Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Chi è quell'uomo che, attraverso la sua macchina da presa, ha letteralmente costruito il nostro immaginario orrorifico? Ma TERENCE FISHER naturalmente, cari amici dei Mutzhi Mambo, il regista dei più famosi horror gotici della beneamata casa di produzione Hammer! Il filmaker (di cui oggi cade l'anniversario della scomparsa) infatti ha diretto roba tipo "La maschera di Frankenstein ", "Dracula il vampiro", "La Mummia", "The Course of the Werewolf", "Il Mostro di Londra"...I suoi film, nel bene o nel male, sono diventati "normativi": non si può parlare di mostri senza prenderli in considerazione! E poi, in un'epoca in cui le pellicole dell'orrore sembrano girate con lo Smart Phone da un operatore epilettico, lasciamoci rapire e affascinare dall'oscura ed elegante atmosfera dei suoi film immortali; forse sì, un po' ingenui, ma che classe, ragazzi! In coppia col grande attore Peter Cushing, regnò incontrastato sull'horror dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Sessanta, marchiando a fuoco (ma forse di più a sangue) la storia del cinema di genere. Fisher fu il padre cinematografi1co dei più classici mostri oggi conosciuti, quando ancora Freddy Kruger, Jason Voorhees e Michael Myers non erano ancora nella mente di Wes Craven, John Carpenter e Sean S. Cunningham. È lui il vero iniziatore di quel Frankenstein, rifiutato dal suo creatore e mostro assemblato con arti di cadaveri, che barcolla e uccide sul grande schermo. Senza nome, porta quello dello scienziato che gli ha infuso la vita e che, fra l'altro, venne portato in auge proprio da Fisher che lo fece protagonista assoluto delle sue storie: un mad doctor, con il volto di Peter Cushing (per l'appunto) i cui esperimenti porteranno effetti disastrosi. Ma non sono soli in questo Olimpo dell'Incubo. Fisher è stato il narratore di quegli uomini perseguitati da una maledizione antica come il mondo: quella di diventare animali, mezzi uomini e mezzi lupi, condannati a trasformarsi in belve dai pallidi raggi del plenilunio e a uccidere chi più amano. In una sola parola, Fisher è il papà anche del licantropo. E assieme al lupo mannaro, come non citare la claudicante mummia e la figura del vampiro che vive nella notte, insinuandosi nelle camere da letto illuminate, per strisciare, all'alba, nelle tombe che sono la sua oscura dimora? Terence Fisher nasce a Londra, il 23 febbraio del 1904. Cresciuto con la nonna in una piccola comunità cristiana dell'Inghilterra, Terence Fisher lascia la scuola quando è ancora ragazzo, per arruolarsi nella Marina Mercantile Britannica. Presto però, scopre che la vita sul mare non è esattamente ciò che desidera, così si impegna alla ricerca di altri lavori. Fu durante questo periodo che scopre il cinema, ed entra nella sua industria per guadagnarsi da vivere inizialmente come editor, lavoro che svolgerà dal 1936 al 1948 e che gli fa conoscere importanti nomi del cinema inglese e non solo, come il regista Robert Stevenson e gli attori James Mason, Herbert Lom e David Tomlinson. Il debutto come regista avviene quando ormai ha già raggiunto l'età matura. Nel 1947, a 43 anni (che ora sei ancora un "ragazzo" ma nel '47 eri un uomo maturo...), decide di provare a stare dietro una macchina da presa, firmando i drammatici "Nebbie dal passato" (1948) con l'amico Herbert Lom e l'attrice Mai Zetterling, e "Tragica incertezza" (1950), coadiuvato dalla regia di Antony Darnborough, dove dirige Jean Simmons e Dirk Bogarde. Poi, nel 1951, arriva la Hammer, ritrasferitasi da pochissimo a Down Place, vicino alla sponda del Tamigi, che investe tutte le sue speranze su di lui, producendo alcuni di quei film dati titoli un po' ripetitivi, ma di forte impatto visionario. Titoli che legano Fisher all'interno di un piccolo gruppo di registi del genere che comprende: James Carreras, Freddie Francis e Peter Sasdy. Nel 1957 parte il "ciclo di Frankenstein", una nuova versione a colori del classico di Mary Shelley che riporta sugli schermi il personaggio del barone scienziato, visionario, istrionico, crudele e dal sangue freddo. Nel 1957 parte il "ciclo di Frankenstein", una nuova versione a colori del classico di Mary Shelley che riporta sugli schermi il personaggio del barone scienziato visionario, istrionico, crudele e dal sangue freddo, le cui sperimentazioni non si fermano di fronte a nulla. Nasce "La maschera di Frankenstein" (1957) che rilancia il genere horror e impone sul grande schermo i volti di Christopher Lee e soprattutto quello di Peter Cushing, nella parte del barone, vero mostro protagonista di questa saga. Seguirà "La vendetta di Frankenstein" (1958), "La maledizione di Frankenstein" (1967), "Distruggete Frankenstein" (1969), "La creatura di Frankenstein" (1973) e "Frankenstein e il Mostro dell'Inferno" (1974). Nel contempo, Fisher firma la sua opera migliore: "Dracula il vampiro" (1958) che riprende il romanzo di Bram Stoker, con qualche modifica dello sceneggiatore Jimmy Sangster, ma che rappresenta il prototipo dei film della società britannica Hammer e di una regia, quella di Fisher, che influenzerà il cinema orrorifico degli anni '60. Dracula, dal pallido volto di Christopher Lee, ha un aspetto più moderno, compresi i canini (invenzione dello stesso Fisher) e si fa nemico giurato di un aristocratico Van Helsing (Cushing), contro il quale scatena orde e orde di suoi sottomessi dai denti a punta. Viene partorita così la "trilogia dei vampiri" che oltre al suddetto film, si arricchisce di pellicole come: "Le spose di Dracula" (1960) e "Dracula - Principe delle tenebre" (1965). Ma non solo non-morti nella sua vasta filmografia, che si aggiunge di un altro mostro-chiave della letteratura e della cinematografia del terrore, arriva infatti "La mummia" (1959). Oltre a questa pellicola, ci sono i film d'avventura prodotti dalla Hammer: "La furia dei Baskerville" (1959), "L'uomo che ingannò la morte" (1959), "Gli arcieri di Sherwood" (1960); i thriller, come "Il mostro di Londra" (1960), "Sherlock Holmes - La valle del terrore" (1962), "Lo sguardo che uccide" (1964) e "S.O.S. I mostri uccidono ancora" (1966). Il grosso successo economico dei film di Terence Fisher aprì la porta a numerosi altri film dell'orrore, sdoganando e resuscitando anche quelle creature che di solito erano snobbate come l'uomo lupo ne "Implacabile condanna" (1961), magistralmente interpretato da Oliver Reed, intriso di mistero e paura. Dal 1970, in poi, la carriera di Terence Fisher, così legata alla casa di produzione Hammer, ha un brusco risveglio dal sogno. Le richieste di film horror da parte del pubblico diventano più sofisticate, la gente fa la fila al botteghino per vedere l'horror d'autore o quelli splatter e violentissimi. Pellicole come "Rosemary's Baby", "L'esorcista", "Non Aprite quella porta", "Profondo rosso", sono ormai quello che pubblico e critica vogliono, con tutto il rispetto per i goffi e aristocratici mostri della Hammer. Le case di produzione fanno sempre meno film e decidono di smettere di produrre horror gotici, che ormai sono ritenuti fuori moda. Dopo 50 lungometraggi, Terence Fisher viene ritenuto obsoleto e così, il regista, anche perché ormai vecchio, girato "Frankenstein e il Mostro dell'Inferno" (1974), decide di mettersi da parte e di fare largo ai giovani. Muore per un attacco cardiaco nel 1980, accanto alla moglie e alla figlia che sono state due sue preziose collaboratrici. Da allora l'orrore farà anche più paura, ma non ci son più i mostri di una volta....

La citazione di oggi non poteva essere che di Mary Shelley:

"Presto queste brucianti miserie si estingueranno. Salirò trionfante sul mio rogo funebre, ed esulterò nell'agonia delle fiamme divoratrici. La luce di questa conflagrazione svanirà; il vento disperderà le mie ceneri nel mare."
Mary Shelley - Frankenstein, o il moderno Prometeo

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