A volte la parola "genio" si usa un po' in libertà, generosamente, ma quando si tratta di ANDREA PAZIENZA, cari amici dei Mutzhi Mambo, nessun aggettivo è troppo esagerato!
Pazienza è stato uno dei più grandi disegnatori italiani di sempre, anzi diciamo tranquillamente uno dei più grandi narratori tout court che ha mai partorito la nostra penisola!
Disegnatore incredibile, inventore di storie fantastiche e crude, unico in grado di trasformare in fumetto le avventure di un presidente della Repubblica, Pazienza - voce e matita del Movimento del '77 e della disperazione dei favolosi anni '80 - se ne è andato troppo presto, lasciando orfana un'intera generazione di lettori che attraverso lo specchio dei volti di Pentothal, Zanardi, Pompeo e tanti altri, vedevano in qualche modo riflesse anche le loro vite.
Ha raccontato come nessun altro il post-sessantotto, la crisi di ogni ideologia, la deriva della tossicodipendenza, fino ad essere il sommo cantore della malvagità umana col suo personaggio simbolo, il perfido Zanardi, il più kattivo "eroe" del fumetto italiano (e non solo...).
Ma ha saputo essere anche il più spietato osservatore satirico di quegli anni, riuscendo a riassumere con una vignetta, con una battuta, il delirio surreale e violento di quel maledetto '77, l'anno del terrorismo, del punk, del tramonto del mondo occidentale, e le scorie che ha lasciato sul decennio successivo.
E tutto questo senza mai perdere quel senso dell'umorismo unico, formidabile con cui leggeva la realtà e che ci ha divertito fino alle lacrime.
Pazienza aveva il dono rarissimo di riuscire ad essere nello stesso tempo comico e drammatico, cinico e profondamente umano.
Era veramente un autore "completo".
Un genio, appunto...
Andrea Pazienza nasce a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, il 23 maggio del 1956, figlio di un professore di educazione artistica e di una professoressa di educazione tecnica.
Il suo primo disegno intellegibile, un orso, lo realizza ad appena 18 mesi.
Cresce a San Severo, in provincia di Foggia, la città natia del padre.
All'età di dodici anni, si trasferisce per studio a Pescara.
Nella città abruzzese si iscrive al liceo artistico e stringe amicizia con Tanino Liberatore, futuro disegnatore di "Ranxerox".
In questi anni crea i suoi primi fumetti, in parte tuttora inediti, e realizza una serie di dipinti; collabora, inoltre, col Laboratorio Comune d'Arte "Convergenze", che dal 1973 espone i suoi lavori in mostre sia collettive sia personali.
Nel 1974 si iscrive al DAMS di Bologna che lascia a due esami dalla laurea.
Vive gli anni della contestazione bolognese legata al Movimento del '77, che fanno da sfondo al surreale "Le straordinarie avventure di Pentothal", primo capolavoro di Pazienza pubblicato sulla rivista "Alter Alter", proprio quell'anno.
Al DAMS, fucina di talenti e debosciati, incontra altri artisti e scrittori come: Pier Vittorio Tondelli, Enrico Palandri, Gian Ruggero Manzoni, Freak Antoni, Francesca Alinovi.
Nel 1977 con Filippo Scòzzari entra a far parte del gruppo che realizza l'innovativa "Cannibale", una avventurosa via di mezzo fra fanzine e rivista professionale, fondata da Stefano Tamburini e Massimo Mattioli, a cui si unirà in seguito Tanino Liberatore.
Dal 1979 al 1981 collabora col settimanale di satira "Il Male", il periodico più sequestrato della storia dell'editoria italiana.
In un'atmosfera anarcoide e anticonformista, il nostro Paz realizza vignette, finti reportage, storie a fumetti, sempre sfidando i limiti della censura e del buongusto.
Il suo "Il Libro Rosso del Male", un albo che raccoglie il meglio della sua produzione per la rivista, per un periodo rivaleggiò in popolarità addirittura con l'omonimo "Libretto Rosso" di Mao Zedong, che, all'epoca andava per la maggiore.
Col gruppo di "Cannibale" e con Vincenzo Sparagna, fonda nel 1980 il mensile "Frigidaire", autentico "must have" della controcultura, sulle cui pagine fa la sua comparsa "Zanardi".
Sul personaggio su sono spesi litri di inchiostro, fra critici, sociologi, antropologi, psicologi, e non si sa quanti -ologi.
Fatto sta che le avventure del post-adolescente bullo, carogna, tossico e geniale, sono fra le migliori cose mai pubblicate, e hanno diritto a un posto nella letteratura "alta", al pari di romanzi come "Il Giovane Holden", "La Strada", "Factotum", "Generazione X", "Trainspotting": poche opere sono state infatti così efficaci per raccontare il disagio giovanile e generazionale come il nostro "Zanna".
La collaborazione con Frigidaire rivela un Pazienza prolifico, per quanto insofferente alle scadenze e alle pressioni editoriali.
Nei soli primi mesi di vita della rivista realizza soggetti e disegni per decine di storie in bianco e nero, a colori, e con tecniche miste.
Tra i personaggi, "Francesco Stella", "L'investigatore senza nome", "Pertini", quest'ultimo geniale (a rieccoci!) raccolta di avventure in cui il nostro Paz fittizio si ritrova ad essere l'inetto aiutante di un Pertini freddo e determinato comandante dei partigiani durante l'occupazione nazista, in situazioni slapstick esilaranti e tenere insieme.
Realizza anche copertine di dischi, un calendario, alcuni poster, e spot grafici.
Inoltre collabora frequentemente con Tamburini e Scòzzari, e illustra articoli e racconti su richiesta del direttore Sparagna.
Nelle proprie storie, collabora inoltre con autori meno noti (Nicola Corona, Marcello D'Angelo).
Si dedica anche all'insegnamento, dapprima presso la Libera Università di Alcatraz (Santa Cristina di Gubbio) di Jacopo Fo.
Quindi nel 1983 partecipa a Bologna alla Scuola di Fumetto e Arti Grafiche Zio Feininger, fondata da Brolli e Igort in collaborazione con l'Arci locale, e insegna a fianco di maestri come Magnus, Lorenzo Mattotti, Silvio Cadelo e altri.
Qui tiene un corso fino al giugno del 1984 (tra gli allievi Francesca Ghermandi, Alberto Rapisarda, Enrico Fornaroli e Sauro Turroni), raccontando quell'esperienza di insegnante qualche anno più tardi nel romanzo grafico "Pompeo", una sorta di autobiografia - confessione straziante e magnifica insieme, cui mette a nudo con coraggio estremo tutte le sue fragilità.
Senza limitarsi al fumetto, Pazienza firma in questi anni manifesti cinematografici (tra i quali quello della "Città delle donne" di Fellini nel 1980, e quello per "Lontano da dove" di Stefania Casini e Francesca Marciano, nel 1983), videoclip ("Milano" e "Vincenzo" di Alberto Fortis e "Michelle" dei Beatles per il programma di Rai 1 "Mister Fantasy"), copertine di dischi (come "Robinson" di Roberto Vecchioni e "S.o.S brothers" di Enzo Avitabile) e campagne pubblicitarie.
Lavora anche per il mondo del teatro, realizzando scenografie e ideando locandine.
Si cimenta anche nella pittura, esponendo nuove opere sia nel 1982, in occasione della rassegna "Registrazione di Frequenza" presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna, sia nel 1983, presso la galleria milanese Nuages e alla mostra "Nuvole a go-go" presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Inoltre, decora con pitture murali l'aula del Polo Didattico della Facoltà di Lettere di Genova, e realizza il gigantesco "Zanardi equestre" a Cesena.
Se in questi anni Pazienza incontra una grande fama grazie al suo lavoro, contemporaneamente si infogna sempre più nelle droghe, in particolar modo l'eroina, alternando periodi in cui riesce a distaccarsene, e periodi in cui ci ricasca come una "pera".
È proprio a causa di ciò che ben presto viene bollato come "tossico", lavora di meno e viene abbandonato dalla fidanzata storica.
Trasferitosi a Montepulciano nel 1984 e apparentemente disintossicato, nel giugno 1985 conosce la fumettista Marina Comandini e, un anno dopo, la sposa.
Nel frattempo continua a collaborare con le più importanti riviste italiane del fumetto, tra cui "Linus", e partecipa alla creazione del mensile "Frizzer", una costola di "Frigidaire".
Collabora inoltre alla rivista "Tempi Supplementari" e, dal 1986, anche con "Avaj", supplemento al mensile "Linus", con "Tango", supplemento del quotidiano "L'Unità", con "Zut", rivista satirica diretta da Vincino, e con "Comic Art".
Nel 1987 firma la scenografia dello spettacolo di danza "Dai colli" del coreografo Giorgio Rossi, e collabora alla sceneggiatura de "Il piccolo diavolo" di Roberto Benigni (il comico non accredita il contributo di Pazienza, ma gli dedica l'intero film, uscito postumo).
È a Montepulciano che nascono opere legate alla sua crescente passione per la poesia e la storia: il gia citato "Pompeo", "Campofame", ottimo adattamento di un poema di Robinson Jeffers, e il meraviglioso "Astarte", storia incompiuta di un mastino da guerra ambientata durante le Guerre Puniche.
Nella notte del 16 giugno 1988 muore improvvisamente a Montepulciano.
La moglie Marina Comandini racconterà che il marito si chiuse nel bagno della loro abitazione la notte precedente e, dopo circa venti minuti, sarebbe stato trovato morto.
Secondo Sergio Staino, a seguito di un soggiorno in Brasile per disintossicarsi, era tornato in Italia (apparentemente libero dalla "scimmia"), chiedendogli però con un espediente un'ingente somma di denaro.
Ottenutala, avrebbe comprato della roba morendo il giorno successivo per overdose.
La causa ufficiale della morte non verrà però mai rivelata dalla famiglia, lasciando intendere che fosse deceduto per un malore improvviso dovuto a cause naturali.
Pochi giorni dopo la sua scomparsa, si apre a Peschici la prima mostra che avrebbe dovuto tenere insieme al padre Enrico.
È sepolto nel cimitero di San Severo.
Aveva detto al padre: "Se mi dovesse succedere qualcosa, voglio solo un po' di terra a San Severo, e un albero sopra".
Pazienza è stato il più rock'n'roll dei fumettisti di tutti i tempi! Impossibile l'idea di discepoli o continuatori: nessuno è degno della sua eredità!
I "geni" sono sempre soli...
Onore ad Andrea Pazienza!
Nota a margine: Per chi fosse interessato, la più completa edizione delle opere di Pazienza è la benemerita "Tutto Pazienza" pubblicata in venti volumi, tra il 18 giugno e il 1º ottobre 2016, nella collana Biblioteca di Repubblica-l'Espresso. Ne vale la pena…
"Mai tornare indietro, neanche per prendere la rincorsa."
Andrea Pazienza - Le straordinarie avventure di Penthotal