Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Inginocchiatevi davanti al grandissimo GERRY ROSLIE, il babbo del Punk! Senza di lui eravamo tutti quanti ancora a sentire Al Bano o al massimo Caterina Caselli... Chi afferma che il punk è nato nel '77 coi Ramones e i Sex Pistols, non ha mai ascoltato i Sonics dell'immortale Gerry Roslie! I Sonics, cari amici dei Mutzhi Mambo, stanno al rock'n'roll come Michelangelo sta alla scultura. O come Raymond Chandler alla letteratura gialla. Esiste un prima ed un dopo i Sonics, e sono due periodi distinti e differenti! Attivi per quasi tutti i mitologici Sixties al fianco di formazioni locali quali Paul Revere & The Raiders e Regents, i Sonics incarnano la definizione di band seminale. Autori di un sound decisamente ruvido per l'epoca, al quale abbinavano sezioni ritmiche piuttosto serrate, furono ben presto considerati – a ragion veduta - tra i padri fondatori del garage-rock, ma anche tra i precursori più originali e violenti del punk e dell'hard-rock. Provenienti da Seattle, imposero di fatto il look e la mitologia punk: il cantante Gerry Roslie è passato alla storia per le urla piú lancinanti e maniacali dopo qulle di Little Richard, il chitarrista Larry Parypa è stato uno dei più sferraglianti e potenti macina-riff di tutti i tempi, il sax tenore di Rob Lind sfasciò più di un amplificatore con i suoi devastanti barriti e il batterista Bob Bennett era un brutale picchiapelli della Madonna. È vero, la questione sulla paternità di questo "genere" è piuttosto annosa (e pure un po' pallosa...), già prima c'erano stati numerosi esempi di band e solisti rock'n'roll che hanno tutti i crismi per essere definiti punk, ma i Sonics sono stati i primi ad incalanare la loro una rabbia grezza in binari meno naif e più consapevoli: i Sonics "volevano" essere sporchi e cattivi! Punk, appunto... Della biografia personale del nostro Gerry Roslie sappiamo poco, se non che è nato il 26 maggio del 1944 a Tacoma, nello stato di Washington. I Sonics vengono fondati nel 1960 da Larry Parypa, che è stato iniziato alla chitarra da suo zio e incoraggiato dai suoi genitori, entrambi con un forte interesse per la musica. Cominciano come gruppo strumentale che includeva, oltre a Larry, anche il fratello maggiore Andy alla chitarra e, per un breve periodo, un altro fratello Parypa, Jerry, al sax, mentre la madre occasionalmente suonava il basso nelle prove. Una famiglia di tutto rispetto... I Sonics inizialmente si specializzano in materiale standard di R&B e in strumentali basati sulla chitarra, sulla scia di Link Wray e Duane Eddy. Il loro show diviene rapidamente un appuntamento imperdibile sulla scena dei teen club di Tacoma, un circuito assai vivace e seminale che comprende i Wailers (non la band di Bob Marley) e Paul Revere & the Raiders. La formazione iniziale dei Sonics muta spesso, ma diventa stabile alla fine del 1963 con l'arrivo del batterista Bob Bennett, del sassofonista Rob Lind e del tastierista Gerry Roslie, tre membri dei Searchers (anch'essi da non confondersi con l'omonimo gruppo pop britannico), una band in cui milita il futuro chitarrista dei Moby Grape, Jerry Miller: Larry rimane alla chitarra e Andy si sposta al basso. Anche se la band anche prima era bella tosta, la nuova line-up diventa una vera bomba atomica; Bennett non ha paura di martellare i tamburi, la chitarra di Larry diventa al contempo più nitida e più feroce insieme, e quando Roslie viene incoraggiato a cantare, scoprono di poter rivaleggiare ad urli con Little Richard in persona! I Sonics diventano rapidamente la band più chiacchierata nel nord-ovest. Nel 1964, Buck Ormsby, che suona il basso con i Wailers, all'epoca al massimo della fama, rimane impressionato dalla potenza dalla nuova line-up dei Sonics e diviene il loro manager, oltre a farli firmare con l'Etiquette Records, un'etichetta locale che ha aiutato a svilupparsi. Per il loro primo singolo, i Sonics prendono uno dei loro pochi brani originali del loro repertorio e lo cambiano trasformandolo da un brano che voleva proporre un nuovo, selvaggio stile di ballo, in un racconto sinistro dedicato ad una donna feroce; il risultato, "The Witch", caratterizzato da un testo oscuro sottolineato dal riff mastodontico della chitarra di Parypa, dalla batteria fragorosa di Bennett e dalla voce allucinata di Roslie, era la cosa più forte e più bizzarra di mai incisa su nastro. Sostenuto da una cover maniacale di "Keep A'Knockin" di Little Richard sul lato B, il singolo è troppo pesante per la maggior parte delle stazioni radio locali, ma alla fine trova la sua nicchia in mercati più ristretti, fino a diventare un grande successo nel Nord-Ovest. Piuttosto che continuare a pagare le royalties a Little Richard per la B-side, la band decide quindi di registrare un altro brano originale, "Psycho", che ha subito trasformato il 45 giri di "The Witch" in un successo su entrambi i due lati. Nel 1965, Ormsby "obbliga" i Sonics ad andare in studio per registrare un album intero e il parto è nientepopodimeno che il mitologico "Here Are The Sonics !!!", una pietra miliare scolpita nella storia del rock'n'roll! L'album di debutto, che contiene anche pezzi come "Boss Hoss", "Strychnine" e la violentissima cover di "Do you love me?" dei Contours, coglie appieno il magma primitivo della band al suo culmine creativo, grazie anche alla semplice ma efficacissima produzione dall'ingegnere del suono Kearney Barton. Il successo di "The Witch" e "Psycho" fa entrare i Sonics nel giro dei più rinomati locali di Seattle e dintorni, e gli permette di fare da supporto a band come i Beach Boys e le Shangri-Las. Nel 1966, i Sonics pubblicano un secondo LP per la Etiquette, l'altrettanto fondamentale "Boom", caratterizzato da diversi pezzi bomba come "Cinderella", "He's Waiting", "Don't Be Afraid of the Dark" e "Shot Down". Tuttavia, i Sonics hanno ormai raggiunto il limite massimo di popolarità che poteva offrire il loro ambito locale ma rimangono pressoché sconosciuti nel resto degli Stati Uniti. Decidono quindi di firmare un contratto con la Jerden Records, un'altra etichetta Northwest che però ha un accordo di distribuzione con ABC-Paramount Records, dando alla band un occasione migliore per arrivare al successo nazionale. Sfortunatamente il produttore Jerden Dennon manda i Sonics a Los Angeles per registrare il loro terzo album, "Introducing The Sonics" (1967) ma l'ingegnere del suono Larry Levine, pur avendo un curriculum di tutto rispetto (inclusa la registrazione di molti dei singoli classici di Phil Spector), non riesce a cogliere il suono crudo e duro che Barton aveva portato ai loro lavori precedenti e "Introducing The Sonics" suona quasi anemico rispetto alle registrazioni della Etiquette, nonostante il gruppo ce la metta tutta per suonare le canzoni nel modo più vigoroso possibile. Più tardi nel 1967, i Sonics registrano una cover di "Any Way the Wind Blows" di Frank Zappa per la Piccadilly Records, una etichetta parallela di Jerden, ma non riesce a divenire un hit. Poco dopo, Bennett e Roslie lasciano la band, mentre Lind e i fratelli Parypa si arruolano nell'esercito. La reputazione di Sonics nel nord-ovest li porta a un Reunion Show a Seattle nel 1972 (una manciata di brani dello spettacolo appare su un EP della Etiquette, "Live Fanz Only") e nel 1980, visto che band di ragazzini scalmanati come i Cramps e i Fuzztones si erano messi a coverizzare i Sonics e a indicarli come i loro maestri, Roslie inizia a lavorare con una rock band garage chiamata Invaders. Registrano un album composto da vecchie hit soniche e da cover degli anni '60, "Sinderella", che viene furbescamente pubblicato sotto il nome Sonics, anche se solo Roslie è della partita e il disco non riesce a catturare la cruda magia della band originale. Ma la fama di culto dei Sonics continua a crescere, e più tardi, anche molte band della scena in grunge, tra cui Nirvana e Mudhoney, citano la band di Seattle come una delle loro maggiori influenze, per non parlare delle band neo - garage come The Hives e i White Stripes. Nel 2007, vengono persuasi a fare una reunion per uno show a New York ma Andy Parypa e Bob Bennett scelgono di non partecipare, per la loro riluttanza a viaggiare. Gerry Roslie, Larry Parypa e Rob Lind si uniscono allora con Ricky Lynn Johnson, già dei Wailers, ai tamburi e Don Wilhelm del DailyFlash al basso. Lo spettacolo è un enorme successo e i Sonics riniziano a girare regolarmente e a suonare in locali e festival in Europa e negli Stati Uniti. Bennett si unisce sul palco alla nuova line-up della band per uno spettacolo del 2008 a Seattle. Nel 2009, Don Wilhelm si separa dai Sonics e Freddie Dennis diventa il loro nuovo bassista. Nel 2010, vanno in studio con il produttore Jack Endino per registrare il loro primo nuovo materiale dagli anni '60. L'EP, intitolato "8", vede anche il ritorno di Andy Parypa per registrare quattro nuove canzoni, integrate da quattro brani dal vivo per completare il disco. Nel 2014, i Sonics - con il nuovo batterista Dusty Watson, che aveva lavorato con Dick Dale, Surfaris, Davie Allan, Boss Martians e Supersuckers, oltre a Gerry Roslie, Rob Lind, Larry Parypa e Freddie Dennis - registrano finalmente l'ottimo “This Is The Sonics” prodotto da Jim Diamond (gia coi Dirtbombs, White Stripes e i Fleshtones. L'album esce nel marzo 2015, seguito da un tour americano. Pur essendo un disco fatto da settantenne, nelle dodici canzoni di questo album non si trova un briciolo di esitazione, un momento di requie, un filo di comprensibile stanchezza. Si assiste anzi a una carrellata di pezzi tiratissimi e ben orchestrati (peraltro registrati in presa diretta e in mono da Diamond), attraversati del fuoco sacro del rock'n'roll e sbracati quel tanto che basta per contagiare l'ascoltatore con un arsenale di riff fumanti, stop and go, coretti disimpegnati, tastiere indiavolate e la ruvida voce di Roslie a mo' di classica ciliegina sulla torta. Un gran bel giro di giostra, tutto sommato, dal quale schiere di giovani imberbi farebbero bene a prendere più di un appunto. Un giro di giostra che inizia sulle montagne russe della selvaggia cover di Ray Charles “I Don't Need No Doctor”, si lancia nei boogie sfrenati di “Be A Woman” e “Sugaree”, proietta il blues in stratosfera in “Bad Betty” e lo riporta a terra con l'irresistibile cover di “You Can't Judge A Book By The Cover” di Bo Diddley, solletica il punk ne “The Hard Way” e torna in territori garage in “I Got Your Number” e “Livin' In Chaos”. Recentemente, purtoppo, sia Roslie che Parypa mollano il colpo, e si ritirano nuovamente (e, sembra, definitivamente) dalle scene. Pensiamo che portare avanti il marchio Sonics sia, a questo punto, improponibile... Tanti, tanti auguri Maestro Gerry, ti vogliamo bene!

Sperando di fare piacere al Maestro e ai nostri amici, mettiamo nella citazione finale il testo della nostra versione italiana di "The Witch", contenuta nel nostro secondo album, "Veniamo per te"

"… Sulla scopa volante, luna piena lassù 
Meglio darsela a gambe, o non ti lascia più 
Ti troverà anche lì, perché è una Strega sì! 
Prega moccioso, tutte le notti,
Che alla Strega i bambini piacciono cotti
Se la senti bussare alla tua porta
Sotto il letto schizza, urla, scappa!..."
Mutzhi Mambo - La Strega (The Witch)

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