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La “pupa” del gangster!
Lo sappiamo, è un po’ riduttivo definire così la magnifica LANA TURNER, ma la “qualità” sue “relazioni” a volte ha oscurato la sua carriera e ora viene più spesso ricordata per i torbidi risvolti delle sue storie passionali che per le sue pur pregevoli interpretazioni .
In verità tutta la sua biografia sembra uscire da un romanzo di James Ellroy, sembra uno dei suoi personaggi metà finzione metà reali con cui ha costruito le sue trame noir.
E infatti il nome dell’attrice ricorre spesso nei suoi romanzi…
Fu l’attrice più scandalosa di Hollywood, una delle più intriganti presenze femminili degli anni '40 sul grande schermo. 
La sua bellezza non convenzionale, la sua personalità, i ruoli che interpretò, i suoi sette matrimoni e le vicende inquietanti di cui fu protagonista hanno fatto di lei un personaggio difficile da ignorare, tanto che fu coniato il termine “Lanallure”, per spiegare il tipo di fascino che emanava.
Ma, per una apparente, severa legge del contrappasso, la nostra pur avendo sempre dato vita sullo schermo a donne affascinanti, quelle che “non devono chiedere mai”, quelle che ad un solo schiocco delle dita hanno ai loro piedi moltitudini di maschi adoranti, nella sua vita privata con gli uomini ha avuto parecchia ma parecchia sfiga, rivelandosi al contrario molto più fragile del suo personaggio di celluloide.
Bionda platinata, occhi chiari, viso perfetto, corpo avvenente, vitina da vespa, Lana Turner è stata il perfetto prodotto hollywoodiano.
Venne costruita dalla MGM per il successo, e successo ebbe.
Si connotò come una sorta di dark lady in costume, vagamente inquietante come inquietanti erano i personaggi che interpretava, a cominciare dalla protagonista de “Il postino suona sempre due volte”, assassina del marito.
Parte che, come si vedrà, avrà un acre sapore profetico…
Julia Jean Mildred Frances Turner (così all’anagrafe) nasce l'8 febbraio del 1921 a Wallace, nell’Idaho, anche se alcune fonti sostengono che una volta diventata famosa abbia falsificato l’anno di nascita per abbassare la vera età.
La Turner ascolta molta musica alla radio insieme alla famiglia e ama molto il cinema; ogni sabato va allo spettacolo pomeridiano con i soldi che riesce a risparmiare durante la settimana. 
Ad affascinarla in modo particolare sono gli sfarzosi costumi delle dive dell'epoca, come ad esempio Norma Shearer e Kay Francis. 
Questa passione le permetterà di mettere in pratica, durante la sua carriera, una tecnica di portamento disinvolto ed elegante che aggiunse valore al suo naturale glamour. 
Non a caso molti registi le faranno indossare alcuni tra i più begli abiti di scena mai creati dai costumisti di Hollywood e, altrettanto non casualmente, la stessa Turner dichiarerà in seguito che, se non avesse sfondato nel cinema, avrebbe desiderato diventare una brava stilista.
Quando il padre Virgil, un minatore col vizio del gioco, rimane ucciso durante una partita a carte con dei ceffi della malavita, Lana si trasferisce con la madre prima a San Francisco e poi a Los Angeles, forse per sfuggire a qualche gatta da pelare lasciate in sospeso dal genitore assassinato.
Come studentessa non eccelle un granché ma una volta, a 15 anni, mentre marina la scuola con gli amici e ordina una Coca Cola al Top Hat Cafè di Los Angeles, si sente dire da uno sconosciuto la classica frase “ti piacerebbe fare del cinema?”. 
Quando posa il bicchiere sul suo tavolino, si scambia i recapiti con William R. Wilkerson un giornalista dell’Hollywood Report. 
Wilkerson non sta scherzando: la presenta a uno dei Fratelli Marx, Zeppo, che ha una propria agenzia di casting.
Questo, dopo averle procurato una mini particina non accredita nella prima versione di “È nata una stella” (1937), la segnala ai vertici della Mgm e al regista Mervyn LeRoy, che le affida una piccola parte nel film “Vendetta” (1937), nel ruolo di una ragazza che viene assassinata.
Invece di finire il college, il destino aveva già deciso che sarebbe diventata “la ragazza nel maglione”, il primo soprannome da giovanissima attrice dovuto al pullover attillato che indossava in quel breve ruolo.
Le sue foto di scena del primo film fanno di lei una delle pin up più popolari, anche negli anni seguenti.
Non è altissima (160 cm) , ma sfoggia curve molto graziose e il Time dirà di lei che ha lo sguardo di “una che ti fissa come se ti aspettasse con la testa già sul cuscino”. 
I suoi poster saranno tra i preferiti dai soldati americani della Seconda Guerra mondiale in trasferta. 
Ma prima della guerra, Lana interpreta una sfilza di ruoli secondari che accrescono la sua fama di precoce sex symbol. 
Sul set di un film le rasano le sopracciglia e gliele ridisegnano con una matita. 
Non le ricresceranno più e da allora sarà costretta a tracciarle ogni mattina. 
Tra tutti i film di quel periodo sono da segnalare “L’ultima beffa di Don Giovanni” (1937) di James Whale e L’amore trova Andy Hardy (1938).
Nel 1940 celebra il suo primo matrimonio: il "fortunato" è il musicista Artie Shaw, che incontrò sul set di Dancing Co-Ed(1939). 
Falso allarme, sette mesi dopo già si separano. 
Gira Il dr. Jekyll e Mr. Hyde (1940) di Victor Fleming. 
Si ritrova sul set con attori del calibro di Clark Gable in “Se mi vuoi sposami” (1941), con Robert Taylor in “Sorvegliato speciale”, e con John Garfield nel film che la rese immortale: “Il postino suona sempre due volte” grazie al quale diventa una sensualissima ossessione per gli uomini di mezzo mondo.
Il successo del film la porta poi ad interpretare altri ruoli di magnetica e sensuale femme fatale, come ad esempio quello della perfida Milady ne “I tre moschettieri” (1948) di George Sidney. 
Nel 1942 si sposa con l'attore Steve Crane, da cui divorziò un anno più tardi per risposarsi di nuovo con lui appena un anno dopo.
Liz Taylor, al suo confronto, era una dilettante…
Dopo il secondo divorzio da Crane, con il quale ha avuto una figlia, Cheryl, nel 1944 si sposa con il milionario Bob Topping. 
Intanto furoreggia sul grande schermo con “Il bruto e la bella” (1952) di Vincente Minnelli, “I peccatori di Payton” (1957) di Mark Robson e “Lo specchio della vita” (1959) di Douglas Sirk. 
L’ex ragazzina ribelle non è solo bella: per l’interpretazione magistrale ne I peccatori di Payton Lana Turner e l’Oscar si sfiorano. Rischia davvero di prenderlo per un soffio. Ma non lo vincerà mai.
La sua vita privata è a dir poco turbolenta, o “amorale”, come la definisce la stampa.
Per non essere da meno dei suoi colleghi di Hollywood, inizia a darci dentro pesantemente con la bottiglia e frequenta tutti i locali alla moda di Los Angeles, come il Cocoanut Grove e il Trocadero. 
Consuma un amante dietro l’altro e diventa la protagonista delle riviste di gossip, al tempo non proprio clementi.
Le vengono attribuiti flirt non confermati con praticamente tutto lo showbiz, da Spencer Tracy a Mickey Rooney, da Frank Sinatra a Tyron Power e persino un’avventura saffica con Ava Gardner.
Nel 1953 si sposa con l’affascinante collega Lex Barker, ma nell’ambiente comincia a girare la voce che l’attore stia abusando della piccola Cheryl, che ha solo 10 anni, e i due divorziano nel 1957. 
A questo punto, di male in peggio, fa il suo ingresso nella vita di Lana Turner un personaggio destinato a ficcarla in guai così grossi che nemmeno uno scrittore di gialli potrebbe concepire.
Si chiama Johnny Stompanato, un tirapiedi italoamericano del famigerato gangster Mickey Cohen.
Stompanato vanta una discreta popolarità fra le star di Hollywood.
Pare che possa vantare qualità "anatomiche" superiori a quelle che oggi hanno reso famoso Rocco Siffredi. 
Si parla insomma di una sberla di 30 cm. 
E pare che le attrici più famose facciano a gara per portarselo a letto ma solo Lana ha il coraggio (e la sfacciataggine) di avere con lui una relazione alla luce del sole.
Ma oltre ad essere superdotato, Stompanato è un pessimo soggetto con manie di grandezza: indossa solo scarpe di coccodrillo e cinture con la fibbia d’argento.
Pretende che Lana lo imponga nel mondo del cinema come produttore esecutivo, e quando non ci riesce tenta di strangolarla.
Lei vuole lasciarlo, ma lui la convince sempre a restare insieme, facendo leva sulla sua indole vagamente masochista, anche nell’intimità. 
Non è raro che la Turner giri con gli occhiali scuri per nascondere un occhio nero…
Quando lei sta girando un film in Inghilterra, “Estasi d’amore”, lui sale su un aereo e si presenta sul set con una pistola puntata contro il co-protagonista Sean Connery, di cui è follemente geloso.
Ma fortunatamente il ruvido attore scozzese non a caso sarà l’interprete di James Bond: lo disarma e lo mena di brutto fra gli applausi dei presenti. 
La squallida biografia di Johnny Stompanato si conclude con una morte violenta.
Il 4 aprile del 1958 la Turner chiama la polizia per segnalare l’omicidio per legittima difesa del suo compagno.
A pugnalarlo è stata la figlia, Cheryl Crane: entrambe dichiarano che la ragazza lo ha fatto per difendere la madre da un violento attacco dell’uomo. 
Sarà assolta, anche se le voci che girano insistentemente vogliono che la ragazzina, al tempo 15enne, si sia attribuita l'omicidio per salvare la madre da una pena più grave. 
Il gangster Cohen pagherà le spese processuali per conto della famiglia di Stompanato che ha fatto causa per danni all’attrice, chiedendole 7 milioni di dollari.
Invano.
Ma la circostanza che contribuirà maggiormente a gettarla nella disperazione è la pubblicazione delle lettere che lei stessa aveva scritto a Stompanato e che la stampa dà in pasto al pubblico. 
È la prima volta che gli amori e l'intimità di una diva vengono messi in piazza e alla mercé di tutti; l'opinione pubblica la bolla come donna di facili costumi e madre snaturata, con forti critiche alla sua condotta da parte della Chiesa, degli psicologi e della gente comune. 
Fortunatamente, finita la drammatica parentesi Stompanato, Lana Turner riprende a praticare il suo hobby preferito: le nozze. 
Gli anni '60 cominciarono con un altro coniuge, Fred May, da cui divorzia due anni dopo. 
La sua carriera cinematografica intanto, dopo lo scandalo dell’omicidio che ha messo in piazza troppo di lei nauseando il pubblico, volge però verso il declino.
I suoi film non registrano più i successi al botteghino di un tempo.
Si segnalano i noir “Ritratto in nero” (1960), di Michael Gordon, “Madame X” (1966), di David Lowell Rich, il giallo “Geometria di un delitto” (1969), di Tito Davison, e il thriller “La strana signora della grande casa” (1975), di Don Chaffey.
Gli ingaggi di Lana Turner si diradano sempre più e negli anni 80 decide di lasciare il set per sempre.
Quello che non smette di fare, invece, è cercare l’uomo della sua vita.
Il sesto marito è Robert Eaton (1965-1969) e il settimo e ultimo Ronald Dante (1969-1972).
Lana muore da single, il 29 giugno del 1995 in California, stroncata da un cancro a 75 anni.
Che ha messo la parola fine sulla torbida vita della ragazza col maglione, più incredibile dei suoi stessi film.
Onore a Lana Turner!

“Trovo gli uomini estremamente eccitanti e una ragazza che non la pensa così è una vecchia zitella anemica, una prostituta o una santa.”
Lana Turner

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