IL PULP DEL SOL LEVANTE
Direttamente dal Giappone, oggi festeggiamo il compleanno del bravo e genialoide TAKASHI MIIKE, il più Pulp dei registi con gli occhi a mandorla!
I suoi film sono un vero delirio, cari amici dei Mutzhi Mambo, una grassa, opulenta goduria per noi che amiamo sesso, violenza e cotillons.
Premessa: ha girato tanta di quella roba Takashi Miike (e non tutta è stata tradotta) che qualcosa ci sarà sfuggito, anche di fondamentale, quindi portate pazienza se quello o quell'altra pellicola non verra citata...
Provocatorio, estremamente brutale e propenso a violare tutti i tabù sessuali che conosce, Miike è uno dei più ambigui autori che il grande schermo ci ha donato.
Quando lo spettatore guarda una sua pellicola, non ha la più vaga idea di come finisca un suo film: non ha idea di cosa succederà la prossima sequenza, se il protagonista muore o tirerà fuori dal nulla un bazooka, salvandosi.
È questo il suo bello: è totalmente, assolutamente e gratuitamente imprevedibile.
A volte fino a fare incazzare chi guarda!
Eccessivo, debordante (più di 100 film!), estremo, visionario, bizzarro, sconclusionato, inquietante, misogino (ma su questo se ne può discutere…), a tratti geniale ma a volte perfino forzato e "di maniera" (ma il Pulp non "è" per eccellenza un “genere” di maniera?), la sua carriera si può dividere in tre filoni principali: i film propriamente Pulp, violenti e perturbanti, i prodotti per la TV e le pellicole per ragazzini.
Comunque grande è il suo debito con i manga, di cui forse è il più geniale e fedele adattatore per il grande schermo, forse perché è l'unico a saperne coglierne l'innovativo e peculiare modo di narrare e l'irresistibile forza iconoclasta.
Non può piacere a tutti ma probabilmente al nostro Takashi manco gliene frega niente…
Takashi Miike nasce a Yao, nella prefettura di Ōsaka, il 24 agosto del 1960, figlio di un saldatore e di una sarta.
Al liceo diventa un assiduo giocatore di pachinko (un alienante gioco d'azzardo giapponese) e sogna di divenire un motociclista.
Dopo essersi diplomato, ascolta alla radio una pubblicità riguardante una scuola di cinema e televisione di Yokohama.
Dato che la scuola non prevede alcun esame per l'ammissione, Miike si iscrive, ma dopo una settimana smette di frequentare le lezioni e si trova un lavoro in un locale frequentato da soldati statunitensi.
Inizia poi a lavorare come assistente volontario per una serie televisiva e rimane alla televisione per dieci anni, fino ad essere promosso aiuto regista.
Nel 1987 ottiene il suo primo lavoro per il cinema, divenendo terzo assistente alla regia di "Il mezzano", diretto da Shōhei Imamura, il più noto rappresentante della cosiddetta nouvelle vague giapponese.
Pur lavorando anche per altri registi, Miike torna a lavorare con Imamura in "Pioggia nera", che segna pure il suo debutto in veste di attore.
L'esordio dietro la macchina da presa avviene nel 1991, con il film d'azione "Eyecatch Junction", realizzato per il V-Cinema, ovvero direttamente per il mercato home video.
Lo stesso anno, Miike viene scelto per sostituire Toshihiko Yahagi nella regia di "Lady Hunter" che, pur uscendo due mesi dopo "Eyecatch Junction", è considerato il suo vero esordio.
Miike inizia quindi a dirigere film ad un ritmo frenetico, realizzando in media cinque-sei pellicole all'anno, specializzandosi nel genere Yakuza-movie, i film dedicati ai mafiosi giapponesi, di solito raffigurati, più che come delinquenti, alla stregua di cavalieri dolenti.
Il nostro raccoglie così l'eredità lasciata dai grandi registi del genere quali Kinji Fukasaku (il rinnovatore del genere yakuza, il primo a darne una visione violenta e realistica con "Lotta senza onore") e Seijun Suzuki (visionario autore del bizzarro "La farfalla sul mirino", uno dei maggiori cult del cinema giapponese degli anni '70).
"Shinjuku Triad Society", è la prima parte della "Black Society Trilogy", (una trilogia anomala perché i film che la compongono hanno in comune solo l'attore protagonista ed il fatto che si rifanno a vario titolo alle società criminali asiatiche), che comprende pure "Rainy dog" e il dolente "Ley Lines".
Il film che lo rivela definitivamente al di fuori del Giappone è "Fudoh: The New Generation", altro yakuza-movie (con una scena in cui si assiste di una partita di calcio giocata da bambini con una testa mozzata, ripresa pari pari da Eli Roth nel suo "Hostel 2") diretto nel 1996, che vince due premi al Fantasporto.
Nel 1997 Miike inizia a pestare il pedale dell'acceleratore per ciò che riguarda lo splatter estremo col film "Full Metal Yakuza", in cui le vicende dei soliti gangster giapponesi si contaminano con la fantascienza.
Il regista si specializza nella messa in scena di storie di mafiosi vecchi e ormai stanchi, soppiantati da una nuova generazione più cinica e spietata.
Tra il 1999 e il 2000 Miike dirige ben dieci film, tra cui "Audition" (una storia di passioni e torture, premiatissimo nei festival, considerato uno dei suoi film migliori e più disturbanti), la miniserie televisiva "MPD Psycho" (detta "la risposta giapponese a Twin Peaks", una surreale e orrorifica caccia ad un serial killer da parte di uno sbirro schizofrenico, tratta da un manga), "Dead or Alive", seguito da "Dead or Alive 2: Birds" e "Dead or alive: Final" (altra trilogia gangster che ha in comune solo gli attori) che lo fanno definitivamente conoscere in tutto il mondo e lo impongono come autore estremo e provocatorio.
Nel 2001 Miike dirige "The Happiness of the Katakuris", remake del film sud-coreano "Joyonghan Gajok", una contaminazione di generi quali l'horror, la commedia e il musical, "Visitor Q", spietata commedia drammatica su una famiglia giapponese che per i temi trattati (necrofilia, droga, bullismo ed incesto) è considerato uno dei film più controversi del regista, e "Ichi the Killer", film splatter tratto dall'omonimo manga scritto e disegnato da Hideo Yamamoto, che mette in scena una violenza esagerata e cartoonesca (ma è soprattutto una riflessione sul dolore), vietato in diversi paesi.
Nel 2003 è la volta del surreale, imperdibile "Gozu", un film grottesco realizzato in quindici giorni per il V-Cinema, presentato con successo alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2003 e distribuito successivamente nelle sale cinematografiche.
Nel 2004 Miike dirige un altro celebre regista giapponese (questa volta nel ruolo di attore), Takeshi Kitano, in "IZO", uno dei suoi film più sperimentali e nel 2005 il suo primo film statunitense, "Imprint: Sulle tracce del terrore", episodio della serie televisiva "Masters of Horror".
Per il contenuto violento ed estremo delle immagini e per i temi trattati (pedofilia, aborto, incesto e stupro) è l'unico episodio della serie ad essere censurato e ad approdare direttamente in DVD, senza essere trasmesso in televisione: e pensare che ("siamo in America, cazzo!") gli avevano garantito il massimo della libertà creativa…
Sempre nel 2005, Miike appare come attore in "Hostel", diretto da Eli Roth, mentre nel 2007 dirige il delirante, kitschissimo "Sukiyaki Western Django", che omaggia lo spaghetti western (e in particolare "Django" di Sergio Corbucci) e che annovera tra gli interpreti anche il suo fan Quentin Tarantino.
Nel 2009 esce "Yattaman", tratto dalla celebre serie animata e nel 2010 "13 Assassini", un jidai-geki (storie di cappa e spada ambientate nel Giappone dei secoli XVII-XIX), remake dell'omonimo film del 1963 diretto da Eiichi Kudo.
Del 2012 è l'horror "Il canone del male" e dell'anno successivo il thriller "Shield of Straw - Proteggi l'assassino".
Nel 2014, viene premiato con il Maverick Director Award durante la nona edizione del festival internazionale del film di Roma, in occasione della proiezione in prima mondiale del suo film, "As the Gods Will", tratto anch'esso da un celebre manga.
Nel 2015 l'ennesimo delirio: "Yakuza Apocalypse", un fantasy con yakuza e vampiri...
Di nuovo ispirati dai fumetti sono "Terra Formars" (2016), un celebre manga sci-fi di Yū Sasuga & Kenichi Tachibana, su degli emarginati spediti su Marte a combattere defli scarafaggi mutanti antropomorfi, "JoJo's Bizarre Adventure: Diamond Is Unbreakable Chapter I" (2017), tratto dal manga di Hirohiko Araki (i cui cartoni sono usciti in in Italia col titolo "Le Bizzarre Avventure di JoJo"), "L'immortale" (2017), tratto dal manga jidai-geki di Hiroaki Samura,
L'ultima sua fatica è il thriller "Laplace's Witch" (2018), tratto dal romanzo omonimo di Keigo Higashino, mente andiamo di vedere il noir in uscita "First Love" (2019).
Davvero, il nostro Miike è un regista veramente unico, come si dice, "da prendere o lasciare".
Noi di sicuro lo prendiamo!
Tanti auguri, Takashi!
"La cosa curiosa è che più l'amore è grande, più aumenta la violenza. Ultimamente ho il dubbio che proprio dall'amore nasca la violenza. In altre parole, sono la stessa cosa."
Takashi Miike