Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Quante ne prende lui, nessuno mai!
Eh sì, cari amici dei Mutzhi Mambo, non esiste incassatore migliore del ruvido BRUCE WILLIS!
Alla fine vince sempre ma quante ne prende!
E con quale nonchalance!
Ogni volta sembra che sia sull’orlo di schiantare ma ce la fa ogni volta (o quasi…) a salvare il mondo e a portare a casa la pellaccia.
Pugni, calci, coltellate, pistolettate, fucilate, esplosioni: niente e nessuno ferma Bruce Willis.
Perché Bruce Willis è un eroe di quelli tosti! Anzi, un supereroe!
Il bello però è che non è un gommone tipo Schwarzenegger, Stallone o Vin Diesel: Bruce Willis è uno normale, stempiato, con un po’ di pancetta…
Certo, la faccia da duro ce l’ha, da uno a cui è meglio non rompere le palle; però senza esagerare, senza perdere la giusta dose di (auto)ironia.

Bruce Willis4
E proprio qui risiede la sua forza e il suo impagabile carisma: nel suo essere, in fondo “de noantri”, uno che può trovare a giro, uno con cui ti puoi perfino identificare.
Oddio, proprio normale – normale, a vedere come riesce sempre a cavarsela, non è...
Diciamo pure che, cinematograficamente parlando, incarna davvero e meglio di ogni altro l’ideale di “resilienza”, la capacità di rialzarsi, di reagire dopo una batosta; e che batoste che si prende!
Specializzato in ruoli action puri, il nostro è pure un pilastro del Pulp in senso stretto (bastano “Pulp Fiction” e “Sin City”? Ma c’è molto, molto altro nel suo carnet…), con ottime incursioni nel cinema “d’autore” ed in insospettabili pellicole cult, in parti agli antipodi rispetto al suo “personaggio”…
Chiaramente bisogna anche ammettere che come attore non è un granché ma ci sta talmente simpatico, gli vogliamo così bene, che gli si perdona tutto, compresi certi film proprio brutti e una certa inespressività di fondo.
Anche perché si potrebbe arrabbiare..

Walter Bruce Willis nasce il 19 marzo del 1955, in una base militare della Germania dell'Ovest.
Figlio di un meccanico (allora sotto le armi) e di una casalinga, ha due fratelli, uno dei quali è il futuro produttore Dave Willis, e una sorella.
Nel 1957 la famiglia si trasferisce a Penns Grove, nel New Jersey, dove suo padre lavora in un cantiere navale. 
Lì Bruce studia al college di Penns Grove, diventando persino presidente del concilio studentesco. 
Comincia a recitare per sconfiggere la balbuzie, stanco ormai del soprannome affibbiatogli da amici e parenti "Buck Buck", poi si iscrive alla Montclair State University (che lascerà), mettendosi in luce in produzioni teatrali come "La gatta sul tetto che scotta" di Tennessee Williams, facendo sempre più spesso la spola con New York per partecipare ad alcune audizioni off-Broadway. 
Dopo aver trovato casa nel quartiere di Hell's Kitchen, nella Grande Mela, cerca di sfondare come attore, arrabattandosi con vari mestieri per campare: autotrasportatore per l'industria Du Pont, barista al Cafè Central di Manhattan, addetto alle pubbliche relazioni per le distillerie Seagram (dalle quali, udite! udite! viene licenziato per guida in stato di ebbrezza…) e infine come barman al Kamikaze Club di New York City, dove conosce la futura attrice Linda Fiorentino, con cui ha una relazione. 
Studia con Stella Adler e per tre anni intensi lavora in teatro, poi finalmente riesce a ottenere qualche piccola particina. 
Appare come comparsa in “Delitti inutili” (1980) di Brian G. Hutton, considerato il suo debutto sul grande schermo, dove ha modo di interagire con Faye Dunaway e Frank Sinatra, che diventa il suo mito.
Due anni più tardi, compare ne Il verdetto (1982) di Sidney Lumet e, dopo essere apparso in alcuni telefilm come "Miami Vice" e "Ai confini della realtà", rimpiazza Ed Harris nello spettacolo off-Broadway di Sam Shepard "Fool For Love" (1984) che lo fa conoscere e notare dal regista Robert Butler che lo dirigerà nel telefilm "Moonlighting" accanto a Cybill Shepherd.
Inaspettatamente, il serial ha un successo strepitoso e gli fa guadagnare un Golden Globe ed un Emmy per l'interpretazione dello scanzonato detective.
Diventato una celebrità, sposa l'attrice Demi Moore in un hotel di Las Vegas. Da lei, avrà 3 figli, tutti attori: Rumer, Scout LaRue e Tallulah Belle Willis. 

Bruce Willis19Grande appassionato di rhythm & blues, suona l'armonica nei Loose Goose, e pubblicherà, nel 1987, un album dal titolo "The return of Bruno", dove rivisita illustri canzoni della black music come "Respect Yourself" (che gli frutterà il quinto posto nella classifica americana dei singoli), "Under the Boardwalk" e "Flirtino with disastre", ma anche famosi brani famosi del rock'n'roll come "Young Blood". 
L'esperienza è così esaltante che nel 1989, pubblica anche un secondo disco "If It Don't Kill You, It Just Makes You Stronger".
Willis, fin dall'inizio della sua carriera, viene apprezzato non tanto per pettorali e i bicipiti, ma per quella vena ironica che lo contraddistingue, tanto che il maestro della commedia Blake Edwards lo vuole con sé per ben due volte: la prima in “Appuntamento al buio” (1987) e la seconda in “Intrigo a Hollywood” (1988). 
Solo dopo queste due pellicole venne scelto per il celeberrimo ruolo del ruspante John McClane nella serie “Die Hard” (1988 - 2013) che lo vedranno protagonista assieme ad attori come Alan Rickman, Bonnie Bedelia, William Atherton, Samuel L. Jackson, Jeremy Irons e Timothy Olyphant. 
Ottimo il primo, “Trappola di cristallo” (1988), di John McTiernan, simpatico il secondo, “58 minuti per morire” (1990), di Renny Harlin, inutili gli altri tre, anche perché alla lunga il giochino dell’eroe suo malgrado, catapultato per caso in intrighi sempre più complessi, mostra la corda...
Dopo aver doppiato il piccolo Mikey di “Senti chi parla”, passa a pellicole drammatiche, meritandosi una nomination ai Golden Globe come miglior attore non protagonista per “Vietnam - Verità da ricercare” (1989) di Norman Jewison. 
Rifiuta invece il ruolo di Sam Wheat in “Ghost” (1990), accanto alla moglie, perché non gli piace l’idea di interpretare un fantasma (accetterà però di farlo nel thriller “Sesto Senso” nel 1999). 
Viene diretto poi da Brian De Palma nel bizzarro “Il falò delle vanità” (1990), e si cimenta pure nella scrittura, sceneggiando il mediocre action ironico “Hudson Hawk - Il mago del furto” (1990), che verrà portato sul grande schermo da Michael Lehmann. 

Bruce Willis1Torna al genere a lui più congeniale con Tony Scott nel serrato “L'ultimo boy scout - Missione: sopravvivere” (1991), per poi passare alla commedia di Robert Benton, “Billy Bathgate - A scuola di gangster” (1991), al giallo di Alan Rudolph, “L'ombra del testimone” (1991), accanto alla consorte, e infine alla satira hollywoodiana col nerissimo, irresistibile “La morte ti fa bella” (1992), di Robert Zemeckis, accanto a Meryl Streep e una luciferina Isabella Rossellini. 
Dopo la perdibile commediola di Rob Reiner, “Genitori cercasi” (1994), e il terribile thriller erotico “ Il colore della notte” (1994), di Richard Rush, lavora per Quentin Tarantino nel capolavoro “Pulp Fiction” (1994), dove interpreta un pugile a fine carriera protagonista di uno degli episodi più gustosi della pellicola simbolo della rinascita della cultura Pulp.
Ancora con Tarantino lo vediamo in un piccolo ruolo, nell’esilarante episodio finale di “Four Rooms” (1995). 
È poi protagonista del futuristico, visionario “L'esercito delle 12 scimmie” (1995), di Terry Gilliam, e torna a lavorare con Robert Benton in “La vita a modo mio” (1995), accanto ad un cast stellare che vanta Paul Newman, Jessica Tandy, Melanie Griffith e Leonardo DiCaprio. 
Dopo il buon remake de “La sfida dei samurai” di Akira Kurosawa (e quindi di “Per un pugno di dollari”, di Sergio Leone), dal titolo “Ancora vivo - Last Man Standing” (1996), di Walter Hill, con il grande Christopher Walken, Luc Besson lo sceglie come eroe del fantascientifico ultra-camp “Il quinto elemento” (1997), con Gary Oldman e Milla Jovovich; torna poi agli action-movie più canonici, alcuni mediocri come “The Jackal” (1997) di Michael Caton-Jones, loffio remake dell’omonimo ottimo thriller degli anni ’70, “Codice Mercury” (1998), di Harold Becker (1998), l’osceno “Armageddon - Giudizio finale” (1998), di Michael Bay, altri più divertenti come “Attacco al potere” (1998) di Edward Zwick. 
Finito il matrimonio con Demi Moore, Bruce Willis si consola alla grande con modelle come Maria Bravo Rosado, Rachel Hunter, Eva Jasanovska ed Emily Sandberg o attrici come Nadia Bjorlin e Brooke Burns, senza farsi mancare qualche pornostar come Alisha Klass. 
Si concede pure qualche scena di nudo, accanto a Michelle Pfeiffer nel noioso “Storia di noi due” (1999), e si permette di rifiutare il ruolo di protagonista (che andrà a Al Pacino) in “Ogni maledetta domenica” (1999) di Oliver Stone; fortunatamente si rifà accettando quello di fantasma nel già citato “Il Sesto Senso” (1999) di M. Night Shyamalan, probabilmente uno dei ruoli più intensi, e quello di un allucinato rivenditore di auto usate, nel bizzarro “La colazione dei campioni” (1999), tratto dall’omonimo romanzo di Kurt Vonnegut e diretto da Alan Rudolph.
Shyamalan cercherà poi di fare il bis nel poco riuscito “Unbreakable - Il predestinato” (2000), per girare il quale Willis rifiuterà il ruolo di Terry Benedict in “Ocean's Eleven”. 
Siamo dunque ai 2000, dove vediamo il nostro anche in “FBI: Protezione testimoni”, di Jonathan Lynn (che avrà pure un sequel nel 2004, per la regia di Howard Deutch), e “Faccia a faccia”, di Jon Turteltaub (2000)
È il turno poi di Barry Levinson, con “Bandits” (2001), di Gregory Hoblit con “Sotto corte marziale” (2002), di Antoine Fuqua con “L'ultima alba” (2003), di Florent Emilio Siri con “Hostage” (2005), nonché dell’ultrapulp “Sin City” (2005) di Rodriguez e Frank Miller, riuscitissima e visionaria trasposizione delle grottesche tavole del maestro del fumetto noir.
Si continua con un altro Pulp, il più manieristico “Slevin - Patto criminale” (2006), di Paul McGuigan, col poliziesco “Solo 2 ore” (2006), di Richard Donner, e il satirico “Fast Food Nation”, di Richard Linklater, sui veri “orrori” che stanno dietro alla produzione degli hamburger.

Bruce Willis13Bruce si leva pure la soddisfazione di ottenere dalla Francia l'investitura a Ufficiale nell'Ordine delle Arti e delle Lettere.
Passa all'horror-pulp recitando di nuovo per Robert Rodriguez nel citazionista “Planet Terror” (2007), segmento del progetto “double-feature” “Grindhouse” che i regista chicano divide con Tarantino.
Alla fine del primo decennio dei 2000, l'attività cinematografica si fa ancora più intensa: il thriller “Perfect Stranger” (2007), di James Foley (2007), lo spionistico “The Assassination - Al centro del complotto” (2008), di Brett Simon, il brillante “Disastro a Hollywood” (2008), di Barry Levinson, il fantascientifico “Il mondo dei replicanti” (2009), di Jonathan Mostow, lo scanzonato “Poliziotti fuori - Due sbirri a piede libero” (2010), di Kevin Smith.
Nel 2011 è nel bel cast dell’adrenalinico “Red”, di Robert Schwentke, accanto a Morgan Freeman e John Malkovich, che avrà anche un seguito nel 2013, per la regia di Dean Parisot. 
poi 
Con l'amico Stallone gira “I mercenari” 1 e 2, una sarabanda di vecchie glorie action, e continua con questo genere con “La fredda luce del giorno” (2012), di Mabrouk El Mechri, “Fire with Fire” (2012), di David Barrett, e “G.I. Joe – La vendetta” (2013), di Jon M. Chu, tornando anche a vestire per l’ennesima volta i panni del vecchio John McClane nel pessimo “Un buon giorno per morire” (2013).
Di questa ultima fase si citano poi il thriller “Setup” (2011), di Mike Gunther, il crime “Catch .44” (2011), di Aaron Harvey, la commedia “Una ragazza a Las Vegas” (2012), di Stephen Frears.
Nel 2012 porta a Cannes la splendida, stralunata commedia di Wes Anderson “Moonrise Kingdom” e recita nel film fantascientifico di Rian Johnson, “Looper”. 
Nel 2014 è nuovamente nelle sale con il buon sequel di “Sin City”, “Una donna per cui uccidere”, sempre di Miller e Rodriguez, col thriller “The Prince - Tempo di uccidere” (2014), di Brian A. Miller, mentre viene escluso dal cast del film “I mercenari 3”, dopo che salta l’accordo per il cachet del nostro. 
Nel 2015 compare al fianco di Bill Murray nella divertente commedia “Rock the Kasbah”, di Barry Levinson, nel fantascientifico “Vice” (2015), di Brian A. Miller, nell’action “Extraction” (2015), di Steven C. Miller.
Degli ultimi meritano una menzione giusto il controverso remake de “Il giustiziere della notte - Death Wish” (2018), di Eli Roth, e “Glass” (2019), sequel di “Unbreakable”, sempre diretto da M. Night Shyamalan.
Per non farsi mancare nulla, Willis è pure socio del Planet Hollywood assieme a Stallone e Schwarzenegger. 
Che dire: anche meno ma anche meglio, buon vecchio Bruce!
Tanti auguri, roccia!

“Esmeralda: Come ti chiami?
Butch: Butch.
Esmeralda: E che cosa significa?
Butch: Sono americano, dolcezza, i nostri nomi non vogliono dire un cazzo.”
Esmeralda Villalobos/Angela Jones; Butch Coolidge – Pulp Fiction

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