IL BLUES DI "SUA ALTEZZA"
Se non era per tipi come questo, cari amici dei Mutzhi Mambo, il blues sarebbe rimasto "roba da negri" e basta.
LONG JOHN BALDRY è stato uno dei pionieri del British blues, uno dei primissimi che, a Londra, ha iniziato a suonare questo genere, sdoganandolo per una platea di pischelli bianchi-bianchi alla moda, coi capelli a caschetto.
Dotato di una voce profonda e meravigliosa nonché di una imponente presenza scenica, Baldry iniziò a cantare nei club della capitale inglese con tipi come Alexis Korner, Mick Jagger, Charlie Watts, Jack Bruce, Keith Richards, Brian Jones, Paul McCartney, Jimmy Page, Nicky Hopkins (solo per fare qualche nome…).
Senza dubbio fu uno dei momenti più importanti e fecondi della storia della musica moderna e il nostro Long John è stato uno di quelli che l’ha generato.
Purtroppo il suo orientamento sessuale ha intralciare non poco la sua carriera, facendone una delle vicende più drammatiche di quegli anni.
Ma si sa, il tempo è signore e, alla fine, dà a Cesare quello che è di Cesare…
E il grande Long John era davvero un vero "signore"!
John William Baldry nasce in un sobborgo di Londra, il 12 gennaio del 1941.
Viene chiamato “Long John” perché è un perticone d'uomo, un gigante biondo alto due metri.
Appassionato di blues e rhythm & blues, inizia giovanissimo a cantare nei nuovi gruppi che si formano a Londra agli inizi degli anni sessanta.
Fa parte fin dall'inizio della Alexis Korner's Blues Incorporated, con la quale incide nel 1962 “R&B from the Marquee”, un disco registrato dal vivo al Marquee, il famoso locale londinese.
In quel periodo suonano con loro in studio anche Jack Bruce, Mick Jagger e Charlie Watts, mentre dal vivo si uniscono occasionalmente Keith Richards e Brian Jones, anche se nessuno di loro partecipa all'album “R&B at the Marquee”.
Baldry stringe amicizia anche con Paul McCartney, dal quale viene invitato nel 1964 a partecipare a un programma televisivo dedicato ai Beatles.
Nel 1963 si unisce ai Cyril Davies's R&B All Stars, con Jimmy Page alla chitarra e Nicky Hopkins al piano.
Si sciolgono però nel 1964, alla morte di Davies, e si trasformano nei Long John Baldry and his Hoochie Coochie Men con Rod Stewart alla voce e Geoff Bradford alla chitarra.
Nel 1965 cambiano di nuovo nome in Steampacket con Baldry, Stewart e Julie Driscoll alla voce e Brian Auger all'organo Hammond.
Nel 1966, Baldry, in pieno fermento creativo, forma i Bluesology con Reginal Dwight al piano e Elton Dean al sassofono.
Successivamente Dwight, sceglie di adottare il nome d’arte Elton John, combinando i nomi di battesimo di Baldry e di Dean, nome che gli porterà non poca fortuna...
Nel 1967, il nostro incide “Let the Heartaches Begin”, un album con sonorità più pop, fuori dai soliti schemi rock-blues, che diventa numero uno in classifica in Inghilterra.
Nonostante il successo commerciale del leader, il gruppo Bluesology si scioglie l'anno successivo e per Baldry inizia un periodo buio.
Ma nel 1971, grazie all'aiuto e alla produzione dei due vecchi amici, Elton John e Rod Stewart, Baldry riesce a risalire le classifiche inglesi con il suo album capolavoro (e anche il più famoso): “It Ain't Easy”, contenente il brano “Don't Try to Lay No Boogie Woogie on the King of Rock and Roll” che gli apre un inatteso successo negli Stati Uniti e una lunga tournée.
Il successivo album del 1972 “Everything Stops for Tea”, pur prodotto da John e Stewart e pur essendo anch’esso una meraviglia, non ottiene il successo sperato.
Dopo questi due album di blues e rock'n'roll bellissimi, ottimamente arrangiati ancor meglio suonati, la parabola di Baldry segna la sua fase discendente.
È l'inizio della successiva carriera solista di Baldry, fatta ancora di qualche disco "dignitoso" e diversi concerti dal vivo, da solista o in trio, senza però raggiungere più picchi qualitativi clamorosi ma assolutamente senza infamia.
Dando segno di grave disagio mentale, viene ricoverato nel '75 in una clinica psichiatrica.
Si trasferisce in Canada, dove trova la tranquillità, e lì vive fino alla morte (nel 1980 diventa pure cittadino canadese a tutti gli effetti), diviso fra dischi, tournée e la carriera di doppiatore (con un vocione così...), soprattutto di cartoni animati.
Continua a suonare in tour negli Stati Uniti fino al 2004 in particolare in Ohio e Texas, e in Europa, dove nel novembre dello stesso anno si esibisce per l'ultimo concerto a Norfolk, in Inghilterra, in trio con il vecchio amico Dave Kelly.
Muore il 21 luglio 2005 al General Hospital di Vancouver per infezione polmonare.
La sua bella voce non avrebbe più allietato nessuno, né grandi né piccini…
Nota a margine: Long John era gay (ebbe una relazione anche con il chitarrista dei Kinks, Dave Davies) ma ha avuto il coraggio di dichiararlo solo in un disco del '79, “Baldry Out”. Anche perché fino al '67, in Inghilterra, essere omosessuale significava il carcere o l'ospedale. Per redimersi o curarsi…
Visto che oggi è pure il compleanno del Maestro (e sbronzone) ERNEST HEMINGWAY (Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961), la citazione è sua:
"Il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei punti spezzati. Ma quelli che non spezza li uccide. Uccide imparzialmente i molti buoni e i molti gentili e i molti coraggiosi. Se non siete fra questi potete essere certi che ucciderà anche voi, ma non avrà una particolare premura."
Ernest Hemingway - Addio alle armi