Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Come al solito, qui in Italia artisti come lui non se li incula nessuno... 
Stiamo parlando dell'imprescindible OSCAR BROWN JR., un vero genio del jazz e del rhythm'n'blues.
Oscar Brown, Jr., nella sua lunga ed eclettica carriera, ha sfidato ogni stretta categorizzazione musicale ed è stato un precursore della coscienza politica che sarebbe diventato predominante nel soul, nel funk e nell'hip-hop nei decenni a seguire.
Non che a noi, almeno in questo contesto, ce ne freghi qualcosa della coscienza politica ma Brown è riuscito, nei suoi pezzi migliori, a definire quella linea d’ombra fra il confidenziale, il demenziale e il visionario che farà la fortuna dei pezzi talking-blues del Tom Waits più crooner. 
Cantante, autore, poeta, attore, politico, attivista per i diritti civili, il nostro Oscar ha scritto piu di 100 canzoni e ha registrato uno dei dischi più belli della storia della musica nera, il mitico "Sin & Soul", che contiene una tracklist impressionante di perle soul, swing e rhythm'n'blues come "Work Song" e la delirante "But I was cool": un must per chi ama le atmosfere in bilico fra lounge e jazz, fra Nat King Cole e Screamin'Jay Hawkins, fra il noir e il satirico. 
Ecco, cari amici dei Mutzhi Mambo, diciamo la verità: Brown Jr. è presente in questo Almanacco essenzialmente per questo splendido disco, che riteniamo un obbligo (e un piacere) ascoltare per tutti i nostri amici che sguazzano nel Pulp. 
Ma anche il resto della sua produzione, ve lo garantiamo, merita davvero.
Come autore, Brown ha saputo pescare nel gospel, nel blues, nella musica tradizionale nera, nel repertorio dei crooner come in quello dei cabarettisti e, naturalmente, nel jazz. 
Come esecutore, più che cantarle, le sue canzoni le "interpretava" proprio, con un'enfasi e un trasporto difficilmente eguagliati, ma senza dimenticare una buona dose di ironia. 
Ha preferito definirsi un "entertainer", anche se quel termine, in realtà, nel suo caso è veramente riduttivo e non lo definisce per nulla: ha usato la sua arte come un mezzo per celebrare la vita dei neri americani e attaccare il razzismo, e non è stato sempre facile capire dove finiva l'intrattenitore e iniziava l'attivista... 
Oscar Brown Jr. nasce a Chicago, il 10 ottobre del 1926, figlio di un avvocato e brooker immobiliare che avrebbe voluto che il suo primogenito seguisse le orme della sua carriera. 
Invece, Brown Jr. preferisce di gran lunga la musica e la letteratura, e da quando ha 15 anni, inizia a lavorare per il programma radiofonico Studs Terkel Secret City.
Entra all'Università del Wisconsin a soli 16 anni, ma la vita da studente non fa proprio per lui. 
Torna alla radio e, nel 1944, viene chiamato a dirigere "Negro Newsfront", la prima trasmissione radiofonica specificatamente nera dello stato. 
Soprannominato "Il Primo giornalista radiofonico negro d'America", nel 1948 rinuncia al mondo dello spettacolo per partecipare alle elezioni come legislatore statale dell'Illinois col Progressive Party.
Non vince e trascorre il resto del decennio a lavorare come scrittore e producer alle “Black Radio Days series” di Richard Durham, seguito da un periodo di due anni nell'esercito americano. 
Anche se iscritto al partito comunista, nel 1952 Brown mette in piedi una fallimentare campagna elettorale per il Congresso degli Stati Uniti col Partito Repubblicano, concorrendo per la destra solo per avere una chance di far arrivare la sua candidatura al ballottaggio (?, son strani 'sti americani...). 
Si dimette dal Partito Comunista nel 1956, dichiarando di essere "just too black to be red". 
Attraverso tutto questo periodo, il canto e la composizione di canzoni rimangono poco più di un passatempo a margine, ma tutto cambia nel 1958, quando Brown partecipa alla presentazione di "A Raisin in the Sun" un romanzo sui diritti civili basato sulle battaglie legali della famigia di Lorraine Hansberry. 
Lì incontra il marito della scrittrice, l'editore musicale di New York, Robert Nemiroff, con cui stringe una bella amicizia che sfocia presto in un contratto record: Brown si ritrova da un giorno all’altro a fare il cantante con la Columbia. 
A 35 anni suonati, padre già di 5 figli, il nostro Oscar fa dunque il suo debutto come cantante. 
Nel 1960, Brown collabora col leggendario batterista jazz Max Roach sul suo progetto legato alle tematiche dei diritti civili "We Insist! Freedom Now Suite", presto seguito dal suo debutto solista (e suo capolavoro assoluto), "Sin & Soul", lanciato attraverso una lunga serie di spettacoli al famoso Village Vanguard.
Il disco presenta riletture di popolari strumentali jazz come "Work Song" di Nat Adderley (ripresa poi da Nina Simone) e "Afro Blue" di Mongo Santamaria con testi nuovi di pacca carichi di messaggi sociali e vergati da Brown stesso. 
Famose inoltre la visionaria, sarcastica "But I Was Cool", "Watermelon Man" e soprattutto "Brown Baby", una ninna scritta per il suo figlio appena nato, che divenne presto uno standard fatto proprio da moltissimmi artisti del calibro di Mahalia Jackson e Lena Horne.
"Sin & Soul" è seguito dal più raffinato (ma bello ugualmente) "Between Heaven and Hell" (1962), che contiene pezzi favolosi come "Mr. Kicks", "Opportunity, Please Knock" e "Hymn for Friday".
Il successo del disco precedente ha infatti convinto la produzione a spendere più soldi e a ingaggiare personalità come Quincy Jones e Ralph Burns per gestire gli arrangiamenti. 
Tuttavia, Brown è prossimo dall'essere escluso dal novero degli artisti piu promettenti per la Columbia.
Il suo terzo album "In a New Mood" (1963) si caratterizza per la mancanza di canzoni composte dallo stesso Brown, e Columbia si trova in difficoltà a inquadrarlo come artista. 
Per via del suo essere a metà strada tra l'easy listening e il musicista "serio", non sono sicuri se Brown sia adatto al mercato popolare o debba essere presentato come artista jazz. 
Ottiene molta più libertà creativa per il suo quarto album, "Tells It Like It" (1963), tornando al top con pezzi come "The Snake", diventato poi uno dei brani Northern Soul più famosi quando viene reinterpretato da Al Wilson, e il suo testo per il classico "All Blues" di Miles Davis. 
Nostante quest'ottimo album, il suo contratto con la Columbia non viene rinnovato. 
Il disco live successivo, "Mr. Oscar Brown, Jr. Goes To Washington", esce nel 1965, e contiene materiale politicamente impegnato come "Muffled Drums" e "40 Acres and a Mule". 
Notevoli sono anche i suoi dischi anni '70, pubblicati con la Atllantic: "Movin' On" (1972), "Fresh" (1973), e "Brother Where Are You" (1974), album in cui riesce a tenere a bada con classe gli arrangiamenti un po' funkettoni come andavano allora, impedendogli di minare le sue meravigliose melodie. 
Al di fuori del circuito strettamente musicale, nel 1962 Brown lavora al programma televisivo "Westinghouse Jazz Scene USA", prodotto da Steve Allen, dove presenta lo spettacolo caratterizzato da un nuovo ospite musicale ogni settimana. 
Precedentemente, nel 1961, Brown tenta di realizzare un grande musical a New York chiamato "Kicks & Co". 
Il conduttore Dave Garroway dedica un'intera trasmissione dello celeberrimo show televisivo "Today" a Brown per pubblicizzare lo spettacolo e cercare di racimolare i fondi necessari per lanciarlo sul palco. 
“Kicks & Co.” è ambientato nel sud degli Stati Uniti in un campus universitario frequentato da soli afro-americani, nei primi giorni della tentata desegregazione.
Il personaggio di Mr. Kicks è un emissario di Satana, mandato a cercare di mettere i bastoni fra le ruote al protagonista del musical. 
Questo è il primo di molti spettacoli teatrali ideati e prodotti da Brown, e, come tutti, il pubblico non è sufficiente a garantirne il successo finanziario, nonostante alcuni critici acclamino questi lavori. 
Con sua moglie, la cantante brasiliana Jean Pace, conosciuta sul set del programma "Jazz Scene Usa", si dedica poi a promuovere una scuola di teatro per i ragazzi dei quartieri poveri di Chicago. 
Il suo successo maggiore in questo ambito, grazie però alla partecipazione di Muhammad Ali, è "Big-Time Buck White".
"Joy", un altro notevole spettacolo musicale, vede due incarnazioni, una nel 1966 e l'altra nel 1969, e affronta nuovamente questioni sociali. 
La RCA pubblica la bella colonna sonora dello spettacolo col cast originale nel 1970, ma è da parecchio tempo fuori catalogo. Nel 1980 Brown tornò in TV per presentare l'acclamata serie "From Jump Street: The Story of Black Music". 
Il suo primo album in vent'anni, "Then and Now", appare sul Weasel Disc nel 1995 mentre nel 2001 la vita di Brown diventa oggetto di un documentario, "Music Is My Life, Politics My Mistress". 
Il grande Oscar Brown Jr. muore per complicazioni da un'infezione del sangue il 29 maggio 2005. 
Tipi così non ne fanno più: lui si che era veramente ma veramente cool…
Onore a Oscar Brown Jr.!

"On her way to work one morning
Down the path along side the lake
A tender hearted woman saw a poor half frozen snake
His pretty colored skin had been all frosted with the dew
"Poor thing," she cried, "I'll take you in and I'll take care of you"
"Take me in tender woman
Take me in, for heaven's sake
Take me in, tender woman," sighed the snake…"
Oscar Brown Jr. - The Snake

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