C’è una notte, quella del 10 agosto, la notte di San Lorenzo, famosa per le sue “stelle cadenti”.
In realtà, cari amici dei Mutzhi Mambo, non sono “stelle”: si tratta, come sapete, di una scia di meteoriti che, a contatto con l’atmosfera, si incendiano, lasciando una fugace scia luminosa.
Sono belle a vedersi, anche se effimere, e c’è chi crede porti fortuna osservarle, anche se la vera fortuna è quella delle coppiette che si imboscano con la scusa di “veder le stelle”...
Bella a vedersi ma dalla carriera altrettanto breve, è stata anche l’inquietante DIRCE FUNARI, una delle “stelline” più fulgide del cinema erotico italiano degli anni ’70.
Seni appena accennati, gran bel lato B, sguardo arrapante, bocca carnosa, Dirce Funari possedeva un vero fascino aristocratico, quasi algido, perfetto per i ruoli ambigui (e poco vestiti) che era solita interpretare.
La ricordiamo soprattutto come musa di Joe D’Amato per il quale ha recitato in alcune delle pellicole più infami e lascive della stagione più infame e lasciva del nostro cinema.
Sebbene quasi tutti i suoi film siano usciti in doppia versione (soft e hard), la Funari non ha mai recitato in scene pornografiche esplicite, per quanto abbia abbondantemente mostrato le sue grazie al naturale.
Della nostra bellissima Dirce non abbiamo praticamente trovato notizie biografiche e non si sa né come sia cresciuta, né che fine abbia fatto dagli anni ’80 in poi.
Contentatevi quindi di una rassegna della sua filmografia che, per quanto breve, ha sicuramente segnato l’immaginario più zozzo e morboso dei favolosi anni ‘70.
Non certo capolavori, anzi, ma dotati del fascino che solo i veri pionieri dell’underground possiedono…
Dirce Funari nasce a Roma, il 24 luglio del 1957.
Debutta, non accreditata, nel terribile (nel senso brutto) “Inhibition” (1976), assurda e involontariamente demenziale pellicola erotica diretta dal modestissimo Paolo Poeti che riesce a sprecare un cast di prim’ordine, composto, tra gli altri, da Adolfo Celi, Ilona Staller, Patrizia Gori e Ivan Rassimov.
Si intravede anche ne “Il ginecologo della mutua” (1976) che di fatto inaugurerà il proficuo sodalizio tralasciare Funari e Aristide Massaccesi/Joe D’Amato.
Commediaccia sexy, rappresenta una delle rare (se non l’unica) incursione di D’Amato in questo genere squallido: è più spinta di opere analoghe (grazie soprattutto alle “grazie” esibite da Paola Senatore e Marina Hedman/Frajese) ma riesce nel difficile compito di fare meno ridere del solito (nonostante l’accoppiata Renzo Montagnani-Mario Carotenuto che dovrebbe essere una garanzia di strappare almeno qualche sorriso).
Purtroppo (per lui) rappresenta l'ultima apparizione cinematografica di Aldo Fabrizi.
Passa poi ad interpretare una saffica e perversa matrigna in “Suor Emanuelle” (1977), di Giuseppe Vari, apocrifo non ufficiale della serie apocrifa “Emanuelle nera”, comunque interpretato da Laura Gemser; si tratta di un misto di erotico e nunsploitation.
Sempre di sesso ruspante si parla ne “I Peccati di una giovane moglie di campagna” (1977), per la regia di Alfredo Rizzo. Come si capisce dal titolo si tratta di un erotico casareccio girato tutto in una villa di campagna…
Le prove della nostra Dirce convincono definitivamente Massaccesi che la vuole per la serie apocrifa “ufficiale”: “Emanuelle e gli ultimi cannibali” (1977).
Questa volta Joe d'Amato invia la sua sexy eroina in Amazzonia per un reportage sugli antropofagi, dando libero sfogo alle sue due specialità registiche, ovvero una violenza grezza e feroce che diventa splatter sul finale e un monotono soft-core sia etero che lesbo, avendo a disposizione una adeguata “truppa” femminile (la Gemser, la Scott e la Funari).
Gli effetti speciali, come si conviene, sono gore ma poveri e la noia impera, anche perché manca quel sano spirito avventuroso che contraddistingue i cannibal movie di Martino, Deodato e Lenzi.
“Blue Movie” (1978), di Alberto Cavallone, è un vero cult movie; surreale film di denuncia, parla di un giornalista che, shockato dalla guerra, sfoga le sue frustrazioni sul sesso.
La ferocissima pellicola mette in fila una serie di brutalità e di umiliazioni varie, tra cui si ricorda la nostra Dirce, chiusa dentro una prigione di vetro, tra la merda e il piscio, caratterizzata da un montaggio volutamente caotico e da una fotografia rozza e sporca, nonché da una sceneggiatura delirante.
Film sicuramente nichilista e disturbante, spesso al limite dell'hard ma non certo per assecondare il voyerismo dello spettatore.
Altro cult è “Le evase - Storie di sesso e di violenze” (1978), celebre women-in-prison movie de noantri, diretto da Giovanni Brusadori, con la meravigliosa Lilli Carati. Da antologia Marina D’Aunia che inizia alle pratiche lesbo un’ingenua (?) Funari.
Ma non poteva mancare il cult dei cult, il fantascientifico “Scontri stellari oltre la terza dimensione” (1978), di Luigi Cozzi, vero delirio ipertrash,
Nato sulla scia dei vari “Guerre Stellari”, questo capolavoro camp sembra una parodia ma non lo è!
I personaggi, tutti ridicoli e vestiti con costumi improbabili, vivono le loro avventure in uno spazio intergalattico illuminato da stelle e pianeti multicolori o si aggirano tra scenografie di cartapesta; combattono contro scheletrici robot armati che farebbero incazzare il grande Harryhausen, contro goffi trogloditi, e viaggiano a bordo di astronavi giocattolo.
A completare il tutto un cast assurdo: oltre alla nostra, in un ruolo marginale, si ammirano: Marjoe Gortner, quella stratopa di Caroline Munro, Christopher Plummer, David Hasselhoff, e, udite udite, Nadia Cassini, nella parte della regina delle Amazzoni!
Il Sublime del Sublime!
Sempre oltre i limiti della spazzatura (ma con pretese) l’horror demoniaco “Un'ombra nell'ombra” (1979), di Pier Carpi.
La trama: Lucifero fornica con quattro donne e da una nasce una figlia diabolica che, nonostante gli sforzi delle spose demoniache pentite e di un sacerdote, si reca a San Pietro per la resa dei conti con il papa.
Fate voi…Nel cast di questa ciofeca, ci sono pure Irene Papas, Valentina Cortese e Marisa Mell.
Il truce “Midnight Blue” (1979), di Raimondo Del Balzo, regista specializzato in “lacrima movie”, è un impresentabile rape & revenge movie (ovvero “stupro e vendetta”, genere che all’epoca andava forte) che spinge molto sul pedale del sesso pruriginoso mentre mostra pochino per quanto riguarda la violenza.
“Quello strano desiderio” (1980), di Enzo Milioni, è una assurda commedia oltre i limiti del trash (di cui sembra ci sia una versione hardcore), dove due tizi vengono “posseduti” da degli alieni curiosi di provare le delizie del sesso terrestre.
Nun se po’vede’!
E finalmente passiamo ai “classici” esotico-horror-erotici realizzati con Joe D’Amato, tutti corredati da una versione integrale a luci rosse!
“Hard Sensation” (1980) rimane nel filone rape & revenge: pur essendo un porno nudo e crudo, la presenza di attori “seri” (George Eastman e la Funari), accanto ai pionieri dell’hard (la bolognese Annj Goren, Mark Shannon e Lucia Ramirez) lo rendono interessante.
“Porno Esotic Love” (1980) è praticamente un rimontaggio, interpolato con scene hard, di “Eva nera”, diretto nel 1976 sempre da Massaccesi.
“Le notti erotiche dei morti viventi” (1980) è il primo “crossover “ fra gli zombi movie e i film erotici-pornografici. Il cast è praticamente quello di “Hard Sensation” e si ricorda soprattutto per Laura Gemser che evira Mark Shanon a morsi.
Sullo stesso filone (e più o meno con la stessa troupe e stessa identica location) ma addirittura peggio, “Porno Holocaust” (1981).
Questa volta niente zombi ma cannibali contaminati da un virus che li rende pure arrapati!
Terribile davvero, si salva il mostro finale che soffoca le vittime col pene massacratore che smuove un po' la situazione sul versante splatter.
Finale col botto col brutto “Delitto carnale” (1982), di Cesare Canevari, stupido e noiosissimo film in cui l’esile trama gialla è un pretesto per mostrare scene di sesso con la Funari e una giovane Moana Pozzi
Anche qui c’è la versione hard ma in questo caso sembra che il povero Canevari non ne sapesse nulla…
Dopo di questo il niente.
Della nostra Dirce si son perse le tracce…
Comunque sia, ovunque si trovi e qualsiasi cosa faccia adesso: tanti auguri bellezza!
Non ti abbiamo dimenticata!
“Quando l’Olanda oltrepassò ogni limite, nacquero le pellicole blue, le blue-movie, oggi per la prima volta una blue-movie varca la soglia di un cinema italiano”
Taglina – Blue Movie