Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

“Io non penso di essere stata uno schianto, penso di essere stata carina…”
Eh no, cara TINA LOUISE, carina una sega! 
Eri davvero uno schianto! 
Ma proprio uno schianto da infarto, cari amici dei Mutzhi Mambo, una di quelle che se la vedi ti prende un mancamento, ti s’impenna la pressione (e non solo quella!), ti s’abbassano le diottrie!!

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Tina Louise è stata una delle più belle attrici degli anni ’60, un’icona estetica che ha fatto epoca.
Rossa, prosperosa, burrosa, volto perfetto, voce affascinante, la Louise è stata il sogno proibito di almeno un paio di generazioni e rimane un esempio di quelle bellezze naturalmente esplosive di cui quegli anni erano generosi e che adesso si fa fatica a scovare, fra bicipiti scolpiti e tette al silicone.
Per decenni, ha combattuto contro lo stereotipo di bomba sexy e a volte c’è pure riuscita ad affrancarsi dal ruolo di “Ginger”, la sexy protagonista de “L'Isola di Gilligan”, la sit-com che l’ha resa famosa e fatta diventare simbolo erotico di un'epoca.
Louise ha fatto la modella, ha recitato in teatro, in film europei, ha cantato jazz, ha scritto sceneggiature e libri per bambini, ha lavorato in televisione, ha dipinto, ha fatto beneficienza; ha addirittura progettato un parasole nei primi anni '90. 
Ma non ce ne voglia la nostra Tina: era talmente topa e ci piace talmente tanto che per una volta soprassediamo volentieri alla nostra “morale” e ce ne infischiamo se la nostra ha fatto un po’ pochino, giusto un sandaloni girato in Italia e paio di horror a fine carriera, in ottica prettamente Pulp.
Oggi quindi si festeggia la “Rossa più bella del mondo”! E tanto vi basti (e vi avanzi!).
Che ogni tanto anche l’occhio vuole la sua parte!

Tina Blacker (così all’anagrafe) nasce a New York, l’11 febbraio del 1934.
Figlia unica, a soli due anni di età, Tina ottiene il suo primo “ruolo”, in un annuncio per il negozio di dolci del padre.
A quattro anni i suoi genitori divorziano e viene cresciuta da sua madre, Sylvia Horn (nata Myers) Blacker, una modella.
Interpreta numerosi ruoli fino a quando decide che è meglio concentrarsi sul lavoro scolastico. 
All'età di 17 anni, Louise inizia a studiare recitazione, canto e danza con Sanford Meisner alla prestigiosa Neighborhood Playhouse di Manhattan.

Tina Louise36
Il nome "Louise" presumibilmente lo aggiunge durante il suo ultimo anno di liceo quando fa presente alla sua insegnante di recitazione che è l'unica ragazza della classe senza un secondo nome: sceglie così il nome "Louise" e gli rimarrà appiccicato addosso.
Frequenta poi la Miami University in Ohio. 
Durante i suoi primi anni come aspirante attrice, le viene offerto un lavoro di modella e, insieme a Jayne Mansfield, nel 1958 finisce nel catalogo Frederick's of Hollywood; appare anche sulla copertina di diverse riviste di pin-up come “Adam”, “Sir!” e “Modern Man”.
Le sue successive session fotografiche per “Playboy” (maggio 1958, aprile 1959), vengono organizzate dallo studio Columbia Pictures nel tentativo di promuovere ulteriormente la giovane. 
Il suo debutto sul palco arriva nel 1952 nella rivista musicale di Bette Davis “Two's Company”, seguita da ruoli in altre produzioni di Broadway, come “Almanac” di John Murray Anderson, “The Fifth Season” e “Will Success Spoil Rock Hunter?”.
Partecipa ai primi programmi televisivi dal vivo come “Studio One”, “Producers’ Showcase” e “Appointment with Adventure”.
Nel 1957, appare a Broadway nel musical “Li'l Abner”, tratto dall’omonimo fumetto comico di Al Capp, che avrà un grosso successo.
Lo stesso anno pubblica un album di standard jazz, “It's Time for Tina”, contenente 12 brani tra cui "Embraceable You", "Tonight Is the Night" e "I'm in the Mood for Love".
Il disco non è malaccio, grazie agli arrangiamenti sensuali di Jim Timmens e della Buddy Weed's Orchestra, al sax di Coleman Hawkins ma soprattutto alla arrapantissima, quasi sussurrata voce di Tina.
Peccato che non abbia insistito, a parte un unico singolo registrato per la United Artists Records nel 1958.
Sempre nel ’58 la Louise esordisce nel cinema, col drammatico “Il piccolo campo”, di Anthony Mann, al fianco di Robert Ryan.
Quello stesso anno, il National Art Council la nomina "La più bella rossa del mondo". 
L'anno successivo recita nel noir “L'agguato”, di Norman Panama, con Robert Siodmak, e nei western “Il boia”, di Michael Curtiz, con Robert Taylor, e “La notte senza legge”, di André De Toth, di nuovo con Robert Ryan.
Diviene una spalla di primo piano al fianco di grossi divi, interpretando spesso ruoli piuttosto cupi, che contrastano con l’immagine di pin-up solare delle foto di Playboy, per le quali era diventata famosa alla fine degli anni '50. 
Rifiuta i ruoli nel film di “Li'l Abner” e in “Operazione Petticoat”, preferendo recitare a Broadway e in qualche film italiano.
Nel nostro Paese interpreta i peplum “L'assedio di Siracusa” e “Saffo, venere di Lesbo”, entrambi del 1960 per la regia di Pietro Francisci, lo storico “Viva l'Italia!” (1961), di Roberto Rossellini, sull'epopea di Garibaldi.
Quando Tina torna negli Stati Uniti, inizia a studiare con Lee Strasberg e alla fine diviene membro dell’Actors Studio. 
Nel 1961 è nel bellico “Area B2: attacco!”, di Byron Haskin, al fianco di Burt Reynolds, mentre l’anno successivo recita nella sitcom “The Real McCoys”, interpretando una ragazza di campagna del West Virginia.
Due anni dopo, la ritroviamo con Bob Denver nel beach party-movie “For Those Who Think Young”, di Leslie H. Martinson, e molla il musical di Broadway “Fade Out - Fade In” per impersonare la star del cinema Ginger Grant nella sit-com “L’Isola di Gilligan”, dopo che la parte viene rifiutata da Jayne Mansfield.
La serie (una sitcom d'avventura incentrata sulle vicende di sette naufraghi che cercano di sopravvivere e, infine, fuggire dall'isola su cui sono naufragati ma i loro piani di fuga inevitabilmente falliscono per vari motivi) avrà un successo strepitoso e diventerà un vero caso televisivo nonché uno dei simboli del camp Sixties ma col passare del tempo la nostra si sente insoddisfatta del ruolo e teme di rimanerne ingabbiata. 
In effetti il personaggio rende sì la Louise un'icona pop dell'epoca (nel 2005 verrà classificata seconda solo a Heather Locklear come la più grande sex symbol televisiva di sempre) ma sarà molto difficile liberarsene, tanto e la nostra affermerà in seguito che gli ha “rovinato la carriera”.
Terminata la serie nel 1967, Tina continuerà a lavorare nel cinema e farà numerose apparizioni in diverse serie televisive, senza però mai bissare il successo della “sua” Ginger.
Coerente con la sua decisione di non voler avere più a che fare col programma, sarà l'unico membro del cast originale a declinare l’invito di partecipare ai tre film televisivi incentrati sulla serie (il suo personaggio sarà interpretato da Judith Baldwin e Connie Forslund).
Sempre nel 1967, torna brevemente in Italia per partecipare alle riprese del bizzarro e visionario cult di Ugo Tognazzi, “Il Fischio al Naso”, ispirato al racconto di Dino Buzzati “Sette piani”.
Nel 1968 è nella spy-comedy “Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm”, di Phil Karlson, con Dean Martin; l’anno successivo nel western “Il grande giorno di Jim Flagg”, diretto da Burt Kennedy e interpretato da Robert Mitchum, Martin Balsam e George Kennedy.

Tina Louise18Tenterà in tutti i modi di liberarsi della sua immagine “brillante” interpretando ruoli più complessi e controversi, tra cui un’eroinomane in un episodio di “Kojak” del 1974, una inquietante casalinga di periferia in “La fabbrica delle mogli” (1975), di Bryan Forbes, tratto dall'omonimo romanzo del 1972 di Ira Levin (avrà un remake di Frank Oz nel 2004, col titolo “La moglie perfetta”,con Nicole Kidman), una guardia carceraria nel prison-movie televisivo del 1976 “Arizona campo 4”.
I suoi altri film TV del periodo includono “Look What's Happened to Rosemary's Baby” (1976), “SST: Death Flight” (1977), “Friendships, Secrets and Lies” (1979); partecipa ai telefilm “Sulle Strade di San Francisco”, “Cannon”, “Love Boat”, “Fantasilandia”, “Chips”, “Supercar” e alla soap opera “Dallas”, stagioni 1978-1979.
Prende parte anche al folle “Ridere per ridere”, il demenziale e delirante film ad episodi diretto da John Landis nel 1977.
Nell'autunno del 1984, sostituisce Jo Ann Pflug come Taylor Chapin nella soap opera “Rituals” ma viene presto licenziata perché si rifiuta di girare scene d'amore con il co-protagonista George Lazenby a causa delle sue convinzioni religiose. 
I suoi impegni cinematografici successivi comprendono il poliziesco “Canicule” (1984), di Yves Boisset, il biker-movie “Hell Riders”, di James Bryan, il B-horror “Evils of the Night” (1985), regia di Mohammed Rustam (1985) commedia di Robert Altman “Non giocate con il cactus” (1987), la stralunata commedia indipendente “Johnny Suede” (1992), di Tom DiCillo, che segna l’esordio cinematografico di Brad Pitt, e il film horror “Late Phases” (2014), di Adrián García Bogliano.
Dal 1966 al 1971, Louise è stata sposata con il presentatore Les Crane, con la quale ha una figlia, Caprice (nata nel 1970), divenuta poi produttrice di MTV e scrittrice. 
Tina risiede a New York, è membro dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences e membro a vita dell'Actors Studio. 
Pittrice apprezzata, è pure molto impegnata in programmi per migliorare l'alfabetizzazione infantile e ha scritto un paio di libri per bambini.
Siamo lieti che alla sua veneranda età sia ancora cosi indaffarata ma per noi rimarrà per sempre “la Rossa più bella del mondo”!
Tanti auguri, Tina!

“I'm in the mood for love
Simply because you're near me.
Funny, but when you're near me
I'm in the mood for love.
Heaven is in your eyes
Bright as the stars we're under
Oh! Is it any wonder
I'm in the mood for love?...”
Dorothy Fields / Jimmy Mchugh – I’m in the mood for love



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