Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Probabilmente, il taciturno DANNY TREJO, l'Oscar non lo vincerà mai.
A meno che, cari amici dei Mutzhi Mambo, non istituiscano un sacrosanto Oscar del Pulp: in questo caso, il nostro Danny, prenderebbe premi a man bassa! 
Se esiste un attore nato e sputato per fare il cattivo nei film Pulp, questi non può essere altro che Danny Trejo!
Nessuno si augurerebbe di incontrarlo in un vicolo o di litigarci in un pub.
La sua faccia vissuta, con quelle occhiaie, rughe, bozzi, segni, incisioni e così tante imperfezioni che pare modellata apposta per fare il messicano rabbioso, merita assoluto rispetto... 
Uomo tostissimo, dal passato criminale, col volto martoriato dagli abusi e i muscoli possenti, non ha niente di glamour, niente di angelico e niente di grazioso, nemmeno quando sorride.
Ma proprio questa asprezza e questa inquietudine che ispira, lo rendono un interprete speciale, un magnifico cattivo o un duro granitico sui cui scommettere in film horror e d'azione.
Danny Trejo, lo sappiamo tutti, non è un attore, almeno non nel senso stretto del termine, e nemmeno un “caratterista”.
Danny Trejo non interpreta: Danny Trejo "È". 
Danny porta nel film se stesso, il proprio corpo, la propria faccia, quell’innata presenza e basta, che poi vuol dire che porta la sua storia personale, la maniera in cui la sua vita ha dato una forma ai movimenti, al fisico e alle espressioni.
Gli attori fingono, Danny sta ad un grado di finzione minore, non è quello che interpreta ma quello che "È". 
Quando al cinema viene inquadrato un essere umano, non è solo per quel che dice o fa ma per come cambia l’ambiente intorno a sé.
La presenza.
Alcuni ce l’hanno altri no: Danny "è" presenza, se l’è creata con una vita intera di violenza e quando sta nella scena tutto intorno a lui cambia e diventa come lo vuole lui. 
Anche se non lo vuole mette paura, incute timore, dà l’impressione di essere pronto alla carneficina. 
E cosa c’è di più cinematografico che comunicare la violenza con un’espressione o un gesto?

Danny Trejo nasce a Los Angeles, il 16 maggio del 1944, figlio di Alice Rivera e di Dan Trejo, operaio. 
Danny è il cugino di secondo grado del regista Robert Rodriguez e suo vicino di casa nella San Fernando Valley. 
Da ragazzo, passa le ore in mezzo alla strada, commettendo svariati crimini assieme a suo zio che lo coinvolge nello spaccio di stupefacenti, diventando presto dipendente dall'eroina. 
Per ben tre volte, finisce in riformatorio, ma quando è fuori sviluppa una passione per la boxe, arrivando a considerare anche la carriera di pugile professionista.
Ma la sua ambizione viene continuamente ostacolata dai suoi guai con la giustizia e dalla sua detenzione in carcere per un totale di 11 anni, passati principalmente a Tracy (1963-1965), San Quintino (1965-1968) e Soledad (1968-1969). 
Mentre è rinchiuso nella prigione di Stato di San Quintino a San Francisco, diventa il campione statale dei pesi leggeri e welter carcerario della California: facile immaginare quale fosse la "grazia" e lo "stile" degli incontri... 
Durante questo periodo, Trejo completa anche con successo un programma di riabilitazione che lo aiuta a lasciarsi alle spalle lo stile di vita criminale. 
Negli Anni Ottanta, decide di cambiare vita e si presenta come doppiatore in un film di Jackie Chan e Sammo Hung Kam-Bo: "Project A - Operazione pirati" (1983), anche se la svolta è quando, nel 1985 partecipa a un provino per "A 30 secondi dalla fine", vigoroso action con Jon Voight, Rebecca De Mornay ed Eric Roberts. 
Inizialmente viene preso come comparsa ma lo scrittore Edward Bunker, lui stesso ex galeotto che stava scrivendo la sceneggiatura del film, lo riconosce e inizia a rimembrare con Trejo il tempo trascorso insieme a San Quintino. 
Ricordando le abilità da pugile di Trejo, gli offre 350 dollari al giorno per allenare Eric Roberts, uno degli attori del film, per una scena di pugilato.
Il regista Andrei Konchalovsky appena lo vede si innamora artisticamente di lui e dei suoi tatuaggi, pregandolo di partecipare come attore nel suo film. 
La pellicola cambierà il resto della sua vita.
Lui è da poco uscito di galera, e buona parte dei suoi 41 anni li ha passati dentro (e meritatamente: “Non avete idea di cosa non ho fatto“, parole sue!) e agli attori fa davvero paura! 
Che poi sia ormai diventato un pezzo di pane nella vita conta pochissimo, la sua stessa figura spaventava i peggiori galeotti, figuriamoci quei fichetti con la villa ad Hollywood truccati da teppisti. 
A questo punto può passare una vita intera come comparsa un tanto a presenza (e comunque gli andrebbe benone, abituato com'è al rancio del carcere), in film come "L'alieno" (1987), di Jack Sholder, "Il giustiziere della notte 4" (1987), di J. Lee Thompson, "A prova di proiettile" (1988), di Steve Carver (1988), "Soggetti proibiti" (1989), di J. Lee Thompson, "Sorvegliato speciale" (1989), di John Flynn, "Maniac Cop - Il poliziotto maniaco" (1990), di William Lustig, "Programmato per uccidere" (1990), di Dwight H. Little, "Whore (puttana)" (1991), di Ken Russell, "Sotto massima sorveglianza" (1991), di Lewis Teague, "Patto di sangue" (1993), di Taylor Hackford, "Trafficanti di morte" (1993), di Kevin Connor. 
Ma poi arriva per l’appunto il "cugino" Robert Rodriguez che capisce quanto potrebbe riassumere tutto il peggio del Messico in una faccia sola, quella di Danny, il “grindhouse” per eccellenza!
Lo inserisce nel cast del capolavoro "Desperado" (1995), in cui interpreta lo spietato killer "Navajas" ("coltelli" in spagnolo) sulle tracce del fighissimo Banderas. 
Poi è la volta del bellissimo noir "Heat - La sfida" (1995), di Michael Mann, in cui divide la scena nientepopodimeno che con Robert De Niro e Al Pacino. 
Il secondo round con Rodriguez è nel crime/splatter/horror "Dal tramonto all'alba" (1996), scritto da Quentin Tarantino, in cui interpreta il losco barista/vampiro "Razor" ("rasoio"). 
Si passa al trashissimo "Anaconda", (1997) di Luis Llosa, agli action "Con Air" (1997), di Simon West, e "Costretti ad uccidere" (1998), di Antoine Fuqua, ai due prescindibili sequel di "Dal tramonto all'alba": "Texas, sangue e denaro" (1999), di Scott Spiegel, e "La figlia del boia" (1999), di P. J. Pesce.
Sempre nello stesso anno Danny è nel cast di "Fino all'inferno", di John G. Avildsen, mentre l'anno successivo in quello di "Animal Factory", bel prison movie di Steve Buscemi, tratto da un romanzo di Bunker, e in "Trappola criminale" (2000), diretto dallo specialista John Frankenheimer. 
Sempre per l'inseparabile Rodriguez, Trejo interpreta i quattro orridi film per bambini della serie "Spy Kids" (orridi perché fanno cacare, non perché sono per bambini), il sequel del 2003 di "Desperado", "C'era una volta in Messico" (che, nonostante il titolo altisonante, non è degno di legare nemmeno le scarpe al precedente), e nel simpatico omaggio ai b-movie "Grindhouse - Planeta terror" (2007).
Ma soprattutto Rodriguez gli regala la possibilità di essere finalmente protagonista. 
Vedendo il successo di un finto trailer inserito fra le proiezioni dei due "Grindhouse" (l'altro, per i pochi ignoranti che non lo sanno, è diretto da Tarantino), il regista texano decide di espanderlo fino ad ottenere un lungometraggio. 
Il titolo naturalmente è "Machete" (2010)! 
Film fatto su misura per il nostro Danny, vanta un cast fenomenale (bastano De Niro, Seagal, Don Johnson e quelle tope di Lindsay Lohan e Michelle Rodriguez?) ed è veramente divertente, con un paio di scene cult da antologia. 
Danny, nei panni di un ex agente chicano, al massimo del suo tamarro!
Lo stesso non si può dire dello stanco sequel "Machete Kills!", anch'esso dal ricco cast ma dalla sceneggiatura latitante... 
Sembra quasi che, certe volte, per Rodriguez, quella del Pulp/Trash sia diventata, più che un omaggio, una scusa per fare film del cazzo: "Tanto è Pulp! E chi te dice gnente?".
Peccato per la ghiotta occasione sprecata di vedere Danny in azione!
A proposito di tamarroni, Trejo viene scelto anche dal superzarro Rob Zombie per il cast di "La Casa del Diavolo" (2005) e del bel remake "Halloween - The Beginning" (2007). 
Chiaramente, da buon caratterista Pulp, Trejo ha fatto una quantità ragguardevole di film. 
Qui ci limitiamo a segnalare: "Predators" (2010), di Nimród Antal; "Dead in Tombstone" (2013), western moderno che lo vede opposto ad un bieco Mickey Rourke, di Roel Reine; il poliziesco "Bullet" (2014), di Nick Lyon; "Il buono, il brutto e il morto" (2015), di Timothy Woodward, "Dead in Tombstone 2" (2017), di Roel Reiné; "Death Race - Anarchia" (2018), di Don Michael Paul.
Grande Danny, per noi sei sempre e comunque un eroe! 
Ma di quelli veri! 
Brutti ma buoni!
Tanti auguri, Danny!

"Perché essere una persona vera, se sono già un mito?"
Machete/Danny Trejo - Machete

Almanacco Pulp dei Mutzhi Mambo

  • Danny Trejo

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    16 Maggio
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