Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

I TAMBURI UNDERGROUND

Tanto per scrollarci di dosso la fama di misogini e sessisti, di considerare le donne solo se sono bombe sexy e così via, oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo, vi stupiremo con una che proprio una topona non era, anzi, ma è stata una grandissima musicista (per la precisione una batterista, altra rarità in questo vostro Almanacco).
Ladies and gentlemen: MAUREEN TUCKER, l'unica, inimitabile, impagabile drummer dei Velvet Underground!
La prima vera picchiatamburi minimale, con uno piglio unico, ipnotico, imitatissimo, sia nel punk che nel garage più minimale (volendo tacere i migliaia di batteristi art rock e indie che plagiano il suo stile…).

Maureen Tucker11Lo stile di Moe è molto semplice, ma anche molto potente e suona in modo assolutamente personale.
Usa prevalentemente le percussioni della batteria e la cassa lasciando perdere rullate di grande difficoltà o i piatti; spesso sta in piedi e usa di preferenza le mazze piuttosto che le bacchette.
L'idea è che lo scopo di un batterista è quello di tenere il tempo.
Punto.
Inaugura un modo di suonare radicale, essenziale, che ha cambiato letteralmente la storia del rock e che, in seguito, avrebbe avuto molti proseliti (basti pensare a Peggy O'Neill dei Gories, tanto per fare un nome a caso...).
Oltretutto ci sta simpatica per il suo essere così modesta, schiva, un personaggio vero, che ha sempre fatto la sua vita e le sue scelte senza mai cedere a compromess e senza mai cercare la ribalta.
Con semplicità, senza mai la minima ombra di spocchia...

Maureen Ann Tucker, detta Moe nasce a New York il 26 agosto del 1944, figlia di un imbianchino e di una impiegata di chiesa.
Da ragazzina rimane affascinata dal percussionista nigeriano Babatunde Olatunji, noto anche come attivista politico, da Bo Diddley e dai Rolling Stones e a 19 anni decide che avrebbe iniziato a suonare la batteria, prendendone una di seconda mano e imparando da autodidatta, suonando sui dischi.
Lavora come pantografista all'IBM, quando, nel 1965, Sterling Morrison si ricorda di quella ragazzina anonima conosciuta al liceo, sorella di un suo amico, che si baloccava coi tamburi.
È proprio quello che serve per sostituire il dimissionario Angus Maclise, il primo percussionista della sua band, andatosene perché non concepiva il fatto che si potesse essere pagati per le esibizioni.
Il gruppo, fondato dallo studente di letteratura Lou Reed e dal musicista John Cale è… The Velvet Underground!
Ogni tanto Maureen suona pure il basso se John Cale è occupato dal vivo con la viola o con le tastiere.
Con i Velvet registra album così fondamentali che è perfino superfluo citarli (oltretutto lo facciamo in altri post ed è inutile ripetersi qui…).
Lascia il gruppo per un breve periodo quando rimane incinta del suo primo figlio e ci ritorna alla fine del 1970 quando anche Lou Reed se n'è già andato (Cale era già stato estromesso dopo il secondo disco) e la leadership è in mano a Doug Yule, il bassista che aveva proprio sostituito Cale.
Ma ormai non sono più i Velvet.
Moe rimane un annetto e poi si mette a tirar su famiglia.
Dopo lo scioglimento del gruppo, si trasferisce a Phoenix, in Arizona, dove partecipa a qualche progetto estemporaneo come i Paris 1942 con Alan Bishop dei Sun City Girl.

Maureen Tucker3Divorzia nell'80 e si trasferisce in Georgia, dove trova lavoro in una grande distribuzione che lascia poi nell'89 per suonare in tour con gli Half Japanese, una band di avant-garde punk con base nel Maryland (con loro suona anche nel disco del 1993 "Fire in the Sky”).
Pubblica diversi album solisti, passati quasi inosservati presso il pubblico e la critica, anche se "Playin' Possum" del 1981, "I Spent a Week There the Other Night" del 1991 e "Dogs under stress" del 1994, pur essendo dissonanti, stonati, "sgangherati", sono dischi meravigliosi di rock'n'roll minimale e bizzarro dove si respira il vero spirito anticonformista dei Velvet più coraggiosi.
Ben più importante la sua presenza nel bellissimo "New York" di Lou Reed e in "Walking On Locusts" di John Cale preludi alla riunione dei Velvet a inizio anni '90 che rimane lettera morta dopo un tour mondiale per il decesso di Sterling Morrison (e per il fatto che, di base, Reed e Cale si stanno sui coglioni).
Nel 2000 si unisce ai Kropotkins, una band avant-garde blues coi quali pubblica lo stesso anno un Lp dal nome "Five Points Crawl".
È madre di cinque figli e, nel 2010, dichiara di aver smesso di fare musica da anni per star dietro al nipotino a tempo pieno.
Sorprendendo tutti, nel 2017 la ritriviamo sul palco della cerimonia di premazione del Grammy Salute to Music Legend, con una band composta, tra gli altri, da John Cale, con cui ha eseguito due classici dei Velvet Underground, "Sunday Morning" e "I'm Waiting For The Man".
Che dire, massimo rispetto per la sua coerenza, per la sua modestia, per il suo saper scegliere sempre progetti coraggiosi, mai commerciali e mai banali, pur conservando una acuta riconoscibilità di fondo, e questo si può dire veramente di pochi.
Anzi, di pochissimi!
Tanti auguri nonna Moe, ti vogliamo bene!

"… Ah, when the heroin is in my blood
And that blood is in my head
Then thank God that I'm as good as dead
Then thank your God that I'm not aware
And thank God that I just don't care
And I guess I just don't know
And I guess I just don't know"
Velvet Underground - Heroin

Almanacco Pulp dei Mutzhi Mambo

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