più mainstream, specie quelli noir o di fantascienza, dopo un po' d'anni prendono indistintamente quell'irresistibile aroma Pulp, come il whisky invecchiato nelle botti, che li rende indistinguibili dai prodotti più lerci e improbabili…
Il Tempo, più che essere "Signore", è Pulp!
Certo, in generale, in questo Vostro Almanacco, celebriamo più volentieri i "cattivi" o, se son buoni, devono essere perlomeno ambigui, marci e un po' carogne.
Harrison Ford no, a parte un paio di thriller, lui è l'eroe senza macchia, senza chiaroscuri; magari guascone, magari non pienamente integrato, magari non del tutto "legale" ma sempre sempre comunque un eroe; anzi, per chi è stato ragazzo nel decennio che va dalla metà dei '70 alla metà degli '80, Harrison Ford "è" l'eroe, il sinonimo stesso dell' "avventura"!
Giungle, astronavi, indigeni feroci, replicanti, idoli dimenticati, nazisti, scorpioni, alieni: nulla fa paura al nostro Harrison, nulla gli fa un baffo!
E allora, per una volta, permetteteci questo tuffo nostalgico nell' "Avventura" con la "A" maiuscola e fateci omaggiare il mitico Ford, nel giorno del suo settantasettesimo compleanno, che di divertimento, ogni tanto, si ha pure bisogno!
Harrison Ford nasce a Chicago il 13 luglio del 1942.
La madre è un'ebrea russa, il padre un irlandese cattolico: per "par condicio" lo mandano sia in sinagoga che in chiesa (sai che palle, povero piccolo...).
La sua carriera da studente non è brillante e si conclude con un'espulsione dal Ripon College, nel Wisconsin, dove frequenta corsi di arte drammatica, pochi giorni prima di ricevere il diploma.
Si trasferisce dunque a Los Angeles insieme alla ragazza che frequentava al college, sposata nel 1964 che sarà sua moglie fino al '79 e madre dei suoi primi due figli.
In California, Ford riesce a interpretare piccoli ruoli in tv e personaggi minori in alcuni film, tra i quali "Zabriskie Point" di Michelangelo Antonioni (1970) e, nello stesso anno "L'impossibilità di essere normale" di Richard Rush.
Deluso e insoddisfatto dalla precarietà del lavoro nel cinema, decide di sbarcare il lunario imparando a fare il carpentiere: da vero "Self Made Man" si prende un manuale di falegnameria in prestito alla biblioteca pubblica, e piano piano impara il mestiere, divenendo in breve tempo un professionista nel campo.
Ed è proprio la sua bravura come artigiano a reinserirlo nel circuito di Hollywood: rinomato per la sua professionalità, Harrison comincia a lavorare per le star di Beverly Hills e mentre si trova in casa di George Lucas, il regista gli chiede di prestarsi per aiutarlo a ripassare e limare alcuni passaggi di un copione che ha in cassetto: si tratta di "Star Wars"...
La sua naturale bravura gli apre le porte del successo, che inizia con una piccola parte in "American Graffiti" (1973), proprio dello stesso Lucas.
Sul set viene notato anche dal produttore del film, Francis Ford Coppola, che lo inserisce nel suo "La conversazione" (1974), mentre Lucas lo ritiene perfetto (dopo una selezione in cui vengono scartati gente come Kurt Russell e Christopher Walken…) per recitare nei panni di Han Solo in "Guerre Stellari": arriva così, nel 1977, a trentacinque anni suonati, la sua consacrazione come attore (quando si dice il culo...).
Da questo momento in poi Harrison interpreta ruoli da protagonista in film di primissimo piano.
Apprezzato per il suo innegabile sex appeal (soprattutto dal pubblico femminile ma non solo…), per la sua recitazione asciutta e controllata e per la sua impagabile autoironia, rende indimenticabile il suo contrabbandiere spaziale e partecipa a tutti gli episodi della trilogia di "Star Wars".
Nel 1979 ha la parte del colonnello Lucas nel cult movie "Apocalypse Now", diretto da Francis Ford Coppola e, nel 1981, interpreta l'irresistibile aventuriero archeologo Indiana Jones nel film "I predatori dell'arca perduta" diretto da Steven Spielberg.
Anche qui, botta di culo: il ruolo gli viene affidato per la "lungimirante" rinuncia di Tom Selleck, che preferirà rimanere legato alla serie televisiva "Magnum, P.I.".
Inutile ricordare che Ford sarà protagonista anche dei due sequel…
L'anno seguente interpreta il cacciatore di replicanti Rick Deckard in un altro film cult, il bellissimo "Blade Runner", di Ridley Scott, di cui qui non è il caso di dilungarsi.
Esce dal genere fantasy e smette i panni dell'eroe da fumetto con il bel giallo ambientato nella comunità amish "Witness - Il Testimone" (1985), diretto da Peter Weir: la sua interpretazione gli fa guadagnare la nomination all'Oscar, al Bafta e al Golden Globe.
A proposito, detto per inciso, nonostante il suo clamoroso successo di pubblico e le prestigiose collaborazioni con i più noti registi, il nostro Harrison non ha mai vinto un Oscar, ma va bene così...
"Non è per questi particolari che si giudica un giocatore…" (Cit. )
Sempre per Weir interpreta uno dei suoi rari ruoli negativi, il folle inventore visionario Allie Fox nel controverso ma interessante "Mosquito Coast" (1986), film che si rivela un fiasco al botteghino ma che, con gli anni, diventa un cult.
Bello anche il thriller hitchcockiano "Frantic" (1988), di Roman Polański, con la meravigliosa Emmanuelle Seigner.
Ford viene poi diretto dai più grandi del cinema americano, ma spesso con risultati mediocri: ricordiamo Alan J. Pakula ("Presunto innocente" nel 1994 e "L'ombra del diavolo", 1997), Sydney Pollack ("Sabrina", 1995 e "Destini incrociati", 1999), Wolfang Petersen ("Air Force One ", 1997); e si è riservato il lusso di negarsi per alcuni ruoli di spicco cedendo il passo ad alcuni suoi colleghi: è il caso di Mel Gibson che lo ha sostituito in "Il Patriota" (giudicato troppo violento da Ford), Kevin Costner che ha preso il suo posto in "JFK," e "Gli Intoccabili" e di George Clooney in "The Perfect Storm" e in "Syriana".
Il primo film del nuovo millennio per Ford e il thriller "Le Verità Nascoste", di Robert Zemeckis, con Michelle Pfeiffer.
Dopo, sinceramente, solo robuccia (permettete il termine...).
Nel 2011 è il protagonista, al fianco di Daniel Craig e Olivia Wilde, del simpatico action di fantascienza "Cowboys & Aliens", diretto da Jon Favreau.
Nel 2013 partecipa al film di fantascienza di Gavin Hood "Ender's Game".
In seguito recita nel film di Robert Luketic "Il potere dei soldi", nel terzo capitolo de "I Mercenari", nel curioso "Adaline - L'eterna giovinezza" (2015), di Lee Toland Krieger, e torna nei panni di Ian Solo nel nuovo "Star Wars: Il risveglio della forza" di J.J. Abrams, ma anche in quelli di Rick Deckard nel pretenzioso sequel "Blade Runner 2049", diretto stavolta da Denis Villeneuve.
Dei numerosi gossip a lui legati ci frega un beato cazzo quindi non ne parliamo.
Tanti auguri Harrison, ti vogliamo bene!
"I Replicanti sono come ogni altra macchina: possono essere un vantaggio o un rischio! Se sono un vantaggio, non sono un problema mio."
Rick Deckard/Harrison Ford - Blade Runner