Con questa caldazza di fine luglio, ci manca solo del torrido blues per far scoppiare i termometri!
Okkio quindi a metter su BIG MAMA THORNTON, cari amici dei Mutzhi Mambo, una delle più grandi (in tutti i sensi...) voci della musica nera!
Sebbene lodata dai critici musicali per la sua voce forte e potente e per le sue energiche esibizioni dal vivo piene di passione, non ha mai riscosso un grande successo commerciale.
Le sue hit più famose, “Hound Dog” e “Ball and Chain”, sono state in breve tempo surclassate dal maggior successo popolare che hanno riscontrato le cover rispettivamente di Elvis Presley e Janis Joplin, e difficilmente il pubblico sa che lei le ha interpretate per prima.
Il soprannome "Big Mama" gli venne affibbiato dal direttore del teatro Apollo di Harlem per via della voce, della stazza e della personalità.
Infatti la nostra, oltre una canna da paura (cantava preferibilmente senza microfono!), aveva bel caratterino: ostentatamente lesbica, spesso si presentava in scena vestita come un uomo in abiti da lavoro, cantava volentieri canzoni sconce e nei pezzi "chiama-e-rispondi" prendeva per il culo l'interlocutore di turno, mettendo alla berlina gli stereotipi di genere che volevano le donne nere particolarmente sottomesse.
Non era facile fare queste cose negli anni '50 e Big Mama ne ha pagato lo scotto…
Willa Mae Thornton nasce a Montgomery, in Alabama, l’11 dicembre del 1926.
Figlia di un predicatore, la nostra Mae inizia praticamente in fasce a cantare in chiesa e impara a suonare la batteria e l'armonica, grazie anche al fratello "Harp" Thornton, che diverrà anch’egli famoso come musicista blues.
Morta la madre però, la nostra deve lasciare la scuola e si mette a lavare tavoli e sputacchiere nella locale taverna.
Influenzata dalle voci che ascolta in questo periodo, tra cui Bessie Smith, Ma’ Rainey, Junior Parker e Memphis Minnie, lascia casa a quattordici anni per cercar fortuna nel mondo della musica.
Con l'aiuto della grande Diamond Teeth Mary (una nota cantante gospel e rhythm and blues), viene ingaggiata dagli Hot Harlem Revue di Sammy Greens che la spacciano come la "nuova Bessie Smith"!
Con loro inizia a girare per i club del Texas e di Los Angeles.
Nel 1948, la Thornton lascia gli Harlem Revue e si stabilisce a Houston, dove contribuisce allo sviluppo del cosiddetto "Texas blues".
In questo periodo lavora principalmente con due produttori: con il bandleader Johnny Otis e, soprattutto, con il brillante impresario Don Robey, che ascolta la Thornton nella sala da ballo El Dorado di Houston e rimane impressionato dalla sua capacità di suonare più strumenti, cosa più unica che rara all'epoca per una cantante.
Firma a un contratto per cinque anni con la label di Robey, la Peacock Records, uno studio indipendente (successivamente chiamato Duke-Peacock) noto per l’aggressivo Rhythm'n'blues che produce, tanto da influenzare tutta la musica soul e rock'n'roll a venire (ha fatto esordire artisti come Marie Adams, Johnny Ace e un giovanissimo Little Richard…).
Il lesbismo dichiarato di Big Mama provoca tensioni con Robey, ma il patron della Peacock gli produce comunque le sue prime registrazioni e gli fissa un regolare programma di date nel suo club di Houston e in parecchi locali del sud.
La nostra Mae si ritrova quindi a suonare in posti molto diversi tra loro, dal prestigioso Cotton Club nel quartiere Harlem di New York ai più luridi juke - joint del Mississippi, e trascorre gran parte degli anni '50 in tour o registrando per Robey (quando si trova a Huston) o per Johnny Otis (a Los Angeles).
Nel 1952, parte per New York con l'Otis Show per suonare nel famoso teatro Apollo, dove inizialmente è il gruppo di apertura per gli artisti R&B "Little" Esther Phillips e Mel Walker, ma presto viene promosso headliner.
È in questo periodo che Mae si guadagna il soprannome di "Big Mama".
Nel mese di agosto, durante una sessione di registrazione nel sud-ovest di Los Angeles, viene avvicinata dal giovane duo di songwriters Jerry Leiber e Mike Stoller che le offrono un pezzo blues chiamato “Hound Dog": il brano le piace e lo accoppia su un singolo con la sua "They Call Me Big Mama" che finisce sul lato B.
La canzone, carica di espliciti riferimenti sessuali, versacci e ululati, viene pubblicata nel 1953 e presto sbanca le classifiche R&B.
Nonostante le vendite superino i due milioni di copie, Thornton si becca solo 500 dollari...
Al contrario, la versione del 1956 di Elvis Presley, molto edulcorata per il pubblico mainstream, porta al Re fama e ricchezza...
Questo è forse il più eclatante (ma purtroppo non unico) esempio dell'ineguaglianza che vige all’epoca, quando un brano originale di un artista nero viene reinterpretato da uno bianco.
Il Rhythm'n'blues presto viene eclissato dalla rapida esplosione del rock'n'roll, e la carriera della Thornton rallenta di molto a metà degli anni '50, anche se la cantante ha solo trent’anni.
I suoi contratti con Robey e Otis scadono, e alla fine degli anni '50, si trasferisce a San Francisco per esibirsi con il suo vecchio amico Clarence "Gatemouth" Brown, anche lui ex artista della Peacock.
In questo periodo non ha contratto o una band regolare e passa diversi anni difficili.
Fortunatamente viene ripescata durante il revival folk degli anni '60: anche se non ha ancora un contratto regolare, Big Mama viene spesso invitata al Monterey Jazz Festival e nel 1965 arriva in Europa con l'American Folk Blues Festival, un onore insolito per un artista femminile.
Alla fine degli anni Sessanta, realizza diverse registrazioni per Chris Strachwitz, produttore di Arhoolie Records, tra cui “Big Mama Thornton: In Europe” (1966), con Buddy Guy, Walter Horton e Freddy Below; “Big Mama Thornton with The Chicago Blues Band” (1966), con Muddy Waters, Sam "Lightnin '" Hopkins e Otis Spann; e “Ball & Chain” (1968), una compilation di pezzi originali della Thornton, Hopkins e Larry Williams.
Per diversi musicisti rock questi album sono una rivelazione: la canzone “Ball & Chain” viene interpretata da una grande ammiratrice della Thornton, Janis Joplin, e diviene un successo planetario e uno degli inni della controcultura di fine anni ‘60.
Nel settembre del 1968, Big Mama suona allo Sky River Rock Festival con un cartellone che comprende Grateful Dead, James Cotton e Santana e chiude il decennio con l’album “Strong than Dirt” (1969).
Gli anni '70 portano la nostra ad incidere di più: “The Way it is” (1970), “Saved” (1973), “Sassy Mama! - Live” (1975).
Nel '75 l'ultimo disco: "Jail" registrato durante le sue performance nelle carceri di Washington e dell'Oregon.
Tuttavia, anni di alcolismo peso si iniziano a farsi sentire e minano irreversibilmente la salute della cantante.
Riesce comunque a suonare al Festival di Blues di San Francisco del 1979 e, nonostante la malattia, dà vita a una performance straordinaria.
Sopravvive pure a un grave incidente automobilistico e, nel 1983, canta al Newport Jazz Festival con Muddy Waters, B. B. King e Eddie "Cleanhead" Vinson, concerto memorabile immortalato nel live “The Real Summit Meeting”.
Sempre più gravemente alcolizzata, negli ultimi anni diventa spaventosamente magra: passa infatti, in pochi mesi, da 160 a 43 kg, perdendo ben 117 kg!
Viene trovata morta dal suo medico curante in casa, il 25 luglio del 1984, all'età di 57 anni.
Il funerale viene celebrato dal suo vecchio amico e collega, ora reverendo, Johnny Otis, e molti artisti le rendono giustamente omaggio.
Un infarto ce l’ha portata via troppo presto ma noi la vogliamo ricordare bella paffuta mentre canta "Hound dog": non ce ne voglia il Re ma quella di Big Mama è un’altra cosa…
Onore a Big Mama Thornton!
"You ain't nothin' but a hound dog
Cryin' all the time
You ain't nothin' but a hound dog
Cryin' all the time
Well, you ain't never caught no rabbit and you ain't no friend of mine
Well they said you was high-classed
Well, that was just a lie
Yeah they said you was high-classed
Well, that was just a lie
Well, you ain't never caught no rabbit and you ain't no friend of mine …"
Big Mama Thornton - Hound Dog