Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Attenzione! Pericolo! Verboten!
Si pregano i cari amici dei Mutzhi Mambo più sensibili e paurosi di abbandonare immediatamente la lettura di questo Almanacco!
Perché oggi ci occuperemo di un mostro spaventoso davvero!
No, no, non parliamo di zombi, alieni, vampiri, orchi o quant’altro…
Oggi parliamo di un ex – infermiera fanatica di libri rosa!
La folle Annie Wilkes infatti è il personaggio nato dalla mente malata di Stephen King e interpretato al cinema dalla bravissima KATHY BATES, la "Signora dell'horror", che ha dato volto e corpo a uno dei più azzeccati, terrorizzanti e imprevedibili villains della storia della letteratura prima e del cinema poi.

Kathy Bates1Dopo anni di gavetta in ruoli di secondo piano, in cui si divideva tra teatro e cinema in produzioni di primo piano con Robert Altman, Milos Forman, Sidney Lumet, Warren Beatty, Dustin Hoffman, per fare qualche nome della grande Hollywood, diventa una star proprio grazie al ruolo principale in "Misery non deve morire", quello della folle e torturatrice infermiera Annie Wilkes, che le fa vincere il premio Oscar e il Golden Globe come migliore attrice protagonista, e la incorona tra i migliori “cattivi” del cinema statunitense.
È proprio il contrasto fra la sua aria apparentemente pacioccona e il marcio e il violento che riesce a tirar fuori con una incredibile nonchalance che la rendono un'interprete unica nel suo genere.
Se oggi è considerata una grande signora dello spettacolo americano, all’epoca della consegna della prestigiosa statuetta Kathy Bates sembrava una sfigati di provincia appena sbarcata a Hollywood, anche se aveva alle spalle una carriera più che ventennale.
Kathy Bates ha saputo, grazie a una eccezionale capacità recitativa, ma soprattutto a una ferrea e inarrestabile volontà, dare una svolta alla sua carriera di attrice, riuscendo a trasformare il suo aspetto non certo accattivante, almeno per gli standard hollywoodiani (in cui anche le parti di donne brutte le fanno donne belle imbruttite ad arte), in un vero punto di forza. 
Non solo conquisterà un Oscar, ma conquisterà anche tutta l'Academy!
E non è una battuta!
La Bates è infatti l'attuale segretaria del Comitato Esecutivo degli attori che formano l'Academy: è diventata davvero una delle donne più potenti della Mecca del cinema.
Niente male per una tranquilla e grassoccia ragazza del Tennessee che tutti snobbavano ma che è stata capace di far rizzare i capelli a Hollywood!

Kathleen Doyle Bates (cosi all'anagrafe) nasce a Memphis, il 28 giugno del 1948.
Ultimogenita delle tre figlie di un ingegnere meccanico e di una casalinga, Kathy studia alla White Station High School della sua città preferendo poi frequentare i corsi di recitazione drammatica della Southern Methodist University, dove si laurea e viene scoperta da un agente nel 1969. 
Il suo debutto risale al 1963, una piccola parte nella serie "The Doctor".
Disgraziatamente i primi passi di interprete teatrale non le fanno guadagnare un granché, così Kathy è costretta, per sopravvivere, a trovare altri impieghi come quello di cameriera o di commessa in un negozio di regali. 
È il 1970, quando si trasferisce a New York in cerca di fortuna e di una scrittura migliore, ma il suo essere una tappetta sovrappeso, il suo poco fascino e l'essere assolutamente poco fotogenica non l'aiutano di certo a scalare la vetta del successo, almeno fino a quando non partecipa con Christopher Walken a uno spettacolo dal titolo "Lemon Sky" che la porterà a essere presa in considerazione anche per altri futuri ruoli. 

Kathy Bates6Nonostante i suoi limiti "estetici", Milos Forman la sceglie per "Taking Off" (1971) che sarà il suo film d'esordio. 
Staccatasi dal teatro (bello, sì, ma nun se magna...), fa qualche comparsata in televisione ("Love Boat", 1978), salvo poi tornare al grande schermo accanto a Dustin Hoffman nello splendido "Vigilato speciale" (1978), di Ulu Grosbard.
Negli anni Ottanta, torna sulle scene con il suo primo spettacolo a Broadway "Goodbye Fidel" che sarà un vero successo. 
Robert Altman rimane folgorato dalla sua bravura e non ha dubbi quando la sceglie per un piccolo ruolo nella pellicola drammatica "Jimmy Dean, Jimmy Dean" (1982), e si farà notare nel musicarello, accanto a John Travolta e Olivia Newton-John, "Due come noi" (1983), di John Herzfeld. 
Ma le dure leggi di Hollywood sono spietate: la Bates, per quanto brava, può fare solo la caratterista o ruoli di contorno, perché non ha niente di sexy. 
È per questo motivo che, nonostante il Tony Award vinto per la migliore interpretazione teatrale femminile in "Una finestra nella notte" (1983), viene esclusa dalla sua trasposizione cinematografica a favore di una più carina Sissy Spacek. 
Stessa cosa accadrà nel 1991, con "Paura d'amare", dove, pur essendosi distinta per aver interpretato in modo eccellente il ruolo della protagonista a teatro, per la versione sul grande schermo le viene preferita la bellissima Michelle Pfeiffer.
Ma la Bates non sì dà certo per vinta: è arcisicura che verrà il giorno in cui di Hollywood sarà la regina: non ci sono dubbi!
Così dopo qualche altra apparizione televisiva ("Cagney & Lacey", 1986; "A cuore aperto", 1986-1987; "Avvocati a Los Angeles", 1989 e il film tv "Non c'è posto come casa", 1989), qualche parte di contorno ("Il mattino dopo", 1986) e alcuni ruoli di secondo piano ("Arturo 2 on the Rocks", 1988, di Bud Yorkin, con Liza Minnelli), comincia lentamente a emergere, a partire dal fumettistico "Dick Tracy" (1990), di Warren Beatty, con Al Pacino e Dustin Hoffman e "Calda emozione" (1990), di Luis Mandoki, con Susan Sarandon.
Dopo dodici anni di convivenza nel 1991 sposa il suo compagno, l'attore Tony Campisi, dal quale poi divorzierà nel 1997, sembra a causa di una relazione extraconiugale che l'attrice ha avuto con il collega Bernard Hill.
Finalmente la grande occasione bussa alla sua porta: le viene proposto il ruolo di protagonista nel film "Misery non deve morire" (1990), diretto da Rob Reiner e tratto da un romanzo di Stephen King. 

Kathy Bates16È l'opportunità di una vita: la Bates non se la lascia scappare e fa dei suoi "difetti", virtù: grassa, occhi pallati, voce stridula, tutto, compresa la sua innegabile capacità di cambiare rapidamente registro drammatico in modo assolutamente convincente, la rende l'interprete perfetta per una donna psicologicamente disturbata e perversa. 
Nessuno si farà più aiutare volentieri da una signora gentile, dopo questo film….
Poteva essere una di quelle parti che imprigionano per sempre un'attrice in un cliché ma quando l'Academy la proclama vincitrice di uno strameritato Oscar come miglior attrice protagonista (il primo assegnato per un ruolo horror nella storia di questi premi, non c'era riuscita manco Bette Davis...), la Bates quasi non crede alle sue orecchie!
Col successivo "Pomodori verdi fritti alla fermata del treno" (1991), di Jon Avnet, in cui interpreta una sfigata casalinga del Sud degli anni '30 che trova il riscatto esistenziale grazie alle amicizie femminili, la carriera della Bates subisce un'accelerata impetuosa: Woody Allen la vuole per "Ombre e nebbia" (1991) con Jodie Foster e John Malkovich; si mostra addirittura senza veli nel drammatico "Giocando nei campi del Signore" (1991) di Héctor Babenco; reciterà accanto a Marcello Mastroianni in "La vedova americana" (1992), di Beeban Kidron; sarà con Meg Ryan in "Doppia anima" (1992), di Norman René; 
Per la commedia "Genitori cercasi" (1994), di Rob Reiner, dove la torviamo accanto a Bruce Willis, si becca pure la nomination ai razzie Award come peggior attrice in un ruolo di supporto.
Ma la Bates non è solo attrice: infatti eccola dietro la macchina da presa con il film tv "Talking with" (1995) con Beverly D'Angelo, Marcia Gay Harden, Celeste Holm e Frances McDormand, cui seguiranno "Dash and Lilly" (1999) con Sam Shepard, Judy Davis e Bebe Neuwirth; il pilota della serie tv "Fargo" (2003) con Edie Falco, e "Ambulance Girl" (2005), ma anche alcuni episodi di "Oz" (1998), "NYPD" (1997), "Homicide - Life on the Street" (1996), "Six Feet Under" (2001-2003) e "Everwood" (2002). 
Il suo primo film per il grande schermo, "Have Mercy" (2006), avrà invece come protagonista Melanie Griffith.
Dopo la fiction con Liza Minnelli "The West Side Waltz" (1995), plurinominata agli Emmy Award, è di nuovo al servizio di Sua Maestà Stephen King con l'adattamento di "L'ultima eclissi" (1995) ovvero il dolente "Dolores Claiborne", con la regia di Taylor Hackford, e vince un nuovo Golden Globe come miglior attrice non protagonista per il film tv "The Late Shift" (1996).
La ritroviamo detective alle prese con Sharon Stone e Isabelle Adjani nel giallo "Diabolique" (1996), di Jeremiah S. Chechick, discreto remake del capolavoro noir "I Diabolici", di Henri-Georges Clouzot.
Si imbarcherà pure in uno dei più grandi kolossal e successi della settima arte: il famigerato "Titanic" (1997) di James Cameron con Leonardo DiCaprio, nel quale interpreterà il ruolo dell'inaffondabile Molly Brown.
Trova un nuovo successo nel set del film "I colori della vittoria" (1998), di Mike Nichols, con Travolta (che ritroverà anche nel cameo per il film "A Civil Action", 1998, con Robert Duvall e Sidney Pollack), per il quale sarà nominata all'Oscar e ai BAFTA come miglior attrice non protagonista.
Protagonista della commedia sportiva "Waterboy" (1998), di Frank Coraci, fa poi la parte di un'aliena nel telefilm "Una famiglia del terzo tipo" (1999), e si concede di nuovo una scena di nudo con Jack Nicholson in "A proposito di Schmidt" (2002), di Alexander Paynecon, con tanto di altra nomination all'Oscar.
È poi la volta del mediocre horror con Kevin Costner "Dragonfly - Il segno della libellula" (2002), di Tom Shadyac, e del sentimentale "Insieme per caso" (2002), di P.J. Hogan, dove avrà occasione di recitare con Rupert Everett e Julie Andrews.
Ha la parte nientemeno che della regina Vittoria nell'ennesimo adattamento fracassone de "Il giro del mondo in 80 giorni" (2003), di Frank Coraci, con Jackie Chan. 
Nel 2003 le viene diagnosticato un cancro alle ovaie ma dopo alcuni mesi di radioterapia e chemioterapia riesce a guarire.
Si impegna poi in pellicole europee ("Le valigie di Tulse Luper - Parte I. La storia di Moab", 2003, di Peter Greenaway, con William Hurt) o indipendenti ("Il ponte di San Luis Rey", 2004, di Mary McGuckian, con F. Murray Abraham, Gabriel Byrne, Robert De Niro e Harvey Keitel), e apparirà nel drammatico "The Family That Preys" (2008), di Tyler Perry, nel l'inutile remake "Ultimatum alla Terra" (2008), regia di Scott Derrickson, con Keanu Reeves, in "Revolutionary Road" (2008), di Sam Mendes, in "Chéri" (2009), di Stephen Frears, in "Personal Effects" (2009), di David Hollander, in "The Blind Side" (2009), di John Lee Hancock.
Oltre a dirigerne alcuni episodi, la Bates ha la parte di Bettina nel telefilm cult "Six Feet Under" (2003-2005).
È nuovamente diretta da Allen in "Midnight in Paris" (2011).
Durante l'estate 2012 le viene diagnosticato un altro tumore, questa volta al seno, e l'attrice si sottopone ad una doppia mastectomia.

Kathy Bates9Dal 2013 entra a far parte del cast della terza stagione della favolosa serie TV antologica "American Horror Story", Coven, recitando nei panni di Delphine LaLaurie, per il quale ottiene diverse candidature sia ai Critics' Choice Awards che ai Satellite Awards, ma soprattutto si aggiudica, nell'agosto 2014 il secondo Premio Emmy della sua carriera.
Partecipa a altre tre stagioni della serie: la quarta "Freak Show", interpretando il ruolo della donna barbuta Ethel Darling (la cui performance ottiene la candidatura agli Emmy Awards e ai Golden Globes), la quinta, "Hotel" come la manager dell'Hotel Cortez Iris (ricevendo grazie ad esso nuovamente la candidatura ai Critics' Choice Awards 2016) e alla sesta, "Roanoke" come l'instabile attrice Agnes Mary Winstead. Per Hotel, Il 14 luglio 2016 riceve una candidatura come "miglior attrice non protagonista in una serie TV o film per la televisione" agli Emmy Awards.
Nel 2018 ritorna dopo due anni per l'ottava stagione, "Apocalypse", nei panni della spietata e sadica Miriam Mead.
Al cinema la vediamo nella commedia "Il mio angolo di paradiso" (2011), di Nicole Kassell (2011), e poi con Melissa McCarthy per la regia di Ben Falcone in "Tammy", del 2014, e in "The Boss" (2016); la ammiriamo poi come fetentissima madre di Billy Bob Thornton nel sequel "Babbo bastardo 2" (2016), di Mark Waters.
Le sue ultime prove sono i drammatici "Una giusta causa" (2018), di Mimi Leder e "La mia vita con John F. Donovan" (2018), di Xavier Dolan, e il poliziesco "Highwaymen - L'ultima imboscata" (2019), di John Lee Hancock.
Continua così meravigliosa Signora Bates!
Non sarà una bellezza ma rimarrà sempre nel nostro cuore!
E poi, come si dice, meglio non farla incazzare…
Non si sa mai cosa potrebbe nascondere sotto la giacchetta!
Tanti auguri Kathy!

“Mi chiamo Annie Wilkes, sono la tua più grande ammiratrice. Non preoccuparti, qui sei al sicuro.”
Annie Wilkes/Kathy Bates - Mysery non deve morire

Almanacco Pulp dei Mutzhi Mambo

  • GG Allin

    Informazioni
    28 Giugno
    Una frontiera: GG ALLIN è stato esattamente ciò, cari amici dei Mutzhi Mambo, è stato la frontiera estrema del rock'n'roll! Ha rappresentato il limite invalicabile, oltre cui non si può andare, di... GG Allin
  • Kathy Bates

    Kathy Bates

    Informazioni
    28 Giugno
    Attenzione! Pericolo! Verboten! Si pregano i cari amici dei Mutzhi Mambo più sensibili e paurosi di abbandonare immediatamente la lettura di questo Almanacco! Perché oggi ci occuperemo di un mostro... Kathy Bates
  • Jeffrey Lee Pierce

    Jeffrey Lee Pierce

    Informazioni
    27 Giugno
    Festa mesta, festa triste... Triste perché oggi sarebbe stato il compleanno di JEFFREY LEE PIERCE, uno dei più grandi rocker della storia.  Sarebbe... se la sorte (ma più che altro gli abusi...) non ce lo... Jeffrey Lee Pierce
  • Mick Jones

    Mick Jones

    Informazioni
    26 Giugno
    "Dovrei restare o dovrei andare?" recita il suo pezzo più famoso, una rielaborazione di un brano dei John's Children: si, stiamo parlando di Lui, il grande MICK JONES, il chitarrista dei Clash che... Mick Jones