LA RIVOLTA BIANCA
Lacrimuccia, lacrimuccia, cari amici dei Mutzhi Mambo, perché oggi sarebbe stato il compleanno dell'immenso JOE STRUMMER, se non se ne fosse andato troppo, troppo presto…
Il cantante dei Clash è stato un vero maestro, oltre che la voce più intensa del punk e una delle poche rockstar che si sono dimostrate credibili e coerenti.
Joe Strummer con i suoi progetti ha accompagnato il rock'n'roll verso terreni meticci e inesplorati, senza mai perdere quel cipiglio genuinamente punk che noi abbiamo tanto amato.
Inizalmente i suoi Clash si posero alla testa del movimento punk più politicizzato: non il nichilismo apocalittico dei Sex Pistols, non l'estetica freak e il recupero delle roots rock’n’roll dei Ramones, non l'epica da looser-junkie degli Heartbreakers di Johnny Thunders, ma ragazzotti inkazzati contro il sistema, contro la brutalita degli sbirri, contro il razzismo e contro l'omologazione di massa, adottando come mezzo espressivo un rozzo ma vigoroso power-rock proletario e una retorica da working class.
Poi divennero gli alfieri della contaminazione, incorporando elementi afrobeat, reggae, funk, disco, sempre però in chiave protestataria e radicalmente popolare, lontani anni luce dalla ingenua filosofia New Age imperante nella world music.
Purtroppo la "roba" e incomprensioni personali ci hanno messo lo zampino, facendo naufragare anzitempo uno dei progetti più vitali e interessanti dei primi anni '80.
Per fortuna il nostro, pur non raggiungendo mai più le vette qualitative dei Clash, ha continuato un discorso coerente, senza mai sputtanarsi e sempre tentando strade nuove, anche se non sempre riuscite.
Ce ne sono stati pochi di artisti così nel mondo del rock'n'roll.
Anzi, pochissimi!
John Graham Mello (così all'anagrafe) nasce ad Ankara, il 21 agosto 1952.
Il padre lavora come funzionario del Ministero degli esteri britannico e, a causa dei frequenti trasferimenti imposti dalla sua professione, il piccolo Joe cresce e studia in diversi Paesi prima del rientro della famiglia in patria: Turchia, Egitto, Messico, Germania.
Questo probabilmente contribuisce a formare quel suo essere così aperto, così curioso, così "uomo di mondo", nel senso migliore della parola.
All'età di nove anni si trasferisce definitivamente in Inghilterra, a pochi chilometri da Londra.
Da buon monello, Joe non ama molto la vita scolastica, soprattutto gli austeri, asettici collegi che la famiglia gli fa frequentare.
Ma a scuola incomincia ad amare la musica (Beatles, Stones, Who), pur non essendo interessato a suonarla perché non si crede capace.
Si appassiona del rock'n'roll primitivo (Chuck Berry, Little Richard...) e della letteratura distopica di George Orwell, e, piano piano, si rende conto che lo scrivere testi gli viene bene.
Nel 1970, il suicidio del fratello maggiore David, un personaggio nazistoide interessato morbosamente all'esoterismo, lo sconvolge al punto da convincerlo ad andare via di casa per vivere sulla strada.
Il primo strumento suonato da Joe è un basso artigianale e, dopo aver lasciato la scuola, diviene amico di un busker, che lo convince a imparare la chitarra.
Comincia anche lui a suonare per le strade di Londra assumendo il soprannome di Woody (in onore del musicista Woody Guthrie).
Successivamente, armato di un ukulele, parte al seguito del violinista folk Tymon Dogg, suo futuro compagno nei 101'ers, per varie città d'Europa.
Joe entra a far parte prima dei Vultures, banda dell'istituto d'Arte al quale è iscritto, la Newport Art School e, successivamente, dei 101'ers, gruppo di robusto rock'n'roll con i quali divide una casa occupata, ottenendo un discreto successo nei pub di Londra.
In seguito si affibbia il soprannome di Strummer ("strimpellatore"), per via della tecnica chitarristica piuttosto rozza, rinnegando il precedente soprannome di Woody.
In questo periodo una scena musicale sta cominciando a formarsi, il punk, a cui il nostro aderirà pienamente, divenendo anche più strafottente e violento a livello caratteriale.
Ad un suo concerto sono presenti anche Mick Jones e Paul Simonon, capitati lì per capire se Joe è realmente il cantante che stanno cercando.
Di quei suoi anni coi 101'ers rimane un album di grezzo ma potente rock'n'roll, "Elgin Avenue Breakdown" uscito nel 1981, cinque anni dopo lo scioglimento della band, e ripubblicato nel 2005 con degli inediti.
Joe incontra per la prima volta Mick e Paul in un ufficio di collocamento dove Jones è andato per ritirare il sussidio di disoccupazione, ma non viene scambiata alcuna parola tra i futuri membri del gruppo; anzi, Paul e Mick sono sorpresi di vedere il cantante degli 101'ers nella fila accanto alla loro, e notano che Joe li fissa in cagnesco (in seguito Strummer dichiarerà che quel giorno li avrebbe menati volentieri).
In seguito si verificano altri sporadici incontri tra Simonon, Jones e Strummer; ma quello più significativo avviene il 25 maggio del '76 durante un concerto dei Sex Pistols.
Joe viene avvicinato da Bernard Rhodes, manager di un gruppo che vorrebbe fargli incontrare i due musicisti e pochi giorni dopo viene fermato ancora da Rhodes: il manager concede a Strummer 48 ore di tempo per decidere se essere dentro o fuori dal gruppo.
Quando Rhodes introduce Joe nell'edificio dove è stato prefissato l'incontro, il nostro si trova davanti Mick Jones e Paul Simonon che a loro volta sono sorpresi nello scoprire che il cantante portato dal manager è proprio la faccia da cazzo con cui era quasi scoppiata una rissa poco meno di un mese prima.
Ma, come si dice, se son rose fioriranno e qui ne fiorirà un bel mazzo.
Nel 1977, i Clash realizzano il loro primo album: "The Clash", con Terry Chimes alla batteria, che in seguito verrà buttato fuori.
L'album diviene uno dei principali dischi del movimento punk e contiene canzoni che sono veri e propri inni di protesta, come "White Riot" (il primo singolo del gruppo), "Remote Control" e "London's Burning".
Il secondo album è "Give 'Em Enough Rope" pubblicato e registrato nel 1978, il primo con, alla batteria, Nick "Topper" Headon, detto ol "metronomo umano" che rimarrà nel gruppo fino al 1982.
"London Calling" è il titolo dell'album che il gruppo pubblica nel 1979 e che prende il nome dall'omonima canzone: forse l'album più bello dei Clash, che presenta una notevole commistione di stili e porta il gruppo alla notorietà mondiale.
Nel 1980 pubblicano "Sandinista!" un triplo album contenente una grande mole di brani e stili musicali (pure troppa!).
In questi due album, il punk originario va sempre più ibridandosi con diversi generi, dal reggae al calypso, dal rockabilly al funk, al jazz, al blues.
Infine viene realizzato "Combat Rock" nel 1982, molto meno sperimentale dei precedenti, l'ultimo con la formazione classica.
Infatti cacciano Topper Headon perché è scimmiato di brutto con l'eroina, e richiamano Terry Chimes; l'anno seguente viene licenziato persino il fondatore Mick Jones, perché sta sul gozzo al manager ed è in competizione per la leadership col nostro Joe.
Canto del cigno dei Clash è l'inutile "Cut the Crap" dell'85, suonato da una formazione rimaneggiata, che si rivela un sonoro flop commerciale e di critica.
Strummer stesso si pentirà di averlo fatto e lo disconoscerà.
Come per scusarsi per come si era comportato nei confronti dell'ex socio, nel 1986 Joe partecipa alla realizzazione del secondo album del gruppo fondato da Mick Jones, i Big Audio Dynamite; scrive insieme a Mick sette canzoni, e sempre insieme a Jones, co-produce l'album.
Negli anni successivi Strummer tenta pure la strada del cinema, sia come autore di colonne sonore, sia come attore, in una serie di pellicole indipendenti: tra le altre, il cultissimo "Diritti all'inferno"(1987), di Alex Cox, una specie di bizzarro spaghetti-western in cui il nostro interpreta un pistolero a fianco di Courtney Love, i Pogues, Grace Jones, Dennis Hopper e Jim Jarmusch, e il mitico "Mystery Train - Martedì notte a Memphis" (1989), di Jim Jarmusch, la delirante storia di alcuni pellegrini in viaggio per Graceland con, oltre al nostro, Screamin'Jay Hawkins, Steve Buscemi e Tom Waits.
In entrambi i campi, Strummer però non avrà fortuna.
Nel 1989 fa uscire il suo primo disco da solista: "Earthquake Weather", un omaggio al rockabilly piuttosto loffio, che si distanzia molto dallo "stile Clash" e che viene largamente ignorato da pubblico e critica.
Nel 1990 produce "Hell's ditch", un album dei Pogues e, tra il 1991 e il 1992, accompagna in tour il gruppo dopo la defezione di Shane MacGowan.
Nel 1995 forma una nuova band, Joe Strummer & The Mescaleros, composta da una serie di polistrumentisti, coi quali nel 1999 fa uscire un album piuttosto "world" "Rock Art & The X-Ray Style", accentuando l'attitudine meticcia già abbondantemente presente nei suoi Clash.
Dopo una lunga serie di tour, nel 2001 Strummer e i suoi realizzano "Global A Go-Go", in cui viene ribadito ai vari Mano Negra e company chi è il vero maestro!
Con i Mescaleros, il 15 novembre 2002, durante una serata a favore del sindacato dei pompieri, si esibisce un'ultima volta a fianco del suo vecchio compagno Mick Jones.
La mattina del 22 dicembre dello stesso anno Joe, che ha da poco compiuto i 50 anni, muore a causa di un infarto, dovuto a una malformazione congenita al cuore.
Nel 2003 esce postumo quello che avrebbe dovuto essere il terzo album di Joe Strummer & The Mescaleros: "Streetcore", un parziale ritorno ai suoni più punk rock/primi-Clash, con innesti di country-folk, questa volta tanto per ricordare chi è il maestro ai vari Mike Ness e company!
Lungi da noi l'essere piagnoni ma quella versione di "Redemption Song" cantata con Johnny Cash nell'album postumo del vecchio "Man in Black" non riesce a non emozionarci e a non farci rimpiangere quanto ancora avrebbe potuto darci il vecchio Joe...e pensare che a noi Bob Marley mica piace un granché!
Onore a Joe Strummer!
Nota a margine: se non l'avete ancora fatto, guardatevi lo splendido, struggente “Il Futuro non è Scritto” (2008), documentario di Julien Temple che ripercorre la vita e la carriera di Strummer attraverso filmati d’epoca e ricordi di amici, parenti e colleghi. Ne vale la pena...
"White riot - I want to riot
White riot - a riot of my own
White riot - I want to riot
White riot - a riot of my own
Black people gotta lot a problems
But they don't mind throwing a brick
White people go to school
Where they teach you how to be thick
An' everybody's doing
Just what they're told to
An' nobody wants
To go to jail!
All the power's in the hands
Of people rich enough to buy it
While we walk the street
Too chicken to even try it
Everybody's doing
Just what they're told to
Nobody wants
To go to jail!
Are you taking over
Or are you taking orders?
Are you going backwards
Or are you going forwards?"
The Clash - White Riot