Arrivano i mostri!!
Il tipo simpatico alle prese con lo scheletro guerriero è nientepopò di meno che RAY HARRYHAUSEN, cari amici dei Mutzhi Mambo, il geniale creatore di tante creature mostruose che animava con la tecnica passo-uno, ovvero muovendo leggermente i suoi pupazzi e fotografando pazientemente ogni passaggio fino ad ottenere una animazione più fluida e realistica possibile.
Per l'occhio non ancora abituato alle infinite possibilità dei trucchi cinematografici, specie quello dei ragazzini, questi erano davvero mostri spaventosi: come fanno a muoversi così, ad interagire con l'ambiente, se non sono reali?
Questo artista benemerito, capace, con un pugno di plastilina e qualche accorgimento di luci, di far combattere eserciti di scheletri, di scagliare addosso agli eroi feroci dinosauri redivivi, di concretizzare i più spaventosi mostri mitologici, di rendere possibili orrende invasioni aliene, è uno dei padri degli FX pre-digitali, un campione dell’artigianato messo a servizio dell’incubo.
Certo, in confronto ai mostri moderni, le ceature di Ray Harryhausen sembrano un po’ goffe, ingenue, ma conservano intatta la loro poesia, il loro fascino archetipico, senza tempo, il fascino di un lavoro duro, paziente, certosino, un puro estratto di fantasia applicata alla tecnica in modo rigoroso e perfetto!
E se non è arte questa...
Raymond Frederick Harryhausen nasce il 29 giugno del 1920 a Los Angeles, da una famiglia di origine tedesca.
Dopo essere rimasto folgorato da “King Kong” (1933), Harryhausen passa i suoi primi anni a sperimentare la produzione di cortometraggi animati, ispirato alla letteratura fantascientifica del periodo.
Le scene animate in stop-motion delle creature sull'isola di Kong, sono opera del vero grande pioniere di questa tecnica di animazione, Willis O'Brien: il suo lavoro sarà la fonte di ispirazione per Harryhausen.
Figuriamoci la sua gioia quando un amico gli organizza un incontro col maestro!
O'Brien però avanzerà una critica ai primi modelli che gli sottopone Harryhausen e lo invierà a prendere lezioni di arti grafiche e di scultura per affinare le sue abilità.
Nel frattempo, Ray diventa amico di uno giovane aspirante scrittore che farà carriera, Ray Bradbury, che condivide con lui l’entusiasmo per mostri e tematiche sci-fi.
Bradbury e Harryhausen nel 1939 si iscrivono alla “Science Fiction League” di Los Angeles, formata da Forrest J. Ackerman e i tre diventano amici per il resto della vita.
Harryhausen ottiene il suo primo lavoro di animazione sui cortometraggi pubblicitari di “George Pal'sPuppetoons,”, basandosi sul primo materiale girato per un progetto di un lungometraggio sui dinosauri intitolato “Evolution of the World” che però non riuscirà mai a completare.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, viene impiegato nella divisione Special Services dell'Esercito americano sotto il colonnello Frank Capra, come addetto al caricamento fucili, fattorino e, più tardi assistente fotografo, mentre continua a lavorare a casa animando cortometraggi sull'uso e lo sviluppo di attrezzature militari.
Durante questo periodo lavora anche con il compositore Dimitri Tiomkin e con l’illustratore Ted Geisel.
Dopo la guerra, si imbosca diversi rotoli di pellicola in 16 mm, un surplus delle forniture militari, che usa per una serie di corti di fiabe con protagonista “Mamma Oca".
Uno dei sogni a cui più tiene è quello di realizzare una versione cinematografica de “La Guerra dei Mondi” di H.G. Wells.
Dopo la seconda guerra mondiale, gira una scena di un alieno che, uscendo da un cilindro, si intossica con l’aria della Terra e muore per una malattia contratta dall'aria che i terrestri respirano tranquillamente.
È una sequenza di un progetto irrealizzato per adattare la storia utilizzando l’idea originaria di Wells che voleva le creature di Marte simili a polpi mostruosi.
Nel 1947 Harryhausen viene assunto come assistente animatore di O’Brien in quello che è il suo primo grande film, “Il Re dell’Africa” (1949), di Ernest B. Schoedsack, dove il “maestro” si concentra sulla risoluzione dei vari problemi tecnici del film, lasciando la maggior parte dell'animazione a Harryhausen.
Il loro lavoro frutta a O'Brien l'Oscar per i migliori effetti speciali.
Il primo film in cui gli effetti speciali sono pienamente accreditati al nostro Ray è il mitico “Il Risveglio del Dinosauro” (1953), che ha inizialmente si doveva intitolare “Monster From the Sea”.
Il regista Eugène Lourié però scopre, proprio tramite Harryhausen, che il suo amico Ray Bradbury ha appena venduto un racconto chiamato "The Beast from 20,000 Fathoms" al The Saturday Evening Post, sull’arrivo di un dinosauro segnalato da una sirena di un faro immerso nella nebbia.
Poiché la storia del film presenta una scena simile (che oltretutto è la più elaborata e spettacolare), lo studio cinematografico si trova costretto, per evitare beghe legali, ad acquistare i diritti della storia di Bradbury e a cambiare il titolo della pellicola.
Fortunatamente per tutti, il film ottiene comunque un successo strepitoso e, per stessa ammissione di Ishirô Honda, fungerà da modello per il suo “Godzilla”.
In questa pellicola Harryhausen usa per la prima volta la complicatissima tecnica da lui creata chiamata "Dynamation" (procedimento che sarà il suo cavallo di battaglia e il tratto distintivo del suo lavoro futuro) che suddivide lo sfondo e i primi piani delle riprese in azione dal vivo in due immagini separate in cui egli anima un modello o dei modelli che apparentemente interagiscono con gli attori.
Harryhausen incontra poi il produttore Charles H. Schneer, con cui inizia una fruttuosa collaborazione; il loro primo progetto insieme è “Il mostro dei mari” (1955), di Robert Gordon, che ha come protagonista un polpo gigante, seguito da “La Terra contro i Dischi Volanti” (1956), di Fred F. Sears.
Questo stesso anno fa una breve rimpatriata alla Warner per lavorare con il suo mentore Willis O'Brien nel documentario di Irwin Allen “Il mondo è meraviglioso”, occupandosi del segmento relativo ai dinosauri.
Ritornato alla Columbia, collabora nuovamente con Schneer nella realizzazione di “A 30 milioni di km. dalla Terra” (1957), di Nathan Juran, ma è l'anno successivo che ottenne il suo primo grande successo, con “Il 7º viaggio di Sinbad” (sempre per la “regia” di Juran).
Harryhausen è sempre fortemente coinvolto nella concezione preliminare della storia di ciascun film, dello sviluppo di script, della direzione artistica, del design, degli storyboards e del tono generale della pellicola di cui realizza gli effetti scenici, come qualsiasi regista avrebbe su qualsiasi altro film.
Il "Regista" dei film di Harryhausen, chiunque sia, deve comprendere questo dato di fatto e accettare di lavorare sotto la direzione di Ray, se vuole lavorare con Ray.
Solo le complessità delle regole di Hollywood impediscono a Harryhausen di essere accreditato come vero “director” dei suoi film, con la conseguenza che ottiene delle royalties più modeste rispetto al regista “ufficiale”.
Durante la maggior parte della sua carriera, il lavoro di Harryhausen è una sorta di “azienda familiare”.
Suo padre si occupa della costruzione delle armature in metallo (basate sui disegni del figlio) che fungono da scheletro dei modellini, e sua madre realizza i costumi in miniatura.
Nel 1973, dopo la morte del padre, Harryhausen affida il suo lavoro di armatura ad un altro macchinista mentre George Lofgren, un tassidermista, lo aiuta con la creazione di modellini pelosi.
Un altro associato, Willis Cook, costruisce alcuni dei set in miniatura.
A parte questo, Harryhausen lavora generalmente da solo per produrre quasi tutta l'animazione dei suoi film.
Un’impresa pazzesca, anzi, davvero “mostruosa”!
Per questo motivo, Ray ha spesso bisogno di molto tempo per realizzare i suoi effetti speciali.
Il suo film successivo a "Sinbad" è infatti del 1960, “I viaggi di Gulliver”, di Jack Sher.
Nel 1961 partecipa all'adattamento cinematografico del romanzo di Verne “L'isola misteriosa”, di Cy Endfield, e due anni dopo realizza il suo capolavoro, “Gli argonauti” di Don Chaffey, che tra le tante scene divenute classiche presenta una lunga e sorprendente battaglia tra gli attori e un gruppo di scheletri.
Questa singola scena necessita da sola oltre quattro mesi per essere completata.
Nonostante “Gli argonauti” sia oggi considerato il miglior film di Harryhausen, all'epoca della sua uscita non ottiene un grande successo tra il pubblico.
Harryhausen comunque già lavora a “Base Luna chiama Terra”, per la regia del fido Nathan Juran, ispirato ad un romanzo di H.G. Wells.
In seguito collabora con la mitica Hammer, realizzando i dinosauri per “Un milione di anni fa” (1966), di Don Chaffey, quindi con la Warner per un altro film di dinosauri, “La vendetta di Gwangi” (1969), di Jim O'Connolly, il quale, in realtà, è un suo progetto personale che stava cercando di realizzare da diversi anni.
Negli anni settanta torna a lavorare a film mitologici con “Il viaggio fantastico di Sinbad” (1974), di Gordon Hessler, e “Sinbad e l'occhio della tigre” (1977), di Sam Wanamaker.
Nel 1981 lavora per l'ultima volta con delle miniature animate a passo uno, nel film “Scontro di titani”, di Desmond Davis, bellissimo canto del cigno delle pellicole realizzate con questa tecnica (ormai soppiantata da effetti elettromeccanici), che gli vale una candidatura ai Saturn Award per i migliori effetti speciali.
E paradossalmente, forse a causa del suo stile di produzione ermetico e del fatto che ha prodotto metà dei suoi film al di fuori di Hollywood (visto che vive a Londra dal 1960), nessuno dei film di Harryhausen è mai stato nominato agli Oscar per gli effetti speciali!
Nonostante il successo al box office di “Scontro di Titani”, la tecnologia più sofisticata sviluppata dall’Industrial Light & Magic e da altri eclissa le tecniche di produzione di Harryhausen e quindi la MGM taglia il finanziamento del suo sequel già pianificato, “Force of the Trojans”, provocando la comprensibile delusione del maestro che si ritira, insieme al suo amico e produttore Schneer, dall’ingrato mondo del cinema.
Nel 2002, i giovani animatori Seamus Walsh e Mark Caballero aiutano Harryhausen a completare “La storia della tartaruga e della lepre”.
Questa è la sesta ed ultima puntata delle fiabe di Harryhausen: il film è stato cominciato nel 1952 e completato nel 2002, 50 anni dopo!
Caballero e Walsh rinnovano i modellini originali e, sotto la direzione e la guida di Harryhausen, completano il film che vincerà il premio Annie del 2003 per il miglior cortometraggio.
Walsh e Caballero fonderanno poi una loro azienda di stop motion, la “Screen Novelties”, con sede a Los Angeles.
Il grande Ray Harryhausen muore il 7 maggio del 2013 all'età di 92 anni.
Sua moglie Diana, sposata nel 1962, e madre di sua figlia, gli sopravviverà cinque mesi.
Tanti auguri Ray, ovunque tu sia adesso a baloccarti con le tue creature!
E da inguaribili nostalgici quali siamo ti vogliamo confessare che i roboanti effetti speciali fatti al computer che tanto vanno oggi per la maggiore, in confronto ai tuoi fanno cacare....
“Ecco perché non sono mai diventato un regista. Non ho mai avuto pazienza con la gente”
Ray Harryhausen