Ormai siamo quasi arrivati ai bagordi e ai baccanali dei festeggiamenti per il Santo Natale e noi, cari amici dei Mutzhi Mambo, oggi vi vogliamo fare un grande regalo, una chicchina per ritrovare un po’di serenità fra un cotechino e l’altro, fra lo spumante dolce e l'ennesimo amaro.
E lo facciamo celebrando un chitarrista della Madonna (visto che siamo in clima...) che non mancherà di portarvi un po’di pace dopo le liti con zii e cugini e di farvi digerire qualche cena rimasta indigesta.
Stiamo parlando del fricchettonissimo JORMA KAUKONEN, grande sei corde dei Jefferson Airplane!
Lo sappiamo, non amate molto gli hippies (manco noi…), che in questo Almanacco hanno sempre poco spazio, ma Jorma Kaukonen è un po' un caso a parte: l'essere identificato con un momento particolare della storia della musica (fra i più ingenui, retorici e superati) e il suo essere defilato, modesto, con quella vocina un po’ fioca che si ritrova, spesso ha messo in secondo piano che, fondamentalmente, è uno dei migliori chitarristi americani viventi, con un gusto e una tecnica deliziosi.
E questo a volte viene sottovalutato, in favore di tanti tamarri virtuosi e inconcludenti e dei loro pallosissimi show da circo.
Oltretutto, in epoca non sospetta, è stato uno dei primi a ricercare le vere roots della musica americana: quando tutti tendevano ad indurire i suoni, a renderli più gonfi e sintetici, Kaukonen (seppure si sia anche lui lasciato tentare dalla “plasticosità” New wave) ha iniziato quasi subito un percorso a ritroso, una regressione quasi, sempre più affascinato dal country e soprattutto dal blues “pedemontano”, quello acustico, ancestrale.
Un percorso verso una musicalità sempre più intima, sempre meno spettacolare, che mira dritta al cuore, al profondo del nostro essere.
Che diventa quasi a-temporale, eterna…
Se esistesse un paradiso, sarebbe la musica più adatta al peggior bar dei cieli.
Jorma Kaukonen nasce a Washington, il 23 dicembre del 1940.
Di origini finlandesi da parte di padre ed ebraico-russe da parte di madre, si appassiona prestissimo alla musica tradizionale americana e al country.
Adolescente, conosce il chitarrista Jack Casady, con cui forma un gruppo di rock’n’roll.
Frequenta poi il college ad Antioch dove conosce Ian Buchanan che gli mostra la forza spirituale del blues del reverendo Gary Davis, un invasato predicatore cieco che suona la chitarra in finger picking, autore di brani come "Death Don’t Have No Mercy" e "Let Us Together".
Per Kaukonen è una vera folgorazione sulla via di Damasco e, in seguito, adotterà spessissimo questa tecnica, sino a farne quasi un marchio di fabbrica.
Terminato il college, si trasferisce all'università di Santa Clara in California.
Qui suona nei locali e accompagna una certa Janice Joplin (Jorma per sbaglio scrive così il suo nome, non Janis!), che ad un certo punto dà forfait non presentandosi ad una serata, costringendo il nostro a diventare un solista di country e blues.
Nel 1965 incontra Paul Kantner, chitarrista, e Marty Balin, cantante, che sono alla ricerca di un chitarrista solista per il gruppo che hanno formato.
Convintosi a cavalcare l'onda elettrica del rock telefona al suo vecchio amico Casady che nel frattempo si è appassionato all'uso del basso elettrico, di cui apprezza in particolare i suoni alti che ricordano il violoncello, ed ha fatto esperienza come bassista di bluegrass e rithm'n'blues.
In epoca beat, tutti i ragazzi cercavano di essere dei chitarristi e i bassisti sono merce rara.
Un contratto di 50 dollari alla settimana induce Casady a seguire Jorma in California.
Alla ricerca di un nome per il gruppo, Kaukonen cita un soprannome che gli avevano affibbiato: Blind Lemon Jefferson Airplane (inutile ricordare che B.L.J. era un mitico bluesman degli anni '20).
Nascono i Jefferson Airplane, probabilmente il gruppo più influente e rappresentativo dell' "Estate dell'Amore" (di cui abbiamo già parlato nell' Almanacco dedicato a Grace Silk ed è quindi inutile ripeterci).
Nel 1970 parte un progetto parallelo che si chiamerà Hot Tuna (Hot Shit, "Merda calda", come volevano chiamarlo, non viene giudicato "idoneo" dai discografici).
Il primo album, “Hot Tuna”, è un live.
Kaukonen all'acustica suona come sempre in finger-picking, con l'uso del thumbpick al pollice e unghie metalliche all'indice e medio; Casady è al basso elettrico e Willow Scarlett all'armonica.
Propongono pezzi tradizionali, blues e country oltre a brani composti da Jorma.
Apre quello che diverrà un classico, "Hesitation Blues".
Seguono pezzoni come "Death Don't Have No Mercy" e "Know You Rider".
Con "First Pull Up Then Pull Down", la formazione si allarga con Papa John Creach al violino elettrificato e Sammy Piazza alla batteria.
Aprono l'album gli 8 minuti di acid blues elettrico "John's Other" mentre il secondo lato è aperto da "Keep Your Lamps Trimmed and Burning", 8 minuti di assoli intrippanti, e si chiude con un'altro bluesaccio elettrico, cadenzato e duro, i 9 minuti di "Come Back Baby" di Lightin' Hopkins.
Nel successivo "Burgers" non c'è più Will Scarlett all'armonica ma ospiti come David Crosby, Richmond Talbott alla slide e voce, e Nikki Buck al piano e organo in “Keep on truckin’ ”, ragtime stringato e acido.
C'è anche un omaggio al suo vecchio maestro, il Rev. Gary Davis, con "Let us together right down there”.
Grande album, purtroppo prodotto con mezzi più sofisticati dei precedenti che tolgono la consueta ruvidezza al suono, ma l'energia dei musicisti si sente sempre.
Dopo aver mantenuto il rapporto con i Jefferson Airplane, tra l'altro aprendone i concerti come Hot Tuna, nel 1973 Kaukonen e Casady lasciano definitivamente il gruppo.
Nel 1974 viene pubblicato "Quah", primo album solista di Jorma prodotto da Jack Casady.
È un album fatto di chitarra e voce; in un paio di brani collabora il sul amico Tom Hobson, un cantante country.
Si deve alla casa discografica l'agghiacciante postproduzione ricca di sezioni d'archi che rischiarono di banalizzare alcuni dei brani più intensi. Apre la pallosissima (ci perdonino i fans del Kaukonen più melenso ma a noi ‘sto pezzo fa afa...) "Genesis", la ballata che gli ha procurato uno stuolo di ammiratori fedeli per sempre (è il brano più richiesto durante i concerti).
Per fortuna l'album contiene anche "Police dog blues".
“Phosphorescent Rat” (1974) chiude la prima fase dei Tuna elettroacustici.
Resta Sammy Piazza alla batteria mentre Papa John Creach sceglie la via dei Jefferson Airplane.
Notevoli “I See the Light” e “Corners without Exits”. Non manca l'ennesimo tributo a Reverendo Gary Davis, "Sally, where'd you get your liquor from?”, unica cover dell'album.
Il successivo “America's Choice” contiene alcuni futuri classici di Kaukonen, ”Sleep song”, “Funky #7”, “Serpent of Dreams”.
Il gruppo è un trio con Bob Steeler alla batteria.
È il primo di un trittico di albums dove la parte elettrica è più dura e acida: ”The Metal Years”, definirà Jorma a posteriori questa fase, giudicando i tre dischi.
Del 1975 è “Yellow Fever”, che si segnala per il bell'arrangiamento del tradizionale ”Hot jelly roll blues“, mentre nel 1976 esce “Hoppkorv”.
Apre “I Wish You Would” di Billy Boy Arnold e contiene i classici di Muddy Waters, “I Can't Be Satisfied”, di Chuck Berry, “Talking 'bout You” e un imprevedibile omaggio al Buddy Holly di “It's So Easy”.
“Double Dose”, doppio Lp del 1978, è l'apoteosi!
Prima facciata con Kaukonen all'acustica elettrificata con un'esecuzione di eccezionale intensità; si sentono il sudore e l'amore per quel che suona dal solco inciso.
Le rimanenti tre facciate sono una summa elettrica di brani proposti in carriera dagli Hot Tuna.
Con “Final Vynil”, una normale compilation, nel 1979, la band chiude i battenti.
Esce ”Jorma”, secondo disco solista: acustico, elettrico, forse un po’ troppo effettato e sovrainciso ma molto energico.
Si sente tutto il divertimento e la sperimentazione che si può estrarre dai pedalini e dai banchi di regia dello studio.
Con "Barbeque King" viene proposto un sound influenzato dalla new wave, ma la title track è una classica ballata di Kaukonen, che ritornerà nei live acustici anni dopo.
Il nostro effettua una tournée europea, e alcune date anche in Italia, dove chi non ha conosciuto Hot Tuna o “Quah” o “ Jorma” stenterà a riconoscere i brani proposti in una chiave più aderente alle nuove mode e con l'ausilio di volumi sonori da disturbo della quiete pubblica.
Durante la sua permanenza in Italia, incide alcuni brani con il bluesman nostrano Guido Toffoletti per il suo "Birthday Album" del 1981, con Paul Jones, Kim Brown, Herbie Goins, e Tolo Marton.
"No Regrets" è il secondo esperimento New wave col chitarrista cantante Brian Marshall, autore di tutti i brani, e il batterista Paul Zahl.
Non ci sarà un seguito per nessuno dei due esperimenti.
Della produzione successiva si segnalano "Live at Sweetwater" e "Live at Sweetwater Two" del 2004, registrati nell'omonimo locale di Mill Valley, dove Kaukonen si esibisce anche al dobro e alla table steel.
Oltre a Casady c'è Michael Falzarano a chitarra, mandolino, armonica e voci; partecipano pure Pete Sears alle tastiere, Bob Weir (chitarra dei Grateful Dead), Maria Muldaur e Wavy Gravy ai cori.
"Blue Country Heart" del 2004 è il nuovo solo di Kaukonen, una ricerca di materiale country e blues degli anni '20/'30 con ottime e calibrate partecipazioni.
Un album equilibrato, preparato ed eseguito con gusto e passione.
Per una volta (essendo un progetto a tema) non ci sono brani originali, ma Kaukonen li fa "suoi" come pochi potrebbero.
Nel 2003 esce il primo album solista di Jack Casady, "Dream Factor" con brani inediti e partecipazioni stellari che ruotano intorno al suo basso.
Un album a tinte varie, grazie ai chitarristi che ruotano attorno a lui.
Tra questi, immancabile, il nostro Kaukonen, ma troviamo anche Warren Haynes (Gov't Mule) e Paul Barrere (già con Little Feat); alla batteria il compito è diviso tra Steve Gorman (BlackCrowes) e Matt Abts (Gov't Mule).
Il nulvo disco di Jorma, "Stars in My Crown" del 2007, è quasi un secondo capitolo di "Blue Country Heart".
Produce ancora Byron House, al basso in tutti i pezzi, tranne che in "Mighty Hard Pleasure", di Joe Croker.
Registrato a Nashville, il clima dell'intero lavoro è perfetto e tutti i musicisti lavorano per il pezzo e non per sé stessi.
Facendo un piccolo passo indietro, dal 1988 nasce il progetto “Fur Peace Ranch”, la base di Jorma nei monti Appalachi nei pressi di Darwin, Ohio.
Qui si tengono corsi settimanali per chitarra, basso e altro con ottimi e noti strumentisti, tra cui gli stessi Kaukonen, Casady, Mitterhoff e, a volte, gente come Larry Coryell, Beppe Gambetta, David Lindley...
Insegnanti che si esibiscono durante gli stage nella piccola sala concerti, 200 posti a sedere, al prezzo di un biglietto abbastanza abbordabile.
Certo, arrivare fin lassù...
Il "Flower Power" è finito da un pezzo (e menomale, diciamo noi...) ma Jorma è sempre lì, pronto a deliziarci con la sua sei corde e la sua ricerca delle roots.
Un Maestro, non c'è che dire!
Tanti auguri, Jorma!
" …I'm scared to bark around her house at night
I'm scared to bark around her house at night
She Got a police dog that's craving for a fight
His name is Rambler and when he gets the chance
His name is Rambler and when he gets the chance
He leaves his mark on everybody's pants
I think I'll travel, now I think I'll let her be
I think I'll travel, now I think I'll let her be
Before she sicks that police dog on me"
Hugh Laurie - Police dog Blues